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BALSAMO DI GIUDEA O BALSAMO DELLA MECCA - ANTICA MEDICINA

medicina



BALSAMO DI GIUDEA O BALSAMO DELLA MECCA


Nome botanico Commiphora opobalsamum

FamigliaBurseraceae

Origine  Giudea

Essenza Estratta dalla resina

ProcessoDistillazione a vapore

Antica medicinaUnzioni, pozioni, cataplasmi, fumigazioni, unguento



ANTICA MEDICINA


Il balsamo era ricercato 626b13g dagli Egiziani per curare ulcere, ferite e morsicature di insetti o animali velenosi. Per gli ebrei era un rimedio straordinario per cefalea, cataratta e annebbiamento della vista.



Astringente ed emolliente, eccellente contro tutte le forme di catarri, si usava per arrestare la diarrea e la dissenteria e per curare tosse, catarro cronico e scarichi di muco delle affezioni delle vie genitourinarie.

Gli Arabi amavano berlo sotto forma di pozione per curare le febbri, poichè provocava molto rapidamente un'abbondante sudorazione. Le donne lo usavano in fumigazioni per vincere la sterilità. Sotto forma di unguento, era uno dei prodotti cosmetici più preziosi dell'antichità.

Preveniva la formazione delle rughe e svolgeva un'azione miracolosa per il mantenimento del tono, dell'elasticità e della freschezza dell'epidermide. Per la cura con il balsamo, era stato messo a punto dalle donne egiziane un vero e proprio trattamento. Ecco come si svolgeva: innanzitutto, era necessario fare un bagno bollente, per permettere la dilatazione dei pori e provocare un'azione ipertermica. Si ungeva allora abbondantemente con il balsamo la pelle arrossata per il calore e questa operazione si ripeteva svariate volte. Quindi si immergeva nuovamente il corpo completamente unto in un secondo bagno bollente affinchè il balsamo impregnasse a fondo tutta l'epidermide. Una volta uscita dal bagno, la fanciulla ritornava alle sue quotidiane occupazioni conservando però, perlomeno per tre giorni, il viso e il petto ben unti di grasso senza mai lavarsi ne sciacquarsi.

Trascorsi i tre giorni, si ricominciava il rito del bagno caldissimo seguito da copiose unzioni, insistendo in maniera particolare sul viso e sul petto. Alcune donne si ungevano fino a dieci volte al giorno non appena vedevano che la pelle accennava minimamente a essiccarsi e appariva pronta ad assorbire una nuova dose di linfa vitale.

Questo trattamento veniva ripetuto continuamente per trenta giorni consecutivi, durante i quali le aree del viso e del seno trattate con il balsamo non dovevano essere lavate. Poi per quindici giorni si dovevano sospendere tutte le unzioni, per permettere all'epidermide di assorbire completamente tutti i principi nutritivi e idratanti contenuti nell'essenza. La pelle si prosciugava allora progressivamente finchè ogni traccia di umidità in superficie scompariva del tutto. Solo a questo punto, dopo un lieve massaggio con olio di mandorle dolci, le donne potevano lavarsi il viso con acqua di fave distillata e detergerlo delicatamente continuando però a tamponare leggermente la pelle per parecchi giorni. Ecco svelati, in parte, i magici poteri del balsamo.






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