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L' ARCHITETTURA HIGH-TECH - NORMAN FOSTER - OPERE REALIZZATE

architettura



Università "La Sapienza" di Roma

Facoltà di Ingegneria Edile-Architettura

Corso di Architettura e Composizione architettonica III












Norman Foster

e l'architettura high-tech










- INDICE -

L' ARCHITETTURA HIGH TECH

pag. 2

NORMAN FOSTER

pag. 2

OPERE REALIZZATE



Hong Kong Bank

pag. 3


Grattacielo sede della Commerzbank

pag. 3


30 St. Mary Axe

pag. 4


Hearst Headquarters

pag. 4


Reichstag

pag. 5


British Library

pag. 5


Carrè d'Art

pag. 5


Sainsbury Centre for Visual Arts

pag. 6


American Air Museum

pag. 6


Facoltà di legge

pag. 7


McLaren Technology Centre

pag. 7


Stansted Airport

pag. 7


Aeroporto Internazionale di Honk Kong

pag. 8


Metropolitana di Bilbao

pag. 8


Millenium Bridge

pag. 8

PROGETTI DA REALIZZARE



Moscow City Tower

pag. 9


Stazione dell'Alta Velocità a Firenze

pag. 9

CONCLUSIONI

pag. 10

BIBLIOGRAFIA

pag. 11









L' ARCHITETTURA HIGH-TECH


Quando nella metà del 1700 in Francia venne aperta l'école Polytechnique, che comprendeva l' cole des ponts et chaussèes, si ebbe per la prima volta una scissione tra la tecnica e l'arte, tra l'ingegneria e l'architettura. Questa scissione divenne sempre più netta con l'avanzare dell'industrializzazione dando vita ad un'atmosfera eclettica fin quando, a metà del 1800, il ferro poi la ghisa e l'acciaio fecero la loro apparizione nelle grandi esposizioni.


"L'umanità deve creare un'architettura totalmente nuova nata dal suo tempo, proprio nel momento in cui si impiegano i nuovi sistemi creati dall'industria appena nata." [1]


Con il Palazzo di Cristallo, costruito da Joseph Paxton in occasione dell'esposizione di Londra del 1851, e con la Biblioteca Nazionale a Parigi, costruita da Henri Labruste nel 1858, si ha una prima riunificazione tra Architettura e Ingegneria grazie all'utilizzo del ferro e della ghisa. Per la prima volta infatti gli elementi costruttivi non sono più nascosti all'interno delle mura, ma sono essi stessi oggetto di espressione. Questo legame venne però presto logorato, in particolare dall'Esposizione Univesale di Chicago del 1893, che diede inizio a un lungo periodo di architettura neoclassica. Ci volle quasi un secolo per riuscire a unificare nuovamente queste due discipline, e ciò avvenne con la nascita dell'architettura high-tech, rappresentata dal Centre Pompidou, o Beaubourg, costruito a Parigi da Renzo Piano e Richard Rogers nel 1971. Questo edificio inquadra perfettamente le caratteristiche del nuovo linguaggio che è tutt'oggi in pieno sviluppo; impianti e tecnologia sono stati utilizzati per comunicare sia nel senso teorico che pratico del termine. L' high-tech ha così avviato un processo di esteriorizzazione di ciò che generalmente aveva costituito la parte nascosta di una architettura; la facciata dell'edificio è concepita come una membrana più o meno trasparente, interagente con l'esterno, e luce e materia sono da considerare elementi fondamentali in fase progettuale. Un'importante peculiarità dell'architettura high-tech è quindi la trasparenza dell'involucro; nell'approccio tecnologico, infatti, si ritiene necessario mostrare con chiarezza l'organizzazione costruttiva seguendo il concetto: "è high-tech se si vede". Con gli ulteriori sviluppi tecnologici degli ultimi anni, e quindi con l'introduzione di sofisticati sistemi "intelligenti" supportati da tecnologie eco-sostenibili, si sono notevolmente amplificate le possibilità di ricorrere in architettura a integrazioni di tipo altamente tecnologico. Così con l'high-tech si abbandona uno dei principi che caratterizza gli inizi dell'industrializzazione, secondo cui la produzione meccanica rende gli edifici più economici

Molti progettisti, come Norman Foster, Renzo Piano, Richard Rogers, Thomas Herzog, Françoise-Helene Jourda e Gilles Perraudin hanno dato vita all'associazione "Read" per riflettere sull'utilizzo delle energie rinnovabili in architettura. Ufficialmente riconosciuta nel 1993, dopo la Conferenza internazionale di Firenze sull'energia solare nell'architettura e nell'urbanistica, questa associazione ha ricevuto il sostegno della Comunità Europea. I simboli dell'eco-tech sono la torre della Commerzbank a Francoforte sul Meno e la cupola del Parlamento tedesco a Berlino nel rinnovato Reichstag, entrambi progetti di Norman Foster.



