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MANUALE DI PREVENZIONE INCENDI

tecnica







MANUALE DI PREVENZIONE INCENDI

PER USO INFORMATIVO AZIENDALE

D.LGS 626/94 E D.M.I. 10.3.98












































Indice


v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Premessa

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Classificazione dei corsi


A s p e t t i t e o r i c i

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   I principi della combustione

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Classificazione degli incendi

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   L' innesco

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Prodotti della combustione

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   I parametri fisici della combustione

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Combustione di sostanze solide, liquide, gassose

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Gas compressi

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Gas liquefatti

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Le principali cause di incendio

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Fasi dell'incendio

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Effetti dell'incendio sull'uomo

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Lotta all'incendio

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Sostanze estinguenti

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Prevenzione e protezione

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Estintori

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   La rete idrica antincendio

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Impianti di spegnimento automatico ad acqua (tipo sprinkler)

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Impianti di rivelazione incendi

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Dispositivi di segnalazione e di allarme

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Illuminazione di emergenza

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Evacuatori di fumo e calore

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Controlli, verifiche, interventi di manutenzione

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Unita' di misura


Aspet t i p r a t i c i


v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Come si usa un estintore a polvere

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Come si usa l'estintore a CO2 (anidride carbonica)

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Come si usa il naspo

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Come si usa l'idrante UNI 45

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Cosa deve fare un operatore di Azienda in caso di incendio

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Cosa deve fare un addetto della squadra di primo intervento in caso di incendio



v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   I principali dispositivi di protezione attive e passive

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   I dispositivi per la protezione individuale (DPI)

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Cartelli di sicurezza



i l p i a n o d i e m e r g e n z a


v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Obiettivi di un piano di emergenza

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Il piano operativo di emergenza Aziendale

v 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   Le figure aziendali del piano di emergenza









Premessa


Il presente manuale è stato realizzato come valido supporto di informazione in ambito aziendale agli addetti delle squadre di emergenza e come strumento d'informazione a tutti i dipendenti presenti in Azienda.

Tale manuale ha lo scopo di rendere edotti i lavoratori sulla materia della sicurezza, in particolare sul rischio incendio, quindi di riscontro con gli adempimenti della recente normativa, che pone come punti fondamentali l'informazione e la formazione di tutto il personale sui rischi presenti nelle attività lavorative ed in particolare sui rischi specifici connessi alla mansione svolta.

L'Azienda mediante le figure aziendali della sicurezza, quali il Servizio di Protezione e Sicurezza Aziendale, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, i Preposti alla Sicurezza, i Dirigenti Responsabili di Reparti e Servizi, deve partecipare attivamente al processo di formazione della cultura della sicurezza che non può prescindere dalla conoscenza e dalla presa coscienza, da parte di ogni singolo lavoratore, della problematica della sicurezza aziendale.

Alla luce di tale certezza il datore di lavoro in base all l'art. 21 del D.Lgs 626/94 effettuerà incontri informativi e formativi su "prevenzione incendi e lotta all'incendio" rivolto a tutti gli operatori aziendali per fornire una adeguata informazione di base sul rischio incendio e sulle tecniche di lotta all'incendio, sulle norme comportamentali più elementari sia preventive che in emergenza, sull'uso di presidi antincendio disponibili in azienda (estintori e idranti), sul piano di emergenza aziendale.

Il presente manuale è stato realizzato per permettere a tutti una lettura scorrevole su argomenti fondamentali della sicurezza incendio e con lo scopo di richiamare alla mente gli argomenti svolti nel corso.

L'attività di informazione e formazione è l'aspetto più importante su cui si basa le recente normativa in materia di sicurezza. Tale attività deve essere espletata da personale qualificato, in grado di trasmettere tutte le informazioni necessarie per la conoscenza approfondita del rischio incendio e le misure per prevenire o adottare in caso di tali eventi.

Gli obiettivi prefissati derivanti dalla lettura attenta del presente manuale sono quelli di dare un supporto efficace, alla preparazione degli addetti alle squadre di primo intervento e di fornire le conoscenze sufficienti sulla prevenzione incendi e le modalità da adottare in caso di incendio a tutti i dipendenti dell'azienda.







Il Tecnico della Prevenzione

Iscritto all'elenco L.818 del 7.12.84

Dr. Roberto Cerritelli


















CORSO PER ADDETTO ANTINCENDIO A RISCHIO ELEVATO (16 ORE)


L'INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI (4 ORE)

- 747g68h 747g68h   principi della combustione

- 747g68h 747g68h   le principali cause dell'incendio in relazione allo specifico ambiente di lavoro

- 747g68h 747g68h   le sostanze estinguenti

- 747g68h 747g68h   i rischi alle persone e all'ambiente

- 747g68h 747g68h   specifiche misure di prevenzione incendi

- 747g68h 747g68h   accorgimenti comportamentali per prevenire incendi

- 747g68h 747g68h   l'importanza del controllo degli ambienti di lavoro

- 747g68h 747g68h   l'importanza delle verifiche e delle manutenzioni sui presidi antincendio

LA PROTEZIONE ANTINCENDIO (4 ore)

- 747g68h 747g68h   misure di protezione passiva

- 747g68h 747g68h   vie di esodo, compartimentazioni, distanziamenti

- 747g68h 747g68h   attrezzature ed impianti di estinzione

- 747g68h 747g68h   sistemi di allarme

- 747g68h 747g68h   segnaletica di sicurezza

- 747g68h 747g68h   impianti elettrici di sicurezza

- 747g68h 747g68h   illuminazione di sicurezza

PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO (4 ore)

- 747g68h 747g68h   procedure da adottare quando si scopre un incendio

- 747g68h 747g68h   procedure da adottare in caso di allarme

- 747g68h 747g68h   modalità di evacuazione

- 747g68h 747g68h   modalità di chiamata dei servizi di soccorso

- 747g68h 747g68h   collaborazione con i vigili del fuoco in caso di intervento

- 747g68h 747g68h   esemplificazione di una situazione di emergenza e modalità procedurali operative

ESERCITAZIONI PRATICHE (4 ORE)

- 747g68h 747g68h   presa visione e chiarimenti sulle principali attrezzature ed impianti di spegnimento

- 747g68h 747g68h   presa visione delle attrezzature individuali (maschere, autorespiratori, tute, ecc.)

- 747g68h 747g68h   esercitazione sull'uso delle attrezzature di spegnimento e di protezione individuale


CORSO PER ADDETTO ANTINCENDIO A RISCHIO MEDIO (8 ORE)


- L'INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI (2 ORE)

- 747g68h 747g68h   principi della combustione

- 747g68h 747g68h   le sostanze estinguenti

- 747g68h 747g68h   triangolo della combustione

- 747g68h 747g68h   le principali cause dell'incendio

- 747g68h 747g68h   i rischi alle persone e all'ambiente

- 747g68h 747g68h   principali accorgimenti e misure di prevenzione incendi

- 747g68h 747g68h   accorgimenti comportamentali per prevenire incendi

LA PROTEZIONE ANTINCENDIO E LE PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO (3 ore)

- 747g68h 747g68h   le principali misure di protezione contro gli incendi

- 747g68h 747g68h   vie di esodo, compartimentazioni, distanziamenti

- 747g68h 747g68h   procedure da adottare quando si scopre un incendio o in caso di allarme

- 747g68h 747g68h   procedure di evacuazione

- 747g68h 747g68h   rapporto con i Vigili del fuoco

- 747g68h 747g68h   attrezzature ed impianti di estinzione

- 747g68h 747g68h   sistemi di allarme

- 747g68h 747g68h   segnaletica di sicurezza

- 747g68h 747g68h   illuminazione di sicurezza

ESERCITAZIONI PRATICHE (3 ORE)

- 747g68h 747g68h   presa visione e chiarimenti sui mezzi di estinzione più diffusi

- 747g68h 747g68h   presa visione delle attrezzature di protezione individuali

- 747g68h 747g68h   esercitazione sull'uso degli estintori portatili e modalità di utilizzo di naspi ed idranti





CORSO PER ADDETTO ANTINCENDIO A RISCHIO BASSO (4 ORE)



- L'INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI (1 ORE)

- 747g68h 747g68h   principi della combustione e prodotti della combustione

- 747g68h 747g68h   le sostanze estinguenti

- 747g68h 747g68h   effetti dell'incendio sull'uomo

- 747g68h 747g68h   divieti e limitazioni di esercizio

- 747g68h 747g68h   misure comportamentali per prevenire incendi

LA PROTEZIONE ANTINCENDIO E LE PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO (1 ore)

- 747g68h 747g68h   le principali misure di protezione contro gli incendi

- 747g68h 747g68h   vie di esodo, compartimentazioni, distanziamenti

- 747g68h 747g68h   procedure da adottare quando si scopre un incendio o in caso di allarme

- 747g68h 747g68h   chiamata dei soccorsi

- 747g68h 747g68h   procedure di evacuazione

ESERCITAZIONI PRATICHE (2 ORE)

- 747g68h 747g68h   presa visione e chiarimenti sui mezzi di estinzione più diffusi in particolare gli estintori

- 747g68h 747g68h   esercitazione sull'uso degli estintori portatili e modalità di utilizzo di naspi ed idranti










































A S P E T T I    T E O R I C I


I PRINCIPI DELLA COMBUSTIONE

La combustione è una reazione attivata mediante un innesco tra una sostanza combustibile e una comburente con sviluppo di calore, fiamma, gas, fumo e luce.

La combustione può avvenire con o senza sviluppo di fiamma.

Nella quasi totalità dei casi, il comburente che alimenta l'incendio è l'ossigeno contenuto nell'aria (l'aria contiene circa 80 % di azoto e circa 20 % di ossigeno).

In alcuni casi però l'incendio si può sviluppare per alcune sostanze anche in carenza di ossigeno (ad esempio esplosivi, celluloide).

