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Analisi di Robinson Crusoe di Daniel Defoe (1719)
Il romanzo di Daniel Defoe (1660-1731) pubblicato nel 1719 narra ovviamente la storia di Robinson Crusoe;
il personaggio in questione e' uno spirito vagabondo: ignora i consigli del padre che gli intima di cercare una tranquilla vita borghese e sceglie di viaggiare. Suo padre rifiuta fermamente di acconsentire ad un tale proposito e si spinge sino a tal punto da sostenere che se Crusoe andra 333h79d ' per mare Dio non avra' pieta' di lui. Quando i primi viaggi di Crusoe sembrano avverare questa profezia (a causa del primo per poco non perdeva la vita durante una tempesta e a causa dell'altro fu ridotto per un po' di tempo in schiavitu'), sembra che il protagonista dia retta all' ammonimento del padre e torna a casa. Ma in breve tempo Crusoe cambia idea e, alla fine di uno dei suoi viaggi, si ritrova ad essere l'unico superstite di un naufragio su un'isola deserta.
Grazie alla sua sola ingenuita' e salvando tutto quello che puo' dalla nave, Crusoe riesce a sopravvivere. Presto comincia a costruirsi utensili, ad addomesticare degli animali, a coltivare cereali e quindi in qualche modo a prosperare. All'inzio maledice il suo destino, ma poi, prendendo in mano una Bibbia che aveva recuperato dal naufragio, comincia a pensare piu' profondamente alla religione e alla Provvidenza e arriva a considerare il suo soggiorno sull'isola come una conseguenza della sua imprudenza.
Dopo diversi anni Crusoe scopre che l'isola non e' completamente disabitata: occasionalmente dei nativi vengono dal continente sull'isola per compiere dei riti cannibalistici. Un giorno Crusoe salva un giovane cannibale dall'essere sacrificato ed egli, in cambio, promette di essergli servo fedele per sempre. Crusoe chiama il cannibale Venerdi', dal nome del giorno in cui l'ha salvato, e gli insegna ad essere un bravo Cristiano.
Alla fine, ventotto anni dopo il naufragio, si verifica un ammutinamento su una nave vicino all'isola e il capitano spodestato e altri due marinai vengono trasportati sull'isola per essere ivi abbandonati. Crusoe e Venerdi' intervengono a favore del capitano recuperandogli la nave. Il capitano li ringrazia e li offre un passaggio fino all'Inghilterra. La' Crusoe trova la salute, il matrimonio e una famiglia, ma, nonostante questo, in ultimo ritorna in mare.
La storia, come si evince dal breve riassunto, e' ambientata principalmente su un'isola; si desume dal racconto che il naufragio e' avvenuto nel 1659 e che Crusoe rimane sull'isola ventotto anni (il protagonista tiene il conto dei giorni facendo delle tacche sulla sua capanna); il romanzo segue un ordine cronologico ed e' costellato da numerosi passaggi descrittivi, soprattutto all'inzio, quando in protagonista si trova a sopravvivere in un mondo totalmente estraneo a quello in cui trascorreva precedentemente la sua esistenza e cerca di capire bene come e' fatta l'isola.
Per quanto riguarda i personaggi possiamo capire facilmente l'indole del protagonista da come si comporta e dai suoi atteggiamenti: egli e' intelligente, ostinato e amante dell'avventura.
Gli altri personaggi non sono molto importanti e non sono descritti in un modo molto particolareggiato, tranne forse il servo di Crusoe; possiamo dedurre,grazie anche alle osservazioni del protagonista, che Venerdi' e' diligente, leale e molto perspicace.
Per raccontare le vicissitudini di Crusoe, Defoe si e' servito di uno stile prosaico in prima persona che e' straordinariamente realistico e intensamente particolareggiato. I meticolosi problemi del lavoro giornaliero e della sopravvivenza che costituiscono la maggior parte del racconto sono ovviamente un prodotto della sensibilita' della classe borghese a cui Defoe apparteneva. Lo stile dettagliato in prima persona permette inoltre a Defoe di descrivere il mondo come visto attraverso gli occhi di un particolare individuo circoscritto. In questo modo, Robinson Crusoe va oltre il semplice espandere la grande quantita' dei possibili argomenti letterari, esso pone le fondamenta per un nuovo genere letterario, il romanzo.
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