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IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO

letteratura italiana



IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO


"Tutti abbiamo una ferita segreta per riscattare la quale combattiamo".

Pin è un discolo lentigginoso e irriverente, che ama stare con i grandi, che gli sono peraltro incomprensibili, far loro i dispet 525j91f ti, vagabondare per campi e carrugi. Un giorno ruba la pistola a un soldato tedesco, mentre sta facendo l'amore con la sorella.

La sorella di Pin si chiama la Nera del Carrugio; fa la prostituta; va con tutti, anche coi tedeschi. Con Pin è materna, ma il fratellino avverte una certa insincerità nel suo atteggiamento. 

Quando non sta nella bottega di ciabattino di Pietromagro, un poco di buono sempre fuori e dentro dalle galere, che lavora poco e per giunta picchia e insulta il ragazzino, Pin bighellona tutto il giorno per la città, fra strade e osterie, spingendosi talvolta nei boschi vicini. Qui conosce il posto "dove fanno il nido i ragni".

Con Lupo Rosso, un ragazzo indomito, più grande di lui, educato sugli album di avventure e sempre pronto a nuove imprese, Pin evade dalla prigione, dove è stato rinchiuso dopo il furto della rivoltella.

Un giorno, nei boschi, lo sperduto Pin incontra un partigiano taciturno e buono, che ha in odio le donne. Lo chiamano il Cugino. Suo tramite si aggrega al distaccamento del Dritto e gli viene assegnata la mansione di aiuto-cuciniere. 
I partigiani del Dritto sono un gruppo eterogeneo, scalcinato ed emarginato. Oltre al comandante, un tipo magro, triste e malaticcio, quanto coraggioso, ne fanno parte i quattro cognati calabresi, Duca, Marchese, Conte e Barone, dal linguaggio truculento, che sembrano combattere una guerra tutta loro; Zena il Lungo detto Berretta-di-Legno, indolente e apatico, che se ne sta sempre a leggere il suo Supergiallo;  Mancino, il cuoco, in preda a furori ideologici e con un improbabile uccellaccio, un falchetto, sulle spalle; la moglie Giglia; il commissario Giacinto, un ex stagnino che quando non è in missione, passa il tempo a spidocchiarsi; Pelle, un giovane con un passato da avanguardista, che ha la passione delle donne e delle armi. Conosce tutte le prostitute della città e ha un grandissimo talento nel procurare armi, di cui è però molto geloso.



Il casolare che usano come base e rifugio, un giorno, per colpa del Dritto che flirta con la Giglia, prende fuoco; i partigiani sono costretti a spostarsi; la battaglia col nemico diventa, nel frattempo, inevitabile. Pelle tradisce e passa al nemico. Il Dritto, ormai alla deriva e bruciato come comandante   invece di partecipare alla battaglia si apparta con Giglia, la moglie di Mancino.

Pin prende presto consapevolezza che la vita dei grandi è mossa dalla violenza e dal sesso e, anche tra i partigiani, la solidarietà si mescola alle piccole, umane  meschinità.

Ritornato sano e salvo in città, Pin vi incontra il Cugino, l'unico grande che a Pin sembra diverso, l'amico buono di cui fidarsi che sta da tempo cercando. Ma sarà proprio il Cugino ad uccidere la sorella di Pin, nel frattempo passata, con tutti gli agi connessi, dalla parte degli ufficiali nazisti. E lo farà proprio con la pistola di Pin, quella che lui aveva sottratta e nascosta fra i nidi di ragno.

Il sentiero dei nidi di ragno, pubblicato una prima volta nel 1947, è il primo dei romanzi scritti da Calvino e rappresenta la Resistenza vista dalla parte di un bambino; un'avventura, un gioco serio e appassionante, un rito di iniziazione alla vita adulta, una scuola di idee, di caratteri, di concezioni.

Non un'agiografia della lotta partigiana, il libro mostra che la Resistenza fu anche crudeltà, assassinio. Un romanzo, dunque, antiretorico e aspro, malgrado il tono fiabesco.
Il tono fantastico, la visuale originale, il mescolarsi di realtà e fiaba collocano inoltre il romanzo di Calvino in una posizione eccentrica rispetto all'affermarsi del Neorealismo in quegli anni.

Calvino adotta una lingua dimessa eppure esatta e oggettiva.
Forte, come spesso accade nella narrativa di Calvino, la presenza della natura: alberi, cespugli, uccelli, insetti, pesci, rassicuranti e muti testimoni delle tragedie umane

I personaggi ritratti sono umili; c'è un solo intellettuale, il quale si incarica un po' di sintetizzare l'intera morale della faccenda; si tratta del commissario di brigata Kim, un giovane un po' medico e un po' filosofo.
Egli comprende, con la forza dialettica del proprio pensiero, che dentro la Resistenza ci sono tante anime, ma anche un denominatore comune, una motivazione fortissima: la speranza, per tutti, di un riscatto.




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