Gli elementi necessari allo sviluppo e mantenimento della combustione sono:

o 747g68h     combustibile

o 747g68h     comburente

o 747g68h     calore


L'assenza di uno di tali elementi porta alla cessazione della combustione (spegnimento dell'incendio)


Pertanto l'incendio si spegne per:

o 747g68h     esaurimento del combustibile (allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio dell'incendio)

o 747g68h     soffocamento (separazione del combustibile dal comburente o riduzione della concentrazione di comburente in aria)

o 747g68h     raffreddamento (sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combustione)


CLASSIFICAZIONE DEGLI INCENDI

Gli incendi vengono distinti in quattro classi, secondo lo stato fisico dei materiali combustibili.

classe A incendi di materiali solidi

classe B incendi di liquidi infiammabili

classe C incendi di gas infiammabili

classe D incendi di metalli combustibili

A tali categorie sopra riportate viene aggiunta la classe E che ci indica gli incendi di natura elettrica.


L' INNESCO

L'innesco di un incendio può avvenire per :


o 747g68h     accensione diretta (quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno).

Esempi: fiammiferi o mozziconi di sigaretta, fiamma dei cannelli di saldatura, stufette elettriche, fiamme libere in genere, ecc.


o 747g68h     accensione indiretta (quando il calore d'innesco viene trasferito al combustibile per convezione, conduzione o irraggiamento).

Esempi: correnti d'aria calda da un ambiente all'altro; propagazione attraverso elementi metallici strutturali, attrito per sfregamento tra parti meccaniche (cuscinetti, boccole), ecc.


o 747g68h     autocombustione o riscaldamento spontaneo (quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile per reazione chimica lenta di ossidazione (reazioni esotermiche).

Esempi: cumuli di carbone, stracci o segatura, polveri di ferro o nichel, fermentazione di vegetali, cereali, ecc.


PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE


I prodotti della combustione sono:

o 747g68h     gas di combustione

o 747g68h     fiamme

o 747g68h     fumo

o 747g68h     calore

Gas di combustione


Sono quei prodotti che rimangono allo stato gassoso anche quando si raffreddano a temperatura ambiente.

Si elencano alcuni gas di combustione più comuni:


Ossido di carbonio

Aldeide acrilica

Anidride carbonica

Fosgene

Idrogeno solforato

Ammoniaca

Anidride solforosa

Ossido e perossido di azoto

Acido cianidrico

Acido cloridrico


La produzione di tali gas dipende dal tipo di combustibile, dalla percentuale di ossigeno presente, dalla temperatura raggiunta nell'incendio.

Nella stragrande maggioranza dei casi la mortalità per incendio è da attribuire all'inalazione di questi gas che producono danni biologici per anossia o per tossicità.


Fiamme

Le fiamme sono costituite dall'emissione di luce e calore conseguente alla combustione di gas sviluppatisi in un incendio.

In un incendio di combustibili gassosi è possibile stimare il valore della temperatura di combustione dal colore della fiamma. Ad esempio:


Colore della fiamma

Temperatura

Rosso nascente

525 °C

Rosso scuro

700 °C

Rosso ciliegia

900 °C

Giallo scuro

1200 °C

Bianco

1300 °C

Bianco abbagliante

1500 °C


La fiamma indica la zona di combustione a temperatura più elevata

Fumi

Sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol) e/o liquide (nebbie o vapori condensati) in sospensione nell'aria.

Le particelle solide sono sostanze incombuste che si formano quando la combustione avviene in carenza di ossigeno e vengono trasportate dai gas caldi prodotti dalla combustione.

Le particelle incombuste e le ceneri rendono il fumo di colore scuro mentre le particelle di vapore d'acqua al di sotto di 100 °C condensano dando luogo a fumo di colore bianco.

I fumi impediscono la visibilità e ostacolano l'attività dei soccorritori e l'esodo delle persone.


Calore

E' l'elemento principale della propagazione dell'incendio in quanto provoca l'aumento di temperatura dei materiali con conseguente perdita della resistenza meccanica e collassamento della struttura.

I PARAMETRI FISICI DELLA COMBUSTIONE

La combustione è caratterizzata da numerosi parametri chimici e fisici, i principali dei quali sono:

o 747g68h     temperatura di accensione

o 747g68h     temperatura teorica di combustione

o 747g68h     aria teorica di combustione

o 747g68h     potere calorifico

o 747g68h     temperatura di infiammabilità

o 747g68h     limiti di infiammabilità e di esplodibilità

Temperatura di accensione


E' la minima temperatura a cui il combustibile, in presenza del comburente, inizia a bruciare in modo spontaneo senza ulteriore apporto di calore o di energia dall'esterno.


Sostanze

Temperatura di accensione (°C )

Acetone


Benzina


Gasolio


Idrogeno


Alcool metilico


Carta


Legno


Gomma sintetica


Metano



Temperatura teorica di combustione

E' la temperatura più elevata che si può raggiungere nei prodotti della combustione di una sostanza.


Sostanze

Temperatura

(°C)

Idrogeno


Metano


Petrolio


Propano





Aria teorica di combustione


E' la quantità d'aria necessaria alla combustione completa di 1 Kg di combustibile.


Nmc/Kg = Normalmetrocubo / kilogrammo

 
Sostanza

Aria teorica

(Nmc/Kg)

Legno


Carbone


Benzina


Alcool etilico


Polietilene


Propano


Idrogeno






Potere calorifico


E' la quantità di calore prodotta dalla combustione completa dell'unità di massa o di volume di una sostanza combustibile.

Si distingue in potere calorifico superiore e potere calorifico inferiore.

Il potere calorifico superiore è la quantità di calore sviluppata dalla combustione considerando anche il calore di condensazione del vapore d'acqua prodotto (perso nei fumi); il potere calorifico inferiore è la quantità di calore sviluppata senza il calore di condensazione.


Sostanza

Potere cal. Inferiore

(MJ/Kg o MJ/Nmc)

MJ//Kg = MegaJoule / kilogrammo

MJ//Nmc = MegaJoule / Normalmetrocubo

 
Legno


Carbone


Benzina


Alcool etilico


Polietilene


Propano


Idrogeno



Temperatura di infiammabilità

E' la temperatura minima alla quale i liquidi combustibili emettono vapori in quantità tali incendiarsi in presenza di innesco.


Sostanza

Temp.di infiammabilità

(°C)

Gasolio


Acetone


Benzina


Alcool metilico


Alcool etilico


Toluolo


Olio lubrificante



Limiti di infiammabilità


Tali limiti individuano il campo di infiammabilità all'interno del quale si ha, in caso d'innesco, l'accensione e la propagazione della fiamma nella miscela.


limite inferiore di infiammabilità

è la più bassa concentrazione in volume di vapore nella miscela al di sotto del quale non si ha l'accensione in presenza d'innesco ( per carenza di combustibile).


- 747g68h 747g68h   limite superiore di infiammabilità

è la più alta concentrazione in volume di vapore nella miscela al di sopra del quale non si ha l'accensione in presenza d'innesco( per eccesso di combustibile).


SOSTANZE

CAMPO DI INFIAMMABILITA'

% in volume )


Limite inferiore

Limite superiore

Acetone



Ammoniaca



Benzina



Gasolio



Idrogeno



Metano






COMBUSTIONE DI SOSTANZE SOLIDE, LIQUIDE, GASSOSE


La combustione dei solidi è caratterizzata da:

o 747g68h     pezzatura e forma del materiale;

o 747g68h     condizioni di ventilazione;

o 747g68h     dal contenuto di umidità del materiale;

o 747g68h     dagli elementi che compongono la sostanza;

o 747g68h     dal grado di porosità del materiale.

La combustione dei liquidi infiammabili


I liquidi sono in condizioni di equilibrio con i propri vapori che si sviluppano tra la superficie del liquido e la zona sovrastante, in funzione delle condizioni di pressione e temperatura.

Nei liquidi infiammabili la combustione avviene quando sulla superficie i vapori di detti liquidi, miscelandosi con l'ossigeno dell'aria in concentrazioni comprese nel campo di infiammabilità, vengono innescati.

Un liquido infiammabile per bruciare in presenza d'innesco deve passare dallo stato liquido allo stato di vapore.

L'indice della maggiore o minore combustibilità è data dalla temperatura di infiammabilità.

I combustibili liquidi sono suddivisi nelle seguenti categorie:


o 747g68h     Categoria A (liquidi aventi temperatura di infiammabilità < di 21 °C )

o 747g68h     Categoria B (liquidi aventi temperatura di infiammabilità compresa tra 21 °C e 65 °C)

o 747g68h     Categoria C (liquidi aventi temperatura di infiammabilità compresa tra 65 °C e 125 °C )


Alcuni esempi:


SOSTANZE

Temperatura di infiammabilità

(°C)

Categoria

Gasolio


C

Acetone


A

Benzina


A

Alcool metilico


A

Alcool etilico


A

Toluolo


A

Olio lubrificante


C



La combustione dei gas

I gas infiammabili sono contenuti in recipienti in pressione o distribuiti mediante condutture, per uso in attività industriali e utenze di civili abitazioni e servizi.

Sono classificati in:

o 747g68h     Gas leggeri aventi densità rispetto all'aria inferiore a 0,8 (idrogeno, metano, ecc.). Liberato nell'ambiente tende a stratificare nelle parti alte.

o 747g68h     Gas pesanti aventi densità rispetto all'aria superiore a 0,8 (GPL, Acetilene, ecc.). Liberato nell'ambiente tende a permanere e a stratificare nelle parti basse.



GAS COMPRESSI


Gas che vengono conservati allo stato gassoso, in recipienti o trasportati entro tubazioni a pressioni superiori a quelle atmosferiche.

Le pressioni variano da qualche centinaio di millimetri di colonna d'acqua (rete di distribuzione gas metano per civili abitazioni) a qualche centinaio di bar (bombole aria, ossigeno, metano in bombole, ecc.).


Alcuni esempi di gas in bombole:

GAS

Pressioni di stoccaggio (bar)

metano


idrogeno


gas nobili


ossigeno


aria


colorazione dei recipienti


Il gas contenuto nella bombola viene individuato dalla colorazione dell'ogiva (parte superiore della bombola) secondo un codice di colori adottato dalla normativa europea.

