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STEATOSI

medicina



STEATOSI


Aumento chimicamente e morfologicamente dimostrabile di grassi totali in un organo. La steatosi è stata individuata inizialmente con dei preparati istologici, poi ci si è resi conto che per essere sicuri che ci sia steatosi non è sufficiente vederla istologicamente ma è necessario dosare la quantità di lipidi che sono eventualmente presenti e aumentati in quel tessuto. Si ha accumulo in un organo che normalmente non ne contiene, non si può parlare di steatosi nei confronti del tessuto adiposo. Si deve tenere distinta la steatosi dalla lipofanerosi (se ne è parlato insieme ai meccanismi di necrobiosi, per i quali per una lesione necrotica della membrana cellulare si ha dissociazione del lipide legato alla proteina, si formano lipidi che si liberano dalla proteina e compaiono dando un aspetto di goccioline di grasso, non è la vera e propria steatosi). Bisogna anche chiarire i tipi di grassi che si accumulano, questi possono essere dei trigliceridi, dei fosfolipidi, dei glicolipidi, esteri del colesterolo. Se ci sono fosfolipidi si è di fronte a delle fosfolipidosi, e così delle glicolipidosi o delle gangliosidosi. Nella maggior parte dei casi di steatosi si parla di accumulo di trigliceridi che sono le più frequenti. Le colesterinosi sono degli accumuli di colesterolo, l'accumulo semplice di colesterolo determina delle macchie giallastre sulla cute, se invece si amplifica il discorso si deve includere anche l'aterosclerosi  ( che è anch'essa una colesterinosi).

