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Marx: La teoria dell'alienazione

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Marx:

La teoria dell'alienazione

L'alienazione per Marx consiste nella reificazione dell'operaio all'interno della società capitalista. Anzitutto Marx tende a sottolineare la concretezza della propria analisi in confronto all'astrattezza degli economisti borghesi che spesso ipotizzano situazioni ideali. Il fatto concreto e innegabile, secondo Marx, è che nell'economia capitalistica l'impoverimento dell'operaio è direttament 323c27d e proporzionale all'arricchimento del capitalista: "l'operaio diventa tanto più povero quanto più produce ricchezza, quanto più la sua produzione cresce in potenza ed estensione" . Il lavoratore è degradato a merce quanto più produce merci e rafforza la posizione del capitalista beneficiario del suo lavoro. Marx descrive un primo aspetto dell'alienazione economica. Il lavoratore è alienato rispetto al prodotto del proprio lavoro che si è tradotto in merci che non appartengono a lui, ma al capitalista: "l'oggetto, prodotto dal lavoro, prodotto suo, sorge di fronte al lavoro come un ente esterno, come una potenza indipendente dal producente" . Il lavoro, secondo Marx, non produce soltanto merci, esso produce se stesso e il lavoratore come una merce, precisamente nella proporzione in cui esso produce merci in genere. L'oggettivazione dell'operaio mediante il lavoro si tramuta in espropriazione ai suoi danni da parte del capitalista:" questa realizzazione del lavoro appare, nella condizione descritta dall'economia politica, come annullamento dell'operaio, e l'oggettivazione appare come perdita e schiavitù dell'oggetto, e l'appropriazione come alienazione, come espropriazione. L'oggettivazione si palesa attraverso la perdita dell'oggetto, l'operaio è derubato non solo degli oggetti più necessari alla vita, ma anche degli oggetti più necessari per il lavoro. Più oggetti l'operaio produce, meno può possedere e tanto più cade sotto il dominio del suo lavoro e del capitale. "L'operaio sta in rapporto al prodotto del suo lavoro come ad un oggetto estraneo". L'operaio, secondo Marx, mette nell'oggetto la sua vita, e questa non appartiene più a lui, bensì all'oggetto. L'alienazione dell'operaio nel suo oggetto si esprime, secondo le leggi dell'economia politica, in modo che, quanto più l'operaio produce, tanto meno ha da consumare, e quanto più crea dei valori più egli è senza valore e senza dignità. Il capitalista sostituisce il lavoro con le macchine, costringendo i lavoratori ad un lavoro barbarico, e riduce a macchine l'altra parte di lavoratori. Un secondo aspetto dell'alienazione riguarda lo svolgimento stesso dell'attività lavorativa. Più precisamente Marx osserva che nell'economia capitalistica l'operaio non trae soddisfazione dal suo lavoro, ma anzi esso gli produce soltanto fatica e infelicità: "il lavoro resta esterno all'operaio, cioè non appartiene al suo essere, e l'operaio quindi non si afferma nel suo lavoro, bensì si nega, non si sente appagato ma infelice, non svolge nessuna libera energia fisica e spirituale, bensì mortifica il suo corpo e rovina il suo spirito" . Egli è a suo agio quando non lavora e si sente come a casa sua, viceversa quando lavora. Il suo lavoro non è volontario, bensì è forzato, costrittivo. Il lavoro non è quindi la soddisfazione di un bisogno, bensì è soltanto un mezzo per soddisfare dei bisogni esterni ad esso. L'esteriorità del lavoro al lavoratore si manifesta a causa della consapevolezza dell'operaio che mentre lavora sente che il lavoro che sta effettuando non è cosa sua ma di un altro, che non gli appartiene, e che in esso egli non appartiene a sé, bensì ad un altro. Il risultato è che il lavoratore si sente libero ormai soltanto nelle sue funzioni bestiali. Un terzo aspetto dell'alienazione consiste nella perdita da parte del lavoratore della sua essenza che lo differenzia dall'animale. Mentre l'animale produce sempre allo stesso modo e mosso dal bisogno, l'uomo sa produrre nei modi più diversi, anche indipendentemente dal bisogno, quindi anche cose inutili, ma belle: "l'animale forma cose solo secondo la misura e il bisogno della specie cui appartiene, mentre l'uomo sa produrre secondo la misura di ogni specie e dappertutto sa conferire all'oggetto la misura inerente; quindi l'uomo forma anche secondo le leggi della bellezza." Infine Marx si sofferma su un quarto aspetto dell'alienazione, quello dell'uomo dall'altro uomo, del lavoratore dal proprietario del prodotto del prodotto del suo lavoro. Poiché il prodotto del lavoro non appartiene all'operaio, e gli sta di fronte come una potenza estranea, ciò è solo possibile in quanto esso appartiene ad un altro uomo estraneo all'operaio. Quando la sua attività gli è penosa, essa necessariamente deve essere godimento per un altro. Quando il lavoratore è in rapporto al prodotto del suo lavoro, al suo lavoro oggettivo, come ad un oggetto estraneo, sta in rapporto ad esso così perché un altro uomo, a lui estraneo e nemico, è il padrone di questo oggetto.






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