Esempi:

colorazione dell'ogiva

gas compresso

ARANCIONE

ACETILENE

VERDE CHIARO

AMMONIACA ANIDRA

GRIGIO CHIARO

ANIDRIDE CARBONICA

BIANCO E NERO (a spicchi o a fasce)

ARIA

NERO

AZOTO

MARRONE

ELIO

BIANCO

OSSIGENO

BLU

PROTOSSIDO D'AZOTO


Nell'ambito ospedaliero vengono utilizzati sia gas in bombole che in tubazione.

I gas usati più frequentemente sono: ossigeno, protossido d'azoto, aria, anidride carbonica, propano, GPL, acetilene.

L'ossigeno ha la proprietà di concorrere attivamente ai processi di combustione. Modificando la percentuale di ossigeno nell'aria si hanno processi di combustione molto accentuati che addirittura con concentrazioni molto elevate si possono avere fenomeni di autocombustione o addirittura esplosioni in presenza di materiali altamente infiammabili.

In Ospedale viene utilizzato sia in bombole (di varie dimensioni), sia in impianti fissi nei reparti.

E' un gas altamente reattivo che in caso di incendio deve essere tenuto lontano dalla combustione ( le bombole vanno allontanate mentre le condutture devono essere intercettate).


L'anidride carbonica è contenuta nell'aria nella percentuale di circa 0,03 %.

E' presente in bombole negli estintori a CO2 per la loro proprietà raffreddante (durante l'espansione si raggiunge una temperatura di -78 °C ).

Può provocare ustioni e congelamento se viene a contatto con zone cutanee.


Il protossido d'azoto è un gas comburente che ha potere anestetico se la sua concentrazione nell'aria supera il 70 %.

Generalmente tale gas viene usato in ospedali sia in bombole che in impianti fissi, come anestetico e in alcune apparecchiature.

La sua erogazione va intercettata in caso di incendio.


L'aria medicale viene utilizzato in ospedali tramite impianti fissi, erogata da pacchi di bombole di aria compressa oppure da impianti di compressione oppure per miscelazione di ossigeno e azoto da serbatoi criogenici. In caso di incendio è necessario interrompere l'erogazione mediante le valvole di intercettazione.


L'acetilene è un gas altamente infiammabile e viene utilizzato sia in bombole che da rete fisse per l'alimentazione di apparecchiature particolari che per la saldatura dei metalli insieme all'ossigeno (saldatura ossi-acetilenica).


Il propano, gas altamente infiammabile, viene utilizzato in bombole sia in laboratorio come fonte di calore e sia per la saldatura o brasatura dei metalli inattività di manutenzione (saldatura ossi-propano).


Tutti gli attacchi o innesti sia dei gas in bombole sia di quelli erogati da impianto fisso sono diversi uno dall'altro per impedire lo scambio tra loro.







GAS LIQUEFATTI


Gas che possono essere liquefatti mediante compressione e mantenuti in fase liquida in appositi recipienti.

Sono contenuti in serbatoi criogenici (raffreddati a bassa temperatura),anche di grosse proporzioni.

In attività industriali e in Ospedali vengono utilizzati normalmente grandi serbatoi di Ossigeno e Azoto in fase liquida.


LE PRINCIPALI CAUSE DI INCENDIO


Cause e pericoli d'incendio

- 747g68h 747g68h   accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile che può essere incendiato accidentalmente o deliberatamente;

- 747g68h 747g68h   deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili o combustibili;

- 747g68h 747g68h   uso non corretto delle fiamme libere e di apparecchi generatori di calore ( cucine a gas, stufette elettriche, apparecchi per la saldatura,ecc.);

- 747g68h 747g68h   inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature;

- 747g68h 747g68h   impianti elettrici non a norma o utilizzatori elettrici difettosi, sovraccaricati e non adeguatamente protetti contro le sovraccorrenti;

- 747g68h 747g68h   riparazioni o modifiche di impianti elettrici, gas, riscaldamento, condizionamento effettuate da personale non qualificato;

- 747g68h 747g68h   apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando non utilizzate;

- 747g68h 747g68h   ostruzione di ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, ecc.

- 747g68h 747g68h   mancanza di idonea ventilazione in locali utilizzati per deposito di materiali combustibili (archivi, magazzini economato, ecc ).


FASI DELL'INCENDIO


o 747g68h     fase di ignizione ( principio di incendio ) dipendente da vari fattori (infiammabilità del combustibile, ventilazione, volume, ecc.); in questa fase è efficace l'uso dell'estintore.

o 747g68h     fase di propagazione (aumento di temperatura e calore, produzione gas tossici, fumi, diminuzione visibilità);

o 747g68h     incendio generalizzato (flash over) brusco aumento della temperatura, autoaccensione dei materiali vicini, aumentata velocità di combustione con elevata produzione di fumi e gas;

o 747g68h     estinzione e raffreddamento esaurimento del materiale combustibile, diminuzione della temperatura, calore e produzione di fumi e gas.



EFFETTI DELL'INCENDIO SULL'UOMO


o 747g68h     Azione tossica dei fumi

o 747g68h     Anossia

o 747g68h     Azione termica

o 747g68h     Panico


In generale i fumi determinano una scarsa visibilità in ambiente provocando disorientamento nelle persone in fuga.

I fumi tossici derivanti dalla combustione di particolari sostanze (plastica, stoffe, rivestimenti, coibentazioni, sostanze sintetiche, arredi, ecc.) sono responsabili della maggior parte dei decessi durante gli incendi.

Tra i gas di combustione più temibili vi è l'ossido di carbonio che è un gas incolore, inodore, non irritante ma tossico. Si sviluppa in ambienti chiusi e in carenza di ossigeno.

Le fiamme ed il calore secondo le statistiche non sono la causa principale dei decessi in caso d'incendio.

Molte morti ed infortuni gravi che si verificano durante un incendio sono attribuibili all'effetto del panico ingenerato nelle persone dall'evento.

Il panico si manifesta con diversi tipi di reazioni emotive: timore e paura, oppressione, ansia fino ad emozioni convulse e manifestazioni isteriche, nonchè particolari reazioni dell'organismo quali tachicardia, tremori, dispnea, iper o ipotensione.

Il panico provoca disorientamento e aggressività verso gli altri soggetti ed è la causa maggiore delle morti per soffocamento o schiacciamento durante la fuga verso la salvezza.



LOTTA ALL'INCENDIO


sostanze estinguenti


L'estinzione di un incendio si ottiene per raffreddamento, sottrazione del combustibile, e soffocamento. Tali azioni possono essere ottenute singolarmente o contemporaneamente.

Le principali sostanze estinguenti:

o 747g68h     Acqua: sostanza estinguente per eccellenza: agisce per raffreddamento poiché abbassa la temperatura del combustibile, per soffocamento poiché sostituisce l'ossigeno con il vapore d'acqua. L'uso dell'acqua è consigliato per sostanze solide, con esclusione di sostanze reagenti all'acqua (tipo potassio, sodio, magnesio) e per impianti ed apparecchiature sotto tensione elettrica.

o 747g68h     Schiuma costituito da acqua e schiumogeno agisce per separazione del combustibile e per raffreddamento. Viene utilizzato su liquidi infiammabili e non possono essere utilizzate su impianti elettrici in tensione.

o 747g68h     Polveri costituite da particelle solide finissime (bicarbonato di sodio, potassio) agiscono per separazione del combustibile poiché ad alte temperature la polvere da luogo ad anidride carbonica e vapore d'acqua. Le polveri sono adatte per incendi di classe A-B-C mentre per incendi di classe D devono essere utilizzate polveri speciali.

o 747g68h     Gas inerti (anidride carbonica, azoto)agiscono per separazione del combustibile e per raffreddamento a causa della diminuzione di temperatura nel passaggio di fase. Sono consigliati su impianti e apparecchiature elettriche poiché non producono danni alle apparecchiature.

o 747g68h     Idrocarburi alogenati (halon) agiscono per separazione del combustibile ma attualmente il loro utilizzo e limitato a causa del danno che provocano all'ozono dell'aria. Tali gas alogenati sono attualmente sostituiti con gas cosiddetti di tipo ecologico (NAF, ecc.) che non producono danni all'atmosfera pur mantenendo le loro caratteristiche estinguenti.























PREVENZIONE E PROTEZIONE


La prevenzione incendi ha lo scopo di ridurre la frequenza degli incendi, mentre la protezione ha lo scopo di ridurre la gravità del danno.


Le misure preventive, tecniche e comportamentali, più importanti sono:

o 747g68h     Realizzazione di impianti elettrici, gas, riscaldamento, condizionamento a regola d'arte (L.46/90, norme CEI, UNI, UNI CIG);

o 747g68h     Installazione di impianti di rivelazione di fughe di gas combustibili o gas combusti, fiamme e calore che attivino un impianto di allarme o un impianto di spegnimento automatico;

o 747g68h     Ventilazione dei locali adibiti a depositi, archivi, locali tecnici per generatori di calore, macchinari per sollevamento;

o 747g68h     Utilizzazione di materiali a bassa combustibilità;

o 747g68h     Segnaletica di sicurezza;

o 747g68h     Distanze di sicurezza dalle zone a maggior rischio di incendio;

o 747g68h     Vigilanza negli ambienti di lavoro e nelle aree scarsamente frequentate ( depositi, archivi, ecc.);

o 747g68h     Manutenzione ordinaria e straordinaria delle macchine, attrezzature e impianti;

o 747g68h     Controlli e verifiche periodiche su apparecchi pericolosi;

o 747g68h     Informazione e formazione;

o 747g68h     Limitazione dell'uso di materiali infiammabili;

o 747g68h     Divieto di fumo negli ambienti di lavoro;

o 747g68h     Evitare accumuli di scarti e rifiuti combustibili;

o 747g68h     Adozione di tutte le cautele e misure di sicurezza nell'utilizzo di materiali e apparecchiature che possono provocare incendi;



Le di MISURE DI PROTEZIONE contro gli incendi si suddividono in PASSIVE ED ATTIVE.