NORMAN FOSTER


Norman Foster nasce a Manchester (Gran Bretagna) nel 1935; studia architettura e urbanistica alla Manchester University, laureandosi nel 1961. Nello stesso anno in cui si laurea, vince una borsa di studio della Henry Fellowship che gli consente di ottene 757j97h re un Master in Architettura presso la Yale University (USA), dove consegue il Master's Degree e incontra Richard Rogers, al tempo studente, anch'egli destinato a diventare un importante protagonista dell'architettura contemporanea e della corrente High-Tech. Foster e Rogers avviano uno studio insieme a Sue Rogers e Wendy Foster, con il nome di Team 4 in Inghilterra nel 1963. Insieme progettano alcuni edifici residenziali e industriali, tra cui la Reliance Controls Factory a Swindon (Gran Bretagna 1967). Nel 1967, Norman e Wendy Foster costituiscono lo studio Foster Associates, oggi Foster and Partners, con circa 500 dipendenti, sede a Londra e uffici a Berlino, Francoforte, Parigi, Hong Kong, Singapore, Tokyo. Dall'inizio dell'attività, lo studio ha ricevuto più di 220 premi e riconoscimenti e ha vinto 50 concorsi nazionali e internazionali, divenendo il punto focale di un'organizzazione responsabile di progetti in ogni parte del mondo. Foster & Partners è, infatti, uno studio internazionale di design e di architettura, condotto da Lord Norman Foster e da cinque soci: Spencer de Grey, David Nelson, Ken Shuttleworth, Graham Phillips e Barry Cooke. Si occupa soprattutto di pianificazione per le città, progettazione delle costruzioni, interior design, design, grafici e mostre. Come urbanista, Forster si è occupato dei piani regolatori di King's Cross (Greenwich, Londra), Nimes, Cannes, Berlino, Duisburg, Rotterdam. E' stato insignito, nel 1983, della Medaglia d'Oro Reale per l'Architettura dalla RIBA, nel 1991 della Medaglia d'Oro dall'Accademia di Francia e nel 1994 della Medaglia d'Oro dell'AIA. Nel 1990 è nominato baronetto. Nel 1999 è diventato il ventunesimo vincitore del Premio Pritzker per l'Architettura (tra le motivazioni per l'assegnazione del Premio, la giuria ha sottolineato il suo impegno nella difesa dell'ambiente) e nello stesso anno ha avuto l'onore di essere insignito da Sua Maestà Britannica del titolo di Lord.



OPERE REALIZZATE


Quando nel 1978 vinse il concorso per la ricostruzione della vecchia sede della Hong Kong & Shanghai Bank (oggi Hong Kong Bank), Foster era agli inizi della sua carriera: non aveva mai progettato una banca, non aveva mai realizzato un grattacielo e non aveva mai lavorato a Hong Kong; nonostante questo, realizzò uno dei più originali, provocatori e costosi grattacieli mai costruiti fino ad allora, dando un fondamentale impulso alla nascita dell'architettura high-tech. Il progetto non era semplice perché condizione tassativa del concorso era quella di mantenere in funzione la vecchia sede mentre si costruiva, sulla stessa area, quella nuova. Foster e i suoi collaboratori studiarono perciò un sistema di "ristrutturazione progressiva" che prevedeva di costruire una nuova struttura sopra il complesso precedente e poi, eventualmente, di espanderla verso il basso sino a coprire l'intero lotto. Da questa idea ingegnosa nacque un edificio che per certi versi assomigliava a una serie di ponti sospesi l'uno sull'altro. La struttura portante principale è costituita da otto 'antenne', disposte su due file di quattro elementi ognuna; ogni antenna a sua volta è formata da quattro pilastri cilindrici in acciaio, collegati da travi rettangolari; il tutto poggia su fondazioni spinte fino a incontrare la vera roccia. Le antenne sono collegate, a intervalli regolari, da caratteristiche travature reticolari 'a gruccia', alte due piani, così da formare un'incastellatura stabile ma relativamente leggera; dalle travate a gruccia pendono delle 'staffe' - cioè dei tubi d'acciaio a sezione circolare - a cui sono sospese le solette dei vari piani; ogni soletta di piano è costituita da due travi d'ambito fissate alle 'staffe' e collegate tra di loro da travetti, reggenti un solaio formato da una lamiera grecata irrigidita da una caldana di 10 cm di calcestruzzo armato. I servizi, le canalizzazioni e alcuni impianti, come quello dell'aria condizionata, sono contenuti in moduli prefabbricati, posti sui lati della torre. Nonostante il progetto iniziale si basasse proprio sulla flessibilità costruttiva, con l'inconsueta idea di inglobare un vecchio edificio nel nuovo, il consiglio di amministrazione scartò ogni ipotesi di mantenimento di questo vecchio edificio; da questa decisione il piano terreno del complesso fu progettato come una piazza coperta che si fonde con l'ambiente intorno, benché sia dotata di vetrate a scomparsa per proteggerne l'interno durante i tifoni.

Forte identità plastica, attraverso una complessa articolazione di volumi pieni alternati a grandi vuoti di particolare suggestione, caratterizza invece il grattacielo sede della Commerzbank (1991-1997), che si impone nello skyline di Francoforte grazie a una matrice compositiva ottenuta attraverso blocchi contrapposti di dodici piani ciascuno, saldamente ancorati al sistema di piloni strutturali presente nei tre vertici dell'edificio. Ogni blocco dispone di propri disimpegni verticali e il tutto è caratterizzato da una progressione di giardini pensili, le cui essenze variano secondo l'orientamento dei tre lati e delle diverse quote rispetto al piano strada. A esaltare la variegata composizione concorre soprattutto l'impiego di pannellature di vetro laminato che, oltre a fornire lucentezza all'edificio, hanno lo scopo di renderlo trasparente ai radar, una specifica normativa delle autorità preposte alla sicurezza dei trasporti aerei. Si è dunque fatta molta attenzione, oltre che alla configurazione volumetrica, anche alle performance della "pelle" dell'involucro architettonico, studiato per offrire un evoluto sfruttamento delle energie naturali. Due strati sovrapposti, intervallati da un'intercapedine aerata, assicurano un'adeguata protezione all'irraggiamento solare e, grazie alla particolare inclinazione, fungono anche da barriere antivento e impediscono il passaggio delle acque meteoriche. Il particolare sistema di serramenti interni, realizzato con vetri termocamera, assicura un comfort di grande qualità insieme a un notevole risparmio energetico: un valido contributo per un'architettura sostenibile senza compromessi. Configurata come una torre per uffici, la Commerzbank è in realtà una struttura in cui convivono spazi privati e luoghi pubblici che ben si inseriscono nell'immediato intorno. Il progetto, fra i vari aspetti positivi, ha poi il merito di aver saputo ricostituire la continuità della cortina stradale sul fronte della piazza storica antistante con una serie di strutture di altezza analoga agli edifici esistenti, mentre il lato opposto è caratterizzato da un'ampia gradinata che apre un varco verso l'entrata principale e le varie funzioni di carattere commerciale, accolte all'interno della base del complesso.

