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PLINIO IL VECCHIO - NOTE BIOGRAFICHE, OPERA

letteratura latina



PLINIO IL VECCHIO


NOTE BIOGRAFICHE

Nasce nell'odierna Como intorno al 24 d.C. da una famiglia di ceto equestre. Svolge incarichi per gli imperatori flavi (Vespasiano-Tito-Domiziano) come funzionario e procuratore, dedica tutta la sua vita e il suo tempo allo studio e alla lettura dei libri, di cui ricava schemi ed estratti. Muore a causa dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. 333f57d che lo coglie a Stabia, mentre studia il fenomeno (o fu collasso cardiaco?).


OPERA

Naturalis historia l'unica opera pervenutaci dei molti scritti di Plinio. Ci è giunta per intero in 37 libri. Il contenuto è puramente scientifico e tecnico, infatti lo stesso autore sembra scusarsi in anticipo con i lettori per l'assenza di pregi letterari. È una vera e propria enciclopedia che raccoglie una marea di dati da innumerevoli fonti ("duemila volumi di cento autori") andate perdute e quindi, per noi, importanti.



L'opera ha il carattere di un grosso elenco di dati, ma Plinio non è del tutto acritico, al contrario confuta spesso le notizie che le sue fonti riportano, ma non toglie niente per amore della completezza. Gian Biagio Conte ha definito l'opera "l'inventario del mondo", data la mole di dati e anche il metodo meticoloso con cui è stata redatta. Anche i fatti straordinari ed eccezionali, i "mirabilia ", qui trovano spazio perché ogni aspetto della natura, anche il più strano e inusuale è ritenuto di grande interesse.

STILE lo stile è molto vario, soprattutto a causa della molteplicità di fonti. Prevale un tecnicismo disadorno di preziosismi letterari, ma nelle ampie digressioni celebrative di Roma il tono si fa molto alto.



PLINIO IL GIOVANE


NOTE BIOGRAFICHE

Nasce nell'odierna Como intorno al 62 d.C. e viene cresciuto dallo zio Plinio il Vecchio a Roma, allievo anche di Quintiliano. Fa una brillante carriera politica e diviene amico intimo dell'imperatore Traiano, che lo nomina governatore in Bitinia, dove forse muore intorno al 113 d.C. La sua carriera letteraria è di oratore (giudiziario ed epidittico) e di poeta (elegie ed epigrammi), proprio come Cicerone, suo modello principale.


OPERE

Panegirico: l'unica orazione conservata si tratta del discorso di ringraziamento che Plinio pronunciò in Senato quando assunse la carica di console nel 100 d.C. In realtà il testo è dominato dalla celebrazione di Traiano, presentato come dono divino ai Romani per il bene dell'impero. Vengono celebrate la successione per adozione (messa per la prima volta in atto da Nerva che adottò proprio Traiano) e le qualità di Traiano come comandante militare e come semplice uomo, in opposizione al tremendo Domiziano. È inoltre contenuto uno strano concetto di libertà, visto come diritto "imposto" dall'imperatore e a lui dovuto. Lo stile di quest'opera è magniloquente e ridondante, anche se la volontà dell'autore è chiaramente solo di essere sublime per l'argomento in questione.

Epistolario: 10 libri di epistole l'opera più importante di Plinio. Nove libri contengono lettere a più di cento amici (tra cui Tacito e Svetonio), mentre l'ultimo libro contiene 124 lettere ufficiali tra l'autore e Traiano, risalenti al periodo in Bitinia (come governatore) e di carattere amministrativo. Le lettere per gli amici sono nate con l'intento di essere pubblicate, e sono quindi più elaborate ed accurate. L'ordine che viene seguito non è cronologico ma neanche casuale (nonostante Plinio affermi proprio questo), infatti appare una "varietas" tematica, ponderata per non risultare monotono. Dalle lettere, che contengono la sua vita privata e gli incarichi pubblici, emerge anche il suo carattere onesto e raffinato, comprensivo e generoso (è una sorta di Mecenate con gli amici letterati). Lo stile è elegante ma conciso, ricco di colloquialismi ma anche di figure retoriche ed artifici letterari. L'ultimo libro è invece molto diverso: interessante perché ci informa sulle mansioni di un governatore e sulle sue insicurezze di fronte alle decisioni dell'imperatore. Il linguaggio è quello tecnico tipico della cancelleria reale.






SVETONIO


NOTE BIOGRAFICHE

Nasce intorno al 70 d.C. (ad Ostia?) da famiglia di ceto equestre, lavora come avvocato a Roma e poi inizia la carriera politica ed amministrativa ( ٭si occupa degli archivi e delle biblioteche imperiali). Viene allontanato da Adriano insieme a molti altri funzionari per motivi a noi sconosciuti. Muore forse nel 126 d.C. o intorno al 140 d.C.


OPERE

De viris illustribus raccolta di biografie dei più importanti letterati latini, suddivisi in 5 categorie. Ci è giunta solo la parte dei grammatici e retori (ultima sezione), priva della parte finale, che si articola in un indice degli autori che saranno trattati in ordine cronologico; in una sezione che spiega l'evoluzione storica della disciplina trattata; nei profili, spesso brevissimi, degli autori trattati. Abbiamo altre biografie isolate, ma non è certo che siano di Svetonio.

De vita Caesarum raccolta cronologica delle biografie dei dodici Cesari (a partire da Giulio Cesare fino a Domiziano). Ogni biografia inizia con un sommario cronologico della vita del protagonista, seguito dalla trattazione per categorie delle vicende che lo caratterizzano. Molto spazio viene dato agli aneddoti curiosi e piccanti, alle battute e alle frasi celebri del personaggio. Ma anche alle loro abitudini curiose e ai loro scritti ed opere, commentate dall'autore con competenza. Le personalità presentate non sono sempre coerenti, ma ambigue e contraddittorie, perché suddivise nella trattazione per categorie e quindi scisse tra vizi e virtù spesso inconciliabili.

STILE

Svetonio non è interessato allo stile, che si presenta molto semplice e chiaro. È molto più interessato ai fatti, per cui cita testualmente i documenti autografi, senza rimaneggiarli per fini letterari. Non evita tuttavia grecismi e termini tecnici.



FLORO


OPERA

- Epitome (de Tito Livio) storia di Roma dalle origini al 27 a.C. (quando Ottaviano riceve il titolo di Augusto). Si articola in due libri e Livio è scelto come fonte principale (accanto ad altri storici come Sallustio e Cesare). L'opera è originale nell'impianto narrativo, è di gradevole lettura e lo stile è ricco di preziosismi retorici interessanti.






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