Steatosi da trigliceridi



morfologicamente vediamo nel citoplasma delle cellule che vanno in contro a steatosi la presenza di gocce di trigliceridi, si formano dapprima delle goccioline che poi confluiscono fra loro formando gocce più grandi. Diventano tanto grandi che si avrà una sola grossa goccia nel citoplasma che spinge tutto il citoplasma e il nucleo nella periferia della cellula (nelle degenerazioni vacuolari si ha la formazione di materiale di accumulo ma il nucleo non viene spostato). Gli alcoli che si usano nei preparati istologici sciolgono i trigliceridi e quindi si avrà un'immagine negativa (cellule con buchi dove prima c'era il grasso); se invece si usano delle colorazioni selettive per i trigliceridi, si riesce a vedere il grasso. Il 90% delle steatosi sono a carico del fegato, ma ce n'è anche a carico del rene, del miocardio, i granulociti (infiammazioni purulente), le cellule nervose, i tendini, i menischi, le cellule muscolari scheletriche, gli istiociti ecc.. . Ci sono 3 forme di steatosi epatica a seconda che l'accumulo di grasso avvenga alla periferia del lobulo (steatosi periferiche) oppure nel tratto portale o intorno alla vena centrolobulare (steatosi centrolobulari). Si possono poi avere steatosi a piccole gocce o con una sola grossa goccia. I lipidi introdotti con la dieta, vengono demoliti nel tratto intestinale ad opera degli enzimi pancreatici per emulsione da parte della bile. Si ottengono degli acidi grassi non esterificati, quindi ciò che è assorbito dall'enterocita non sono trigliceridi; una volta che l'acido grasso è entrato verrà di nuovo, ad opera della trigliceride sintetasi, ricostituito a trigliceride, questo viene poi legato ad una proteine (chilomicrone primario). Gli acidi grassi a catena corta arrivano al fegato direttamente senza entrare nel chilomicrone, quest'ultimo avrà una specie di mantello proteico molto sottile ma sufficiente ad impedire la coalescenza delle gocce di grasso fra loro, se questa si formasse si avrebbe un'embolia liquida ogni volta che si mangia. I chilomicroni 232i88c primari vengono poi assorbiti via linfatici e si trasformano in chilomicroni secondari (che via vene sopraepatiche se ne vanno in giro, un'altra parte va via attraverso il dotto toracico), quelli che finiscono nel dotto toracico faranno poi la strada della succlavia sinistra e arrivano all'arteria epatica. Quelli che vanno in periferia troveranno una cellula endoteliale, una lipoproteinlipasi e si fa di nuovo la strada inversa, quindi negli adipociti si avrà l'ingresso di acidi grassi che si ricomplessano di nuovo col glicerolo dando di nuovo origine alla goccia di trigliceride che viene accumulata nel tessuto adiposo. Quando c'è necessità di mobilizzare i grassi dai depositi, si dovrà attivare una lipasi ormone dipendente ad opera di AMPc (sintetizzato da un'adenilciclasi stimolate da adrenalina), la via di demolizione dell'AMPc è rappresentata da una fosfodiesterasi che lo scinde in AMP; la quantità di AMPc può aumentare anche per diminuita demolizione da parte della fosfodiesterasi (che può essere bloccata da sostanze come la caffeina). La lipasi scinde poi il trigliceride, liberando acidi grassi non esterificati che vengono dismessi in circolo dove però non possono restare come non esterificati perché distruggerebbero tutte le membrane dei globuli rossi (sono tensioattivi), devono quindi essere trasportati dall'albumina ai tessuti periferici o a l fegato. Se vengono portati ai tessuti periferici subiscono il solito processo. All'epatocita può arrivare il grasso attraverso varie strade, una via è quella che passa per la vena porta con acidi grassi a catena corta che arrivano all'interno dell'epatocita dove arrivano anche i chilomicroni secondari (via dotto toracico), questi avranno una proteina intorno, ci sarà allora una lipoproteinlipasi endoteliale sul sinusoide che farà in modo che nello spazio di Disse passino solo i prodotti di demolizione che entreranno nell'epatocita come acido grasso non esterificato (non entrano mai i trigliceridi). L'acido grasso non esterificato è anche quello che viene portato dall'albumina, questa dal tessuto periferico viene trasportata all'epatocita, dove però entra solo l'acido grasso. C'è poi una quota di proteina che può essere recuperata dalla attività della lipoproteinlipasi (sono dei remmants che tornano per essere riutilizzati). Abbiamo quindi due strade, una è l'apporto all'epatocita di grassi che vengono dalla dieta (trasportati all'epatocita via chilomicroni) e che comportano steatosi da dieta iperlipidica; c'è poi il trasporto di grassi che avviene per mobilitazione dal tessuto adiposo (via albumina) e in questo caso si potranno avere delle steatosi da aumentata mobilizzazione dai tessuti di deposito. Nell'epatocita quando sale una certa quota di grassi deve uscire una certa quota di lipoproteine, se i grassi salgono di più e l'uscita è sempre la stessa si avrà un ingorgo (steatosi). Può poi succedre che i NEFA che vengono internalizzati vengano poi trasportati da delle proteine di trasporto (proteine Z, Y, ligantina ecc.. ); l'acido grasso , una volta internalizzato, può avere 3 destini; il primo è quello di venire ossidato, può poi essere utilizzato per essere infilato nel normale turn-over di rinnovamento delle membrane cellulari, infine può essere risintetizzato di nuovo a trigliceride da parte di una trigliceride sintetasi che lo trasforma poi in fosfolipidi o in esteri del colesterolo (il tutto va a cstituire la molecola che viene dismessa alla fine che è la VLDL e la HDL). Una certa quota di acidi grassi può essere anche sintetizzata a partire dall'acetilCoA (4° possibile destino). Le lipoproteine vengono dismesse in circolo, faranno un marcatore (apoB 100) che viene poi riconosciuto in periferia dal suo recettore. Le lipoproteine una volta immesse in circolo continuano a scambiarsi fra loro trasformandosi le une nelle altre (es. le LDL non si formano a livello dell'epatocita, ma si formano derivando dalle VLDL). Le HDL, fatte dall'epatocita, sono quelle ad alta densità, quelle che quando escono dall'epatocita sono povere di colesterolo, ma che andando in giro si ricaricano di colesterolo e poi tornano al fegato. LDL e HDL vanno a finire alla periferia e quando arrivano alla cellula del tessuto periferico, a livello della cellula endoteliale esiste un'altra lipoproteinlipasi che stacca l'apoproteine che viene poi riutilizzata come remmants (torna al fegato), i grassi invece entrano nella cellula del tessuto periferico come normale apporto di grassi. Possiamo avere così delle steatosi rappresentate dal difetto che può succedere a livello dell'epatocita, ci può essere un difetto delle vie ossidative, uno da aumentata sintesi di acetilCoa, oppure può essere inibito il meccanismo di sintesi della molecola di VLDL e di trasporto a livello dell'epatocita e di dismissione della molecola delle VLDL e se non viene dismessa si accumula all'interno dell'epatocita. Normalmente si ha invece un ricircolo continuo di lipoproteine, vengono ceduti i grassi in periferia, la lipoproteina torna di nuovo indietro viene riutilizzata e di nuovo dismesse (il ricircolo dei remmants dura per circa 7\8 volte).