Le MISURE PASSIVE non richiedono l'azione dell'uomo o l'azionamento di un impianto:

o 747g68h     distanze di sicurezza;

o 747g68h     compartimentazione e resistenza al fuoco (muri tagliafuoco, schermi, strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco);

o 747g68h     materiali classificati con bassa reazione al fuoco;

o 747g68h     sistemi di ventilazione;

o 747g68h     vie di esodo (sistemi di vie di uscita in relazione all'affollamento massimo e all'attività svolta);

o 747g68h     uscite di sicurezza.

distanze di sicurezza

e' una misura di protezione che ha lo scopo di impedire la propagazione dell'incendio per trasmissione di energia raggiante.

A tal fine bisogna rispettare le distanze imposte dalla normativa vigente nel caso di installazione di potenziali fonti di rischio incendio (bomboloni di gas, depositi di materiali infiammabili, ecc.).

compartimentazione e resistenza al fuoco


La compartimentazione ha la funzione di impedire la propagazione degli incendi verso altri ambienti e per consentire di ridurre le distanze di sicurezza con ambienti dove vi è un alto rischio di incendio.


La resistenza al fuoco rappresenta il comportamento al fuoco degli elementi, in particolare la durata in minuti primi di esposizione ad un incendio generalizzato durante il quale l'elemento considerato, conserva i requisiti progettuali di stabilità meccanica, tenuta ai fumi e gas e di isolamento termico.

- 747g68h 747g68h   R = conservazione della resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco;



- 747g68h 747g68h   E = tenuta al fumo, vapori e gas;

- 747g68h 747g68h   I = isolamento termico;

La sigla REI di una struttura o di un elemento è seguito da un numero (es. REI 30, 60, 90, ecc.) che indica la resistenza (secondo quanto sopra specificato) di tale elemento in minuti primi sotto l'azione di un incendio generalizzato. Le porte REI devono essere certificate e marchiate con apposita targhetta.


Classificazione di reazione al fuoco dei materiali


La reazione al fuoco di un materiale rappresenta il comportamento fisico-chimico al fuoco di tale materiale, sottoposto ad l'azione termica ( infiammabilità , decomposizione chimica sotto l'azione del calore,ecc.).

Tale comportamento assume particolare rilevanza per i materiali da costruzione, di rivestimento, di rifinitura, decorazioni, pannellature, arredamento, tendaggi e tessuti in genere.

In relazione alle prove di laboratorio i materiali si dividono nelle classi 0-1-2-3-4-5 ; la classe 0 indica i materiali non combustibili, mentre dalla classe 1 alla classe 5 sono individuati in ordine crescente i materiali più infiammabili. La classificazione di reazione al fuoco dei materiali deve essere certificato in relazione alla specificità dell'utilizzo (alberghi, ospedali, teatri, ecc.) nel rispetto della normativa sulla sicurezza antincendio.


Ventilazione


E' la misura di protezione passiva necessaria a garantire una necessaria ventilazione in locali adibiti a depositi di materiali infiammabili, centrali termiche, archivi, locali macchine ascensori, ecc. Tale misura è necessaria al ricambio d'aria interno all'ambiente e a smaltire il calore prodotto da macchine e d attrezzature.

Vie di esodo


sono le vie da percorrere in caso di emergenza, rispondenti ai seguenti requisiti:

o 747g68h     dimensionamento rispetto al massimo affollamento ;

o 747g68h     avere idonea segnaletica, illuminazione ordinaria e di sicurezza;

o 747g68h     essere dotate di protezione attiva e passiva;

o 747g68h     non essere ingombrate da ostacoli.

uscite di sicurezza (art. 33 d.lgs 626/94)


sono le uscite che devono essere utilizzate in caso di emergenza rispondenti ai seguenti requisiti:

o 747g68h     essere facilmente individuabili con apposita cartellonistica;

o 747g68h     avere apertura verso l'esodo provviste di maniglione antipanico;

o 747g68h     di dimensioni adeguate al personale presente e al tipo di attività;

o 747g68h     non essere ingombrate da ostacoli.


le dimensioni delle uscite di sicurezza devono essere le seguenti:

luoghi con pericolo di esplosioni ed incendio

- 747g68h 747g68h   n. 1 uscita da m. 1,20 ogni 5 lavoratori;

luoghi di lavoro in genere

- 747g68h 747g68h   fino a 25 lavoratori n. 1 uscita da m. 0,90;

- 747g68h 747g68h   tra 26 e 50 lavoratori n. 1 uscita da m. 1,20;

- 747g68h 747g68h   tra 51 e 100 n. 1 uscita da m. 0,90 e n. 1 uscita da m.1,20;

- 747g68h 747g68h   con più di 100 lavoratori n. 1 uscita da m.0,90 e n. 1 uscita da m.1,20 e n. 1 uscita da m. 1,20 per ogni 50 lavoratori o frazione di 50.

Segnaletica di sicurezza e cartellonistica

segnaletica di sicurezza


La segnaletica di sicurezza ha il compito di fornire indicazioni o prescrizioni concernente la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro; utilizza a seconda dei casi un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale.


Cartellonistica di sicurezza


o 747g68h     segnali di divieto (rosso) che vietano un comportamento pericoloso;

o 747g68h     segnali di avvertimento (giallo) che avvertono di un rischio o pericolo;

o 747g68h     segnali di prescrizione (blu) che prescrivono un determinato comportamento;

o 747g68h     segnali di salvataggio o di soccorso (verde) che forniscono indicazioni relative alle uscite di sicurezza e ai mezzi di soccorso e salvataggio.



LE MISURE DI PROTEZIONE ATTIVE sono quelle misure che richiedono l'azione dell'uomo o indicano una attrezzatura o impianto che si aziona sotto l'effetto del fumo e del calore:


o 747g68h     estintori;

o 747g68h     rete idrica antincendio;

o 747g68h     impianto di spegnimento automatici;

o 747g68h     impianto di rivelazione incendi;

o 747g68h     dispositivi di segnalazione ed allarme;

o 747g68h     evacuatori di fumo e calore;

o 747g68h     illuminazione di sicurezza.


ESTINTORI


Devono rispondere alla norma UNI 9994 che prescrive i criteri per effettuare la sorveglianza, controllo, revisione e collaudo per garantirne l'efficienza.


Definizioni:

o 747g68h   Estintore apparecchio in pressione contenente un agente estinguente. La pressione dell'agente estinguente può essere fornita da una compressione permanente, da una reazione chimica o da un gas ausiliario.

o 747g68h   Estintore portatile ha una massa inferiore o uguale a 20 Kg.

o 747g68h   Estintore carrellato è trasportato su ruote ed ha una massa maggiore di 20 Kg con un contenuto di estinguente fino a 150 Kg.

o 747g68h   Estintore automatico: è simile ad un estintore portatile ma viene installato (postazione fissa) in prossimità di una sorgente di calore (bruciatori di centrale termica, motori endotermici, ecc) e si attivano automaticamente quando la temperatura di un sensore raggiunge un valore limite. Il sensore è formato da un'ampolla di vetro contenente liquido termosensibile che funge da valvola di chiusura per l'estintore: quando la temperatura dell'ampolla raggiunge valori di taratura (oltre 60 °C ) l'ampollina si rompe liberando l'ugello di uscita della sostanza estinguente.

o 747g68h   Agente estinguente è la sostanze o insieme dei prodotti contenuti nell'estintore.

o 747g68h   Potere estinguente è la capacità di estinzione di un estintore (es. 21A 89BC o 34A 144BC). La sigla 21A indica il potere estinguente per gli incendi di classe A mentre 89 BC indica il potere estinguente per gli incendi di classe BC. Maggiore è il numero e maggiore è la capacità di estinzione sulla classe di incendio.

o 747g68h   Carica dell'estintore è la massa o volume dell'agente estinguente contenuto nell'estintore.

o 747g68h   Omologazione è la procedura tecnica amministrativa con la quale viene provato il prototipo. Certificata la rispondenza viene autorizzata la produzione.

o 747g68h   Produttore è il fabbricante che immette sul mercato tale prodotto.

o 747g68h   Manutentore è la persona fisica o giuridica autorizzata all'espletamento del servizio di manutenzione.

o 747g68h   Cartellino di manutenzione è il documento che attesta gli interventi effettuati in conformità della presente legge.


Classificazione degli estintori


Possono essere:


o 747g68h     a polvere

o 747g68h     ad anidride carbonica

o 747g68h     a schiuma

o 747g68h     ad idrocarburi alogenati ecologici


Il cartellino di manutenzione deve essere sempre attaccato all'estintore e deve riportare:

o 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   numero di matricola ed estremi di identificazione dell'estintore;

o 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   ragione sociale del manutentore;

o 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   massa lorda dell'estintore;

o 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   carica effettiva;

o 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   tipo di operazione effettuata;

o 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   data dell'intervento;

o 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h   firma e punzonatura del manutentore.




LA RETE IDRICA ANTINCENDIO


E' collegata ad una vasca di accumulo con capacità che garantisca la continuità di erogazione per almeno un'ora di n. 2 idranti in funzione. L'impianto deve essere di tipo ad anello e costruito a regola d'arte con materiali resistenti al gelo e alla corrosione. Sull'impianto deve essere predisposto un sistema di alimentazione alternativo delle pompe, al fine di garantire il loro funzionamento in caso di mancanza dell'energia elettrica di rete. Generalmente l'energia alternativa è fornita da gruppi elettrogeni o da gruppi motopompe autonome.


Gli idranti UNI 45 devono avere una portata minima di 150 l/min. ad una pressione di 1,5 bar. Due idranti nella posizione idraulica più sfavorevole devono garantire sia per portata che per pressione tale efficienza almeno per 1 ora.

Le cassette degli idranti e dei naspi devono avere la protezione del tipo SAFE-CRASH e essere indicate con cartellonistica adeguata e numerazione progressiva.

La manichetta per attacco UNI 45 deve essere arrotolata a "doppio" con il raccordo maschio posto superiormente a quello femmina della lunghezza di circa 20 cm in meno, riposta nella cassetta e non essere collegata al rubinetto e alla lancia (poiché al suo utilizzo si creerebbero delle strozzature nel tubo).

