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Lavoratori con occupazioni instabili (cap. 1)

economia aziendale



Lavoratori con occupazioni instabili (cap. 1)

Flessibilità → per il miglioramento delle condizioni del MDL e dei livelli di occupazione. Può essere:

esterna numerica;

funzionale o organizzativa;

ad orario;

salariale.



Non c'è legame diretto tra aumento della flessibilità e riduzione della disoccupazione. Il MDL varia a seconda del welfare e il grado di rigidità del MDL influisce sulla struttura e non sul livello della disoccupazione basandosi sui contratti a tempo determinato e sui sussidi di disoccupazione. In Italia il 41% dei lavoratori temporanei dopo un anno sono stabili e il 52% dopo 2 anni.

Con le nuove forme di contratto non si riesca a seguire il percorso lavorativo dell'individuo durante il lungo periodo.

Le donne hanno meno probabilità di trovare lavori stabili rispetto agli uomini così come i lavoratori del Mezzogiorno rispetto a quelli del Nord

Schizzerotto: il territorio di appartenenza e il livello di istruzione sono fattori che influenzano il passaggio dai lavori instabili a  quelli a tempo indeterminato.

Mentre i contratti di formazione lavoro possono trasformarsi in lavori a tempo indeterminato, i contratti stagionali si ripetono annualmente senza trasformarsi in relazioni stabili. Il contratto di lavoro interinale e il contratto a tempo determinato stagionale rappresentano la forma contrattuale + precaria.

I lavori instabili per i + giovani possono costituire uno strumento di esplorazione del MDL + che un canale diretto di assunzione; per i lavoratori sui 40/50 anni non rappresentano una reale opportunità di lavoro stabile, perché le assunzioni avvengono solitamente intorno ai 20/30 anni e per i possessori di un titolo di studi medio-alto.

La percentuale dei soggetti che passa attraverso il lavoro interinale in modo occasionale e per un breve periodo, è molto superiore a quella di coloro che accumulano + missioni nel loro percorso lavorativo.

L'esperienza del lavoro interinale influisce positivamente sulla possibilità di conseguire un'occupazione permanente (questo per chi transita dal lavoro interinale, non per chi vi rimane "intrappolato")

L'instabilità può avere conseguenze d 454e44e iverse a seconda dei soggetti.

L'esperienza e i relativi giudizi dei lavori devono essere de-contestualizzati e messi in rapporto al quadro normativo, al sistema di welfare e al settore di attività.

I lavori a tempo indeterminato dipendono da una serie di equilibri (domanda e offerta, nuove forme contrattuali e quadro normativo). Le aspettative dei soggetti sono il metro per capire quando l'instabilità è una risorsa o una trappola.


Il percorso di analisi del lavoro instabile si articola tra:

dimensione micro → lavoratori e loro percezioni;

dimensioni macro → caratteristiche del Mdl e del welfare e alla specificità del contesto locale e dei settori di attività.

I percorsi di lavoro si suddividono in:

percorsi con aspettative di transizione. Obiettivo è quello di cambiare lavoro;

percorsi orientati. Soggetti che apprezzano i contenuti del proprio lavoro (anche se in alcuni casi richiedono forme contrattuali + stabili).

N.B.: in alcuni casi la mancanza di un progetto preciso pone il lavoratore in condizioni di debolezza




Differenze tra collaboratori e lavoratori interinali

Interinali

Collaboratori

Hanno spesso percorsi con aspettative di transizione, tranne chi vuole essere assunto

Si distribuiscono in maniera più equilibrata tra chi intraprende percorsi di transizione e percorsi orientati

Differenze dal punto di vista giuridico

Forma di lavoro subordinato

Forma ibrida di lavoro para-subordinato

Vengono inseriti nell'organizzazione aziendale

Hanno maggiori margini di libertà di gestione del lavoro

Sono in maggior parte operai e impiegati. Attività a basso contenuto professionale

Offrono maggiori margini di soddisfazione professionale. Alto contenuto professionale

Non si riconoscono nell'attività svolta non soddisfacente. Sperano di cambiare lavoro

Hanno percorsi orientati e costruiscono la loro identità professionale e sociale nel lavoro


Condizione familiare: età, genere, professione svolta sono + importanti del tipo di rapporto di lavoro nel determinare il modo di vivere l'instabilità.

In Lombardia l'evoluzione del lavoro interinale e di collaborazione è stata + veloce.

Welfare: non dà garanzie perché incentrato sul lavoro stabile ma evidenzia come la famiglia costituisca una rete di protezione importante.