Meccanismi di patogenesi delle steatosi

Gli acidi grassi costituiscono il punto di partenza delle steatosi, abbiamo visto da dove possono derivare gli acidi grassi  (3 vie). L'aumento di disponibilità di acidi grassi all'interno dell'epatocita può causare che parte di questi acidi grassi vengano utilizzati per la sintesi di altri lipidi (ma in quantità trascurabile); una parte sono ossidati dai mitocondri; una parte è ricomplessata con glicerolo e si va a riformare un trigliceride (costituisce il pool dei trigliceridi epatici, che è un pool dinamico, si forma e si disfa in continuazione); una minima quota di trigliceridi può essere idrolizzata via lipasi lisosomale; la maggior parte se ne va via lipoproteine plasmatiche. Possiamo così classificare le steatosi in due tipi: Steatosi per aumento dei precursori e steatosi per diminuito smaltimento.



Nel primo tipo i precursori sono gli acidi grassi, si ha questa situazione in tutti quei casi in cui si ha apporto di acidi grassi con i chilomicroni, con i NEFA dal tessuto di deposito o dalla dieta, in tutti i casi in cui si ha aumentata sintesi di acetilCoA o ancora nei casi in cui gli acidi grassi aumentano per mancata ossidazione.

Nel secondo tipo non sono sintetizzate le lipoproteine, oppure vengono sintetizzate ma non vengono immesse in circolo.

Le lipoproteine si scambiano fra di loro, i chilomicroni vengono sintetizzati, dal luogo di sintesi vengono appiccicati a fosfolipidi, colesterolo, trigliceridi, ma poi vengono appiccicati delle apoA, apoB. Quando vanno in circolo iniziano a scambiarsi le apoC, le apoE con tutto quello che trasportano, c'è un interscambio continuo fra i cari componenti, la stessa cosa succede anche per le VLDL, le HDL ecc.. . Questo continuo mescolamento significa che l'analisi che si può fare delle lipoproteine in circolo non è sempre predittiva di quella che è la funzionalità epatica.

Steatosi per aumento dei precursori

A loro volta si dividono in due tipi: le steatosi con danno epatico secondario e con danno epatico primitivo. Le prime sono quelle che quando inizia la steatosi il fegato sta benissimo, sono anche dette delle steatosi che insorgono su fegato sano; le altre sono quelle in cui ci sono state delle sostanze che hanno agito sull'epatocita primitivamente e lo hanno danneggiato, la steatosi sarà quindi una conseguenza. Alla fine si avrà lo stesso risultato ma la partenza è diversa. Le steatosi con danno epatico per aumento di precursori sono quelle da dieta iperlipidica. Le diete iperlipidiche più pericolose sono quelle che sono anche ipoproteiche, perché se si deve sintetizzare una lipoproteina che è quella che fa uscire il grasso dall'epatocita, è necessario che si sintetizzi l'apoproteina, che a sua volta si sintetizza da un pool disponibile di a.a. , che sono quelli che si introducono con la dieta.

