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I riflessi della crisi internazionale nell'Italia fascista
Crisi economica mondiale (1929)
Effetti sull'Italia
Produzione dell'industria automobilistica dimezzata (1929 - 1932)
Scende il livello della produzione di acciaio e dei filati di cotone
La disoccupazione cresce da 300˙000 unità a 1˙000˙000 nel 1933
Intervento dello Stato per arginare la crisi
Fu potenziata la politica dei lavori pubblici: proseguirono le bonifiche pontine, si attuarono grandi interventi urbanistici
Queste misure tuttavia non furono sufficienti e si rese indispensabile un mutamento delle direttive in campo economico
Indirizzo dirigista: sistema economico centralizzato, in cui lo Stato esercitava una funzione di sostegno e coordinamento, mentre la gran parte dei profitti andava ai gruppi industriali privati
Imi (Istituto mobiliare italiano) e Iri (Istituto per la ricostruzione industriale) salvarono molte industrie pericolanti grazie ai finanziamenti pubblici
L'intervento andò a vantaggio delle industrie del nord Italia, mentre il sud (ancora prevalentemente agricolo) ne restò penalizzato
Si aggravò ulteriormente il divario tra nord e sud del Paese
Si consolida la politica dell'autarchia, che aveva come obiettivo l'autosufficienza economica
L'impero italiano in Africa
Ideologia imperialistica il governo fascista intraprese una guerra coloniale contro l'Etiopia per dare all'Italia il suo Impero
L'Italia doveva trovare nuove opportunità di mercato e dare prestigio internazionale al regime e recuperare il consenso che il peggioramento delle condizioni economiche aveva indebolito
1935-36: conquista dell'Etiopia, che insieme alla Somalia e all'Eritrea venne a costituire l'Africa orientale italiana
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