La tecnica per l'utilizzo della manichetta con attacco UNI 45 con un solo operatore, è la seguente:

o 747g68h     rottura della protezione Safe-Crash per accedere al contenuto della cassetta;

o 747g68h     estrazione della manichetta arrotolata a doppio;

o 747g68h     lancio della manichetta nella direzione dell'incendio, trattenendo nelle mani i bocchettoni;

o 747g68h     collegamento del bocchettone femmina all'attacco dell'acqua dentro la cassetta;

o 747g68h     apertura dell'acqua tramite la saracinesca a volantino all'interno della cassetta;

o 747g68h     innesto della lancia al bocchettone maschio nell'altra estremità della manichetta mentre si corre verso l'incendio;

o 747g68h     si dirige il getto dell'acqua verso l'incendio.


I naspi sono composti da tubi arrotolati su una bobina con un rubinetto di intercettazione a sfera (con comando a leva), uno all'interno della cassetta e l'altro sulla lancia.

Vi sono naspi con diametro del tubo da 20 mm (UNI 20) con portata di 35 l/min. a 1,5 bar e naspi da 25 mm ( UNI 25) con portata di 50 l/min. a 1,5 bar.

La tecnica di utilizzo del naspo è la seguente:

o 747g68h     rottura della protezione Safe-Crash per accedere all'interno della cassetta;

o 747g68h     estrazione della bobina dalla cassetta per rotazione sulla cerniera di sostegno;

o 747g68h     apertura della saracinesca di alimentazione del naspo ( all'interno della cassetta)

o 747g68h     svolgimento del naspo tirando dalla lancia nella direzione dell'incendio;

o 747g68h     presa corretta della lancia

o 747g68h     apertura del rubinetto di lancia e orientamento del getto verso l'incendio.



Gli idranti UNI 70 generalmente installati all'esterno delle attività lavorative, vengono utilizzati dai VVFF o da operatori particolarmente addestrati. Hanno una portata di 350 l/min. alla pressione di 4 bar.

Alcuni di questi presidi sono utilizzati dai VV.FF. per il rifornimento dei mezzi di soccorso. o comprimere acqua all'interno dell'impianto antincendio.



IMPIANTI DI SPEGNIMENTO AUTOMATICO AD ACQUA

(tipo sprinkler)


Sono impianti di spegnimento che si attivano automaticamente da rivelatori di fumo o fiamma o calore o dalla rottura di ampolline termosensibili.

Generalmente vengono installati in aree non presidiate ( magazzini , ecc.) e in casi in cui si supera un determinato carico di incendio.


IMPIANTI DI RIVELAZIONE INCENDI


Tali impianti rivelano tempestivamente il processo di combustione dalla presenza di fumi o fiamma o calore.

Possono essere classificati in base alla tipologia di azionamento in rivelatori di:

- 747g68h 747g68h   calore

- 747g68h 747g68h   fiamma

- 747g68h 747g68h   fumo

- 747g68h 747g68h   gas



DISPOSITIVI DI SEGNALAZIONE E DI ALLARME

Pulsanti di allarme

Fa parte degli impianti manuali di allarme che viene attivato da chi scopre l'incendio tramite un pulsante rosso dislocato in prossimità delle uscite di sicurezza.

Tale dispositivo attiva un allarme acustico che ha lo scopo di avvertire del pericolo incendio (campanello di allarme).

ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA


Deve fornire in caso di mancanza di erogazione dell'energia elettrica una illuminazione sufficiente a permettere l'evacuazione in sicurezza dei locali. L'intensità minima richiesta deve essere non inferiore a 5 lux.

L'indicazione di uscita di sicurezza sulle porte devono essere illuminate come pure le vie di esodo per raggiungere i luoghi sicuri in caso di emergenza.

Tale impianto deve essere alimentato da sorgente autonoma.






EVACUATORI DI FUMO E CALORE

Sono finestre poste nella parte più alta della struttura ( tromba delle scale, coperture, tetti, ecc.), protette da plexiglass, apribili tramite servocomando azionato dall'impianto di rivelazione fumo e calore.

Le dimensioni ed il numero sono calcolati in funzione della quantità dei materiali infiammabili presenti nella struttura.

Servono a estrarre all'esterno in modo rapido ed efficiente i gas e fumi caldi che, per convezione, vengono trasportati verso l'alto.



CONTROLLI, VERIFICHE, INTERVENTI DI MANUTENZIONE


Ai sensi dell'art. 5 del DPR 37/98 l'ente o il privato responsabile dell'attività di cui al Certificato di Prevenzione Incendi ha l'obbligo di mantenere in stato di efficienza i sistemi, i dispositivi, le attrezzature e le altre misure di sicurezza antincendio adottate e di effettuare verifiche di controllo ed interventi di manutenzione secondo le cadenze temporali sotto elencate, annotandone le risultanze in apposito registro sempre aggiornato e reso disponibile ai fini dei controlli di competenza del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. Il mancato rispetto di quanto suddetto produce la revoca del documento (CPI) e può comportare l'applicazione dell'art. 650 del CP o della procedura sanzionatoria di cui al D.Lgs. 758/94.


Estintori riferimento alle modalità operative descritte dalla norma UNI 9994.

o 747g68h     Controllo semestrale dello stato di carica.

o 747g68h     Revisione con sostituzione della carica ( per estintori a polvere ogni 36 mesi, per estintori a schiuma ogni 18 mesi, per estintori ad anidride carbonica ogni 60 mesi, per estintori ad idrocarburi alogenati o loro sostitutivi ogni 72 mesi).

o 747g68h     Collaudo della bombola dell'estintore ogni 6 anni.


Idranti e naspi

o 747g68h     Controllo semestrale dell'efficienza di tutte le manichette e di tutte le lance e delle parti soggette ad usura.

o 747g68h     Prova idrostatica annuale delle manichette.


Impianti fissi di rivelazione automatica e di segnalazione manuale d'incendio. Con riferimento alle modalità operative descritte nella norma UNI 9795 relativamente all'esercizio del sistema.

o 747g68h     Ispezioni periodiche semestrali.


Impianti fissi di estinzione automatici a pioggia (sprinkler). Con riferimento alle modalità operative descritte nella norma UNI 9489 relativamente all'esercizio dell'impianto.

o 747g68h     Ispezioni periodiche semestrali.

o 747g68h     Prova delle fonti di alimentazione annuale .

o 747g68h     Revisione generale quando una ispezione ne segnali l'esigenza ed in ogni caso ad intervalli non maggiori di 20 anni.


Evacuatori di fumo e calore. Con riferimento alle modalità operative descritte dalla norma UNI 9494 agli artt. 5,6,7.

o 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h     Controllo di funzionamento annuale.


Uscite di sicurezza, luci di emergenza, porte con caratteristiche di resistenza al fuoco.

o 747g68h 747g68h 747g68h 747g68h     Controllo semestrale dell'efficienza ed integrità di tutte le uscite, relativi percorsi, luci di emergenza, porte tagliafuoco e delle parti soggette ad usura.




UNITA' DI MISURA


temperatura


Grado Celsius (°C) rappresenta in gradi della scala centigrada (°C) la misura della temperatura. Il valore di 0° è quello del ghiaccio fondente e il valore di 100° è quello del vapore saturo alla pressione di 760 mm di mercurio. L'intervallo tra queste due temperature è diviso in 100 parti uguali (da cui il nome di scala centigrada).

Grado Fahrenheit (°F) rappresenta in gradi della scala Fahrenheit la misura della temperatura.

A 0° C corrispondono 32° F mentre a 100° C corrispondono 212° F.


energia


Joule (J) rappresenta l'energia necessaria ad innalzare la massa di un Kg all'altezza di 1 metro. Spesso si usa il MJ (megaJoule) che vale 1.000.000 di volte il Joule.

Chilocaloria o grande caloria ( Kcal ) rappresenta la quantità di calore (o energia) necessaria ad innalzare di 1 °C (da 14,5 °C a 15, 5 °C) 1 Kg di acqua.

1 Kcal = 4185 Joule.


volume


Normalmetrocubo (Nmc ) rappresenta l'unità di volume di un gas (metrocubo) a pressione atmosferica.


pressione


Pascal (Pa) è la pressione esercitata dalla forza di 1 Newton sulla superficie di 1m2 . Pa = Nw/m2. Spesso si usa il MPa (megaPascal) che vale 1.000.000 di volte il Pascal.


Kilogrammo al centimetro quadro (Kg/cm2 ) è la pressione esercitata dalla forza di 1 Kg sulla superficie di 1 cm2.


Metri di colonna d'acqua (m.c.a.) è la pressione esercitata alla base di una colonna d'acqua alta 1 m.


Bar è la pressione corrispondente a 100.000 Pascal.




EQUIVALENZA FRA LE UNITA' DI MISURA DELLA PRESSIONE

m.c.a

bar

Atm

MPa

Pa

kg/cmq







































A S P E T T I    P R A T I C I



COME SI USA L' ESTINTORE A POLVERE


1. 747g68h   

leva di

erogazione

 

flessibile

 

cartellino

 
Assicurarsi della carica dell'estintore che si vuole utilizzare mediante il manometro (la lancetta del manometro deve stare nel settore verde)

2. 747g68h   

palmare

 

spina di sicurezza

 
Prelevare l'estintore con ambedue le mani sollevandolo leggermente per estrarlo dal gancio di trattenuta a muro ( ricordare che un estintore da parete pesa da 10 a 15 Kg circa).

3. 747g68h   

ogiva

 

manometro

 
Impugnare con una mano (generalmente la destra) il "palmare" (elemento di presa dell'estintore posto sulla parte superiore dello stesso) e dirigersi verso l'incendio fino a distanza di sicurezza (2 - 3 metri).

4. 747g68h    Togliere la spina di sicurezza tirando con forza l'occhiello per sbloccare la maniglia di erogazione.

5. 747g68h    Con una mano si impugna l'estintore dal "palmare" e con l'altra si impugna il tubo flessibile di erogazione.

6. 747g68h    Avvicinarsi al focolaio fino ad una distanza utile per l'estintore (circa 1,5 m).

7. 747g68h    Chinarsi per far partire il getto da una posizione bassa e per evitare di inalare fumi.