Altro meccanismo è quello della mobilizzazione da tessuto di deposito, si ha danno epatico secondario perché il fegato stava benissimo, però vengono mobilitati i grassi per attivazione della lipasi da parte dell'AMPc, tutte quelle condizioni che stimolano l'adenilciclasi sono quelle che porteranno ad una steatosi epatica. Fra queste ci mettiamo le steatosi da stress, da catecolammine, quelle da cortisone, da ACTH, da tiroxina (ipertiroidismo), da glucagone, quelle che si possono avere nel soggetto diabetico (il diabetico tende a non introdurre glucidi, e per mantenere l'apporto calorico sufficiente tende a introdurre più lipidi, mobilizza anche grassi dai depositi, una quota di questi saranno demoliti  ad acetato e daranno origine ai corpi chetonici, un'altra quota fa invece steatosi). Altro meccanismo è quello della fosfodiesterasi, sostanze che la bloccano fanno aumentare l'AMPc che fa mobilizzare i grassi via lipasi (queste sostanze sono la caffeina e altre simili). Si ha mobilizzazione dall'adipocita e un arrivo di NEFA all'epatocita e la sua trasformazione in trigliceride.

Steatosi con danno epatico primitivo da aumentata sintesi locale di trigliceridi o per aumentata disponibilità di trigliceridi.

Una può essere quella per aumento dell'attività della trigliceride sintetasi, questa è la via normale dalla quale dall'acido grasso si formano i trigliceridi, però non si hanno forme spontanee o indotte sicure in cui ci sia una stimolazione della trigliceride sintetasi.

Nelle steatosi da aumento dei precursori l'aumento può avvenire attraverso due strade, o per aumento della sintesi locale di acidi grassi a partire da acetilCoA, o per blocco dell'ossidazione degli acidi grassi. Il primo caso ha diverse modalità, una è quella da dieta carente di acidi grassi poliinsaturi (origine vegetale), provocano steatosi perché quando il nostro organismo è di fronte a una situazione del genere tenta di farli lui ma non ci riesce, questi grassi poliinsaturi sono necessari, però l'epatocita non sapendoli fare, ne fa altri che poi non possono essere metabolizzati e quindi si accumulano sottoforma di trigliceride.

Ci sono poi quelle da c.d. meccanismi induttori, l'induttore principe è il fenobarbital, i barbiturici inducono la sintesi proteica nell'epatocita ma anche la sintesi di enzimi fra i quali quelli che servono per la sintesi degli acidi grassi dell'acetilCoA. Tutti i soggetti epilettici sono trattati con barbiturici per tutta la vita e questo provoca un danno di questo genere.

Altro meccanismo col quale si può avere steatosi da aumentata sintesi di acidi grassi è quello di un'eccessiva introduzione di etanolo; questo funziona anche favorendo la mobilizzazione dei grassi di deposito, quindi la steatosi da etanolo vede sia una aumentata mobilitazione dai tessuti di deposito , ma anche una aumentata sintesi di acidi grassi a livello dell'epatocita, si inverte il rapporto NAD+\NADH.

Altro meccanismo è il blocco dell'ossidazione degli acidi grassi , questi entrano nel mitocondrio, vengono ossidati qui e demoliti, se c'è un blocco ossidativo a questo livello, l'acido grasso non viene distrutto e si accumula. Si può avere blocco dell'ossidazione degli acidi grassi nei mitocondri con l'ipossia (che può esserci con il r.t., la degenerazione vacuolare, con la steatosi); la steatosi può essere il transito da una degenerazione molto lieve a una situazione molto grave. L'etanolo può essere responsabile anche di questo meccanismo, e poi tutti i veleni che agiscono sulla catena respiratoria.