Le tutele collettive contro i rischi dell'instabilità (cap. 2)

I fenomeni della società industriale sono il risultato di 2 movimenti contrapposti:

mercato tende ad espandersi;

società tende a limitare l'espansione del mercato. Mette in atto misure di protezione per evitare che il mercato possa distruggerla.

I contratti di lavori instabili rendono problematico fare affidamento al salario per la sopravvivenza. Riducendo la stabilità gravano sui lavoratori i rischi e i costi dell'elevata instabilità del mercato: si rende quindi estremo il livello di mercificazione del lavoro.

Dipendenza della sopravvivenza dal mercato = rischio sociale.

Il processo di de-mercificazione trova fondamento nel sistema di welfare e nella famiglia. Lo Stato dovrebbe permettere di sopravvivere anche al di fuori del mercato

Tutele contrattuali

L'analisi della normativa che regola i contratti di lavoro instabili mette in luce 3 problematiche:

Diffusione dei contratti instabili determina i livelli di individualizzazione che può porre i lavoratori in condizioni di vulnerabilità e rende difficile l'organizzazione di azioni collettive di tutela.

Si rilevano segnali di debolezza nella regolazione degli aspetti contrattuali.

Brevità dei contratti a volte può rendere impossibile per i lavoratori instabili godere di alcune tutele che formalmente la legge riconoscerebbe loro (indennità, malattia, maternità,.)

Muta radicalmente la condizione dei lavoratori soprattutto se la si confronta con quella in cui si potevano trovare coloro che avevano un lavoro a tempo indeterminato in epoca fordista.

Statuto dei lavoratori 1^ forma di regolamentazione di rapporti tra datore e lavoratore (de-individualizzazione perché ricondotti a regolazioni generale).

Con la crisi della società salariale, l'approccio si inverte e si assiste all'emergere di nuove forme di individualismo. Si modifica di conseguenza anche la percezione del rischio che tende ad essere vissuto come parte del proprio destino personale a cui ognuno è singolarmente tenuto a far fronte con le proprie risorse.

Nel caso italiano → la diffusione dei contratti di lavoro interinale e di collaborazione implica individualismo del lavoro.

Per gli interinali, l'individualismo deriva dal fatto che la durata del contratto è limitata e dunque il rapporto tra datore e lavoratore è legata ad un carattere unico. Coinvolge un lavoratore alla volta e può evolvere nel tempo a seconda della situazione e del rapporto particolare che si instaura tra azienda utilizzatrice e lavoratore.

Per i collaboratori, l'individualismo riguarda complessivamente tutti gli aspeti contrattuali. I termini precisi dell'accordo per lo svolgimento del lavoro, tipo di lavoro, compenso, modalità di pagamento, spesso non sono specificate dal contratto ma regolate da accordi informali (rapporto di lavoro individuale e personale, regole stabilite in itinere.

L'individualismo spesso è vissuto come un ampliamento di margini di libertà.

La precarietà del lavoro tende a divenire la fonte principale di vulnerabilità ed esclusione sociale oltre che la causa + grave dell'approfondirsi delle disuguaglianze.

La protezione per chi ha perso lavoro nel sistema italiano si basa quasi esclusivamente sul principio assicurativo che prevede sussidi legati all'anzianità e ai motivi che hanno determinato il licenziamento privilegiando chi subisce un licenziamento collettivo e chi era dipendente di un'azienda medio-grande.

Indennità di disoccupazione: corrisposta solo ai lavoratori licenziati (non per coloro a cui non è stato esteso il contratto)

Cassa integrazione guadagni e indennità di mobilità: diretti esclusivamente a lavoratori colpiti da licenziamenti collettivi per crisi aziendali

Trattamento di disoccupazione con requisiti ridotti: unica misura che può essere richiesta dai lavoratori instabili, da persone che abbiano lavorato almeno 78 giorni durante l'anno e che abbiano versato i contributi almeno 2 anni prima. Per i lavoratori stagionali è stata introdotta un'integrazione al reddito con esclusione dei giovani appena entrati nel MDL.

Carattere familista, welfare e disoccupazione

3 modelli di protezione contro la disoccupazione:

pubblico individualista. Basato sul principio secondo cui deve essere la società collettivamente ad assumersi la responsabilità del problema disoccupazione e del benessere del disoccupato.

familista (caso italiano). Rifiuta l'idea della responsabilità collettiva e sottolinea in modo forte il ruolo della famiglia che ha il compito di proteggere i suoi membri

condivisione della responsabilità (tra famiglia e pubblica autorità.


