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Motori alternativi a combustione interna
Con questa denominazione si indicano quelle macchine
volumetriche, termiche, motrici, alternative nelle quali la combustione
avviene all'interno
La combustione interna alla macchina motrice vera e propria comporta conseguenze sia positive che negative:
positive:
- semplificazioni per l'assenza di scambiatori di calore;
- minor numero di luoghi di perdita.
negative:
- limitazione sulla scelta di combustibile e loro dosatura con l'aria (niente solidi, la combustione deve essre veloce);
- complicazioni legate al rinnovo del fluido e all' introduzione del comustibile;
- perdite particolari: cessione calore alle pareti; durata della combustione; presenza di incombusti.
Per i motori alternativi a combustione interna le classificazioni fondamentali sono quelle basate sulle caratteristiche di funzionamento.
Nei motori alternativi a combustione interna la parete che lavora (stantuffo) ha un moto rettilineo alterno, mentre è fisso l'insieme di pareti di chiusura della camera (cilindro).
Il moto e il lavoro dello stantuf 737e45h fo vengono trasmessi all'albero motore attraverso il cinematismo biella-manovella.
figura 9.1
I motori si distinguono a seconda che i cilindri siano dosposti in linea (assi paralleli) a V semplice o multiplo (assi contenuti in due o più semipiani) a stella semplice o multipla.
Delle dverse classificazioni possibili una permette di separare in due grandi classi tutti i motori a c.i. ed è quella basata sul tipo di accensione adottato:
motori ad accensione comandata;
motori ad accensione per compressione.
La prima classe è detta anche dei motori a benzina o a combustione o a propagazione di fiamma; la seconda è anche detta dei motori a nafta o gasolio o a iniezione oppure a combustione graduata dall'iniezione.
Per brevità di linguaggio le due classi di motori vengono sovente indicate anche, con riguardo al loro inventore più famoso, come motori a ciclo Otto e motori a ciclo Diesel o Sabathè. Un'ultima distinzione, di tipo cinematico - funzionale, si basa sul numero di tempi o corse che lo stantuffo deve compiere per completare il ciclo di lavoro:
motori a 2 tempi (2T);
motori a 4 tempi (4T).
Nei motori a c.i. non si svolgono a rigore cicli termodinamici ma trasformazioni aperte e volendo parlare di cicli occorre far riferimento ai cicli di lavoro. E'conveniente ragionare anche in termini di cicli termodinamici ideali. Essi si collegano ai cicli di lavoro limite mediante criteri di equivalenza fra trasformazioni, basati sull'uguaglianza di alcuni parametri caratteristici e delle quantità di energia messe in gioco.
Dalla termodinamica è noto che se si dispone di due sorgenti di calore a differente temperatura, il ciclo ideale di massimo rendimento è quello di Carnot. Nei motori a c.i. si ha a che fare con trasformazioni monotermiche, si dispone cioè della sola sorgente a bassa temperatura che è l'atmosfera.
Non esiste in pratica una limitazione sulla temperatura massima della combustione in quanto il motore, grazie alla sua inerzia termica, risente del valore medio della temperatura del ciclo e non del suo massimo.
Le pareti
Da quanto sopra si deduce che, con una adeguata lubrificazione e refrigerazione, conviene lavorare con il massimo valore di temperatura.
figura 9.2
In figura 9.2 dopo la adiabatica di compressione possiamo considerare le trasformazioni isocora e isobara per la fase di combustione.
Si hanno le due seguenti limitazioni.
a) limitazione sulla p2
Serve per motori a carburazione, con accensione comandata, per evitare temperature troppo elevate e quindi accensione spontanea. In questo caso la trasformazione migliore è la più rapida possibile, quindi la isocora v. Infatti, analizzando la figura 9.3:
figura 9.3
a parità di calore introdotto:
Q1v area 1023'40'
Q1p area 102340
La quantità di calore sottratto risulta: Q2p > Q2v
La parte in eccesso è l'area 40'4'440;
si ottiene un rendimento: = 1 -
b) limitazione sulla pmax (sollecitazione meccaniche al motore)
figura 9.4
Con riferimento alla figura 9.4 si ottiene:
Q1v = Q1p
Q1v area 102'3'40'
Q1p area 102340
La quantità di calore sottratta risulta: Q2v > Q2p
Quindi si ha il miglior rendimento per una introduzione di
calore alla pressione massima. Questi cicli così schematizzati non son
attuabili in quanto 4-1 è una compressione isoterma, attuabile molto lentamente
per cui in una macchina alternativa n 0 con
I cicli fondamentali, ottimi da realizzare, sono:
figura 9.5a - limitazione pmax ciclo Diesel
figura 9.5b - limitazione pmax ciclo Diesel
figura 9.6a - limitazione p2 ciclo Otto
figura 9.6b - limitazione p2 ciclo Otto
Il ciclo Sabathè è un ciclo che nasce dal Diesel per motori veloci, in quanto si ha una combustione a v cost, ed arrivati alla pmax si cerca di avere l'ulteriore combustione a p=cost.