Meccanismi che provocano un blocco della sintesi delle apoproteine

Un esempio di sostanze che determinano un blocco dell'RNA polimerasi sono le amanitine, ve ne sono 4-5 tipi, sono prodotte dall'amanita phalloides, determinano un blocco della sintesi dell'apoproteina, quindi il danno da amanita phalloides (oltre alla necrosi provocata dalla amanitina che è un veleno nucleare) è in grado di provocare steatosi. L'acido orotico agisce più o meno con lo stesso meccanismo, veniva usato come farmaco indicato nelle epatopatie come epatoprotettore (fino a 10 anni fa). Importante è il meccanismo delle sostanze alchilanti, le quali oltre a provocare attivazione delle lipoproteine, sono anche delle sostanze cancerogene, importante è la dimetilnitrosamina, questa provoca steatosi, in campo sperimentale provoca cirrosi epatica, ma soprattutto provoca insorgenza di neoplasie; questa si può formare nell'organismo per la presenza di amine e per la presenza di nitrati, nello stomaco può autosintetizzarsi; ciò che è rischioso è la introduzione di questa sostanza più che la autosintesi, viene introdotta con dei farmaci poi trasformati a livello gastrico ed epatico. Si devono poi ricordare gli inibitori della traslazione (emetina). C'è poi la tossina difterica che ha come ligando la muscolatura cardiaca ma viene anche metabolizzata a livello epatico dove può determinare una steatosi.



C'è poi un grosso gruppo di tossine vegetali fra cui la più pericolosa è la ricina che deriva dai semi del ricino che sono molto tossici (10 semi sono già tossici, letali), se la dose è inferiore si ha blocco della sintesi proteica e steatosi.

Steatosi da blocco della reazione d'inizio

quelle che hanno come meccanismo d'azione il CCl4 e gli alogenoalcani. L'avvelenamento da CCl4 è ormai raro perché non si usa più (una volta si usava per la terapia della tenia), veniva anche impiegato come detergente nelle lavanderie, al giorno d'oggi si impiegano invece tutta quella enorme serie di pesticidi, gli alogenoalcani che hanno vaste funzioni. Il rischio è quindi rappresentato da questi. Anche rischioso è il fosforo giallo anche se non si trovano più casi di avvelenamento.

Altre sostanze che bloccano la sintesi dell'apoproteina sono la falloidina (4 o 5 tipi), il paracetamolo che è una sostanza antipiretica e analgesica (impiegato in campo pediatrico); provocano steatosi.

Nel mantello della lipoproteina sono inseriti dei fosfolipidi che se vengono a mancare alterano la struttura della lipoproteina stessa; in questo gruppo ci sono quelle da ipovitaminosi (rare), e quelle da dieta carente di colina.

Ci può essere poi un meccanismo in cui la apoproteina si forma, i fosfolipidi ci sono, i trigliceridi anche però il tutto deve poi essere messo insieme e quindi ci sono i difetti legati al montaggio e al trasporto. Il montaggio delle lipoproteine avviene a livello dell'apparato di Golgi che le glicosila, in effetti sono delle lipoglicoproteine. Se il Golgi è danneggiato (da CCl4, etanolo ecc..) si formano delle lipoproteine parzialmente glicosilate o non glicosilate e queste non vengono dismesse e si accumulano nel Golgi.

L'etanolo agisce a livello di tutti i meccanismi di cui abbiamo parlato, a livello della mobilizzazione dei grassi di deposito, favorisce l'assorbimento di grassi dall'intestino, favorisce la sintesi locale dei grassi a partire da acetilCoA, determina il danno mitocondriale e un blocco della glicosilazione, in pratica l'etanolo provoca steatosi con tutti i meccanismi possibili e conosciuti.

