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IO VOGLIO DEL VER
(Sonetto a rime alternate, secondo lo schema ABAB, ABAB; CDE, CDE).
In questo sonetto l'incontro con la donna e il saluto di lei forniscono qui l'occasione per lodare l'amata. E la lode della donna avrà, nello Stil novo e in Dante, importanza capitale. È qui già schiettamente stilnovistica, tra le altre cose, l'associazione di lodi fisiche (nelle quartine) e di lodi spirituali e interiori (nelle terzine). La donna si colloca insomma in un punto decisivo di equilibrio e di mediazione tra il mondo naturale, concepito nelle sue manifestazione più splendide, e il mondo interiore, psichico e morale insieme. La tipica allegoria erotica dello Stil novo mostra qui bene i propri ingredienti culturali: la tradizione della lirica d'amore cortese e siciliana, e la componente scritturale.
Il sonetto è incentrato su tre temi: la lode la salute e la gentilezza, che sono parte integrante dell'a 656f59g nimo della donna. Questa è descritta come la summa di tutte le bellezze del creato, come colei che porta salute, la sua bellezza è virtù di redenzione, uno strumento di salvezza per l'uomo.
paragonandole la rosa e il giglio:
appare splendente più della stella mattutina,
e a lei rassomiglio ciò che lassù c'è di più bello.
A lei somiglio verdi terre e l'aria,
tutti i colori dei fiori, giallo e vermiglio (rosso),
oro e lapislazzuli e ricche gioie adatte a essere donate:
lo stesso Amore attraverso lei ingentilisce di più (i cuori).
Passa adorna per le strade, ed è così gentile
che abbassa l'orgoglio di quelli che saluta,
e fa della fede nostra se non la si ha
(converte alla fede i non credenti);
e non le si può avvicinare un uomo che sia vile;
ancora vi dirò che ha maggior virtù:
nessun uomo può pensare male finché la vede
(nessun un uomo può fare cattivi pensieri in sua presenza)."
è caratterizzato da due quartine e due terzine e i versi rimano secondo lo schema ABAB, ABAB, CDE, CDE. al verso uno, compare "donna", che viene però considerata nella lingua latina domina, per cui "donna" come "mia padrona" e quindi compare un tema fondamentale del Dolce Stil Novo: quello della gerarchia amorosa, ossia una sottomissione dell'uomo all'amata. Un altro latinismo si può trovare sempre al verso uno con "laudare" dal verbo laudo. Se ci si sposta ai versi 9 e 12 si può sottolineare una differenza tra "gentile" e "vile", parole chiave dello Stil Novo, per cui un uomo vile non potrà mai essere gentile (e quindi amato) e viceversa. Infine ci si può soffermare al verso 13, "vertute" che deriva da virtus, virtutis che significa forza; rappresenta la forza spirituale della donna che sovrasta qualsiasi cattivo pensiero.
In questo sonetto sono ritrovabili i temi principali del Dolce Stil Novo ed in particolare ai versi 1-8-10-11.
AL COR GENTIL REMPAIRA SEMPRE AMORE
L'amore torna sempre al cuore gentile, come l'uccello ritorna tra il verde del bosco; e né la natura creò l'amore prima del cuore gentile, né il cuore gentile prima dell'amore: non appena fu creato il sole, subito rifulse lo splendore, e non rifulse prima della creazione del sole; e l'amore prende posto nella nobiltà di cuore in modo così naturale come il calore nella luce del fuoco.Donna, Dio mi dirà:<>, quando la mia anima sarà davanti a Lui. <>. A Lui potrò rispondere: <
Il poeta con questa canzone dai pregi formali esprime teorie d'amore. Attraverso similitudini e con una catena d'immagini, Guinizzelli definisce l'identità sostanziale tra l'amore e il cuore gentile, spiega il ruolo della donna, specifica il significato che lui dà alla gentilezza, intesa come nobiltà d'animo e non di nascita. La canzone è divisa in sei stanze di dieci versi ed è considerata il manifesto della corrente stilnovista, nonché il testo più famoso di Guinizzelli.
Lo vostro bel saluto e 'l gentil sguardo-Guido Guinizzelli
Il vostro soave saluto e il dolce sguardo
Che fate quando vi incontro, mi uccide:
l'amore mi assale e non si cura
se mi reca danno oppure grazia,
perché (quando vi incontro) è come se una freccia mi attraversasse il cuore
da parte a parte, lo tagliasse e lo dividesse;
non posso parlare, perché soffro come colui che sta per morire.
Mi passi davanti agli occhi come fa un fulmine,
Che penetra dentro una finestra di una torre
E ciò che trova dentro spezza e taglia:
rimango immobile come una statua d'ottone,
dove né la vita né l'anima non si trova,
se non per il fatto che raffigura l'immagine umana.
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