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TEOREMI E DIMOSTRAZIONI
TEOREMA (DELL'UNICITÀ DELL'ESTREMO SUPERIORE E INFERIORE)
L'estremo superiore (o inferiore) di un insieme A, se esiste, è unico.
DIMOSTRAZIONE
Supponiamo per assurdo che esistano due
estremi superiori  e
 e  , e supponiamo che
, e supponiamo che  >
>  .
.
Se  >
>  , allora
, allora  non è un estremo
superiore perché non è il più piccolo dei maggioranti, infatti
 non è un estremo
superiore perché non è il più piccolo dei maggioranti, infatti  è un maggiorante più
piccolo di lui.
 è un maggiorante più
piccolo di lui.
TEOREMA (DEL QUOZIENTE TRA POLINOMI)
Siano M e N due polinomi con grado(M) ≥ grado(N). Allora esistono due polinomi Q e R con grado(R) < grado(N) tali che:
M = Q * N + R
(M= dividendo, Q= quoziente, N= divisore, R= resto)
TEOREMA (REGOLA DI RUFFINI)
Sia M un polinomio; allora c è radice di M se e solo se M è divisibile per N=(x-c), cioè se esiste un polinomio Q tale che:
M=Q(x)(x-c)
DIMOSTRAZIONE
Ipotesi: c è radice di M → M(c)=0
Tesi: M(x) = Q(x) (x-c)
Poiché M e N si possono dividere, allora esistono Q e R tali che M = Q(x) * N = (x-c)+R(x)
grado(R)<grado(N) = grado(x-c) = 1
grado R=0 cioè R(x)
=  (costante)
 (costante)
Dunque posso
riscrivere che M(x) = Q(x) * (x-c) + 
Uso l'ipotesi: M(c)
= Q(c) * (c-c) +  =
 =  = 0
 = 0
M(c) è la costante
ma per ipotesi M(c) deve essere uguale a 0 quindi  =0 cioè R(x) = 0 e quindi vale la tesi M(x) = Q(x) (x-c)
=0 cioè R(x) = 0 e quindi vale la tesi M(x) = Q(x) (x-c)
VICEVERSA
Ipotesi: M(x) = Q(x) (x-c)
Tesi: c è radice di M → M(c)=0
Calcolo M(c): M(c) = Q(c) * (c-c) = Q(c) * 0 = 0.
Quindi la tesi è verificata (c è radice di M)
TEOREMA (SUI LIMITI)
Se  e
e  , allora risulta che:
, allora risulta che:
1)  (limite
della somma = somma dei limiti);
            (limite
della somma = somma dei limiti);
2)  (limite
del prodotto = prodotto dei limiti);
            (limite
del prodotto = prodotto dei limiti);
3)  se
se 
 0
              (limite
del quoziente = quoziente dei limiti).
0
              (limite
del quoziente = quoziente dei limiti).
TEOREMA (DI UNICITÀ DEL LIMITE)
Se la funzione f ammette limite, per x→ , questo limite è unico.
, questo limite è unico.
DIMOSTRAZIONE PER ASSURDO
Neghiamo la tesi e mostriamo che questo genera un assurdo.
Ipotesi: Esiste 
Tesi: ℓ è unico.
Supponiamo che
esistano due limiti  (a)  e (b)
e (b) e supponiamo che
 e supponiamo che  .
.
(a) significa  tale che
tale che  
  ;
;
(b)
significa  tale che
tale che  
  .
.
Nell'intersezione dei due
intorni ( ):
):
 
