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ALTRI DOCUMENTI
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LEONARDO SCIASCIA
Leonardo Sciascia è uno scrittore tra i più significativi ed impegnati del nostro tempo. Nasce a Recalmuto, in provincia di Agrigento, nel 1921. Tutta la sua opera letteraria verte sulla storia e sui problemi della sua travagliata Sicilia, visti con l'occhio attento e sofferto di chi li vive in prima persona. Notissimo è il suo racconto "Il giorno della civetta" da cui è stato tratto un film di grande successo che tocca da vicino il gravissimo problema della mafia. È morto nel 1989.
Jacques Prévert
Jacques Prévert a créé une poésie simple, accessible à tous, pleine d'humour et de tendresse. Son ouvre reflète son amour de la liberté et sa façon de vivre, toute simple, à Paris ou en banlieue au lendemain de la deuxième guerre mondiale.
Quand il dénonce la guerre ou les injustices, il peut être ironique et même violente. Mais il redevient tendre et optimiste quand il rêve d 151c24b 'un monde de justice et de fraternité, quand il chante le droit au bonheur de chaque être humain.
D'innombrables poèmes de Jacques Prévert, mis en musique, sont devenue des chansons populaires : Les feuilles mortes, Barbara, Inventaire, etc., chantées par Juliette Gréco, Yves Montand et les Frères Jacques.
Jacques Prévert a également écrit des scénarios et des dialogues pour le cinéma, avec le réalisateur Marcel Carné. Leurs films les plus célèbres sont Drôle de drame, Les visiteurs du soir, Les enfants du paradis.
Ses principaux recueils de poèmes : Paroles (1946) ; Histoires (1946) ; Spectacle (1951).
La chanson de la Seine
La Seine a de la chance
Elle n'a pas de soucis
Elle se la coule douce
Le jour comme la nuit
Et elle sort de sa source
Tout doucement sans bruit
Et sans se faire de mousse
Sans sortir de son lit
Elle s'en va vers la mer
En passant par Paris
La Seine a de la chance
Elle n'a pas de soucis
Et quand elle se promène
Tout le long de ses quais
Avec sa belle robe verte
Et ses lumières dorées
Notre-Dame Jalouse
Immobile et sévère
Du haut de toutes ses pierres
La regarde de travers
Mais la seine s'en balance
Elle n'a pas de soucis
Elle se la coule douce
Le jour comme la nuit
Et s'en va vers Le Havre
Et s'en va vers la mer
En passant comme un rêve
Ou milieu des mystères
Des misères de Paris.
J.Prévert
Mary Quant
Quant Mary (Londra 1934), disegnatrice di moda britannica, considerata la creatrice della "minigonna". Con il marito Alexander Plunket Green aprì nel 1955 la sua prima boutique in Kings' Road, chiamata "Bazaar", cui seguirono negli anni Sessanta circa cento altri negozi solamente a Londra, di cui il più famoso a Carnaby Street. Riconoscibile per il marchio, una margherita, il suo stile molto semplice e colorato contrastava nettamente con quello allora in voga e si rivolgeva a un'ideale femminile esile e molto giovane, che fu perfettamente incarnato dalla magrissima modella Twiggy. Mary Quant lanciò minigonne, calze lavorate e stivali alti fin sopra il ginocchio, pantaloni scampanati e cinture, top lavorati all'uncinetto e lucidi impermeabili, cui affiancò prodotti di cosmetica. I suoi prezzi accessibili, uniti allo stile rivoluzionario, la fecero conoscere a un pubblico vastissimo.
(Norma Jean Backer). Attrice cinematografica nord-americana, nata a Los Angeles nel 1928, morta ad Hollywood nel 1962. Figlia di un'alienata mentale, dopo una squallida infanzia ed un precoce matrimonio fallito (con un tale J. Dougherty), per vivere iniziò a posare per piccanti foto «naturiste». Notata dal cinema, apparve brevemente in Scudda Hoo, Scudda Hay (1948), in Giungla d'asfalto (1950) ed in Eva contro Eva (1950). Soprattutto in Giungla d'asfalto, nella piccola leziosa parte dell'amante d'un avvocato gangster, M. fece impressione per la naturalezza con cui sosteneva il ruolo d'una ragazza bella, stupida e incosciente. Tre anni dopo era protagonista d'un film di Hathaway dal titolo Niagara, abbastanza melodrammatico, ma nel quale M., biondissima, vellutata, si rivelò un'insuperabile fatale perversa. Niagara le diede subito il rango della grande stella. Seguirono Gli uominipreferiscono le bionde (1953) e La magnifica preda (1954), in cui però il suo personaggio era stato modificato. I produttori avevano ora ideato per lei il tipo d'una ragazza tutta istintiva provocazione e insieme incosciente candore, in continuo pericolo, ma capace alla fine di salvarsi per la sua naturale fiducia in ciò che è semplice e vitale. Tale personaggio, reso dalla M. in modo perfetto, affascinò il pubblico maschile e femminile. Dopo il non ancora centrato Follie dell'anno (1954), la M. fu eccellente interprete in Quando la moglie è in vacanza (1955) di B. Wilder, dimostrando imprevedibili doti di vivacità ed autoironia. Divenuta l'idolo di un pubblico internazionale, quasi a voler dimostrare di non essere nella vita l'«oca bionda» dei suoi film, volle perfezionarsi all'Actor's Studio, la migliore scuola di recitazione d'America. Nel 1956, dopo aver ottenuto il divorzio dal famoso giocatore di base-ball Joe di Maggio, sposò lo scrittore Arthur Miller (da cuidoveva poi divorziare poco prima della sua tragica fine). Seguirono Fermata d'autobus (1956) di J. Logan ed Il principe e la ballerina (1957), diretto ed interpretato da L. Olivier. Nel 1959 con A qualcuno piace caldo di B. Wilder l'attrice diede forse la sua interpretazione migliore gareggiando in humour con T. Curtis e J. Lemmon.
Incapace di separare la finzione dalla realtà, la M. cominciava ad avvertire tutto il peso del personaggio che le era imposto e nel quale il pubblico la ammirava. Prese a cercare nuove soluzioni ed in breve i suoi nervi andarono in pezzi. Le «esigenze» intellettuali di suo marito fecero il resto. Con Facciamo all'amore (1960) la crisi era già in atto. Tentò di riproporsi in nuovi termini, in un clima drammatico di disperata sincerità, in Gli spostati (1961), ma non fu apprezzata. Il film cadde clamorosamente. Durante la lavorazione di Something's got to give (1962), licenziata improvvisamente dalla Fox, chiuse con una morte inattesa - suicidio? incidente dovuto all'ingestione di barbiturici dopo una dose eccessiva di alcool? - la sua carriera di diva.
Vi è oggi un ricordo mitico di questa grande attrice nord-americana, che probabilmente resta come il simbolo di un'epoca troppo rapidamente superata. Esiste ora su di lei un'intera letteratura e se ne tenta la delineazione psicologica.
Nel 1984 è stata trovata una lettera della M. diretta a Lee Strasberg, il direttore dell'Actor's Studio di New York. Dalla clinica in cui era ricoverata l'attrice scriveva: "sono sequestrata in una stanza di cemento".
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