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Platone (Atene 428/427-348/347 a.C.), filosofo greco

storia



Platone (Atene 428/427-348/347 a.C.), filosofo greco. E' uno dei pensatori dell'antichità che hanno maggiormente   

influenzato la cultura occidentale. L'età d'oro della Grecia Periclea era ormai al tramonto.


Il suo pensiero:

una esigenza di spiegazione totale della realtà (una serietà fondamentale nei confronti del problema dell'esistenza)

una consapevolezza che tale spiegazione non è facile, banale, immediata: di qui l'importanza della ricerca, e quindi il dialogo e il mito.

la realtà vera non è il mondo che è oggetto della sensazione, mutevole e imperfetto, ma una realtà immutabile e perfetta, che può essere affermata solo dal pensiero: il mondo intelligibile;



tale realtà deve esistere, altrimenti non si spiegherebbe a) perché noi pensiamo in base a delle categorie di perfezione e di stabilità, non si spiegherebbe insomma perché a 858g69i bbiamo in noi una conoscenza, un sapere immutabile e perfetto (quale la matematica o la filosofia); b) non si spiegherebbe il movente adeguato della realtà umana (meccanicisticamente inspiegabile)

tale mondo intelligibile non va inteso come esangue concettualità puramente mentale, ma al contrario esso è vera realtà, anzi la vera realtà, assoluta, stabile e perfetta (Cratilo), immutabile (Fedone), essere in senso pieno (Repubblica): è semmai il mondo sensibile e materiale ad essere una realtà imperfetta e relativa, ombra e copia delle Idee (cfr. il mito della caverna);

il mondo delle Idee è strutturato in modo gerarchico:










anche perchè richiamati dal mondo sensibile, che è imitazione (mimesi) e partecipazione (metessi) del mondo intelligibile, perfetta e assoluta bellezza ...

in noi c'è il desiderio di raggiungere tale mondo, intelligibile (o mondo delle idee): siamo infatti "imparentati" con esso, la nostra più vera essenza è l'anima, che è spirituale e immortale come le idee;

infatti l'anima preesiste al corpo, e non è distrutta alla morte del corpo; in essa alberga una memoria (reminiscenza o anamnesi) delle idee (viste nei periodi di distacco dal corpo e di contemplazione del mondo intelligibile), e un desiderio di esse, memoria e desiderio accesi dalle cose, che delle idee sono imitazione e partecipazione

in particolare il desiderio che spinge l'anima a risalire verso il mondo intelligibile e la sua bellezza, è visto (miticamente) come figlio di Penìa (Povertà) e Poros (Ricchezza): nasce da un non pieno possesso di ciò a cui aspira (povertà), pur implicando una certa partecipazione (ricchezza) ad esso. Così come la attrattiva sessuale implica una originaria unità, successivamente scissa e di cui si cerca una ricostruzione (mito di Androgino, nel Simposio, in cui si teorizza anche la ascesa attraverso la scala della bellezza).

oltre alla ascesa dell'eros vi è quella della conoscenza: dai gradi inferiori si risale al vertice del sapere (pistis, eikasia, dianoia e noesis sono le quattro fondamentali tappe).

Non solo l'individuo aspira alla perfezione del mondo intelligibile, ma anche la polis, la collettività deve cercare di conformarvisi il più possibile (è il tema delle opere politiche di Platone, che teorizzò una società utopica, quale massima imitazione della perfezione intelligibile).

Platone: pensiero politico


La Repubblica: opera massima di Platone. Il motivo centrale è la formazione di una comunità perfetta, nella quale il singolo trovi la sua perfetta formazione.


I filosofi devono andare al potere


Nessuna comunità può sussistere senza giustizia. Essa è considerata fondamentale della nascita e della vita dello Stato.


Lo Stato deve essere costituito da tre classi:


  1. governanti
  2. guerrieri
  3. cittadini

alla 1. classe appartiene la saggezza (basta che i governatati siano saggi, perché lo sia anche lo Stato)

alla 2. classe appartiene il coraggio

alla 3. classe appartiene la temperanza (come accodo tra governanti e governati)


La giustizia comprende tutte e tra queste virtù.

Lo stato è giusto quando ogni individuo attende solo al compito che gli è proprio. La giustizia è l'accordo dell'individuo con la comunità.



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Giustizia: Armonia ed equilibrio fra le varie parti dell'anima della virtù e delle classi.


Per Platone la divisione degli individui in classi- funzioni non dipende da un fatto ereditario, ma da un fatto antropologico e psicologico, ossia da come si è come uomini.

Ma non si tratta di "caste" chiuse, infatti, per Platone un uomo può sia innalzarsi alla casta più alta, sia scendere a quella più bassa. Lo stesso vale per i figli che nascono da genitori di determinate caste, essi possono diventare; governanti, guerrieri, o semplici cittadini. Ma questo passaggio avviene in casi straordinari; visto che " [.] voi generate figli simili a voi stessi [.]"

Per far si che lo stato funzioni bene Platone suggerisce la comunanza dei beni; affinché si adoperi per tutta la comunità.

Anche le donne devono essere in comune. "nessuno deve avere una moglie propria, le donne saranno comuni degli uomini." Ciò non implica ne la prostituzione, ne la subordinazione della donna all'uomo, anzi donne e uomini devono stare allo stesso piano. Le unioni matrimoniali saranno temporanee e verranno stabilite dallo Stato. I figli verranno tolti fin dalla nascita ai loro genitori, così si vivrà come in una grande famiglia.

I custodi , prima di saper custodire gli altri, sano custodirsi.

I custodi dello Stato, in quanto tali, amanti della sapienza e della giustizia, sono di per se stessi felici.

Platone sa che uno stato del genere non esiste sulla terra, ma può essere usato come modello per migliorare.


Le degenerazioni dello stato:

  1. Timocrazia, governo fondato sull'onore > uomo timocratico (ambizioso, comandante)
  2. Oligarchia, governo fondato sul censo > uomo ricco (avido di ricchezze
  3. Democrazia, governo fondato sulla libertà dei cittadini > uomo democratico (che tende ad abbandonarsi a desideri smodati)
  4. Tirannide, governo fondato sul comando del tiranno > uomo tiranno (schiavo delle passioni, infelice)

Platone: la Repubblica


I personaggi della Repubblica sono simboli e interpreti di due diverse concezioni politiche: Cefalo e Trasimaco


Cafalo (esponente della tradizione conservatrice): la giustizia consiste nel fare il bene degli amici e il male dei nemici 


Trasimaco (intellettuale e anticonformista): la giustizia è l'utile del più forte;


Platone: non esiste la giustizia come essenza universale, ma solo il "sapere" di volta in volta come è bene e giusto

agire; pertanto Platone afferma che l'uomo che conosce la giustizia, può operare solo secondo giustizia. La

giustizia, non ha un contenuto materiale ma è la condizione formale di un razionale rapporto tra gli uomini.


Il concetto Platonico di stato si basa sul fatto che il singolo svolge la sua funzione nell'armonia del tutto, "temperando" il proprio egoismo privato, lo Stato diventa così la condizione logica dell'individuo secondo una relazione di reciprocità in cui individuo e Stato, virtù e legge, anima e classi sociali vengono a coincidere. La Repubblica culmina nella celebre definizione del bene che non coincide con nessuna virtù ma è la condizione che le permette tutte.

L'utopia platonica è l'espressione della decadenza politica della Grecia e ha rappresentato la fonte remota di gran parte del pensiero politico moderno, come per Machiavelli .

Popper: Platone padre dello Statalismo* autoritario.


Statalismo: teoria politica che riconosce come unica fonte di diritto lo Stato.







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