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CAMPO MAGNETICO. FORZA MAGNETICA
INTERAZIONE MAGETICA. CAMPO MAGNETICO
La proprietà di attirare la limatura di ferro, mostrate da alcuni minerali di ferro e in particolare dalla magnetite, era già nota nel VII° secolo A.C.
Tale proprietà si manifesta principalmente in determinate parti del materiale ed è in particolare possibile costruire campioni cilindrici in cui essa è localizzata nella zona delle basi.
Questi oggetti si indicano col nome di magneti 545h73f e le parti in cui si localizza la proprietà di attrazione si chiamano poli del magnete.
I risultati dello studio delle interazioni tra poli magnetici sono:
La forza di interazione tra i due è attrattiva o repulsiva, a seconda dei poli che vengono affacciati.
Esistono solo due specie di poli: positivi e negativi. Inoltre i poli di un stesso magnete sono sempre di segno opposto. Se un magnete lo dividiamo in due parti, avremo 2 magneti che hanno entrambi polo positivo e polo negativo.
L'ago magnetico si comporta come un dipolo magnetico che lasciato libero si orienta nella direzione e verso del campo magnetico esistente nel punto dove è posto.
Il polo che si orienta verso Nord è detto Polo nord ed è positivo; viceversa il polo sud è negativo.
Questo fenomeno veniva studiato con la magnetostatica. E' stato poi scoperto che non sono solo i magneti naturali a comportarsi in questo modo, ma anche i materiali ferromagnetici, se sono posti ad un ciclo di isteresi, si comportano nello stesso modo (magneti artificiali).
Anche un circuito sottoposto a corrente, presenta questo fenomeno.
Abbiamo quindi:
Nel campo elettrico, abbiamo visto che possiamo usare per la misura del campo, una carica di prova q, talmente piccola in modo che non influenzi il campo.
Nel campo magnetico, la carica di prova non sarà mai osservabile su una singola carica, ma su un dipolo magnetico (questa sarà la nostra carica di prova). Esistono oggetti che si comportano come dipoli magnetici (aghi magnetici della bussola). Questi sono molto piccoli e non influenzano il campo magnetico, ma si mettono in direzione del campo.
Questa osservazione è importante, in quanto ci
dice
∫ B d I equazione di Maxwell per il campo magnetico
Il flusso sarà 0 perché il numero di linee uscenti, sarà uguale al numero di dipoli entranti (in quanto siamo di fronte ad un dipolo magnetico).
ELETTRICITA' E MAGNETISMO
Gli elementi costitutivi dei magneti sono i dipoli magnetici, che
possono essere caratterizzati da un momento magnetico m.
Siccome la non isolabilità dei poli magnetici è confermata, siamo portati a supporre che atomi e molecole, come possiedono una struttura elettrica, abbiano anche un momento di dipolo magnetico.
Oersted mostrò che un ago magnetico, posto in prossimità di un filo percorso da corrente, tende ad assumere una ben definita posizione di equilibrio. Ponendo in un piano perpendicolare un filo percorso da corrente della limatura di ferro, i granelli si addensano lungo circonferenze con centro il filo.
Quindi il filo percorso da corrente produce un campo magnetico B e l'ago e la limatura di ferro si orientano parallelamente al campo magnetico esistente nel punto in cui sono posti. In seguito Ampere dimostro che anche due fili percorsi da corrente interagiscono e intuì che le azioni magnetiche non sono altro che la manifestazione dell'interazione tra cariche elettriche in movimento, ponendo le basi della teoria attuale del magnetismo.
Per spiegare le azioni sui magneti bisogna pensare che in ogni atomo o in ogni molecola devono esistere delle correnti microscopiche locali, che prendono il nome di correnti molecolari di Ampere o correnti Amperiane;
L'interazione tra un circuito percorso da corrente ed un magnete è il risultato delle interazioni tra gli elettroni liberi in moto nel conduttore e le microcorrenti presenti nel materiale magnetizzato. Infine l'interazione tra due magneti è il risultato delle interazioni delle correnti microscopiche in essi presenti. Tutto ciò presuppone che il moto degli elettroni negli atomi e nelle molecole, dia origine a momenti magnetici atomici elementari.
Maxwell dimostrò che nel caso più generale un campo elettrico e un campo magnetico non possono avere esistenza indipendente e vanno unificati nell'unico concetto di campo elettromagnetico.
Campo elettrico e campo magnetico hanno significato relativo: un interazione magnetica in un sistema di riferimento inerziale può apparire elettrica in un altro sistema di riferimento inerziale e viceversa.
FORZA MAGNETICA SU UNA CARICA IN MOTO
Le azioni magnetiche sono il risultato dell'interazione tra cariche in moto:
adottando la rappresentazione
tramite un campo, diciamo che l'azione magnetica è dovuta al fatto che un
sistema di cariche in moto genera un campo magnetico, che indichiamo con il
simbolo B e che l'altro sistema di
cariche in moto risente di una forza in quanto immerso in B.
Consideriamo una particella, di massa m e carica q, posta in un campo
magnetico B. Se la particella è ferma in un sistema di riferimento solidale
alle sorgenti del campo si trova che su essa non agisce nessuna forza, poiché
l'interazione magnetica si manifesta solo tra cariche in movimento. Se invece la
particella è in moto con velocità V rispetto al sistema di riferimento dato, su
di essa agisce la forza di Lorentz.