8. 747g68h    Schiacciare con decisione la leva posta sul "palmare" e con movimento rapido a ventaglio dirigere il getto alla base delle fiamme scaricando tutto il contenuto della bombola.

9. 747g68h    Ripetere le operazioni con una seconda bombola se la prima non è sufficiente.



da ricordare:


- 747g68h     l'estintore a polvere è caricato a circa 7,5 bar con una polvere inerte non tossica finissima che invade rapidamente l'ambiente chiuso. Il gas che tiene in pressione la bombola è generalmente azoto.

- 747g68h     Non usarlo a meno che non vi siano motivi di urgenza, su apparecchiature delicate e costose, in quanto le danneggia seriamente.

- 747g68h     Non usarlo possibilmente contro le persone in particolare, indirizzando il getto verso le vie respiratorie.

- 747g68h     Il getto dell'estinguente deve essere indirizzata diretta alla base delle fiamme e non in alto.

- 747g68h     Dopo l'uso dell'estintore è indispensabile arieggiare l'ambiente per allontanare le polveri residue.

- 747g68h     Si può usare su qualsiasi tipo di incendio.


Come si riconosce l'estintore a polvere


- 747g68h 747g68h   Bombola di colore totalmente rosso con tubo flessibile e manometro di indicazione della carica.

- 747g68h 747g68h   Capacità da 6 a 15 Kg di sostanza estinguente per quelli portatili e maggiori di 20 Kg fino a 120 Kg per quelli carrellati.








COME SI USA L'ESTINTORE A CO2 (anidride carbonica)


1. 747g68h  

spina di sicurezza

 
Prelevare l'estintore con ambedue le mani sollevandolo leggermente per estrarlo dal gancio di trattenuta a muro ( ricordare che un estintore installato a parete pesa da 10 a 15 Kg circa).

2. 747g68h   Impugnare con una mano (generalmente la destra) il "palmare" (elemento di presa dell'estintore posto sulla parte superiore dello stesso) e dirigersi verso l'incendio fino a distanza di sicurezza (2 - 3 metri).

3. 747g68h   Togliere la spina di sicurezza tirando con forza l'occhiello per sbloccare la maniglia di erogazione.

4. 747g68h   Con una mano si impugna l'estintore dal "palmare" e con l'altra si afferra il tubo flessibile con terminale a tromba, sull'apposita impugnatura.

5. 747g68h   Avvicinarsi al focolaio fino ad una distanza utile per l'estintore (circa 1,5 m).

6. 747g68h   Chinarsi per far partire il getto da una posizione bassa e per evitare di inalare fumi.

7. 747g68h   Schiacciare con decisione la leva posta sul "palmare" e con movimento rapido a ventaglio dirigere il getto alla base delle fiamme scaricando tutto il contenuto della bombola.

8. 747g68h   Ripetere le operazioni con una seconda bombola se la prima non è sufficiente.


da ricordare


- 747g68h 747g68h 747g68h l'estintore a CO2 è caricato a circa 75 bar di pressione con gas inerte (anidride carbonica) che nella fuoriuscita (espansione) si raffredda rapidamente.

- 747g68h 747g68h 747g68h non dirigere mai il getto verso le persone in quanto il gas raffreddato provoca ustioni a freddo a contatto con la pelle.

- 747g68h 747g68h 747g68h Si può usare per qualsiasi tipo di incendio però è consigliabile utilizzarle su impianti e apparecchiature elettriche sotto tensione o per apparecchiature particolarmente delicate e costose perché non lascia residui , quindi non danneggia l'apparecchiatura.


come si riconosce l'estintore a CO2


- 747g68h 747g68h   Bombola di colore rosso con ogiva (parte superiore) di colore grigio, con tubo flessibile e terminale di espansione a tromba.

- 747g68h 747g68h   Non è corredato di manometro per verificare lo stato di carica. La carica viene verificata mediante la pesatura dell'estintore.

- 747g68h 747g68h   Capacità da 9 Kg lordi fino a 15 Kg.



CHI USA UN ESTINTORE DEVE RICORDARE CHE



- 747g68h     Un estintore generalmente ha un tempo di scarica di circa 15 secondi per cui la sua azione può risultare efficace solo per focolai di incendi o piccoli incendi.



- 747g68h     L'azione di un estintore è efficace se la distanza tra l'estintore ed il focolaio non è eccessiva (di solito da 1 a 2 metri). A distanze maggiori il prodotto si disperde nell'ambiente senza interessare il focolaio, vanificando l'intervento.

- 747g68h     La capacità estinguente dipende dalla tipologia e dalla quantità di sostanza estinguente contenuta nella bombola. Per aree a maggior rischio sono utilizzati estintori carrellati di capacità fino a 120 Kg. di sostanza estinguente.








COME SI USA IL NASPO


1) 747g68h 747g68h Utilizzare la cassetta antincendio più vicina all'incendio. Ricordarsi che il tubo è lungo circa 20 m e che il getto arriva a circa 5-6 m dalla lancia.

2) 747g68h 747g68h Rompere la protezione di plastica (Safe-crash) per accedere rapidamente al contenuto della cassetta. E' preferibile usare i guanti in queste operazioni per evitare infortuni alle mani.

3) 747g68h 747g68h Estrarre la bobina porta-tubo dalla cassetta con movimento deciso. La bobina è incernierata e rimane attaccato al muro ma libera di ruotare.

4) 747g68h 747g68h Aprire il rubinetto a leva interno alla cassetta previa verifica che il rubinetto di lancia sia chiuso (in posizione traversale rispetto alla lancia).

5) 747g68h 747g68h Impugnare la lancia con ambedue le mani e tirare per svolgere il tubo nella direzione dell'incendio.

6) 747g68h 747g68h Posizionarsi ad una distanza opportuna (da 3 a 5 m circa) impugnando saldamente la lancia con una mano e con l'altra aprire il rubinetto di lancia.

7) 747g68h 747g68h Dirigere il getto dell'acqua sulle fiamme dall'alto verso il basso.


da ricordare:


- 747g68h 747g68h     Il naspo utilizza acqua industriale o acqua potabile della rete idrica cittadina per spegnere l'incendio. La lunghezza del tubo svolto è di circa 20 m con un diametro del tubo da 20 a o da 25 mm.

- 747g68h 747g68h     Non riutilizzare su apparecchiature elettriche sotto tensione o su materiali che possono reagire con l'acqua.

- 747g68h 747g68h     Il getto di acqua a pressione produce sulla lancia delle forze per cui è importante, per evitare infortuni, impugnare saldamente e con decisione la lancia.

- 747g68h 747g68h     La bobina deve essere estratta dalla cassetta per poter essere utilizzata.

- 747g68h 747g68h     Nell'impianto di alimentazione vi è costantemente acqua in pressione (minimo garantito 1,5 bar) per cui il naspo può essere utilizzato immediatamente aprendo i rubinetti di erogazione.



Come si riconosce un naspo

E' una cassetta a parete (sporgente o incassata nel muro) con sportello protetto di plastica antinfortunistica (tipo safe-crash) trasparente che lascia vedere il contento all'interno.


- 747g68h 747g68h   All'interno contiene :

- 747g68h 747g68h   Rotolo di tubo flessibile di circa 20 m di lunghezza di diametro 20 o 25 m generalmente di colore rosso (bobina). La bobina è attaccata alla parete tramite un braccio incernierato.Le estremità sono collegate l'una all'impianto fisso con un rubinetto a leva e l'altra (estremità libera) alla lancia di erogazione.

- 747g68h 747g68h   Rubinetto a sfera con comando a leva sul tubo di alimentazione dell'impianto.

- 747g68h 747g68h   Rubinetto a sfera con comando a leva sulla lancia.








COME SI USA L'IDRANTE UNI 45


- 747g68h 747g68h   Utilizzare la cassetta o colonnina antincendio più vicina all'incendio. Ricordarsi che il tubo è lungo circa 20 m e che il getto arriva a circa 5-6 m dalla lancia.

- 747g68h 747g68h   Rompere la protezione di plastica (Safe-crash) per accedere rapidamente al contenuto della cassetta. E' preferibile usare i guanti in queste operazioni per evitare infortuni alle mani.

- 747g68h 747g68h   Estrarre la manichetta arrotolata al suo interno.

- 747g68h 747g68h   Lanciare in zona libera verso l'incendio la manichetta "arrotolata doppia" per svolgerla.

- 747g68h 747g68h   Avvitare l'estremità femmina alla bocchetta all'interno della cassetta o sulla colonnina.

- 747g68h 747g68h   Aprire il rubinetto a volantino nella cassetta o sulla colonnina.

- 747g68h 747g68h   Prendere rapidamente la lancia e l'estremità libera della manichetta e, correndo verso l'incendio, avvitare la lancia al raccordo di manichetta.

- 747g68h 747g68h   Arrivato ad una distanza di sicurezza dall'incendio (circa 5 m.) dirigere il getto dell'acqua, che nel frattempo ha raggiunto la lancia, sulle fiamme con movimento dall'alto verso il basso.



Come si riconosce un idrante


A parete

E' una cassetta sporgente o incassata nel muro che all'interno contiene:

- 747g68h 747g68h   una manichetta (tubo flessibile di materiale sintetico in nylon) della lunghezza di 20 m. arrotolato a doppio con le estremità di raccordo maschio-femmina libera.

- 747g68h 747g68h   lancia UNI 45 in rame con getto pieno non intercettato da rubinetto (oppure a getto frazionato con comando di regolazione sulla lancia).

- 747g68h 747g68h   tubo di alimentazione intercettato da rubinetto a volantino internamente alla cassetta.


A colonnina

Colonnina a terra (sopraterra) con attacco singolo o doppio e rubinetto di intercettazione a rotazione (sulla testa della colonnina). L'uso di un solo attacco implica che il secondo sia tappato (tappo a vite). La cassetta vicina alla colonnina contiene gli stessi elementi dell'idrante a parete.



da ricordare


- 747g68h 747g68h   l'idrante UNI 45 deve essere utilizzato da personale esperto espressamente addestrato.

- 747g68h 747g68h   la pressione minima è di 1,5 bar con una portata di 150 litri/min sulla lancia, quindi necessita di una tenuta salda della per evitare infortuni all'operatore.

