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Aristotele (Stagira, Macedonia 384 - Calcide, Eubea 322 a.C.), filosofo greco. Il tempo in cui vive Aristotele è quello della crisi della polis. La pressione dei macedoni, darà inizio, nella metà del IV sec., alla corrosione della libertà della polis.
Il suo pensiero:
Aristotele: suddivisione
del sapere
Metafisica: indaga le strutture profonde e le cause ultime del reale, che vanno al di là delle apparenze immediate dei sensi o del campo di studio della fisica. Per Aristotele la metafisica era la: "filosofia prima".
La metafisica è dunque lo studio dell'essere.
"tutti gli uomini tendono per natura al conoscere."
Essere: realtà complessa che si esprime in una molteplicità di significati:
Fisica
Etica
Aristotele: il pensiero politico
Politica: Aristotele dedica un libro alla politica, "la Politica". Il punto di partenza è la frase famosa: "l'uomo è un animale politico". Vuol dire sia che la forma tipica della vita e la polis, sia che la natura è legata ad una vita comunitaria con gli altri.
1.Famiglia
Processi aggregativi 2. Villaggio
3. Polis
La famiglia è la società naturale e primordiale.
Famiglia:
Aristotele dice che la schiavitù è qualcosa di naturale e necessario. Esistono per natura individui: liberi e altri schiavi. L'argomentazione è fondata sulla capacità di deliberare, di ragionare; secondo Aristotele c'è una parte dell'umanità capace a mettere in pratica le sue capacità mentali e una parte che non è capace: non sa fare scelte razionali. Quindi una persona che sia incapace di governarsi autonomamente, è meglio che sia governata da qualcun altro.
SCHIAVO = STRUMENTO INANIMATO
Aristotele,a differenza di Platone, accetta le cose come sono non idealizza, ma dice invece come sono effettivamente.
Aristotele è stato il fondatore della scienza economica.
Uno dei concetti da lui elaborati, è la concezione del DENARO e delle sue funzioni. Per lui esistono due modi per usare il denaro: uno legittimo e l'altro no (le idee sul denaro di Aristotele verranno riprese da Marx).
USO LEGGITTIMO: se viene usato per fare acquisti
USO ILLEGGITTIMO: quando si usa non per fare acquisti ma per accumularlo (non come mezzo ma come fine)
Aristotele condanna l'accumulazione del denaro. È un uso contro natura del denaro (denaro= solo come mezzo di scambio). È una condanna ante litteram del capitalismo.
Aristotele opera una catalogazione delle forme di governo:
Pur ritenendo che ognuna delle tre forme fisiologiche di governo possa essere buona (finché persegua l'interesse dei governanti), Aristotele preferisce un governo democratico in cui a prevalere è la classe media, dove non c'è netta distinzione tra ricchi e poveri: una società troppo polarizzata è instabile perché in perenne conflitto.
Stato: deve provvedere alla prosperità materiale e alla vita virtuosa e felice dei cittadini;
Cittadini: ne troppo pochi ne troppo numerosi. La loro indole deve essere coraggiosa e intelligente.
Fondamentali: educazione e le tre classi sociali platoniche.
Aristotele esclude la comunanza delle donne e della proprietà: "le cose per cui l'uomo ama e si preoccupa."
Il fine della società che poi è il fine che tutti i greci assegnano alla polis, è la EUDAMONIA, cioè la felicità.
Per questo si parla di "etica eudomistica".
Che cosa è l'uomo? L'uomo è, per Aristotele, corpo e anima, ma bisogna distinguere in questa ultima varie parti.
L'uomo può raggiungere l'EUDAIMONIA sfruttando l'anima "noetica", ossia quella che tende alla "teoria", alla contemplazione, allo studio. Essa è la parte dell'anima più alta che ci consente di cogliere la realtà.
Ma accanto a questa vita fatta di contemplazione e di studio vi sono altre vite:
La vita fatta di contemplazione è la vita migliore, perché è la stessa di Dio. Nel libro "Lambda della Metafisica", dove si parla della vita di dio, si afferma che Dio non fa altro che intendere, contemplare se stesso, quindi, quello che Dio fa sempre, l'uomo lo fa talvolta. La felicità è la realizzazione della vita noetica alla quale consegue il piacere. E' in piccolo, la vita di Dio.
Rendendosi conto dell'importanza dell'impossibilità di una forma politica perfetta, Aristotele fa appello ad una classe politica "di centro", che sia in grado di poter realizzare una sorta di "repubblica temperate" che di stabilità alla polis. Essendo l'uomo razionale, la sua destinazione più profonda consiste nell'esercizio della contemplazione quale disinteressata conoscenza. Risulta chiara in Aristotele la subordinazione della politica all'etica e il primato assoluto dell'eudaimonia.
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