Modello familista → la disoccupazione colpisce i giovani ambosessi, tocca marginalmente i maschi adulti che, essendo capifamiglia, offrono con il loro reddito un sostegno economico sicuro agli altri membri. In Italia come in tutto il sud Europa il ruolo della famiglia fa da cardine a tutto il sistema di welfare.

Principio di sussidiarietà: lo Stao offre sostegno ai soggetti solo nel caso in cui essi non trovino nella famiglia sufficienti mezzi di sussistenza. Il nucleo familiare costituisce la cassa di compensazione sociale.

Il carattere familista ha forte impatto sulla diffusione dei contratti instabili e sulle conseguenze di questo processo in termini di vulnerabilità.

Impiego atipico = giovani, donne adulte e tocca marginalmente i maschi adulti sui quali viene fatto affidamento


La costruzione della continuità (cap. 4)


I collaboratori che hanno continuità del lavoro sono un segmento consistente. Strumenti di continuità:

conoscenza del lavoro

esperienza accumulata

inserimenti nella rete di contatti tra operatori del settore

Non hanno necessità di ricorrere alla famiglia. Vi sono collaboratori:

o     con un unico committente che propone contratti brevi ma sicuri di continui rinnovi. Rapporto di lavoro percepito come stabile nel tempo (è a tutti gli effetti un lavoro subordinato)

o     con parecchi committenti e reperiscono facilmente nuovi incarichi. La continuità non viene garantita dal committente ma costruita dal collaboratore stesso.

In generale le risorse relazionali costituiscono una protezione efficace contro l'incertezza economica.

Essere pluricommittente o monocommittente  può essere, a seconda dell'attività svolta e della professionalità, un segnale di forza o di debolezza.

Il fatto di avere contratti instabili e relazioni con committenti diversi può divenire un elemento di forza perché permette di acquisire competenze diverse e costruirsi un percorso professionale più ricco di chi invece lavora in modo stabile. Emerge quindi un'immagine positiva della stessa insicurezza occupazionale che può essere trasformata in una risorsa. La formazione della fiducia Bertolini distingue:

Temporal embeddedness = con il susseguirsi degli incarichi i rapporti tra committente e collaboratore si rafforzano perché aumenta la conoscenza reciproca

Network embeddedness = ha a che vedere con la circolazione della reputazione nei reticoli sociali.

Per chi ha appena iniziato non è facile entrare nel giro perché i network funzionano come strumenti di chiusura del mercato. Per chi riesce ad entrare nel giro si vive con meno preoccupazione l'instabilità del contratto. Vi è un progressivo adeguamento all'incertezza relativa al lavoro facendo emergere in modo chiaro il processo di adattamento delle preferenze alle caratteristiche del contesto.

In altri settori di attività tuttavia l'eccesso di offerta di lavoro e la scarsa attenzione dei committenti per il livello di professionalità dei lavoratori rendono particolarmente elevato il livello di esposizione al mercato mentre le reti di contatti non riescono ad offrire una protezione efficace contro l'instabilità.

I collaboratori per potersi garantire un flusso continuo di lavoro devono investire nella costruzione di una rete di contatti abbastanza ampia e nella creazione di rapporti fiduciari forti. Quindi devono offrire:

a)  disponibilità ed elasticità quando i tempi sono stretti

b)  attenzione al rispetto dei tempi di consegna e alla qualità del lavoro

c)  disponibilità di accettare nuovi incarichi in caso di richiesta urgente da parte di un committente conosciuto

Il rispetto dei tempi è uno dei problemi maggiori perché le richieste spesso sono difficili da soddisfare entro le scadenze richieste e non vi è nessuna remunerazione aggiuntiva relativamente agli straordinari che si sono resi necessari. In realtà le condizioni variano a seconda del settore e del tipo di prestazione richiesta. Non conoscere esattamente i tempi di svolgimento del lavoro impediscono spesso di programmare l'inizio di nuovi incarichi. La possibilità di organizzarsi autonomamente, il tempo e le modalità di lavoro, da un lato, è un fattore di grande libertà dall'altro può facilmente trasformarsi in un elemento di vulnerabilità.


I lavoratori interinali non devono investire nella costruzione di una rete di contatti ma possono utilizzare le agenzie come canale di accesso. I pochi dati finora disponibili portano a pensare che non siano molti i lavoratori interinali che lavorano in modo continuativo accumulando diverse missioni nel tempo.