figura 9.7
Si può dimostrare che il
rendimento
id = 1 - = 1 -
f(, ',K)
dove = è il rapporto
volumetrico di compressione in cui Vmax = V + Vmin con V cilindrata e Vmin volume di
spazio morto;
= rapporto di
combustione v = cost.;
'= rapporto di
combustione p = cost.
Per '= 1 allora f(, ',K) = 1 segue che per il
ciclo Otto: id = 1-
Al crescere di ,' la f(...) cresce, mentre il rendimento decresce.
Un andamento qualitativo della dipendenza di id da è dato dal diagramma:
figura 9.8
Si effettua in due tempi:
1. da ciclo idale e fluido ideale a ciclo ideale con fluido reale (aria);
2. da ciclo ideale con aria a presenza di combustibile nella miscela (ciclo reale).
Nella fase 1 si tiene conto
cp e cv sono funzioni della temperatura, f(T);
R varia tra prima e dopo la combustione;
durante la reazione di combustione si verifica il fenomeno della dissociazione.
Nella fase 2 si considerano le perdite proprie
perdite per imperfetta carburazione;
presenza di scambi termici con le pareti;
ricambio
Il ciclo di lavoro indicato di un motore a 4 tempi consta di sei fasi:
figura 9.9
1. Aspirazione 6A - 1 Lo stantuffo "scendendo" genera un volume che viene occupato dalla carica che nel ciclo Otto è rappresentata dalla miscela aria + combustibile; mentre nel ciclo Diesel è l'aria.
2. Compressione 1 - 2 Lo stantuffo, risalendo a valvole chiuse, comprime la carica entro la camera di combu- stione.
3. Combustione 2 - 3 Prima che lo stantuffo raggiunga il punto morto superiore (PMS) viene comunicata l' accensione (motori Otto) o viene iniettato il combustibile (motori Diesel - Sabathè). La combustione richiede un certo tempo e si completa quando lo stantuffo sta scendendo.
4. Espansione 3 - 4 A valvole ancora chiuse, i gas combusti si espandono facendo scendere lo stantuffo.
5. Scarico (spontaneo) 4 - 5 La valvola di scarico si apre con un certo anticipo rispetto alla fine della corsa di espansione e permette la fuoriuscita di gran parte dei gas combusti che si trovano a pressione superiore di quella esterna.
6. Espulsione 5 - 6s Nel suo moto di risalita lo stantuffo espelle i gas residui che riempiono ancora il cilindro alla pressione esterna; rimangono soltanto quelli contenuti nello spazio morto.
Il tratto 6A - 6s è comune alle due fasi di aspirazione e di espulsione: questa
sovrapposizione è richiesta unicamente per potere sfruttare al massimo le linee di passaggio delle valvole nel tratto utile della corsa utile dello stantuffo.
Le varie fasi
Il ciclo indicato di un motore a 2 tempi consta anch'esso in generale di sei fasi.
Le figure 9.10 9.14 riportano gli schemi dei motori trattati.
[Figure su fogli a parte]
figura 9.12 a - motore a ciclo Otto figura 9.12 b - motore a ciclo Diesel
figura 9.13 - configurazioni degli organi mobili di un motore a 4 tempi
durante le diverse fasi
di aspirazione; S, valvola di scarico
figura 9.14
figura 9.15 - configurazioni degli organi mobili di un motore a 2 tempi
durante le diverse fasi
mentazione; C, luce di carica; S, luce di scarica.
In tutte le diverse costituzioni dei motri alternativi a c.i. si possono distinguere le seguenti parti:
il cilindro, costituito da una cassa esternamente alettata nel caso di raffreddamneto ad aria, o non alettata; in questo secondo caso è presente un involucro che crea l'interca- pedine per il liquido refrigerante;
la testata che chiude superiormente il cilindro;
l'incastellatura che collega il liquido con il basamento;
il basamento su cui si scaricano le forze di inerzia del manovellismo e le forze dovute alle pressioni dei gas; nelle strutture leggere il basamento può ridursi ai supporti di banco, che sono "appesi" alla parte inferiore dell'incastellatura;
lo stantuffo che è la parete della camera mobile;
la catena cinematica che ha il compito di trasmettere il lavoro all'albero motore;
la coppa dell'olio che chiude inferiormente il carter e ha lo scopo di raccogliere l'olio di lubrificazione della camera del cilindro.