 
 →  < f(x) <
 < f(x) <  →
 →  <
<  →
 →  →
 → 
 
 
   ( poiché
 ( poiché  per ipotesi, risulta che la quantità
per ipotesi, risulta che la quantità  è positiva; questo è
un ASSURDO perché per definizione di limite, ε deve essere un qualunque
numero > 0 e piccolo a piacere, quindi anche un numero < di
 è positiva; questo è
un ASSURDO perché per definizione di limite, ε deve essere un qualunque
numero > 0 e piccolo a piacere, quindi anche un numero < di  .
.
TEOREMA DEL CONFRONTO SUI LIMITI
Siano f(x) e g(x) due
funzioni definite in uno stesso  e siano
e siano  e
 e  .
.
1)
Se  , allora esiste un intorno
, allora esiste un intorno  (diverso da
 (diverso da  ) tale che risulta:
) tale che risulta:
f(x) > g(x)
quando  .
.
2) Se f(x) ≤ g(x)  , allora
, allora  .
.
3) TEOREMA DEI CARABINIERI:
Sia h(x) una funzione
definita su  e tale che f(x) < h(x) < g(x).
e tale che f(x) < h(x) < g(x). 
Se
 (
( ) cioè se
) cioè se  =
= , ne segue che
, ne segue che 
TEOREMA (OPERAZIONI TRA FUNZIONI CONTINUE)
Siano f(x) e g(x) due funzioni continue su un insieme A. Allora risulta che:
la somma (f(x)+g(x)) è continua in A;
il prodotto f(x)*g(x) è continuo in A;
 il rapporto  , se esiste, è continuo in A;
, se esiste, è continuo in A;
 la composizione  , se esiste, è continua in A.
, se esiste, è continua in A.
TEOREMA DI WEIERSTRASS
Sia
f continua in  . Allora risulta:
. Allora risulta:
f è limitata cioè il dominio di f è limitato;
 f ha massimo (M) e minimo (m),
cioè esistono in  punti di massimo e di
minimo assoluto;
 punti di massimo e di
minimo assoluto;
f assume tutti i valori compresi tra il suo minimo (m) e il suo massimo (M), cioè
  Cod f =  .
.
TEOREMA DEGLI ZERI
Sia
f continua in  e sia f(a)*f(b)<0.
Allora esiste un punto c
 e sia f(a)*f(b)<0.
Allora esiste un punto c 
 tale che f(c)=0.
 tale che f(c)=0.
TEOREMA (LEGAME TRA CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ)
Se
f è derivabile in  , allora f è continua in
, allora f è continua in  , cioè la continuità in
, cioè la continuità in  è condizione
necessaria per la derivabilità in
 è condizione
necessaria per la derivabilità in  .
.
DIMOSTRAZIONE
Tesi: f è continua cioè  .
.
Ipotesi: f è derivabile cioè  (finito→devo supporre che il limite sia finito perché
altrimenti verrebbe una forma indeterminata)
(finito→devo supporre che il limite sia finito perché
altrimenti verrebbe una forma indeterminata)
Scrivo f(x) nella forma:
f(x)
= 
Posso allora scrivere :

 =
=
= =
=
  * 0 +
* 0 +  = (
 = ( è un numero, quindi il limite è il numero stesso)
 è un numero, quindi il limite è il numero stesso)
  → LA TESI È
DIMOSTRATA
 → LA TESI È
DIMOSTRATA
TEOREMA DELLA DERIVATA NULLA ( O DI FERMAT)
Sia f definita in A. Se risulta:
 f è derivabile in 
  è interno ad A
 è interno ad A
  è punto di max o di
min relativo
 è punto di max o di
min relativo
Allora  .
.
DIMOSTRAZIONE
Supponiamo  punto di minimo
relativo, quindi esiste un
 punto di minimo
relativo, quindi esiste un  tale che
 tale che  →
→ .
.
Poiché  è interno ad A,
distinguo i punti che si trovano a destra e sinistra di
 è interno ad A,
distinguo i punti che si trovano a destra e sinistra di  per studiare il segno
del rapporto incrementale.
 per studiare il segno
del rapporto incrementale.
Considero  
    (i punti a sinistra di
 (i punti a sinistra di
 )
)
 dunque
 dunque  per
 per  è ≤0
 è ≤0  
 
Considero  
   (i punti a destra di
 (i punti a destra di  )
)
 dunque
 dunque  per
 per  è ≥0
 è ≥0 
Dunque per il TEOREMA DEL CONFRONTO SUI LIMITI risulta che:
 
 Poiché f deve essere derivabile in 
 
   
   
 
   
   
     
  
     
    , allora deve risultare
, allora deve risultare  , ma questo è possibile solo se
, ma questo è possibile solo se  = 0  cioè se
= 0  cioè se  =
= = 0.
= 0. 
 