La questione del risparmio energetico è un pensiero ricorrente in Foster e si trova in molte sue opere, come ad esempio nell'edificio 30 St. Mary Axe (1997-2004); questo edificio infatti è uno dei primi grattacieli eco-compatibili sorti nella Londra di questi ultimi anni, grazie al notevole risparmio energetico sia nella concezione progettuale che nella scelta dei materiali. La complessa configurazione della sezione, concepita attraverso solette le cui superfici sono suddivise in settori radiali, spiega come la rotazione a spirale dei piani crei un sistema spaziale fortemente diversificato nella configurazione ed estremamente funzionale per la circolazione dell'aria. Intercapedini in ogni piano, con sei condotte, servono come sistema di ventilazione naturale per l'intero edificio (anche se sono richiesti dei tagliafuoco ogni sei piani che interrompono i "camini"). I condotti creano un gigantesco effetto di doppio vetro: l'area è incanalata attraverso due strati di cristalli che isolano lo spazio degli uffici all'interno. Le condotte estraggono l'aria calda dall'edificio durante l'estate raffreddandolo, e lo riscaldano d'inverno usando un sistema di condizionamento solare passivo. Inoltre, l'ampia superficie vetrata permette alla luce solare di passare, rendendo l'ambiente di lavoro più piacevole e mantenendo bassi i costi dell'illuminazione. L'edificio ha così un risparmio energetico che gli consente di usare la metà dell'energia normalmente necessaria per un grattacielo simile. Alto 40 piani, l'involucro architettonico è composto da 5.500 pannelli di vetro triangolare a diamante, le cui dimensioni variano a ogni livello. Nonostante la forma curvilinea, c'è solo un pezzo di vetro curvato sull'edificio: una copertura a lente sulla sommità. Sulla cima dell'edificio, al 40° piano, c'è un bar per gli affittuari e per i loro ospiti, dove si può avere una ineguagliabile vista a 360° di Londra. Anche se la maggior parte degli edifici ha alla sommità le ingombranti attrezzature degli ascensori, non era possibile usare questa soluzione per il 30 St. Mary Axe poiché al 40° piano doveva trovarsi il bar. L' architetto risolse il problema facendo raggiungere dall' ascensore principale solo il 34° piano, e poi inserendo un elevatore a sollevamento dal basso verso il 39° piano. Una scalinata in marmo e un ascensore per disabili permette l'accesso al bar della cupola.. Nonostante l'aspetto inusuale, forma e funzione si integrano dando vita a una macchia architettonica in grado di sopportare le sollecitazioni a cui è soggetta la maggior parte degli edifici alti, la cui stabilità laterale è solitamente assicurata da un pilone centrale, da una struttura perimetrale, o da una combinazione delle due. Normalmente ciò significa che sono progettati per resistere ai venti forti, ma sono troppo flessibili per garantire il comfort degli occupanti. Il metodo principale per controllare le deviazioni del vento e per rendere la struttura più stabile è aumentarne il peso con delle zavorre attive. Per questo grattacielo è stato sviluppato un perimetro di strutture triangolari che rendono l'edificio sufficientemente solido anche senza rinforzi extra e contrappesi; inoltre la sua caratteristica forma a cono riduce le turbolenze intorno ad esso.

Anche se nel caso della Hong Kong Bank non fu apprezzato, l'dea di un unione tra "l'antico" e il moderno fu portata avanti da Foster in altri progetti come nel caso del Hearst Headquarters (2000-2006), del Reichstag e della British Library; la nuova sede della Hearst Corporation infatti si configura come un'ardita e sconcertante soprelevazione, di 40 piani, di un edificio storico. L'International Magazine Building fu costruito tra il 1926 e il 1928 da Joseph Urban e dallo studio Gorge B. Post & Sons, per William Hearst, uno dei maggiori editori americani, proprietario di una catena di tabloid e riviste mensili ancor oggi pubblicate in tutto il mondo. L'intervento realizzato da Foster svuota la costruzione esistente e riorganizza l'accessibilità con due scale mobili che collegano l'atrio di ingresso, alla quota della strada, con la quota principale della lobby, dove si trovano caffetterie, auditorium e gli ascensori che servono gli uffici, ai piani superiori della torre. Al momento della demolizione parziale della vecchia struttura, furono conservati tutti i materiali con l'idea di riutilizzarli per il futuro grattacielo. E così è stato. L'ossatura metallica della Hearst Tower è stata infatti realizzata utilizzando ben l'85% di acciaio riciclato. La nuova struttura si sviluppa su 46 piani per 182 metri di altezza e una superficie complessiva di 67mila metri quadrati. La struttura triangolare delle travi in acciaio, simile a quella del 30 St. Mary Axe che incornicia diagonalmente le grandi porzioni di vetrata, disegna un modulo a forma di diamante. Non si tratta di una mera scelta estetica. Le forme triangolari hanno infatti consentito un risparmio di acciaio del 20% in meno rispetto alle quantità utilizzate per una tradizionale struttura, pari a 2000 tonnellate di acciaio. La torre Hearst consuma inoltre il 25% di energia in meno rispetto ai tradizionali grattacieli newyorkesi. Un record in termini di risparmio energetico, che è stato premiato con la certificazione LEED . Il vetro a bassa emissione scelto per il rivestimento esterno consente la penetrazione della luce naturale e protegge al tempo stesso l'edificio dall'eccessivo riscaldamento. All'interno sono stati installati, su ogni piano, dei sensori che regolano l'intensità della luce artificiale a seconda della quantità di luce naturale che penetra dall'esterno. Il tetto del grattacielo è stato inoltre progettato in modo che fosse in grado di raccogliere il 25% dell'acqua piovana. Quest'ultima viene convogliata in una cisterna situata nel sottosuolo, in grado di contenere fino a 53mila litri di acqua. Tale sistema consente di soddisfare la metà del fabbisogno dell'intero edificio. La sua applicazione più spettacolare trova spazio nell'atrio, dove una cascata di acqua riciclata di 8 metri umidifica l'ambiente in inverno e lo rinfresca in estate.