- 747g68h 747g68h   Utilizzare il presidio con dispositivi di protezione adeguati (guanti, elmetti, scarpe, cinturone, ecc.).


















COSA DEVE FARE IL DIPENDENTE DI UN ATTIVITA' SE AVVISTA UN PRINCIPIO DI INCENDIO;

1) 747g68h 747g68h deve avvisare il posto per l'attivazione emergenza telefonando immediatamente al numero noto affisso in Azienda (n° xxxx) specificando con precisione quanto sta succedendo e dove.

2) 747g68h 747g68h Se c'è pericolo per le persone non dipendenti o non autonome in prossimità del focolaio, condurre tali persone in un luogo sicuro e allontanare i materiali infiammabili dal focolaio.

3) 747g68h 747g68h Indicare alle persone estranee alla struttura ad orientarsi dando indicazioni utili per raggiungere rapidamente l'esterno o un luogo sicuro.

4) 747g68h 747g68h Verificare che le porte di compartimentazione tra i vari ambienti siano chiuse per evitare che l'incendio e il fumo si propaghi alle aree circostanti (spesso le porte di compartimentazione locali rimangono aperte per comodità funzionale).

5) 747g68h 747g68h Intervenire sul principio di incendio utilizzando i presidi antincendio installati per evitare che il focolaio si possa estendere rapidamente in altri ambienti. Tutti i dipendenti presenti in Azienda devono avere le nozioni minime sul rischio incendio, saper utilizzare i presidi antincendio installati (estintori e idranti) e conoscere le procedure da intraprendere in caso di emergenza.

6) 747g68h 747g68h Cercare di allontanare i fumi dall'ambiente aprendo le finestre verso l'esterno e non le aperture che mettono in comunicazione con altri locali.

7) 747g68h 747g68h Non compiere atti che possano mettere a rischio la propria e l'altrui incolumità.

8) 747g68h 747g68h Se la gravità della situazione lo richiede collaborare alla evacuazione, secondo indicazioni e direttive riportate sul "Piano di emergenza e di evacuazione" Aziendale.

9) 747g68h 747g68h All'arrivo degli addetti esterni VVFF collaborare per dare indicazioni utili sulla situazione, persone coinvolte, materiali infiammabili ed impianti particolari presenti in prossimità dell'incendio.

10) 747g68h Allontanarsi dal luogo dell'incendio senza usare l'ascensore sconsigliandone anche l'uso agli altri presenti e stazionare presso il punto di raccolta (R) per la verifica delle persone presenti in Azienda.


COSA DEVONO FARE GLI ADDETTI INTERNI ALLE SQUADRE DI PRIMO INTERVENTO IN CASO DI INCENDIO:

1) 747g68h 747g68h Avvertiti dall'operatore P.A.E. attivarsi immediatamente seguendo le procedure previste dal piano di emergenza ed evacuazione aziendale.

2) 747g68h 747g68h Indossare i Dispositivi di Protezione individuali, ritirare gli attrezzi utili all'intervento, presso la POSTAZIONE ATTREZZATA più vicina e raggiungere immediatamente il luogo dove si è verificato l'incendio.

3) 747g68h 747g68h Sul luogo dell'evento attivarsi immediatamente secondo le procedure e l'addestramento ricevuto nel corso di informazione e formazione. In particolare allontanare tutte le persone presenti (disabili) trasportandoli in luogo sicuro e invitare i presenti ad allontanarsi seguendo ordinatamente le via di esodo senza utilizzare gli ascensori.

4) 747g68h 747g68h Allontanare tutti i materiali infiammabili presenti in prossimità dell'incendio e verificare la chiusura delle porte di compartimentazione al fine di contenere il propagarsi di fiamme e fumo in altri ambienti.

5) 747g68h 747g68h Attenersi alle indicazioni e disposizioni del CAPO SQUADRA in particolare in ordine prioritario per le attività di salvataggio delle persone e per l'intervento di spegnimento con i presidi antincendio.

6) 747g68h 747g68h Seguire scrupolosamente per ogni incarico affidato dal capo squadra le procedure acquisite durante la formazione e l'addestramento.

7) 747g68h 747g68h Non compiere azioni che possono mettere a repentaglio la propria e l'altrui sicurezza o manovre di cui non si ha la competenza (intercettazione di impianti o interventi su attrezzature).

8) 747g68h 747g68h All'ordine del CAPO SQUADRA recarsi in portineria all'ingresso della struttura e attendere l'arrivo dei VVFF per condurli celermente sul luogo dell'incendio.

9) 747g68h 747g68h Collaborare attivamente con i soccorsi esterni (VVFF) per il salvataggio delle persone rimaste coinvolte. Prestare collaborazione nell'allontanamento dei materiali infiammabili e fornire tutte le indicazioni utili sulla struttura non conosciute dai soccorritori esterni.

10) 747g68h Collaborare con i responsabili dell'emergenza (RSPP, Responsabile tecnico e Responsabile antincendio) ad effettuare una verifica al punto di raccolta ( R ) dell'effettivo allontanamento di tutti gli occupanti la struttura.


Periodicamente gli addetti alle squadre di primo intervento effettuano controlli dello stato di efficienza di tutti i presidi antincendio installati nel proprio ambiente di lavoro, comunicando tale controllo al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. Tutti gli addetti alle squadre di emergenza e tutti i dipendenti dell'Azienda, devono comunicare tempestivamente qualsiasi anomalia riscontrata sui presidi antincendio che ne possono compromettere la funzionalità in caso di emergenza al datore di lavoro o la RSPP.

Periodicamente (almeno una volta l'anno) devono essere svolti in Azienda prove di simulazioni di emergenza, al fine di verificare l'idoneità delle procedure riportate sul "Piano di emergenza ed evacuazione" aziendale. Tali prove di simulazioni sono necessarie anche per rinfrescare ai dipendenti, compresi anche quelli addetti al primo intervento, tutte le procedure ed azioni da compiere in caso di emergenza.



DISPOSITIVI DI PROTEZIONE ATTIVE


- 747g68h 747g68h   Estintori manuali a polvere da 6 e da 9 Kg (contenuto della sostanza estinguente);si trovano dislocati in tutto l'ospedale; generalmente sono appesi a muro con apposito gancio, in posizione ben visibile, ad altezze di persona adulta; più raramente sono appoggiati a terra.



- 747g68h 747g68h   Estintori automatici a polvere; Si trovano nelle centrali termiche collocati sopra i bruciatori; dotati di ampolla termolabile si aprono automaticamente quando vengono investiti da calore eccessivo.


- 747g68h 747g68h   Estintori manuali a CO2 da 15 Kg. lordi; di norma sono installati vicino ai quadri di distribuzione dell'energia elettrica; negli ospedali sarebbe preferibile utilizzare soprattutto questo tipo di estintore considerato il genere di attività svolta e le apparecchiature presenti;



- 747g68h 747g68h   Estintori carrellati a polvere; si trovano dove è necessaria una grossa capacità estinguente generalmente utilizzati per grossi carichi d'incendio: centrali termiche, ecc.;



Cassetta UNI 25 contenente un naspo arrotolato su bobina lungo 25m del diametro 25mm già collegato e pronto all'uso con lancia terminale, intercettata da rubinetto a leva. Un altro rubinetto di intercettazione è installato all'interno della cassetta sull'attacco di alimentazione del naspo.

Si trovano dislocati nei reparti internamente all'ospedale.


Cassetta per idrante UNI 45 formata da una cassetta a parete con protezione di sicurezza (safe-crash) contenente:

manichetta flessibile in tela sintetica da 20m , arrotolata, con bocchettoni terminali in ottone, maschio- femmina;

lancia a getto libero pieno, in rame;

saracinesca di apertura a volantino con bocca UNI 45;

E' necessario montare correttamente gli elementi di cui è composto l'idrante al momento del suo utilizzo.

Si trovano sia all'interno che all'esterno dell'ospedale; sono riconoscibili dalla cassetta oppure dalla colonnina rossa per quelli esterni.








- 747g68h 747g68h   Idrante UNI 70 a parete o a colonnina contenente gli stessi elementi dell'UNI 45 ma di dimensioni maggiori per portate superiori (350l/min a 4 bar). Generalmente questi attacchi vengono utilizzati dai VV.FF. per il rifornimento dei mezzi antincendio(attacco particolare) o per immettere acqua all'interno dell'impianto della struttura.

Rivelatori di fumo, fiamme e calore: sono installati a soffitto e rivelano la presenza di fumo o calore o fiamme; servono ad attivare un allarme o attivano direttamente dei sistemi antincendio tramite delle centraline di controllo.


- 747g68h 747g68h   Pulsanti manuali di allarme sono installati generalmente in prossimità degli ingressi o delle uscite di sicurezza; attivano un allarme acustico locale.


Avvisatori acustici antincendio (campanelli); avvertono dell'emergenza in atto una volta attivati dai pulsanti manuali;



- 747g68h 747g68h   Illuminazione di emergenza garantisce l'illuminazione minima necessaria per l'evacuazione delle persone in caso di mancanza di energia elettrica (illuminamento minimo di 5 lux sulle vie di fuga); vengono alimentate da gruppo elettrogeno o in alcuni casi da sorgente autonoma (batteria sempre carica in tampone)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE PASSIVE


- 747g68h 747g68h   Porte REI resistenti al fuoco (usate per compartimentare): si riconoscono per la consistenza della porta che è coibentata internamente con materiali resistenti al fuoco; sono dotate di targa di identificazione sulla porta e certificato di conformità.


- 747g68h 747g68h   Porte di emergenza: riconoscibili dal maniglione antipanico (usate sulle vie di fuga) servono a compartimentare e ad immettere sulle vie di fuga; Non devono esser chiuse a chiave o con altri mezzi che possano impedire la loro agevole apertura a spinta in caso di incendio.




- 747g68h 747g68h   Scala antincendio: scala di sicurezza antincendio esterna alla struttura di solito collocata all'estremità del fabbricato.




- 747g68h 747g68h   Cartelli di orientamento cartellonistica per l'orientamento funzionale all'interno della struttura.