Possono utilizzare le agenzie come strumento per garantirsi una certa stabilità sostanzialmente in 2 modo:

accettando qualsiasi tipo di incarico venga loro offerto. Spesso le aziende che si rivolgono alle agenzie non richiedono competenze specifiche, quindi i candidati con preparazioni di medio livello trovano facilmente un impiego in tempi brevi. La coscienza di trovare più facilmente un altro impiego li aiuta a vivere con serenità l'insicurezza del reddito

puntando a sviluppare competenze specifiche molto richieste nel MDL locale. Le agenzie di lavoro interinale non fa che raccogliere le richieste di lavoro e trasmetterle ai lavoratori interessati che da soli avrebbero più difficoltà a individuarle.

Con il lavori interinali si guadagna di più di quanto si guadagnerebbe ad essere assunti perché nel salario mensile viene inclusa la quota di indennità di ferie e TFR relativa ai giorni effettuati. Dal momento che l'obiettivo principale di molti immigrati è quello di garantirsi il massimo reddito possibile accade spesso che le proposte di assunzione vengano rifiutate per continuare a lavorare come interinali.

Ci sono 2 elementi che è necessario annoverare tra i disagi derivati da instabilità

Il fatto che la sicurezza economica di coloro che svolgono in maniera continuamente impieghi instabili, deriva esclusivamente dalla loro capacità di continuare a lavorare. Qualsiasi imprevisto pertanto li pone immediatamente in condizione di vulnerabilità

Anche quando i lavoratori instabili riescono a costruirsi delle garanzie sulla continuità non possono comunque eliminare il problema dell'incertezza che influisce sulle loro capacità di azione in modo poco evidente ma non irrilevante

Per i lavoratori instabili il lavoro è caratterizzato da una temporalità breve che costringe ad adottare strategia di breve periodo, d'altra parte però, per coloro che sono in condizione di vita transitoria, rende possibile non identificarsi con il lavoro che spesso non corrisponde alle aspettative, e continuare a progettare altro per il futuro.


Scarsa visibilità dei rischi e scarsità del processo di individualizzazione (cap. 5)

È fondamentale prendere in considerazione il modo in cui il mdl e le opportunità occupazionali vengono percepite dai soggetti. Colpisce in primo luogo l'uniformità dei giudizi relativamente al grado di diffusione delle forme di lavoro flessibili che, a parere di tutti, caratterizzano ormai una quota consistente di opportunità occupazionali e sono destinate ad aumentare ancora. I dati sulle assunzioni infatti, dimostrano che, sebbene i lavoratori instabili rappresentino tutt'oggi una quota limitata del tot occupati, vi è stata una crescita molto accentuata dell'uso dei contratti atipici, che a Milano vengono proposti a + della metà dei neo assunti. Rispetto al passato se è vero che i contratti a tempo determinato erano meno diffusi di oggi è altrettanto vero che il lavoro nero, la mobilità da lavoro a lavoro, la nati-mortalità delle piccole e medie imprese e la tendenza verso il lav autonomo di fasce consistenti della forza lavoro rendevano anche allora relativamente non molto frequenti le situazioni in cui una persona rimaneva tutta la vita nello stesso posto di lavoro.

Il fatto di non sentirsi più sicuri come un tempo è l'elemento centrale che caratterizza i contesto storico attuale e che permette di comprendere l'intensità delle nuove insicurezze e il significato del cambiamento.

Per la situazione italiana in particolare è importante ricordare che le generazioni che stanno entrando in questi anni nel MDL hanno alle spalle genitori che probabilmente non hanno dovuto confrontarsi con l'insicurezza occupazionale e questo influisce sul loro modo di porsi di fronte all'instabilità.

La probabilità di iniziare la propria carriera lavorativa con un'occupazione instabili è molto + alta per le ultime coorti che non per i nati tra la fine degli anni '30 e metà degli anni '50. le appartenenze generazionali si configurano come una causa rilevante di disuguaglianza soprattutto in relazione all'instabilità lavorativa. Per alcuni giovani l'obiettivo rimane del posto fisso ma spostato nel lungo periodo.

I soggetti rilevano le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro e aggiustano di conseguenza le loro aspettative e le loro strategie dando per scontato il fatto di dover accettare impieghi instabili almeno per un certo periodo della loro vita. il confronto con i pari rafforza la convinzione che le opportunità di lavoro stabile siano scarse e attenua il senso di frustrazione nei periodi di disoccupazione. Il fatto di avere un contratto a termine è quindi meno squalificante in termini sociali e viene trasformato in un elemento positivo di sfida.

