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Parafrasi de "Il passero solitario" di Giacomo Leopardi
Dalla cima dell'antico campanile, O passero solitario, vai cinguettando verso i campi finché non si fa sera e il suono melodioso si diffonde in questa valle. Si sente t 151g67b utto intorno la primavera e si diffonde in tutta la sua pienezza per i campi così che a guardare commuove il cuore degli uomini. Si sentono le pecore belare e le mucche muggire, gli altri uccelli volano lieti nel cielo gareggiando tra loro, inneggiando la gioventù e la primavera, tu O passero riflessivo, guardi tutto lontano dagli altri, non stai con gli altri passeri, non voli, non ti importa di divertirti, eviti i divertimenti; canti, e così trascorri la primavera e la giovinezza.
Povero me, come ti assomiglio! Non mi preoccupo del divertimento e delle risate che caratterizzano la gioventù, di innamorarmi, doloroso rimpianto dei giorni della vecchiaia. Non so perché mi comporto così, anzi scappo lontano da loro, quasi isolato ed estraneo, al mio paese natale, trascorro la giovinezza della vita. È consuetudine festeggiare questa giornata che sta ormai finendo al nostro paese. Si sentono nel cielo il suono delle campane e si sentono spesso i colpi dei fucili che rimbombano lontano. La gioventù del paese col bel vestito lascia le case e si riversa per le strade ed è ammirata dai compagni. Io, da solo andando in questo luogo isolato della campagna, rimando ogni divertimento in un altro momento e intanto il sole che tramonta luminoso, e sembra dire che la giovinezza finisce.
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