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Crisi Economia e società tra Trecento e Quattrocento

storia



Crisi Economia e società tra Trecento e Quattrocento

Il tardo medioevo fu un'età di crisi, tra 1347 e 1351 si diffuse un'epidemia di peste.

La crisi era dovuta a peste carestie e guerre

Dopo il 1000 ci fu una notevole crescita demografica che pose fine alla stagnazione post-impero romano. Le città divennero sempre più popolose, gli antichi centri romani si ampliarono, allargando le mura. Tra il 1347 e il 1351 un flagello si abbatté sull'Europa:la peste. Il periodo di incubazione era rapido e gli ammalati erano sani fino a p 636i86g oco prima della morte. All'origine dell'epidemia vi furono una serie di cause socio-culturali:

i topi infetti che arrivarono dall'Asia con le navi mercantili, diffondendosi in tutta Europa,

la malnutrizione dovuta al circolo vizioso guerre-carestie-epidemie, le guerre distruggevano le coltivazioni, vi erano periodi di carestie nei quali si abbassavano le difese immunitarie e la popolazione era a rischio, più facilmente contagiabile dalle epidemie, inoltre l'infezione viaggiava anche attraverso i soldati.

La natura misteriosa e ostile che appariva a quei tempi nella peste era attribuita a una punizione divina. Nel 1348 papa Clemente VI indisse addirittura un pellegrinaggio a Roma: per implorare la pace con il dio si pregava e stando a contatto così stretto si aumentava il contagio. Si arrivò anche ad ipotizzare che:

La causa fondamentale fosse l'aria corrotta, calda e umida, che alterava gli umori del corpo umano, penetrando attraverso i pori, per purificarla si accendevano grandi falò.



Per chi non si rifaceva alla medicina di Ippocrate e Galeno, la spiegazione era nella posizione degli astri, la cui posizione avrebbe fatto risalire in superficie i miasmi interni della terra.

Dopo l'epidemia del 1347/1351, la peste diventò una costante nella società europea, nella quale il bacillo rimase latente. L'azione di carestie e peste fece calare paurosamente la popolazione europea, quest'impatto fu fondamentale per l'assetto sociale delle varie regioni: nell'Europa centro orientale divenne più autoritario il controllo esercitato dai feudatari sulla campagna, fu ristabilita la servitù della gleba. Nell'area occidentale e mediterranea, la popolazione aveva a disposizione maggior campagna e poté migliorare le proprie condizioni; si diffuse il contratto di mezzadria (contadino versava parte del raccolto per l'affitto dei poderi).

Il trecento va ricordato anche per le numerose guerre, la più sanguinosa delle quali fu la guerra dei Cent'anni, tra Francia e Inghilterra scoppiata nel 1337. il re francese Filippo de Valois voleva estendere il proprio dominio sulle città delle Fiandre, controllate dagli Inglesi.

Non fu una guerra ininterrotta ma una serie di battaglie inframmezzate da periodi di stallo. I Borgogni si allearono all'Inghilterra, contrapposta agli Armagnacchi, guidati dal conte di Amagnac che volevano portare sul trono Luigi di Orleans.

Il 25 ottobre 1415 i Francesi furono vinti dagli Inglesi nella battaglia di Anzicourt.

Le conseguenze furono molto differenti:

In Inghilterra furono negative e disastrose, ci fu un indebolimento della corono, salì al trono un bambino di solo un anno, scatenando una guerra tra le famiglie aristocratiche più potenti, York e Lancaster, nella guerra delle due rose che si concluse solo nel 1445 quando ascese al potere Enrico VII Tudor, imparentato con entrambe le casate.

In Francia furono positive, ci fu un rafforzamento dell'apparato fiscale, amministrativo e militare.

Con questa guerra l'esercito cambiò i metodi di reclutamento, vengono istituite le compagnie di ventura, formate da professionisti pagati. Per pagare questi stipendi lo stato aumentò le tasse ai contadini che erano già soggetti ai saccheggi della guerra. Essi furono quindi spinti a una ribellione armata, nel maggio del 1358, assalirono i castelli, i nobili organizzarono un loro esercito e trucidarono i contadini nella battaglia di Clermont.

Altra guerra da ricordare è la reconquista della penisola iberica, per la liberazione dalla popolazione araba, essa aveva avuto inizio nel 772. nel 1063 il papa Alessandro II estese la remissione dei peccati a chiunque avesse preso parte alla guerra santa. I principi cristiani si coalizzarono e vinsero la battaglia di Las Navas de Tolosa nel 1212; una successiva unificazione dei vari regni spagnoli portò a una suddivisione tra regno di Pastiglia e di Aragona che raggiunse l'unita con il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona nel 1469.

Nel frattempo in Germania, tra trecento e Quattrocento, si indebolì il potere imperiale e si rafforzo quello dei principi. Le lotte per la supremazia impedirono dal 1256 al 1273 l'assegnazione del trono che rimase vacante. Allo stesso tempo il legame tra Papato ed Impero si era allentato e nel 1356 fu promulgata la Bolla d'Oro da parte dell'imperatore Carlo IV di Lussemburgo, con la quale si stabilì ufficialmente il meccanismo di designazione dell'imperatore attraverso un collegio composto da sette elettori:4 laici e 3 ecclesiastici. Federico III d'Asburgo fece eleggere suo figli Massimiliano "Re dei Romani", la carica tornò ereditaria.