Il progetto del Reichstag (1992-1999) nasce dalla decisione di trasferire nuovamente il Parlamento tedesco nello storico edificio costruito nel 1882,  incendiato nel 1933 e parzialmente distrutto nel 1945. Ha affermato Foster:

Ci trovammo di fronte un edificio il cui simbolismo mutilato aveva poco significato per i Tedeschi contemporanei. L'approccio più semplice sarebbe stato quello di sventrare il Reichstag e inserire un moderno edificio al posto del tessuto esistente, risalente in parte al XIX secolo e in parte agli anni '60. Ma più approfondivamo la conoscenza dell'edificio, più ci rendevamo conto che la storia risuonava ancora in modo potente al suo interno e che non potevamo eliminarlo.[3]


La ricostruzione è stata effettuata svuotando completamente il palazzo, come nel caso della Hearst Headquarters, mantenendo solo i muri esterni, reintegrando le aperture, seguendo gli allineamenti assiali delle finestre e dell'ingresso e facendo emergere la struttura originale, avendo chiara la lettura dell'impianto del vecchio Reichstag. Il vetro è stato usato estesamente: all'interno delle voluminose masse preesistenti, la nuova costruzione è trasparente e tutte le relative attività sono a vista. La complessità del progetto è ulteriormente sottolineata dalla volontà di effettuare correzioni ambientali a posteriori. Ciò significava disegnare un edificio che risultasse pienamente sufficiente e presentasse qualità ambientali interne, come l'autoproduzione di calore ed energia e la riduzione delle emissioni di combustione. La nuova cupola, caratteristica peculiare dell'edificio, in acciaio e vetro, sorregge due rampe che salgono fino a un livello panoramico senza mai incontrarsi; concepita come una "lanterna" nel vero senso del termine, è il punto di partenza della ristrutturazione interna e apre il volume alla luce naturale e agli sguardi esterni, ponendosi come una componente essenziale di risparmio energetico e di illuminazione.



Il concorso per la conversione dell'edificio della British Library fu vinto da Foster nel 1993 con un progetto del valore di 150 milioni di dollari finanziato con i fondi della lotteria nazionale. Il British Museum in origine presentava un cortile aperto al centro; tuttavia ben presto l'espansione della collezione della biblioteca richiese aree supplementari di magazzino e una sala per i lettori, quindi fra il 1854 e il 1857 si edificò uno stabile circolare. L'opera di Foster, spesso volta a integrare realizzazioni architettoniche innovative in aree inalterabili per la loro valenza storica (è suo, ad esempio, il Carré d'Art, il moderno edificio che ospita la Biblioteca di Nîmes), ha qui prodotto un risultato che pare mettere d'accordo architetti e pubblico. La Sala di lettura, perfettamente conservata nella sua struttura, è stata inglobata nel ripristino della Grande Corte, un grande cortile quadrato posto al centro del museo e rimasto inaccessibile al pubblico per ben 150 anni. La Sala è integrata negli altri spazi del Museo con una serie di passerelle e scalinate esterne e si trova sotto una grandiosa cupola di acciaio che sostiene 1.656 pannelli di vetro, tutti diversi per forma e dimensione; attualmente è la più grande piazza coperta d'Europa Gli spazi della biblioteca, con il loro carico di suggestioni storiche e simboliche, sono divenuti un oggetto architettonico a sé stante, ma allo stesso tempo sono stati riempiti di una nuova funzionalità legata all'entertainment. Quest'area del museo ospiterà, infatti, bookshops e ristoranti, oltre ad una serie di sale destinate a conferenze, spettacoli teatrali e altre attività educative rivolte soprattutto ai visitatori più giovani.

Anche nel caso del Carrè d'Art (1984-1993), Foster mostra come un edificio possa non solo far dialogare la moderna architettura con quella classica ma anche essere un punto catalizzatore di incontro per la città; il sito è posto a fianco al Maison Carre, un tempio romano perfettamente mantenuto, e la sfida era quella di mettere in relazione l'antico al moderno ma allo stesso tempo di creare un edificio che rappresentasse l'epoca attuale. In questa mediateca c'è un'interazione tra 2 tipi di culture, quella delle arti visive, e quella dell'informazione tecnologica. L'edificio è strutturato su 9 piani, di cui 5 sono interrati per mantenere un profilo basso che non si scontri con gli edifici circostanti, e riprende la stessa serialità del tempio classico che gli è di fronte, attraverso la creazione di un pronao e l'utilizzo di linee rette, ma mantiene la sua modernità grazie, ad esempio, alla leggerezza dei nuovi materiali della copertura che permettono la diffusione della luce all'interno. Nei livelli più bassi alloggiano l'immagazzinaggio dell'archivio e un cinematografo e i livelli superiori sono collegati da una scala procedente in sequenza, collegante le gallerie protette dal tetto-terrazzo che dà sulla nuova piazza pubblica. La creazione di questo spazio urbano era una parte integrante del progetto. La geometria di questa piazza segue la griglia romana di Nimes nella ricreazione delle vie; insieme a questi interventi urbani, il Carrè d'Art mostra come un progetto di costruzione, sostenuto da un'iniziativa politica dichiarata, può non solo ispirarsi a un dialogo fra le architetture antiche e moderne ma può anche costituire un catalizzatore potente per rinvigorire il tessuto sociale e fisico di una città.