La frequenza con cui il tema della precarietà è apparso sui quotidiani è tendenzialmente aumentata in tutti i paesi europei. In Italia in particolare negli ultimi anni è stata data una forte eco alle trasformazioni in atto nel MDL amplificandone la portata ed enfatizzando l'importanza della flessibilità. Ciò ha un impatto sulla rappresentazione che gli individui si fanno delle opportunità occupazionali e quindi, indirettamente, influisce anche sulla definizione delle loro strategie.

Accettare un impiego instabile è considerato un fatto socialmente meno grave soprattutto per i giovani di quanto non lo fosse 20 anni fa.

Chi è in una posizione di potere è in grado di controllare la distribuzione del rischio e di scaricarne i cosi su altri: le aziende, grazie alla flessibilità, riescono a scaricare sui lavoratori la maggior parte dei costi delle incertezze mentre un'altra importante prerogativa del pot economico nelle definizione dell'insicurezza viene esercitata attraverso il controllo delle società che gestiscono i mezzi di comunicazione che hanno un ruoli cruciale nel definire come la società viene rappresentata e quali sono i problemi sociali critici esistenti.

Attraverso il processo di modernizzazione riflessiva si passa da una società (quella industriale) in cui la logica della produzione della ricchezza domina la logica della produzione del rischio a una società in cui tale rapporto si inverte.

In questo processo avvengono delle modificazioni anche nella possibilità di identificazione dei rischi che a differenza delle risorse spesso eludono le capacità umane di percezione. Ciò accade perché vi è una crescente individualizzazione dei rischi sociali che interessano fasce sempre più ampie della popolazione e vengono però vissuti e affrontati dai soggetti in modo individuale, perdendo visibilità senza perdere rilevanza.

Il processo di individualizzazione e soprattutto la perdita di visibilità dei rischi connessi all'instabilità lavorativa hanno alcune conseguenze di grande rilievo sulle modalità con cui i soggetti vivono le loro esperienze di lavoro instabile e guardano all'eventualità di rimanere disoccupati. Il senso di preoccupazione e di ansia per l'assenza di garanzie sulla continuità, essendo vissuto come destino personale anziché come problema comune, rimane tra le righe dei racconti degli intervistati sebbene probabilmente costituisca un elemento che molti lavoratori instabili devono affrontare. Questo processo determina allo stesso tempo un senso di disorientamento causato dalla perdita delle sicurezze tradizionali e un ampliamento delle possibilità di azione dei soggetti che si sentono + liberi di definire le proprie strategie.

La mancanza di routine e l'ampliamento degli spazi discrezionali delineano l'altro aspetto del processo di individualizzazione ovvero l'estensione degli ambiti di libertà e autonomia per i soggetti.

I problemi di inserimento lavorativo sono abbastanza frequenti, da u lato, vi sono persone con basso titolo  di studio, disponibili a svolgere attività di esiguo contenuto professionale che non riescono a trovare un posto di lavoro, dall'altro, vi sono i soggetti che, pur possedendo un diploma o una laurea, non riescono ad attivare i canali di ricerca adeguati a valorizzare le proprie competenze e trovare un impiego stabile. Il problema di fondo è l'opacità del mercato che rende difficile l'incontro tra domanda e offerta. Coloro che sono in cerca di un lavoro appaiono disorientati, spesso scoraggiati dalle richieste delle aziende e mortificati dal fatto di non avere risposta dell'invio del curriculum. D'altra parte anche i responsabili delle aziende hanno difficoltà a selezionare i lavo da assumere. Paradossalmente l'aumento delle flessibilità, sebbene renda più numerose le occasioni di lavoro, non amplia la capacità dei soggetti di individuare le opportunità esistenti.

Il lavoro interinale appare a molti come un canale di ingresso privilegiato nelle aziende, che permette di entrare in contatto diretto con i datori di lavoro e conquistarsi alla fine un'assunzione con contratto stabile.

Il lavoro instabile, in generale, può costituire una risorsa importante anche per chi vuole entrare nel MDL dopo un periodo di disoccupazione o inattività

Situazione dei giovani. È abbastanza evidente che la diffusione delle forme di lavoro instabile ha ridotto moltissimo alcune barrire all'entrata che rendevano difficile e lunga la ricerca del primo impiego. Negli ultimi anni è molto aumentata la quota dei giovani che lavora o ha lavorato. Bisogne considerare che anche quando le possibilità di assunzione sono remote o tot nulle l'idea di lavorare in un'azienda riconosciuta risulta ugualmente attraente perché riduce il senso di esclusione e permette un inserimento, seppure temporaneo, nell'universo dei lavoratori occupati.

