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J.G.FICHTE

filosofia



J.G.FICHTE


I PRINCIPI DELLA DOTTRINA DELLA SCIENZA, ATTO, LA POSIZIONE DELL'IO, LA CONTRAPPOSIZIONE DELL'IO, LA DIVISIBILITA' DELL'IO.

Nella "Dottrina della scienza" egli espose la propria filosofia. Egli infatti vuole individuare il fondamento dal quale tutto parte e tutto torna. Questo fondamento, questo principio comune non è un fatto ma è un atto.

Egli vuole spiegare come la ragione, nella sua attività libera, produce essa stessa i propri oggetti. Fichte riconosce nell'Io il fondamento e questa filosofia è detta idealis 232f57c mo.

Egli esprime i tre principi fondamentali in maniera dialettica (tesi, antitesi, sintesi) che corrispondono ai tre momenti dell'Io:

l'io pone se stesso assolutamente (tutte le caratteristiche dell'io e le sue rappresentazioni sono frutto del suo autoporsi). L'io è puro e attivo. Questo principio è ricavato da quello d'identità A=A, questa identità è posta nell'io e dall'io, e l'io non può porla se prima non pone se stesso. Condizione di ogni conoscenza è l'io come autocoscienza, essa è libera.

all'io assoluto si oppone un non-io assoluto. Il principio determina l'esistenza di un non-io che limita l'io; l'io diviene coscienza perché avverte un non-io che lo limita.



l'io oppone, nell'io (infinito), al non-io divisibile un io divisibile. L'io prende coscienza della relazione tra io e non-io, che si limitano l'un l'altro. Nella coscienza l'io puro è assoluto (né limitato, né divisibile); l'io a cui si oppone un non-io è limitato e divisibile.

Fichte quindi afferma:

l'esistenza di un io infinito

l'esistenza di un io finito (il pensiero dei singoli uomini)

la realtà di un non-io (natura) che si oppone all'io finito, ma è posto dall'io infinito.



IL PRIMATO DELLA RAGION PRATICA, LA LIBERTA' FORMALE, LA LIBERTA' DEL VOLERE, LA LIBERTA' EROICA, LA LIBERTA' DEL DOVERE, IL MALE COME INERZIA

La parte pratica della dottrina della scienza spiega come l'io pone se stesso come determinante il non-io, cioè come la ragione pratica agisce sul mondo.

Per realizzarsi come realtà infinita, l'io deve trovare nel suo cammino un ostacolo che gli imponga di fare uno sforzo per superarlo e quindi di agire.

L'ostacolo è il non-io, la natura, il mondo esterno che è l'io stesso a porlo per cercare continuamente di superarlo e affermare la propria libertà. (Si può essere liberi solo quando ci sono resistenze).

Nell'incessante superamento del non-io, l'io realizza la sua libertà.

Fichte riformula il primato della ragion pratica, in quanto la natura è il mezzo di cui l'io si serve per attuare il fine della propria libertà.

Fichte distingue diversi stadi della libertà:

libertà formale, propria dell'agire secondo l'istinto cosciente

libertà del volere (l'uomo mira alla propria felicità)

libertà dell'agire eroico, la cui motivazione è l'entusiasmo per il bene, che porta alla generosità ma non alla giustizia

libertà per il dovere morale

L'agire umano, orientato verso il massimo grado di libertà, può essere frenato dall'inerzia che rappresenta il male radicale nell'uomo, originante dei vizi. Per superarla occorre seguire gli esempi d'uomini illustri, e soprattutto la propria coscienza.



LO STATO POLIZIESCO, LO STATO ETICO, LO STATO COMMERCIALE CHIUSO, LA CONCEZIONE DELLO STATO-NAZIONE NEI DISCORSI ALLA NAZIONE TEDESCA.

L'io finito è un momento dell'io infinito ed interagisce con altri io. Il diritto regola questi rapporti, cioè limita la libertà di uno in relazione alla libertà dell'altro, affinché possa realizzarsi la libertà universale. Lo Stato deve garantire il rispetto del diritto, ma le leggi non sempre corrispondono con la morale. (Stato poliziesco

In seguito Fichte dice che lo Stato da poliziesco deve divenire etico, cioè tenta una riconciliazione tra legalità e moralità.

Lo Stato deve garantire sicurezza e benessere, visto come garanzia di proprietà e possibilità di sostenersi con proprio lavoro. Deve sia regolare la produzione, sia distribuire la ricchezza e ciò è possibile solo con uno Stato commerciale chiuso, che preclude ogni contatto con gli altri Stati in quanto è in grado di mantenersi autonomamente. Solo in ambito scientifico e filosofico è consentito lo scambio di opinioni.

Contro il cosmopolitismo illuminista, Fichte delinea così una concezione nazionalistica e socialistica dello Stato, che nei "Discorsi alla Nazione Tedesca" utilizza per affermare il mito del popolo tedesco. Per elezione divina, egli deve rigenerare il mondo che è decaduto a causa dei popoli latini.










riassunto

4 FASI IN FICHTE

(1792-1795) Giusnaturalismo teoria politica formulata tra il '500 e il '600 che si fonda sulla possibilità di rintracciare dei diritti naturali della persona. Dal punto di vista della nascita di uno Stato, esso fa ricorso al contrattualismo (degli individui si sono liberamente uniti per formare uno Stato con un contratto).

Inteso in questo modo lo Stato diviene una cosa inutile, uno strumento. Come tutti gli strumenti deve funzionare, se funziona male bisogna cambiarlo. appoggia le idee rivoluzionarie

Superfluità del governo un buon governo è quello che lavora affinché non ci sia un governo. Un buon governo tende a sparire perché non ce n'è più bisogno.

Socio-econ liberal-liberistico


fase condizionata dalla rivoluzione francese

opera: "Fondazione del diritto naturale"

il Giusnaturalismo viene abbandonato. I cosiddetti diritti naturali sono considerati da Fichte falsi, nella realtà non esistono.

Motivi filosofici l'individuo esiste solo in relazione agli altri, quindi non esistono diritti individuali. Serve la collettività per avere uomini.

Stato aggregazione di più individui (1° fase, visione meccanicistica). Ora visione organicistica: "non creo più lo Stato in base ai miei diritti, ma scopro i miei diritti perché faccio parte di uno Stato"

Abbandona la possibilità di rivoluzione perché si è individui solo se si è nello Stato.

Socio-econ prendo dallo Stato i diritti, non sono io che glieli do. Se lo Stato è un organo non può creare disfunzioni. Lo Stato deve coordinare il lavoro dell'uomo. I ricchi e i poveri ci possono stare ma non devono avere troppe disparità statalismo (socialismo).


"Lo Stato commerciale chiuso". Naturale compimento della seconda fase, dove pone più attenzione ai modelli di funzionamento economico.

Lo Stato deve garantire il lavoro ai cittadini, altrimenti ammetterebbe che non ci sono individui.

Stato autonomo, commercialmente chiuso, deve autosostenersi

Indipendente politicamente

Autarchico economicamente (misure protezionistiche)

Deve tutelare la produzione interna (dazi doganali)

Lo statalismo diventa fondamentale. È lo Stato che organizza la vita dei cittadini.


lo Stato commerciale chiuso è visto politicamente come Nazione. Nei "Discorsi alla nazione tedesca" egli si rivolge ai compatrioti per risvegliarne la coscienza nazionale.











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