Per quanto riguarda l'ambito dei musei, però, l'opera più importante di Foster è senza dubbio il Sainsbury Centre for Visual Arts, realizzato molti anni prima, nel 1974-1978. Sin dai tempi della donazione dei coniugi Sainsbury alla University of East Anglia, i quali avevano l'intento di realizzare un importante luogo di aggregazione oltre che a un centro di attività artistica, l'edificio fu concepito come un grande ambiente nel quale lo spazio dedicato alla tradizionale fruizione delle opere d'arte si integrasse e interagisse con ambienti nei quali dare vita ad attività di vario tipo. L'edifico è strutturato come un grande volume semplice in cui la copertura a doppio strato, composta da travi reticolari, si piega andando a formare 2 lati del parallelepipedo; i restanti 2 lati sono completamente vetrati così che il paesaggio faccia da sfondo alla mostra e alle zone di ristoro. Lo spazio dedicato alla galleria principale, grande abbastanza per contenere la straordinaria collezione dei Sainsbury, è concepito per essere intimo e accogliente, tanto da riprodurre l'atmosfera domestica della collocazione originale della collezione. Ulteriori donazioni da parte dei coniugi permisero nel 1988 un ampliamento dell'edificio sviluppato sotto terra così da far emergere ancora di più il museo dalla collina. Nuovi negozi e caffetterie sono previste nell'ulteriore intervento iniziato nel 2004.

L'American Air Museum di Duxford, vicino a Cambridge è stato progettato con l'obiettivo di realizzare un edificio in grado di contenere una collezione di aerei che va dalla seconda guerra mondiale a quella del Golfo. Il problema progettuale affrontato da Foster si presentava di difficile approccio, date le inusuali dimensioni degli oggetti: una collezione di 21 aerei tra cui il famoso B-52, che presenta un'apertura alare di 62 m ed un'altezza di 16 m. Il risultato ottenuto è estremamente interessante. Colpisce per la sua essenzialità e la purezza delle forme e dei toni e, in breve, è un mirabile 'gioco' tra forma e tecnologia. La forma è stata ottenuta a partire da una figura geometrica toroidale, con raggio maggiore di 277m e raggio minore di 63m. La soluzione formale così ottenuta nasconde le grandi dimensioni dell'edificio, specialmente se osservato da una certa distanza, rendendo leggero ciò che sarebbe pesante, e proporzionato ciò che sarebbe enorme. La facciata, totalmente smontabile per poter cambiare rapidamente le esposizioni, consiste in un settore circolare di 63 m di raggio, 90 m di larghezza ed 18 m di altezza massima, ed ha una modularità che camuffa i punti di riferimento e fa si che ci si accorga delle sue dimensioni solamente quando si è nelle vicinanze. La copertura, sormontata nella parte inferiore da uno strato d'erba, smaterializza l'edificio, specialmente in alcune condizioni d'illuminazione, creando l'illusione di un legame tra cielo e terra. Dal punto di vista costruttivo, la facciata è composta da una struttura portante in acciaio alla quale è fissato un reticolo in alluminio che contiene i vetri chiari da 19 mm di spessore. La struttura portante è costituita da montanti formati da due piatti in acciaio da 25 mm di spessore, distanziati ed uniti mediante bulloni. Il taglio dei montanti è sagomato secondo il diagramma del momento flettente a cui sono sottoposti. Essendo i montanti di altezza diversa, ognuno ha una propria sagomatura; incernierati alla base, sono collegati fra loro da traversi di acciaio a sezione tubolare a giunto rigido, a formare una struttura reticolare tipo 'Virendeel'. Alla sommità presentano un particolare sistema di fissaggio che consente di assorbire movimenti della copertura fino a 20 cm sull'asse verticale e ± 5 su quello orizzontale. Il reticolo di alluminio consente l'alloggiamento dei vetri e il loro bloccaggio alla struttura portante in acciaio. Le rilevanti dimensioni della modularità (3 x 5,5 m) hanno richiesto particolari accorgimenti per assorbire le diverse dilatazioni termiche dei vari materiali (acciaio, alluminio, vetro) pur mantenendo i necessari requisiti di tenuta all'aria e all'acqua. E' stato necessario progettare anche particolari attrezzature di cantiere, in relazione  alle dimensioni e al peso delle vetrate (circa 800 kg cadauna). Particolare interesse riveste la vetrata toroidale, con larghezza variabile da 3 m a 0,5 m, a chiusura dell'asola che taglia il tetto dell'edificio e illumina la rampa interna. La realizzazione di questa vetrata è stata possibile grazie alla progettazione mediante sofisticati programmi di disegno tridimensionali.

Nel 1990 Foster vinse un concorso a partecipazione limitata indetto dall'università di Cambridge per la costruzione della nuova facoltà di legge e dell'istituto di Criminologia, un luogo legato alle tradizioni, ma nello stesso tempo proiettato verso il futuro. In un'area relativamente piccola, Foster ha concepito due edifici a forma di L da costruire in due fasi per rispondere alle esigenze dell'università. Situato nel Campus di Sidwick, il complesso si trova di fronte alla facoltà di storia di James Stirling. Poiché era di fondamentale importanza conservare la vegetazione esistente, il progetto prevedeva edifici piuttosto bassi al fine di preservare gli alberi più importanti. Gli edifici terminano con una forma a cuneo e tra di essi è collocata un'area verde con, al centro, un antico acero. Nonostante il suo inserimento poco invasivo nell'ambiente, il corpo dell'edificio ha una forte espressività che lo ha trasformato in un punto di riferimento visivo del campus. Il complesso comprende 5 auditori, stanze per i seminari, sale riunione, un'area con gli uffici amministrativi e una vasta biblioteca, di circa 9000 mq, distribuita su 6 piani di cui 2 sotterranei. L'ingresso dall'angolo sud-est penetra nel volume a forma di cuneo e sbocca in un'alta sala; questa dà accesso a tutti i piani ed è illuminata dall'ampia apertura che corre attraverso le sale di riunione per gli studenti. I servizi e gli uffici amministrativi sono situati nella facciata sud, mentre la grande vetrata incurvata della facciata nord offre la veduta del giardino. Dal punto di vista tecnico, per la facciata sono stati utilizzati pannelli di vetro fissati con silicone strutturale, sostituiti da pannelli di acciaio inossidabile sul tetto al fine di evitare l'eccesso di radiazioni solari. Per quanto riguarda la struttura, i piani sono indipendenti dal tetto curvo, per il quale è stato impiegato un reticolato triangolare tridimensionale. Gli ancoraggi della facciata curva sono formati raggruppando a sei a sei le sbarre della struttura metallica che sorregge la facciata. I pannelli di vetro sigillati sono inseriti in cornici di alluminio industriale che sottolineano il modo in cui è tagliata la facciata.