CONSEGUENZE
DEL TEOREMA DELLA DERIVATA NULLA
TEOREMA DI ROLLE (TEOREMA DELL'ESISTENZA DEI PUNTI STAZIONARI)
Sia f continua e derivabile in un intervallo chiuso e limitato  e sia
e sia  . Allora esiste un punto
. Allora esiste un punto  tale che
 tale che  .
.
Il teorema afferma l'esistenza di un punto stazionario, cioè un punto con derivata prima uguale a zero.
Osservazioni:
1) Per il TEOREMA DI WEIERSTRASS, f ha massimo (M) e minimo (m).
2) Poiché  , allora f è costante (M=m) e quindi ci sono infiniti punti a
derivata prima uguale a zero. Se invece m<M allora uno dei due cade
all'interno di
, allora f è costante (M=m) e quindi ci sono infiniti punti a
derivata prima uguale a zero. Se invece m<M allora uno dei due cade
all'interno di  perché sul bordo la
funzione assume valori uguali e quindi ho trovato un punto di massimo o di
minimo relativo dove f è derivabile, interno ad
 perché sul bordo la
funzione assume valori uguali e quindi ho trovato un punto di massimo o di
minimo relativo dove f è derivabile, interno ad  dunque per il TEOREMA
DELLA DERIVATA NULLA, la derivata prima è zero.
 dunque per il TEOREMA
DELLA DERIVATA NULLA, la derivata prima è zero. 
TEOREMA DI LAGRANGE
Sia f continua in  e derivabile in (a,b).
Allora esiste un punto
 e derivabile in (a,b).
Allora esiste un punto  tale che
 tale che  ↓
   ↓
è il coeff. angol. della retta 
che unisce (a,f(a)) e b(, f(b))
Il teorema di Lagrange afferma che esiste un punto c dove la retta tangente al grafico è parallela alla retta secante il grafico nei punti (a,f(a)) e b(, f(b)).
CONSEGUENZE DEL TEOREMA DI LAGRANGE
TEOREMA DI L'HÔPITAL
Siano f(x) e g(x) due infinitesimi o due infiniti per  e siano due funzioni derivabili in un intorno di
e siano due funzioni derivabili in un intorno di  . Allora, se esiste
. Allora, se esiste  , tale limite è uguale al
, tale limite è uguale al  .
.
Cioè:  =
=
TEOREMA DEL LIMITE DELLA DERIVATA
Sia f continua in  e sia f derivabile in un intorno del punto escluso
 e sia f derivabile in un intorno del punto escluso  .
.
Allora se esiste finito  , f è derivabile in
, f è derivabile in e la derivata
 e la derivata  .
.
DIMOSTRAZIONE
f
è derivabile in  se esiste finito
 se esiste finito 
 Poiché f è continua in  ,
, 
TEOREMA
Sia f continua in  . Allora risulta che:
. Allora risulta che:
 e poi
     decrescente,
 e poi
     decrescente,  è PUNTO DI MAX
     RELATIVO;
 è PUNTO DI MAX
     RELATIVO; e poi crescente,
 e poi crescente,  è PUNTO DI MIN
     RELATIVO.
 è PUNTO DI MIN
     RELATIVO.TEOREMA DEL SEGNO DELLA DERIVATA
Sia f derivabile in (a,b).
a) 
Se  allora f è
STRETTAMENTE CRESCENTE in (a,b) → è invertibile;
 allora f è
STRETTAMENTE CRESCENTE in (a,b) → è invertibile;
b) 
Se  allora f è
STRETTAMENTE DECRESCENTE in (a,b) → è invertibile;
 allora f è
STRETTAMENTE DECRESCENTE in (a,b) → è invertibile;
c) 
Se  allora f è COSTANTE in
(a,b).
 allora f è COSTANTE in
(a,b).
N.B.: In realtà il teorema vale anche in forma più debole, cioè:
a) Se  e zero solo in un numero finito di punti allora f è
STRETTAMENTE CRESCENTE in (a,b);
e zero solo in un numero finito di punti allora f è
STRETTAMENTE CRESCENTE in (a,b);
b) Se  e zero solo in un
numero finito di punti allora f è STRETTAMENTE DECRESCENTE in (a,b).
 e zero solo in un
numero finito di punti allora f è STRETTAMENTE DECRESCENTE in (a,b).
DIMOSTRAZIONE
Ipotesi: 
Tesi:
f strettamente crescente in (a,b) cioè  . Applico il TEOREMA DI LAGRANGE ad f nell'intervallo [x1,x2].
Posso applicare il teorema in [x1,x2] perché l'intervallo
[x1,x2]
. Applico il TEOREMA DI LAGRANGE ad f nell'intervallo [x1,x2].
Posso applicare il teorema in [x1,x2] perché l'intervallo
[x1,x2] quindi f è derivabile in tutto [x1,x2]
e quindi anche continua.
 quindi f è derivabile in tutto [x1,x2]
e quindi anche continua.
Dal teorema di Lagrange risulta:

  ↓ ↓
 >0 per ipotesi   
>0
Quindi
 =
= →>0 quindi anche l'altro membro è >0 dunque LA
TESI È DIMOSTRATA  ↓ ↓
→>0 quindi anche l'altro membro è >0 dunque LA
TESI È DIMOSTRATA  ↓ ↓
 >0 >0
TEOREMA (FUNZ. CONVESSA →MINIMO ASSOLUTO)
Sia
f derivabile in (a,b) e convessa. Allora, se  è un punto stazionario
(
 è un punto stazionario
( ),
), è PUNTO DI MINIMO ASSOLUTO (in (a,b)).
 è PUNTO DI MINIMO ASSOLUTO (in (a,b)).
DIMOSTRAZIONE
Tesi:
 è punto di minimo assoluto cioè
è punto di minimo assoluto cioè 
Ipotesi:  f è convessa in (a,b)
 f è convessa in (a,b)
Poiché
f è derivabile e convessa in (a,b) allora risulta che  .
.
Poiché
 per ipotesi, sostituendo 0 a
per ipotesi, sostituendo 0 a  si ottiene
 si ottiene  . Quindi
. Quindi  , dunque
, dunque  è PUNTO DI MINIMO
ASSOLUTO → LA TESI È DIMOSTRATA.
 è PUNTO DI MINIMO
ASSOLUTO → LA TESI È DIMOSTRATA.
TEOREMA (FUNZ. CONCAVA →MASSIMO ASSOLUTO)
Sia
f derivabile in (a,b) e concava. Allora, se  è un punto stazionario
(
 è un punto stazionario
( ),
), è PUNTO DI MASSIMO ASSOLUTO (in (a,b)).
 è PUNTO DI MASSIMO ASSOLUTO (in (a,b)).
DIMOSTRAZIONE
Tesi:
 è punto di massimo assoluto cioè
è punto di massimo assoluto cioè 
Ipotesi:  f è concava in (a,b)
 f è concava in (a,b)
Poiché
f è derivabile e concava in (a,b) allora risulta che  .
.
Poiché
 per ipotesi, sostituendo 0 a
per ipotesi, sostituendo 0 a  si ottiene
 si ottiene  . Quindi
. Quindi  , dunque
, dunque  è PUNTO DI MASSIMO
ASSOLUTO → LA TESI È DIMOSTRATA.
 è PUNTO DI MASSIMO
ASSOLUTO → LA TESI È DIMOSTRATA.
TEOREMA (FUNZIONE CONVESSA, CONCAVA, LINEARE)
Sia f derivabile due volte in (a, b).
 
  → f è CONVESSA in (a, b);
→ f è CONVESSA in (a, b); 
  → f è CONCAVA in (a, b);
→ f è CONCAVA in (a, b); 
  → f è LINEARE in (a, b).
→ f è LINEARE in (a, b).TEOREMA (PUNTO DI FLESSO)
Sia
f derivabile due volte in  e continua in
 e continua in  .
.
a) 
Se  è PUNTO DI FLESSO
allora
 è PUNTO DI FLESSO
allora  .
.
b) 
Se  e
 e  (o
 (o  ) in un intorno sinistro e
) in un intorno sinistro e  (o
 (o  ), allora
), allora  è un PUNTO DI FLESSO.
 è un PUNTO DI FLESSO.
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