Per gli immigrati, il lavoro interinale può essere un'occasione preziosa: l'agenzia si pone come garante. Gli addetti alla selezione spesso si rivolgono ai candidati nella loro lingua, spiegano loro le procedure burocratiche e traducono i contratti, favorendo l'inserimento lavorativo e fornendo informazioni utili che essi non sarebbero in grado di raccogliere autonomamente.

Il lavoro interinale offre una posizione + garantita sotto il profilo contrattuale di quelli di collaborazione anche se a livello attuale non si può negare che le 2 forme di lavoro sono molto + simili di quanto si possa pensare.

Tra i meno giovani chi ha avuto esperienza di lavoro dipendente prima di passare al contratto di collaborazione spesso afferma con sicurezza che non sarebbe disposto a tornare indietro: una volta provato il lavoro senza vincolo di subordinazione, l'idea di ritornare a svolgere un'attività eterodiretta sembra un passo indietro e una rinuncia ai margini di libertà conquistati.

Per molti collaboratori e molti interinali, l'instabilità del contratto è garanzia di libertà anche se per motivi differenti

In questo modo le persone possono utilizzare la condizione precaria per mantenere le distanze dal lavoro. Il lavoro quotidiano apparirebbe + pesante nella prospettiva di doverlo fare per molti anni, mentre l'idea che la missione è destinata a concludersi in tempi abbastanza brevi dà la possibilità di guardare oltre e immaginare un lavoro migliore per la missione successiva.

Il lavoro interinale appare lo strumento ideale per rendere meno mortificante lo svolgimento di attività lontane dai propri interessi e aspirazioni


Lavoro instabile e identità (cap. 6)

C'è chi sostiene la diffusione di forme di lavoro instabili ostacola la costruzione dell'identità perché determina la frammentazione delle esperienze lavorative e rende difficile la loro ricomposizione in percorso professionale e identitario coerente. Ciò determinerebbe una progressiva corrosione della personalità(character)dei soggetti che non riescono a ricostruire il senso della propria storia lavorativa.

Visioni meno pessimistiche dei processi di trasformazione in atto sottolineano il carattere di crescente fluidità delle identità individuali che si adatterebbero alle mutevolezza del contesto diventando a loro volta mobili. In questa prospettiva l'instabilità è considerata come una risorsa per i soggetti che devono essere sempre pronti a modificare i propri piani per inseguire le nuove opportunità che si possono presentare loro.

Le situazioni dei lavoratori instabili si differenziano sul piano soggettivo relativo al grado di soddisfazione che gli individui raggiungono dal loro lavoro. Paugam identifica 2 condizioni di integrazione professionale per coloro che hanno un'occupazione instabile

L'intègration inceratine se l'instabilità del lavoro è compensata da un buon livello di soddisfazione

L'intègration disqualifiante quando l'attività lavorativa non è gratificante ed è solo un mezzo per ottenere un reddito

Si rileva una sostanziale differenza tra chi svolge un'attività che corrisponde alle proprie aspettative (percorsi orientati) e coloro che hanno un lavoro instabile in attesa di trovare un lavoro migliore (percorsi con aspettative di transizione). I primi riescono a costruire la propria identità professionale a prescindere dall'instabilità della posizione occupazionale, i secondi vorrebbero evitare di identificarsi nell'attività svolta e spesso riescono a usare l'instabilità per posticipare la definizione dell'identità.

Per chi ha scelto il proprio lavoro per passione l'instabilità non sembra essere un ostacolo troppo rilevante nella costruzione dell'identità professionale sociale. In questo gruppo rientrano prevalentemente i soggetti che hanno contratti di collaborazione e solo alcuni internali; non sembrano soffrire il processo di corrosione della personalità e non sembrano neppure particolarmente vicini all'immagine di un uomo postmoderno, l'unico elemento che pone dei problemi è la mancanza di un adeguato riconoscimento economico e istituzionale della loro professionalità.

Per i collaboratori che costruiscono sul lavoro la propria identità si rilevano 2 diversi modi di rapportarsi all'instabilità che poggiano entrambi sulla passione del proprio mestiere:

alcuni aspirerebbero ad essere assunti come dipendenti ma accettano di lavorare come collaboratori perché sanno che nel loro settore le possibilità di essere assunti a tempo indeterminato sono esigue

altri attrezzano i margini di autonomia nella gestione del lavoro offerti dai contratti di collaborazione per cui non vorrebbero essere assunti come dipendenti

è probabile che il riconoscimento sociale attribuito alla professione abbia un peso rilevante e metta sotto altra luce l'instabilità dell'impiego, in molti casi ciò spinge le persone a lavorare per compensi relativamente bassi sentendosi comunque soddisfatti.