Il McLaren Technology Centre, progettato per ospitare il centro di produzione, ricerca e servizi della casa automobilistica inglese impegnata nel circuito della Formula 1, è localizzato in un'area di circa 50 ettari nella campagna del Surrey. La planimetria del complesso rievoca il simbolo del Taoismo, con le due spirali che disegnano i due principi opposti e complementari - yin e yang - su cui si fonda l'ordine dell'universo. Nelle intenzioni dell'architetto il richiamo alla religione orientale ha un carattere fondativo per la rappresentazione dell'unità tra natura e architettura. Infatti, nel recinto circolare che racchiude tutto il centro, da una parte troviamo un lago e dall'altra un edificio che si eleva dal suolo di appena 11m. La caratteristica linea curva che unisce le due parti è costituita da una grande parete vetrata, affacciata sullo specchio d'acqua, sostenuta da una struttura quasi invisibile realizzata con sottili lame triangolari di alluminio di 12 m, che assorbono i carichi orizzontali, agganciate alle colonne interne attraverso una corona radiale; i carichi verticali, invece, poggiano su una serie di cavi in acciaio a sezione ellittica di 5 mm dello stesso tipo di quelli utilizzati per le automobili da corsa. Il corridoio lungo la parete vetrata distribuisce i percorsi all'interno dell'edificio, su un doppio livello, verso una serie di "strade" che separano le gallerie, larghe 18 m, dove trovano posto gli uffici e le linee di montaggio delle automobili.[5] L'acqua del lago è funzionale all'impianto di refrigerazione dell'edificio ed è spinta da una serie di scambiatori di calore. In particolare, l'acqua serve a raffreddare l'enorme ventilatore, di 4 m di diametro, che immette l'aria all'interno della "galleria del vento", lunga 145 m, costruita sotto l'edificio per studiare e mettere a punto l'aerodinamica dei veicoli.

Lo Stansted Airport sorge nel distretto dell'Uttlesford della regione inglese dell'Essex a circa 48 km di distanza da Londra. E' un vasto aeroporto passeggeri dotato di una singola pista e costituisce un centro di traffico delle maggiori compagnie europee di voli low-cost. La struttura, continuamente sottoposta ad ampliamenti, nasce dal piano approvato nel 1984 dal governo britannico per espandere ulteriormente Stansted[6] per arrivare a farle supportare un traffico prima di 8, e poi di 15 milioni di passeggeri l'anno. La costruzione del terminal attuale comincia nel 1986 per essere completata nel 1991. La progettazione del nuovo terminal all'aeroporto di Stansted è stata influenzata da due fattori importanti. Il primo è stato costituito dall'obiettivo di riconsiderare la configurazione dello stesso secondo le caratteristiche dei primi aeroporti moderni; il secondo è il rapporto tra la costruzione e i dintorni. L'atrio, con la sua planimetria quasi quadrata, è completamente illuminato a giorno per mezzo di una rete regolare di punti luce, che dal soffitto forniscono luce diffusa, riducendo notevolmente i carichi di illuminazione. La struttura dello Stansted Airport consente il sostegno di un tetto leggero che lascia entrare liberamente la luce anche nei giorni più nuvolosi. L'edificio è complessivamente molto ben isolato, e prelevando l'eccesso di aria calda dalle zone più densamente frequentate dai passeggeri, l'aeroporto si autoriscalda per gran parte del periodo invernale. Gli spostamenti dei viaggiatori attraverso la costruzione sono estremamente semplici perchè Stansted non ha cambiamenti di livello da cui derivino quei problemi di orientamento tipici della maggior parte degli aeroporti attuali.

Il nuovo Aeroporto Internazionale di Honk Kong (1992-1998) si trova sull'isola di Chek Lap Kok, appena fuori a nord dell'isola di Lantau ed è uno di più grandi aeroporti del mondo. Sorge su un'isola artificiale a circa 35 km di distanza dal centro di Hong Kong ottenuta attraverso lo sbancamento di due isole preesistenti e  materiale aggiuntivo. Per collegare l'aeroporto si è resa necessaria la realizzazione di imponenti infrastrutture, fra cui una massicciata per un'autostrada e due linee di ferrovia urbana, un grande ponte a funi di sospensione e un ponte sospeso. Quest'ultimo è stato concepito per resistere a tifoni con raffiche di vento fino a 300 km/h. Completato nel 1998 come unica aerostazione di Hong Kong con l'obiettivo di poter gestire nel 2004 ottanta milioni di passeggeri l'anno (lo stesso numero degli aeroporti di Heathrow a Londra e del JFK di New York insieme) rappresenta uno tra i più ambiziosi progetti di costruzioni dei tempi moderni. Con un importante programma di recupero, il picco dell'originaria isola montagnosa di 100 metri è stato ridotto a 7 metri sopra il livello del mare e l'isola è stata espansa per quattro volte la relativa area d'origine. La costruzione del terminal realizza un concetto cui ha fatto da apristrada l'esperienza dell'aeroporto di Stansted: essa è caratterizzata da un tetto leggero, esente dalle installazioni di servizio, da un'illuminazione naturale e dall'integrazione, sotto l'atrio principale, della movimentazione bagagli. Con i suoi ampi spazi, immersi nella luce, esso forma uno spettacolare ingresso alla città. Ugualmente importante per la chiarezza dello spazio è l'accentuazione dei punti naturali di orientamento, sia all'interno della costruzione che al di fuori di essa: i passeggeri in partenza si accorgono della terra e dell'acqua e possono vedere il velivolo. Similmente, il tetto a volta dell' aeroporto fornisce un costante punto di riferimento, sia che si arrivi o si parta. La direzione delle volte rimane costante in tutta la costruzione, senza riguardo ai sensi divergenti che i poli prendono; i passeggeri in partenza attraversano il corridoio orientale (East Hall), il più grande shop aeroportuale nel mondo; se un aeroporto su questa scala può essere pensato come una città in microcosmo, allora questa è la piazza del suo mercato. La gente può raggiungere l'aeroporto di Hong Kong sia con le principali arterie stradali sia con i collegamenti ferroviari, i quali attraversano due nuovi ponticelli e una strada rialzata per Lantau verso sud, arrivando così al Ground Transportation Centre nel punto estremo del terminal. L'intero percorso fra la città e l'aeroporto può essere completato in soli venti minuti. Secondo il Guinness World Records, il Chek Lap Kok Airport  è il progetto aeroportuale più costoso al mondo. La sua costruzione è stata votata al congresso di ConExpo del 1999, come uno dei 10 principali successi nelle costruzioni del ventesimo secolo. E' durata sei anni ed è costata 20 miliardi di dollari statunitensi. L'Aeroporto è stato votato dai viaggiatori come il migliore aeroporto del mondo per cinque anni consecutivi, dal 2001 al 2005. Nel 2000, ha inoltre vinto un premio come "aeroporto principale di Asia/Pacifico" al "7th World Travel Awards".