Infine può succedere che le lipoproteine vengano sintetizzate ma poi denaturate con, per es., un danno perossidativo (CCl4, radicali liberi ecc..), una quota riesce ad essere dismessa e ad andare in circolo e sarà questa la quota di LDL ossidate che poi sono responsabili dei danni che si hanno nella aterosclerosi, se però il danno ossidativo di queste è elevato, non riescono ad essere dismesse e quindi si accumulano trigliceridi.

Ci sono poi delle sostanze che agiscono a livello del citoscheletro e dei microtubuli, interferiscono quindi nel trasporto delle vescicole dell'apparato di Golgi che si dirigono verso la plasmamembrana, ad es. la falloidina.

(Vedere elenco sostanze che provocano steatosi.)



Steatosi da etanolo

Di tutte le steatosi quella da etanolo è la più frequente, le altre sono degli incidenti casuali che possono capitare mentre questa è molto diffusa nella popolazione. L'etanolo viene metabolizzato attraverso la via della alcooldeidrogenasi che è quella usuale, può anche venire metabolizzato a livello della mucosa gastrica e di altri organi ma in quantità modesta, in massima parte è quindi metabolizzato a livello del fegato (85%); quest'enzima è nel citosol ed è costituito da diversi isoenzimi legati a NAD e NADH e produce acetaldeide come prodotto intermedio. Altra via di metabolizzazione dell'etanolo è la via di metabolizzazione dei farmaci, quella del citocromo P450, via del sistema ossidativo metabolizzante l'etanolo, questa via è localizzata nel r.e.r. e in parte nel r.e.l., il citocromo P450 utilizza come cofattore un NADP e anche questo fa acetaldeide. La terza via, molto meno importante è rappresentata dalla catalasi che utilizza il perossido di idrogeno e genera acetaldeide. Esistono altre due vie collaterali che sono la formazione di un radicale idrossietile e la formazione di radicali dell'O2. Così è spiegato, in parte la possibilità di danno radicalico da etanolo. L'acetaldeide deve poi essere smaltita dalla acetaldeideDH che è la via principale di smaltimento, è localizzata nei mitocondri (80%); ci sono poi due vie collaterali della liasi e della ossidasi-catalasi che sono trascurabili. L'acetato quando si è formato diventa acetilCoA. L'etanolo porta un apporto calorico elevato (7:1) è pari a quello dei glucidi ed è per questo che il soggetto che fa uso d'alcool non è portato ad alimentarsi; però ovviamente mancano tutte le strutture necessarie che nell'alcool non ci sono (a.a., acidi grassi, glucidi ecc.. ). L'alcoolDH e l'acetaldeideDH sono distribuite in maniera diversa nelle popolazioni e ci sono molti isoenzimi che le caratterizzano. Nelle varie popolazioni ciascuna di queste ha una percentuale maggiore di alcuni tipi di alcoolDH, nella nostra popolazione è molto presente la alcoolDH 2 ed anche nei neri ma non negli orientali. Anche la 3 è molto frequente da noi. Questo fatto spiega perché ci sono popolazione che reggono bene l'alcool. Stesso discorso si fa per l'aldeideDH, il 50% degli orientali non ha questo enzima e quindi non riescono a smaltire l'eccesso di aldeide (vomitano).



Patogenesi della steatosi da etanolo

I meccanismi possono essere quelli già visti.

Aumentato apporto di precursori (maggior apporto con la dieta o aumentata mobilizzazione dei grassi), l'etanolo abolisce, via lipasi e AMPc la mobilizzazione dei grassi di deposito (favorita la steatosi epatica).