- 747g68h 747g68h   Cartelli di sicurezza: cartellonistica per orientare le persone in caso di emergenza; segnalano anche divieti, obblighi, presidi antincendi.





- 747g68h 747g68h   Uscite di sicurezza uscite che conducono ad un luogo sicuro interno od esterno.

Vie di esodo: le vie da percorrere in caso di emergenza, opportunamente segnalate e dimensionate al numero massimo di persone presenti in Azienda.




I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)


Casco di protezione con visiera (elmetto)


Serve alla protezione del capo e del viso; deve essere in materiale leggero e resistente agli urti; lo schermo è in policarbonato; deve avere la cinghia sottogola regolabile.



Indumenti di protezione (giacca e pantalone)

Gli indumenti di protezione per gli addetti alle squadre antincendio devono essere in grado di proteggere gli operatori dalle temperature che si possono sviluppare nelle zone operative; sono confezionati con tessuti che non partecipano alla combustione (ad esempio nomex). Devono permettere un'agevole libertà di movimento ed essere traspiranti.






Guanti termici

Guanti anticalore per la protezione delle mani e per una presa più agevole sia dell'estintore che dell'idrante. Hanno la marcatura CE e sono certificati come DPI.


Guanti di crosta

hanno caratteristiche di protezione sufficienti in molte applicazioni salvo dove è richiesta una specifica protezione contro le alte temperature.


Autoprotettore

E' un dispositivo per effettuare attività in ambienti con carenza di ossigeno o con presenza di gas tossici, poiché l'aria per respirare è fornita da una bombola. Tale dispositivo è composto da una bombola di aria in pressione (250 bar) collegato ad un riduttore di pressione che immette aria nella maschera ad una pressione leggermente superiore a quella atmosferica. Il contenuto della bombola ha una autonomia di circa 30 minuti riscontrabile anche dal manometro di indicazione della carica della bombola e da un allarme acustico che si attiva prima (10 minuti) della fine carica.



Maschera a filtro : utilizzato con idoneo filtro in quegli ambienti in cui si teme la presenza di gas o vapori tossici; è necessario conoscere la sostanza presente per poter utilizzare il filtro giusto.


Scarpe antinfortunistiche

Costruite con materiale resistenti al calore, con punta antischiacciamento e suole antiperforanti.




Accessori per il salvataggio ( corda , piccozza, pinza, imbracatura di sostegno, cesoia, leva, ecc.)


Coperta ignifuga

Realizzata in tessuto impregnato di particolari gel anticalore; viene utilizzata nel salvataggio delle persone.



CARTELLI DI SICUREZZA










 





























































Il PIANO DI EMERGENZA


Il D.Lgs 626/94 prescrive misure per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori durante il lavoro in tutti i settori di attività privati e pubblici.

L'art. 3, tra le misure generali di tutela, indica le misure di emergenza da attuare in caso di pronto soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave ed immediato.

Il Datore di Lavoro adotta le misure necessarie per la Sicurezza e la Salute dei lavoratori, ed in particolare, designa preventivamente i lavoratori incaricati delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di Pronto Soccorso e , comunque, di gestione dell'emergenza.

Adotta le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dà informazioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa.

Adotta le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e della evacuazione dei lavoratori, nonché per il caso di pericolo grave ed immediato; tali misure devono essere adeguate alla natura della attività, alle dimensioni dell'azienda ovvero all'unità produttiva ovvero al numero dei presenti.

Ai fini della prevenzione incendi, evacuazione dei lavoratori e Pronto Soccorso si fa riferimento a quanto prescritto nel capo III del D.Lgs 626/94.

Il Datore di Lavoro organizza i necessari rapporti con i servizi pubblici in materia di Pronto Soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell'emergenza. Programma gli interventi, prende i provvedimenti e dà istruzioni affinché i lavoratori possano, in caso di pericolo grave ed immediato che non può essere evitato, cessare la loro attività ovvero, mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro.

I criteri e le procedure da seguire in caso di emergenza sono codificati nel piano operativo per la gestione dell'emergenza.


OBIETTIVI DI UN PIANO DI EMERGENZA


  • Salvataggio delle persone internamente alla struttura nonché prevenire i danni ambientali e strutturali e danni ai beni strumentali.
  • Definire un piano operativo con compiti di ognuno durante la fase di intervento e l'individuazione delle figure responsabili dell'emergenza.
  • Organizzare contromisure tecniche per l'emergenza di ogni tipo.
  • Coordinare gli interventi, a tutti i livelli , del personale.
  • Coordinare l'intervento interno con quello esterno degli Enti preposti alla sicurezza.
  • Evitare che l'attivazione del piano di emergenza possa provocare ulteriori emergenze.
  • Evitare, per quanto possibile, il blocco delle attività lavorative.



















IL PIANO OPERATIVO DI EMERGENZA E DI EVACUAZIONE AZIENDALE


E' la pianificazione degli interventi che l'Azienda deve compiere per far fronte ad episodi di emergenza che possano mettere improvvisamente a rischio l'incolumità e la salute dei dipendenti e delle persone presenti all'interno dell'Azienda o che possano mettere a rischio l'organizzazione aziendale.

Tali interventi sono codificati in procedure approvate dal Datore di Lavoro in cui sono codificate in dettaglio le modalità di intervento in base alla tipologia di emergenza avvenuta.

Si sottolinea che l'obiettivo primario da conseguire attraverso il piano di emergenza ed evacuazione è quello del salvataggio e dell'incolumità delle persone, dei visitatori e degli operatori presenti in Azienda al momento dell'emergenza.

Le persone che debbono intervenire in caso di emergenza sono i dipendenti espressamente addestrati e incaricati dal Datore di Lavoro ai sensi del D.Lgs 626/94 art. 4 punto 5.

Le persone incaricate dovranno formare una SQUADRA AZIENDALE DI PRIMO INTERVENTO numericamente sufficiente a far fronte nell'immediatezza all'emergenza che si sta verificando e devono essere addestrate con corsi teorico-pratici per poter agire con competenza senza mettere a rischio la propria vita durante le operazioni atte a contenere l'emergenza.


Organizzazione dell'emergenza aziendale

  • Attivazione dei collegamenti interni ed esterni per gli interventi immediati sul posto dell'emergenza;
  • Addestramento e attivazione delle Squadre Aziendali di Pronto Intervento;
  • Addestramento all'evacuazione del personale , metodi per l'allontanamento del personale da aree a rischio attraverso vie preferenziali.
  • Determinazione delle figure responsabili ( Capo squadra della squadra di primo intervento, Responsabile antincendio e emergenza, Responsabile della sicurezza);
  • Disponibilità di mezzi tecnici per le comunicazioni interne e esterne (telefono fisso, radiotelefoni aziendali , cellulari, megafoni, ecc.)

o 747g68h     Disponibilità di mezzi o collegamenti veloci per il trasporto in emergenza (ambulanze, elicotteri, ecc.)

o 747g68h     Centro di raccolta e smistamento ordini e notizie

o 747g68h     Collegamento esterno con le strutture per l'accoglienza dei feriti.



il piano operativo


Le procedure operative rappresentano le azioni da compiere nei vari momenti dell'emergenza (in sequenza) e l'indicazione delle persone che devono compiere tali azioni.


Il piano operativo di emergenza definisce :


o 747g68h     Verifica emergenza, allertamento

o 747g68h     Attivazione della Squadra Aziendale di Primo Intervento

o 747g68h     Procedure di intervento

o 747g68h     Coordinamento e collaborazione con le forze esterne;

o 747g68h     Procedure di evacuazione e messa in salvo delle persone;

o 747g68h     Verifica e decreto di fine emergenza;

o 747g68h     Verifica danni e atti amministrativi ( verbali, relazione sull'accaduto, ecc.);



Il piano di evacuazione facente parte del piano di emergenza, indicherà i comportamenti da adottare per garantire la completa evacuazione in sicurezza delle persone dalla struttura.







LE FIGURE AZIENDALI DEL PIANO DI EMERGENZA




L'OPERATORE ADDETTO AL POSTO PER l'ATTIVAZIONE DELL'EMERGENZA (P.A.E.)


E' il punto di riferimento telefonico per la denuncia di un evento straordinario di emergenza,

Si raggiunge tramite un numero telefonico dedicato che viene portato a conoscenza di tutti.

Allerta le unità operative che agiscono in caso di emergenza e attiva la Squadra Aziendale di Primo Intervento .



LA SQUADRA AZIENDALE DI PRIMO INTERVENTO


E' formata dalle persone incaricate dall'Azienda di gestire il primo intervento in situazioni di emergenza.

Le persone incaricate sono addestrate ad ogni tipo di emergenza da fronteggiare, in particolare all'emergenza incendio. Esse hanno seguito un corso di addestramento adeguato al tipo di attività dove prestano la propria opera, conformemente a quanto stabilito dalla normativa attuale.

Tale squadra ha il compito di intervenire per il salvataggio delle persone, fronteggiare l'emergenza, limitare i danni alle persone ed alle cose, collaborare con le forze istituzionalmente preposte all'emergenza.

In gestione ordinaria hanno il compito di effettuare controlli e verifiche sull'impianto e attrezzature antincendio secondo procedure e programmi dettati dall'Azienda.



Il CAPOSQUADRA è il componente della squadra di primo intervento incaricata di coordinare l'intervento di emergenza seguendo le procedure approvate e prendendo ogni decisione adeguata in assenza delle altre figure preposte all'emergenza.



IL RESPONSABILE ANTINCENDIO


E' l'addetto che programma le attività delle persone incaricate dell'emergenza compresa l'attività routinaria di verifica e controllo impianti e dispositivi , di aggiornamento, di formazione e addestramento, di simulazioni e verifiche dell'efficienza degli interventi.

Si occupa, sotto il coordinamento del Servizio di Sicurezza e Protezione Aziendale, anche degli aspetti programmatori che riguardano la sicurezza antincendio.












Questo manuale composto di 32 pagine è stato realizzato per l'informazione dei dipendenti delle Aziende, in ottemperanza alla normativa sulla sicurezza vigente. Se ne vieta la riproduzione e si declina ogni responsabilità per uso improprio di quanto riportato.






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