Tra i collaboratori che non hanno una professionalità definita e cambiano spesso tipo di attività si riscontra generalmente uno scarso se non nullo attaccamento al lavoro che, o per le difficoltà incontrate nel MDL, o in vista della realizzazione dei propri piani per il futuro, viene considerato in modo molto strumentale.

A differenza dei collaboratori, tra gli interinali si trovano poche persone soddisfatte del proprio lavoro. In Italia questi casi sono abbastanza rari e riguardano prevalentemente coloro che lavo per le agenzie specializzate in professionalità medio-alte. Sebbene l'instabilità del contratto di per sé non impedisca a coloro che sono soddisfati del proprio lavoro di riconoscersi nell'attività svolta e di fondarvi un'identità professionale sociale, tuttavia la mancanza di un adeguato riconoscimento della professionalità dal punto di vista istituzionale e/o da parte dei committenti/datori di lavoro, può costituire un problema in questo senso. Da un lato, infatti, per alcune professioni non esistono certificazioni istituzionalizzate per cui le competenze acquisite con l'esercizio dell'attività, non sono formalmente riconosciute; dall'altro lato, in molti casi, si lamenta la mancanza di riconoscimento della professionalità da parte del datore di lavoro sia in termini di remunerazione, sia in termini di stabilità del contratto.

L'insicurezza occupazionale e le basse remunerazioni spesso provocano risentimento tra i soggetti che vedono costantemente negato il valore delle loro competenze e delle esperienze accumulate. Ciò non sembra impedire l'identificazione del lavoro svolto ma è causa di una forte insoddisfazione per chi ha deciso di continuare  a svolgere lo stesso mestiere.

A questi problemi si aggiungono anche le difficoltà nella definizione del proprio status lavorativo che per molti collaboratori risulta problematico. Vi sono anche coloro che svolgono un'attività non soddisfacente e non corrispondente alle loro aspettative e sono per la maggior parte lavoratori interinali e collaboratori senza una professionalità definita e aspettative di transizione, qui l'instabilità può rappresentare una risorsa nel processo di definizione dell'identità perché consente di non riconoscersi nel lavoro svolto e proiettare in avanti i propri progetti professionali

Concezione di sé: ciò che l'individuo percepisce come il suo Io reale e la percezione dell'immagine di sé che hanno gli altri. L'identità contiene una tensione irrisolta e irrisolvibile tra la definizione che diamo di noi e il riconoscimento che gli altri ci danno.

Il lavoro svolto, seppur determinato e con un'ottica transitoria, contribuisce a definire l'identità dei soggetti intervistati rispetto all'esterno in quanto l'occupazione è uno degli elementi che necessariamente e inevitabilmente ci qualifica agli occhi degli altri.

La dissociazione tra concessione di sé e immagine di sé è possibile sostanzialmente per 2 motivi:

a)  i soggetti considerano transitoria la propria condizione occupazionale, quindi possono proiettare nel futuro la ricomposizione dell'identità;

b)  l'instabilità stessa dell'impiego rende più debole l'identificazione con il lavoro agli occhi degli altri.

Le situazioni in cui i lavoratori instabili utilizzano l'instabilità per evitare di identificarsi completamente nel lavoro svolto sono diverse e diversi possono essere i modi in cui si combinano le 2 dimensioni dell'identità. 3 situazioni tipo:

Strategia di attesa con progetti = persone che hanno piani precisi per il loro percorso professionale e, in attesa di vederli realizzati, svolgono un'attività di altro tipo per garantirsi un reddito;

Strategia di attesa debolmente direzionate = persone che vorrebbero un lavoro diverso in futuro ma non sono certi di riuscire a trovarlo per cui non riescono a considerare il lavoro instabile che stanno svolgendo come esclusivamente transitorio;

Strategia di attesa sospesa = persone che hanno accettato un lavoro non corrispondente alle loro aspettative per mancanza di alternative e che non hanno una prospettiva certa di raggiungere in tempi brevi un impiego + soddisfacente e/o + stabile.

Nella fase di passaggio dalla scuola al lavoro vi è un periodo di disorientamento che spinge i giovani a prendere tempo per esplorare le opportunità di lavoro e definire meglio i propri obiettivi. Coloro che aspirano a trovare un impiego con caratteristiche congruenti al titolo di studio conseguito sono destinati molo spesso a rimanere a lungo alla ricerca di occupazione, per cui possono utilizzare le occupazione instabile per iniziare comunque a lavorare. Spesso il periodo appare lungo ma comunque destinato a concludersi.