[Figure su fogli a parte]
figura 9.16 - disegno in sezione di un motore Chrysler 2.2 litri ,4 cilindri
I motori comprendono inoltre numerosi altri organi che sono:
l'apparato della distribuzione che ha il compito di provvedere, all'istante voluto, al rin- novo del fluido motore;
l'apparato della alimentazione del combustibile
- a iniezione;
- a carburazione;
l'apparato di alimentazione limitatamente al moto ad accensione comandata;
l'apparato di lubrificazione che provvede a fornire il lubrificante nei punti e nella quanti- tà stabilita;
l'apparato di refrigerazione che ha il compito di provvedere al raffreddamento delle pareti della camera;
il dispositivo di avviamento.
Il lavoro utile
dove: u è il rendimento utile;
Mb è la
Hi è il potere calorifico inferiore
La
dove nc = è il numero di cicli
all'unità di tempo. Nella formula n è il numero di cicli al secondo; mentre m =
1 se il motore è a 2 tempi e m = 2 se il motore è a 4 tempi.
Introducendo la dosatura
si ottiene: Pu
= u i Hi
Definiamo il coefficente
di riempimento v per un motore (espressione esatta
per motore alimentato da sola aria): v =
dove:
Ma è la
a è la
V è la cilindrata.
Il prodotto aV è la
Quindi l'espressione della Pu diventa: Pu = u i Vv
Le prestazioni di un motore volumetrico vengono
caratterizzate, oltre che dalla
pmc
= = u v
= u v
e utilizzando questa espressione, la Pu è data da:
Pu
= pmc i V
E'utile osservare che la pmc è proporzionale alla coppia motrice C; infatti:
Pu
= C = pmc i V
C
= pmc i V = pmc
un altro parametro di interesse motoristico è il consumo specifico di combustibile qb
dato da: qb = =
Le prestazioni di un motore alternativo ad accensione
comandata si sintetizzano nei diagrammi di coppia, di
Si parla invece di caratteristica
di regolazione
figura 9.16
La posizione
Un impiego industriale ottimale
Una caratteristica di questo tipo non andrebbe bene per la trazione in quanto la coppia è iperbolica, con C per n 0, quindi dovrebbe intervenire un regolatore di coppia.
In figura 9.17 è riportato l'andamento della
caratteristica meccanica
figura 9.17
Con riferimento alla figura 9.17:
nmin: autosostentamento;
nmax: sollecitazioni.
figura 9.18
Il carico
La curva cotrassegnata con la lettera a) è la caratteristica ideale.
Per un punto A generico appartenente alla caratteristica b):
tg
= =
La sovralimentazione è il metodo più razionale per
aumentare la
Pu
= pmc i V
pmc
= u v
dove:
dipende dal
combustibile, sua reperibilità, caratteristiche,ecc. E'costante per i
combustibili di possibile impiego civile;
u max: si riescono solo a ottenere lievi migioramenti affinando il
progetto
v max: dimensione e numero di valvole di aspirazione (carica) e scarico (gas residui);
va: cambiando l'ambiente da cui aspira il
motore, aumentando la densità massica a = , si ottiene una maggiore pmc.
Per aumentare a si agisce fondamentalmente sulla pressione dell'ambiente di alimentazione (le conseguenti variazioni di T sono poco favorevoli).
Si parla di sovralimentazione in senso proprio allorchè si
intende aumentare la
Tipi di sovralimentazione adottata:
- a comando meccanico
E'realizzato tramite un compressore volumetrico comandato direttamente dall'albero motore mediante un accoppiamento a rapporto di trasmissione fisso.
- a turbina a gas di scarico
Si utilizza l'energia termica e cinetica dei gas di scarico per azionare la turbina che a sua volta trascina un turbocompressore centrifugo per la sovralimentazione del motore.
Le prestazioni di queste due metodologie si rappresentano
in diagrammi
figura 9.19
con riferimento allla figura 9.19:
C.M. = comando meccanico;
T.G. = turbina a gas;
:con il C.M. si può
immettere più combustibile perchè è entrata più aria.
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