215-247 Penteo avversario del dio - 810-846 Penteo vittima

letteratura greca

215-247 Penteo avversario del dio

PENTEO: Ero per caso fuori del paese, quand'ecco vengo a sapere novità negative che si diffondo in questa città: le nostre donne ci hanno abbandonato le case per finti baccanali e nei boschi ombrosi rapidamente si muovono per onorare con danze il nuovo dio Dioniso, chiunque mai sia, sento dir 727j97h e che coppe stanno colme in mezzo ai tiasi, e che chi da una parte chi dall'altra appartandosi in luoghi solitari servono i letti dei maschi, certo con la scusa di essere menadi addette ai riti sacri, ma in verità preferendo Afrodite a Bacco. Quelle che ho catturato servi le custodiscano in prigioni pubbliche, con le mani legate. Quante invece sono riuscite a sfuggire, caccerò giù dal monte, dico Ino e Agave che mi generò ad Echione, e la madre di Atteone, cioè Autonome. La legherò in ceppi di ferro e farò loro smettere subito quest'empio baccanale. Dicono che un tale sia arrivato dalla terra di Lidia, uno straniero, un ciarlatano, un mago. E' profumato nella chioma dai biondi riccioli, è rosso come è rosso il vino, ha negli occhi le grazie di Afrodite. Lui di giorno e di notte se la passa con delle giovani accampando come pretesto gioiosi riti. Ma, se lo sorprenderò in questa terra, lo farò smettere di battere il tirso e di scuotere la chioma, mozzandogli la testa. Quello straniero va dicendo che Dioniso è un dio, va dicendo che un tempo rimase cucito nella coscia di Zeus, mentre è stato incenerito dalla fiamma del fulmine insieme alla madre, poiché questa aveva mentito sulle nozze divine. Non è questa arroganza cosa terribile, degna della forca, chiunque sia lo straniero?

810-846 Penteo vittima

DIONISO: Basta così! Vuoi vederle raccolte tutte insieme sui monti?
PENTEO: Certamente, anche a prezzo di un'immensa quantità d'oro.
D: E come sei caduto in così grande passione?
P: Con dolore le vedrei in preda al vino.
D: E tuttavia vedresti volentieri cose per te sono dolorose?
P: Stanne certo, stando seduto in silenzio sotto abeti.
D: Ma ti rintracceranno, anche se tu arrivi di nascosto.
P: Allora le guarderò apertamente, hai detto bene queste cose.
D: Dunque ti conduciamo e ti metterai in cammino?
P: Orsù, il più velocemente possibile, ho invidia per te del tempo (non ti do tempo).
D: Mettiti intorno al corpo allora un peplo di bisso.
P: E che è questo? Da uomo dovrei essere "registrato" tra le donne?
D: Affinché non ti uccidano, qualora ti si veda là come uomo.
P: Hai di nuovo detto bene. E' da un pezzo che ti comporti da saggio.
D: Dioniso ci ha ammaestrato in queste cose.
P: Come dunque potrebbe realizzarsi quello che tu così bene mi consigli?
D: Io ti vestirò una volta che sarò entrato nel palazzo.
P: Con quale veste, forse una veste femminile? Ma mi sento imbarazzato.
D: Non sei più desideroso spettatore delle Menadi?
P: Ma quale abito tu dici che mi farai indossare?
D: Distenderò lunga la capigliatura sul tuo capo.
P: Quale seconda foggia dell'ornamento ci sarà per me?
D: Un peplo fino ai piedi. Sulla testa avrai una mitra.
P: O forse oltre a questi mi metterai qualcosa d'altro?
D: Un tirso su una mano, e una pelle screziata di cerbiatto.
P: Non posso indossare una veste femminile.
D: Allora verrai a battaglia con le Baccanti e provocherai spargimento di sangue.
P: Giusto: si deve innanzitutto andare in ricognizione.
D: E' più saggio certo che dar la caccia ai mali con altri mali.
P: E come passerò attraverso la città di nascosto ai Cadmei?
D: Passeremo per strade solitarie, io stesso ti condurrò.
P: Tutto è meglio purché le Baccanti non ridano di me.
D: Entrati in casa. P: Deciderò io ciò che mi paia opportuno.
D: Va bene. Per quel che mi riguarda sono pronto a tutto.
P: Me ne vado; o avanzerò avendo armi, o obbedirò ai tuoi consigli.