F= qV x B FORZA DI LORENTZ
Il cui modulo è F= qvB senθ. Si misura in Tesla= Kg
As2
dove θ è l'angolo formato da V e B. Quindi la forza è nulla se la
velocità è parallela al campo B e massima se V
B.
La direzione della forza è ortogonale al piano individuato dai vettori V e B, e il verso è determinato dalla nota regola del prodotto vettoriale se la carica è positiva, ed è opposto se la carica è negativa. Per il verso si fa riferimento alla regola della vite.
In particolare la forza è sempre ortogonale alla velocità, cioè alla
traiettoria e pertanto, in base alla definizione di lavoro e di energia
cinetica, si ha:
Quindi per un qualsiasi spostamento da A a B nella regione in cui esiste il campo magnetico B l'energia cinetica della particella resta costante, in quanto la forza di Lorentz non compie lavoro sulla particella.
Quando una particella carica si muove in campo magnetico, la sua velocità cambia direzione, ma non modulo.
FORZA MAGNETICA SU UN CONDUTTORE PERCORSO DA CORRENTE
La corrente elettrica di un conduttore è dovuta al moto degli
elettroni, sotto l'azione del campo elettrico applicato tramite un generatore
i, se n è il numero di elettroni liberi per unità di volume, ciascuno con
carica -e, e Vd la loro velocità di deriva, la densità di corrente si scrive:
j= -neVd
ed è parallela e concorde al campo elettrico applicato.
Quando il conduttore percorso da corrente è immerso in un campo magnetico a ciascun elettrone è applicata la forza di Lorentz:
FL = -eVd x B
In un tratto di conduttore lungo ds e di sezione sono contenuti n ds elettroni e la forza risultante è:
dF = n dsFL = -( ds) neVd x B = ds j x B
Considerando un conduttore filiforme, e ricordando che j è la corrente i
che percorre il filo, orientiamo ds come j e otteniamo:
dF= i ds x B SECONDA LEGGE ELEMENTARE DI LAPLACE
serve per calcolare la forza che un campo magnetico esercita su una corrente.
La forza magnetica su un tratto infinitesimo di filo percorso da corrente, è ortogonale al filo e al campo magnetico, ed è orientata rispetto a ds e B secondo la regola della vite.
|dF|= i B ds senθ
OSS: Le caratteristiche della forza non dipendono dal segno dei portatori di carica ed essa è sempre proporzionale all'intensità di corrente.
Per ottenere la forza su un tratto di filo di estremi A e B:
B
F=
i ∫ ds x B
A
(i si porta fuori dal segno di integrale perché è costante su ciascuna sezione del filo).
Nel caso particolar in cui B è uniforme e il conduttore è rettilineo di lunghezza l:
B
F=
i (
ds) x B
A
poiché il modulo del campo e θ formato con ds sono costanti.
MOTO DI UNA PARTICELLA
CARICA IN CAMPO MAGNETICO B
Supponiamo che B sia uniforme in una certa regione e che la velocità
iniziale della particella sia ortogonale a B.
La forza di Lorentz è anch'essa ortogonale a B e produce una variazione
della direzione della velocità ancora ortogonale a B e quindi la velocità in
qualsiasi istante successivo sta nel piano ortogonale a B individuato dalla
velocità iniziale.
Il moto della particella si svolge in tale piano e la legge del moto è:
F= qvB = man = m v2
r
da cui otteniamo il raggio di curvatura della traiettoria
r = mv = p (p= modulo della quantità di moto)
qB qB
La velocità non cambia in modulo perché la forza è esclusivamente centripeta.
Inoltre siccome il raggio è costante, la traiettoria è un arco di
circonferenza di raggio r o una circonferenza completa se la particella resta
sempre nella regione in cui è definito B.
Il moto lungo la traiettoria, è circolare uniforme con velocità uguale a quella iniziale e velocità angolare:
ω = v = qB
r m
Per quanto riguarda il periodo:
T= 2Π = 2Πm
ω qB
da cui la frequenza è:
ν= 1 = ω = qB
T 2Π 2Πm
MOTO DI UNA CARICA IN UN CAMPO MAGNETICO
Supponiamo che B sia uniforme.
B e V formano un angolo qualsiasi.
La forza sulla carica può essere espressa come:
F
= ma= qv x B = m dv
dt
Ma V rispetto a B si può scomporre secondo la regola del parallel.
V
= Vpar + V
da cui F = qVpar x B + qV x B = Fpar + F
Fpar = 0 da cui a=0 e Vpar=cost per cui il moto è
uniforme
F ≠ 0 da cui F B segue che F = F , a ≠0, V ≠ cost per cui
il moto non è uniforme
Vediamo la natura del moto in direzione perpendicolare al campo B.
B
F non compie lavoro, per cui ω = F dl = 0 da cui
A
ω = ∆uk = 0, segue che uk = ½ mv2
= costante, poiché v è costante, e varia solo in direzione.
Abbiamo che F = qV B segue che
a= q V B = costante
m
Siccome a v si tratta di un moto circolare uniforme.
F = mac = v2 m = qV B segue che R = mv
R qB R è il raggio del moto circolare uniforme che avviene nel piano ortogonale a B
Riassumendo:
Vpar = costante
V = costante, ma V ≠
costante MOTO ELICOIDALE A PASSO COSTANTE
Elica percorsa in senso orario o antiorario, a seconda
che q>0 o q<0.
Se la componente parallela a B della velocità è nulla, il moto è circolare uniforme ed è detto moto ciclotrone con frequenza:
FORMULE DI LAPLACE
2Πv = ω = V = qB
R m
T= 2Π = 1
ω ν
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