Il Trecento segna anche un periodo di crisi per la Chiesa. Il Papato trovò un ostacolo alle proprie pretese di egemonia. Intorno al 1300, Bonifacio VIII e Filippo il bello, re di Francia, si scontrarono, in seguito al tentativo del Papa di negare a Filippo la facoltà di imporre le tasse anche sul clero che ne determinò l'arresto (schiaffo d'Anagni 7 settembre 1303). La capitale fu trasferita ad Avignone dove rimase per circa 70 anni: cattività avignonese; con il successivo ritorno a Roma voluto da Gregorio XI, il clero francese contestò l'elezione di Urbano VI ed elesse un antipapa, Clemente VII, ebbe inizio il Grande Scisma, 1378-1417.

Nel 1407, il concilio ecumenico tenuto a Pisa e volto a migliorare la situazione non fece altro che peggiorarla, venne eletto un altro Papa non riconosciuto né da Roma né da Avignone, ne rimasero in carica 3. nel 1414-1417 ci fu il Concilio di Costanza con il quale furono deposti tutti i pontefici in carica e fu eletto Martino V.

Il Papa recuperò tutto il suo potere, restaurò il dominio sull'Italia centrale e creò un rapporto diretto con le monarchie nazionali europee, attraverso una fitta rete di concordati.



I nuovi stati regionali

Durante il Trecento ci fu la tendenza alla formazione di organismi statali più ampi e assetti politico-sociali più stabili.

In Veneto, Ezzelino da Romano costruì un vasto dominio, alla sua morte lo rimpiazzò la famiglia Scaligeri che dovette però fare i conti con i Visconti, affermatisi a Milano. Questi avviarono una forte politica d'espansione; questo stato di disintegrò tra il 1447 e il 1450 quando si impadronì di ciò che restava del dominio Francesco Sforza.

L'aggressività dei Visconti non poteva lasciare indifferenti le altee città, in particolar modo Venezia che fino ad allora era sempre stata una potenza di mare, essa si organizzò e costituì un esercito che la trasformò in un dominio di terraferma.

Anche Firenze reagì all'espansione viscontea, sotto il dominio dei medici dal 1434, impose il suo dominio in tutta la Toscana.

Nell'Italia centro meridionale non ci fu un grande sviluppo economico e politico, inoltre la nobiltà feudale costituiva un ostacolo per qualsiasi accentramento statale. Diverso fu per lo stato Pontificio,il cui potere però si era indebolito. In questo contesto si inserisce l'insurrezione capeggiata da Cola di Rienzo, con la quale si cercò un ritorno all'origine con il tentativo di instaurazione di una "Repubblica Romana", di cui si fece proclamare tribuno, ma fu presto cacciato dalla città.

I papi del Quattrocento si impegnarono nella costruzione di una solida monarchia papale, attraverso la costruzione di un apparato amministrativo e di governo più ampio e articolato. Inoltre essi cercarono di rendere stabile il potere della propria casata nel tempo: i pontefici avevano poco tempo per sfruttare a pieno la loro posizione, cercarono quindi di trasferire dei privilegi su tutta la loro famiglia.

Si parla di nepotismo,

  • piccolo nepotismo, in riferimento alla costituzione di un erede all'interno del collegio cardinalizio e la nomina del maggior numero di cardinali che potessero costituirne l'elezione;
  • grande nepotismo, in riferimento alla creazione di domini autonomi per la propria famiglia all'interno dello Stato pontificio.

Il più celebre esempio di nepotismo fu offerto dalla famiglia Borgia, papa Callisto III operò affinché fosse eletto il nipote Rodrigo che fece, a sua volta, cardinale, il figlio Cesare.

Nell'Italia meridionale la politica degli Angioini aveva sostituito quella degli Svevi nel 1226, suscitando un vivace malcontento. La rivolta scoppiò a Palermo all'ora del vespro del 30 marzo 1282, e diede origine a un conflitto che si propagò in tutta la Sicilia, la guerra dei Vespri.i rivoltosi chiesero aiuto nel 1302 agli Aragonesi e si giunse a una soluzione definitiva con la pace di Caltabellotta, con la quale si stabilì che Federico d'Aragona divenne re della Sicilia e Roberto d'Angiò rimase nel mezzogiorno. Questa frattura fu ricomposta solo nel 1442 quando venne messa fine al dominio angioino,istituendo il "Regno delle Due Sicilie". Presto la politica accentratrice degli Aragonesi scatenò una reazione di malcontento delle case feudali e, nel 1485, un gruppo di esse diede vita alla "congiura dei Baroni", sottoposta a repressione violentissima.


Lo stato pontificio era troppo forte per permettere un'unificazione politica della Penisola, ma troppo debole per diventare il polo unificante; la sua posizione geografica, però, lo poneva sempre in mezzo a conflitti ed alleanze, questa situazione portò gli stati italiani a sottoscrivere la pace di Lodi nel 1454 che fissò i rispettivi confini. L'Italia era ora così suddivisa:

  • Al Nord c'erano la Repubblica di Venezia, il Ducato di Milano e quello di Savoia, per metà appartenete alla Francia;
  • Al centro c'erano lo Stato Pontificio e lo Stato fiorentino;
  • Al sud vi era il Regno delle Due Sicilie.

In mezzo a questi stati ne restavano altri più piccoli ed autonomi.

Durante il Quattrocento si verificò un'evoluzione verso forme di governo più autoritarie , le istituzioni comunali avevano consentito una partecipazione piuttosto ampia alla vita politica, ma Non avevano saputo garantire una stabilità sociale, minata dai continui conflitti, si era dunque arrivati a concentrare il potere nelle mani di una sola persona, il Signore.

A Firenze si affermò la famiglia dei Medici, alla quali si opposero in molti, soprattutto con la Congiura dei Pazzi nel 1478.

A Milano furono legittimati dall'imperatore, i Visconti.






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