Bilbao è una città che ha sofferto non poco, dal punto di vista ambientale, per la forte concentrazione di industrie sul suo territorio. Foster ha fatto in modo che all'interno della metropolitana il cittadino si sentisse davvero sotto terra, consapevole di trovarsi in un luogo insolito. Non a caso, il tunnel è il tema principale del progetto utilizzando strutture tipicamente ingegneristiche, ma con le finiture raffinate ed estremamente curate caratteristiche delle sue opere. I tunnel, larghi 16 m e alti 8, sono concepiti come un luogo di grande bellezza nel cuore della terra, e la sua forma organica viene esaltata grazie all'uso dell'illuminazione. I materiali utilizzati sono 3: pannelli prefabbricati di cemento, acciaio inossidabile e vetro, in un'unica tonalità. La ricerca della semplicità e la riduzione ai minimi termini degli elementi di piccole dimensioni consente all'utente di avere una visione complessiva dell'opera. Le tettoie alle imboccature della metropolitana, realizzate in una struttura di vetro e acciaio inossidabile, riprendono il simbolismo dell'intero progetto, creando uno spazio chiuso ma leggero e trasparente che si trasforma in enormi lampioni che illuminano la città di notte. La prima fase dell'esecuzione del progetto si concentrò sull'eliminazione dei dislivelli, la ristrutturazione di alcune stazioni preesistenti, la bonifica dei fiumi e il recupero delle rive dell'estuario e dei passaggi sotto il fiume. L'opera più significativa è il tratto tra Elorrieta e la città vecchia. In futuro la linea HL risolverà il problema del collegamento di altri quartieri densamente popolati.



Nel 1996 Foster vinse il concorso per la costruzione del Millenium Bridge a Londra proponendo un elemento di collegamento poco invasivo dal punto di vista ambientale, frutto della dialettica tra arte, architettura e ingegneria. Il ponte è un simbolo della rinascita della zona meridionale della città, con il Tate Modern e il Globe Theatre da un lato, e della rivitalizzazione del nord, con la cattedrale di St. Paul dall'altro. Il ponte ha una luce complessiva di 325 m, ed è il primo attraversamento pedonale del Tamigi costruito nel centro di Londra da oltre un secolo. Sin dalle sue origini, esso voleva essere uno spazio urbano dal quale ammirare la città. Tuttavia, a partire dalla costruzione della Tate Modern è diventato uno dei luoghi più vitali sul Tamigi, ed è vietato alla circolazione automobilistica. Il progetto adotta una concezione modulare, reiterando gruppi di moduli al fine di facilitare la costruzione e di semplificarne la manutenzione. L'uso di cavi ha permesso di alleggerire il peso della struttura; l'impalcato in alluminio, largo 4 m, è fiancheggiato da ringhiere di acciaio inossidabile e sostenuto da cavi che si fermano a metà altezza per non ostacolare la veduta della città.



PROGETTI DA REALIZZARE


Norman Foster si appresta ora a costruire il grattacielo più alto d'Europa, la Moscow City Tower, centinaia di metri più alta del Cremlino. Il progetto è stato approvato dal sindaco di Mosca ma i lavori non sono ancora partiti e la data di inaugurazione è imprecisabile. I 118 piani dell'edificio, progettato da Foster per ospitare 25 mila persone, disterà cinque chilometri e mezzo dalla Piazza Rossa, ma sarà ben connesso al metrò e dotato di un ampio parcheggio sotterraneo. Se la torre di Calatrava a Malmoe si attorciglia creando qualche problema, questa - che sarà a uso misto, uffici e residenza - si stringe andando verso l'alto come una ziggurat del XXI secolo. La struttura in acciaio rinforzato con colonne in calcestruzzo viene definita dal progettista una architettura sostenibile, ovvero compatibile con l'ambiente. Struttura geometrica, materiali, tagli sono stati studiati per riciclare energia tutto l'anno; i pavimenti sono lastre fra le più leggere al mondo per facilitare la ventilazione e la presa di luce, e un particolare sistema, dato anche dalla forma piramidale, raccoglie dall'alto pioggia e neve e le fa confluire in una struttura che le depura e ricicla per il 30%. Sarà una città, con hotel, boutique, luoghi di svago all'interno (come già nei grattacieli di Dubai) e abitazioni con giardini privati a ogni piano (un po' come la Trump Tower a New York), perché percorsa da una colonna verticale tutta formata da giardini d'inverno. In sommità avrà un belvedere pubblico. Una città verticale, come nel sogno di tanti architetti-utopisti, dai futuristi alla Sant'Elia ai maestri dell'International style. A piano terra, l'ingresso si appoggia in una piramide capovolta che ospita una vasta superficie per la vendita al dettaglio e una pista pubblica di pattinaggio sul ghiaccio. Il volume triangolare della torre è scavato nei tre lati per creare bracci indipendenti con sottili piani. Questo distinto diagramma massimizza la penetrazione della luce del sole e la vista, fornendo uffici larghi, funzionali, flessibili. I piani più alti che contengono la zona residenziale e l'hotel sono concepiti come unità modulari che possono essere configurate individualmente. Gli appartamenti possono essere a doppia o tripla altezza.