Da un lato, l'incertezza derivante dalla precarietà dei contratti può pesare e limitare le scelte dei soggetti, dall'altro, la sensazione di poter cogliere nuove opportunità e l'idea che queste siano molto numerose anche se imprevedibili, dà un forte senso di libertà nella definizione della propria identità.

Chi non ha un lavoro stabile può sempre trovarne uno migliore, chi non riesce a trovare l'occupazione che desidera può temporaneamente impegnare il proprio tempo in altre attività, senza per questo dover rinunciare ai propri progetti.

Le strategie di attesa possono essere molto rischiose perché nel caso in cui la ricerca di un lavoro migliore si dimostri difficile, richiede tempi lunghi e non dia i risultati attesi, i soggetti si ritrovano ad aver fatto un percorso frammentato e poco utile per il miglioramento della loro posizione professionale.

Razionalità pratica: mettere insieme molte azioni simultanee di ricerca, procedendo per tentativi, senza un progetto preciso nell'intento di tenersi aperte molte strade e riuscire a cogliere le occasioni migliori. In questa pratica c'è una dimensione consolatoria, quella di non approdare mai al fallimento perché un tentativo è sempre in corso e di aggirare lo scacco del rifiuto da parte della dom cui si sovrappone rapidamente l'offerta. Vi è il rischio che gli individui che affrontano in questo modo il mdl non siano + in grado di riconnettere le varie esperienze lavorative in un percorso coerente che abbia un senso.

La diffusione delle occupazioni precarie ha effetti ambivalenti sui processi di definizione dell'identità


Equilibri (cap. 7)

Analizzando i meccanismi attraverso cui i soggetti si proteggono dall'incertezza, si può cercare di delineare il gioco di equilibri che, fino ad oggi, ha permesso di attenuare i rischi connessi all'esposizione del mercato. Considerando nello specifico i percorsi che i soggetti possono seguire sul MDL è possibile individuare i fattori che permettono ad alcuni di utilizzare l'instabilità come una risorsa e intrappolano altri in condizioni di precarietà. Ciò permette infine di mettere in luce il processo di amplificazione delle disuguaglianze che accompagna la diffusione delle occupazioni instabili.

Le tutele collettive non sembrano offrire ai lavoratori instabili una difesa adeguata per 4 ordini di motivi.

Sistema di welfare italiano (no strumenti efficaci di sostegno al reddito per coloro che hanno il contratto a scadenza)

Uso dei contratti instabili scarsamente istituzionalizzato (spazi per comportamenti scorretti da parte di aziende o committenti)

Brevità dei contratti (impossibile godere per i lavoratori delle indennità prevista dalla legge)

Aumento del livello di individualizzazione dei rapporti di lavoro (difficile creare azioni collettive per la creazione di nuove tutele).

Per questi motivi la sfera della famiglia (secondo ambito di de-mercificazione) è un efficace strumento di protezione contro i rischi dell'instabilità.

Se le occupazioni instabili in futuro dovessero diffondersi in maniera consistente anche tra i maschi adulti potrebbero presentarsi problemi sociali seri.

I contratti che non danno garanzie di continuità nel tempo amplificano l'importanza delle risorse di cui il singolo individuo dispone, le quali influiscono sulla possibilità di realizzare i propri progetti personali e più in generale di costruirsi un percorso professionale. Nel quadro italiano i processi in atto hanno contribuito a ridurre le capacità di intervento delle organizzazioni sindacali che, quindi, più difficilmente riescono a promuovere la costruzione di tutele collettive.

I fattori che portano a guardare con ottica positiva la diffusione dei contratti instabili sono:

le occupazioni instabili sono considerate da molti come un passaggio necessario per entrare nel MDL;

opacità del MDL che anche in una regione a bassa disoccupazione costituisce un problema reale;

rilevanza attribuita a dei soggetti agli aspetti liberatori del processo di individualizzazione dei rapporti di lavoro;

processi attraverso cui soggetti definiscono la loro identità professionale e sociale.

Dovrebbe essere chiaro che se da un lato si promuove la diffusione delle forme contrattuali instabili e si procede quindi verso l'aumento del grado di mercificazione del lavoro, dall'altro è necessario contemporaneamente assicurarsi che esistano efficaci meccanismi di protezione dai rischi e non limitarsi a dare per scontato che gli equilibri esistenti in passato possano reggere processi di trasformazione messi in atto.







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