Altro meccanismo è quello della aumentata sintesi locale che avviene per induzione enzimatica, l'etanolo è un induttore, e quindi determina dipendenza; ci sono due forme di dipendenza, quella fisica e quella psichica; la prima è dovuta al fatto che, essendo un induttore , aumenta la sintesi di citocromo P450, e quindi l'etanolo viene metabolizzato più rapidamente. Gli effetti favorevoli  dell'etanolo scompaiono rapidamente se c'è un enzima che lo demolisce rapidamente, l'etanolo agisce via endorfine (sulla corteccia) e se viene distrutto rapidamente il soggetto per avere gli stessi effetti deve aumentare la dose e facendo ciò aumenta la sintesi di P450, è così spiegato il meccanismo della dipendenza fisica come un circolo vizioso che si autoalimenta. La dipendenza psichica è strettamente collegata, il soggetto beve molto per avere sempre lo stesso benessere e non può farne a meno. Il nocciolo del problema è quindi l'induzione enzimatica, se ne viene introdotto di più aumenta la sintesi locale di acidi grassi perché sembra che l'etanolo inverta il rapporto NAD\NADH cioè diminuisce il primo e aumenta il secondo, questo favorisce la sintesi di acidi grassi a partire da acetilCoA. Non c'è però sequenza cronologica, l'accumulo di trigliceridi ci mette delle ore a formarsi, l'inversione del rapporto NAD\NADH avviene nel giro di pochi minuti e poi torna normale, quando il rapporto è tornato normale inizia l'accumulo di trigliceridi, così non tornano i conti perché quando si accumulano i trigliceridi e quindi dovrebbe essere favorita la sintesi degli acidi grassi, il rapporto NAD\NADH è tornato normale. Inoltre se noi somministriamo a degli animali del sorbitolo, questo fa invertire il rapporto NAD\NADH ma non gli viene mai la steatosi.

Rigonfiamento mitocondriale; determina blocco ossidativo, diminuisce l'ATP e l'ossidazione degli acidi grassi, è un meccanismo tardivo, non è dovuto all'alcool ma questo serve a mantenere la situazione.

Blocco della dismissione in circolo delle lipoproteine e allora si può avere una perossidazione lipidica da parte dell'etanolo (forma radicali, fa aumentare la malonildialdeide) e si forma radicale idrossietile.

Il danno da etanolo è causato anche dal blocco della glicosilazione, si ha una glicosilazione iniziale a livello del r.e.l. e una finale nel Golgi, a livello dell'iniziale il trasferimento di oligosaccaridi dal citoplasma al r.e. avviene col dolicolo P, l'etanolo diminuisce la quantità di dolicolo. Vengono anche bloccate le glicosiltransferasi a livello del Golgi da parte dell'acetaldeide e quindi si interrompe anche la glicosilazione terminale e si formano delle lipoglicoproteine parzialmente glicosilate e c'è un blocco del trasporto.

Il continuo eccessivo consumo di etanolo determina dipendenza fisica e psichica. Le alterazioni da etanolo però non sono solo a livello epatico (epatiti, cirrosi), si ha un sacco di altri apparati che sono interessati al danno o da etanolo o da acetaldeide. A livello neurologico, gastrointestinale (pancreatiti), cardiovascolare (ipertensione), ematologico (macrocitosi e delle neutropenie), endocrino (atrofia testicolare, ginecomastie), scheletrico (fratture, osteoporosi), infettivo (immunodepressione), in gravidanza.

Le femmine sopportano l'etanolo alla metà dei maschi, il danno per loro è maggiore, se per un uomo il limite di sicurezza è sui 40 gr al dì per una donna è 20 gr. I limiti sicuramente tossici 120gr al dì determinano una cirrosi sicura se viene assunto tutti i giorni per un periodo che va da 5 a 10 anni; 60\80 gr al dì provocano steatosi epatica nel 70% della popolazione; il limita di sicurezza è 40 gr per l'uomo e 20 gr per la donna. In un litro di vino ci sono 100 gr (10%), nella birra (5%), superalcolici (40\50%), se il rischio è 40 gr questi si mettono insieme con 400cc di vino (2 bicchieri al dì). La mortalità in Italia è il 3% delle morti (cirrosi), sono qui però inclusi molti casi di epatite C (che è asintomatica nel 25% dei soggetti, questi quindi vanno in cirrosi senza aver avuto alcun segno).







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