La stazione dell'Alta Velocità sarà la prima grande opera di architettura realizzata a Firenze dopo molti anni e segnerà l'ingresso nel capoluogo toscano della più importante infrastruttura pubblica oggi in costruzione in Italia. La stazione costerà circa 240 milioni di Euro, si svilupperà su una superficie di oltre 45.000 mq ed è destinata a diventare il principale nodo di interscambio cittadino; mediante una nuova linea tramviaria e i treni metropolitani di superficie, sarà connessa all'attuale stazione di Santa Maria Novella e al centro storico. L'architetto Foster ha risposto alle impegnative domande poste dal luogo e dal programma del concorso con una stazione funzionalmente perfetta, sintetizzandone l'immagine in una grande copertura vetrata sorretta da un'esile struttura in acciaio, che riporta alla memoria la tradizione delle imponenti gallerie dei treni, sicuramente tra i più begli esempi di architettura ereditati dall'Ottocento. Ma la copertura di Foster ha contenuti nuovi, attraverso lo studio di un sistema multilayer dove ciascuna componente assolve a funzioni diverse; la copertura è articolata in diaframmi, la cui struttura variabile garantisce il controllo ambientale e acustico, l'illuminazione naturale, il ricambio dell'aria e l'evacuazione dei fumi. Qui come nei suoi più recenti edifici, Foster ha adottato soluzioni tecnologiche che fanno ricorso a risorse rinnovabili, riducono il fabbisogno di energia e l'emissione di sostanze inquinanti. Quella di Firenze è una tipologia di stazione completamente nuova per l'Italia; si tratta infatti di una stazione a distribuzione verticale, più simile a una grande fermata della metropolitana che a una stazione ferroviaria. Il progetto affronta il tema della nuova tipologia aprendo lo spazio interno della stazione a tutta altezza, rendendo così visibili i treni e le banchine fin dalla superficie, facilitando l'orientamento e con esso il migliore utilizzo delle diverse funzioni ospitate nella stazione. Dai treni, mediante scale mobili e tapis-roulants inclinati, attraverso percorsi segnati da diverse gradazioni di luce naturale e artificiale, i viaggiatori potranno passare nel massimo comfort dal piano delle banchine, ubicato a quasi 25 metri sotto il livello della città, al piano terra, dove sono concentrati tutti i servizi di stazione - biglietterie, negozi, ristoranti, agenzie di viaggio - e le uscite verso il terminal degli autobus, la fermata del tram, i taxi, i parcheggi e la fermata dei treni regionali. Il progetto consegna a Firenze una grande opera architettonica funzionale e moderna, a servizio non solo dell'utenza ferroviaria ma della città, per la quale fornisce anche importanti indicazioni progettuali per la riqualificazione dell'intera area degli ex Macelli, da viale Belfiore a via Circondaria.



CONCLUSIONE


Da tutte le opere descritte in precedenza appare chiaro quanto l'operato di Foster sia incentrato sulla tecnologia, non solo dal punto di vista strutturale ma anche e soprattutto dal punto di vista espressivo, in pieno accordo con l'ideologia high-tech. Indifferentemente dal tipo di edificio costruito, egli fa ricorso a volumi semplici (esempi lampanti sono il Sainsbury Centre for Visual Arts e il 30 St. Mary Axe); difficilmente nelle sue opere si trova una composizione di forme come nel caso dell'edificio decostruttivista Rosental Centre for Contemporary Art di Zaha Hadid, o una fluidità delle superfici come in quelli espressionisti di Frank Owen Ghery. Negli edifici di Foster il compito dell'espressione è affidato alla struttura, non più nascosta e in secondo piano ma resa visibile attraverso la trasparenza dell'involucro. Non è certo se inizialmente siano state le grandi superfici vetrate e le potenzialità dell' high-tech a dare a Foster l'idea di un'architettura eco-sostenibile o se viceversa la scelta legata all'ecologia abbia imposto una trasparenza dell'involucro in accordo con le ideologie high-tech, ma certamente è grazie alla combinazione di questi due aspetti che Foster ha da sempre costruito nel pieno rispetto dell'ambiente e del risparmio energetico, indipendentemente da forma, funzione o dimensione dell'edificio proposto, ancor prima che il tema fosse di così grande attualità.






































Bibliografia essenziale:

Atlante di Architettura Contemporanea, Edizioni Gribaudo, 2003

Architettura Oggi, Francisco Asensio, Electa, 2006

Grattacieli, David Bennett, De Agostini, 1996

Arc Vision, n°12 anno 2005; n°13 anno 2005

Casabella, n°749 anno 2006

https://www.fosterandpartners.com

https://www.archimagazine.com



Per un elenco aggiornato delle opere visitare il sito:

https://www.fosterandpartners.com/Projects/Chronological/Default.aspx



1850, Tèophile Gautier, nel giornale La Presse

Leadership in Energy and Environmental Design, protocollo americano che analizza sei differenti parametri qualitativi: sostenibilità dell'insediamento, consumo efficiente di acqua, consumo efficiente di energia e contenimento delle emissioni in atmosfera, impiego di materiali e consumo di risorse, qualità degli ambienti indoor, principi di progettazione e innovazione.

Il Reichstag a Berlino: la ricostruzione di Norman Foster, di Marcello Silvestro, https://www.archimagazine.com/afoster1.htm

Dei sensori posti sulle pareti vetrate regolano la quantità di illuminazione artificiale a seconda dell'illuminazione esterna.

oltre alle monoposto della Formula 1, qui si produce anche la Mercedes-Benz SLR McLaren

Sito nato a uso militare e poi destinato, nel 1969, a terminal per uso civile.






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