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Recensione de: ELOGIO DELLA FOLLIA di Erasmo da Rotterdam

letteratura



Recensione de: Elogio della Follia


di Erasmo da Rotterdam



Geer Geertsz (cambierà successivamente il suo nome con  quello umanistico di Desiderio Erasmo) nasce la notte tra il 27 e il 28 ottobre del 1466 a Rotterdam dal prete Rotger Geertsz.

Dopo essersi formato agli studi classici nel 1488 prende i voti a Steyn diventando canonico agostiniano. Da questi legami si libererà solo ventinove anni più tardi per la sua incapacità di accettare la  vita conventuale.

Tra il 1495 e il 1521 prosegue gli 616g65g studi prima a Parigi dove al seguito di numerosi mecenati studia ed impara il greco, poi a Basilea ed in seguito a Friburgo. La sua continua ricerca verso gli studi, alimentata da una sempre nuova esigenza di libertà, lo portano a viaggiare continuamente per l'Europa.

Passò anche del tempo in Italia soprattutto a Venezia presso le tipografie di Aldo Manuzio che gli insegnò personalmente molte cose sull'uso della stampa.

Dopo la scrittura di numerosi trattati, quasi tutti scritti in latino, morì il 12 luglio 1536 in piena coscienza, senza pensar mai di chiedere l'aiuto di un confessore.



E' una delle figure più rappresentative di quel periodo storico che abbraccia Umanesimo e Riforma  Luterana. Il suo modo di pensare e di scrivere hanno sempre portato i suoi contemporanei ha descriverlo come una figura ambigua. In realtà a leggere i suoi libri cercando di studiarne l'autore ci si rende presto conto della notevole intelligenza e della forte personalità di questi.

Nel 1511 veniva pubblicato il suo capolavoro, "Elogio della Follia", che lo rese figura così rappresentativa di quel periodo storico. Scritto come dedica a Tommaso Moro, suo grande amico, fu, nell'arco di quel secolo, ristampato circa sessanta volte, prova questa del valore dell'opera.

Originalissimo nei contenuti e nella forma, l'Elogio rappresenta una esaltazione allegorica della figura della Follia: rappresentata come dea in vesti di donna. Erasmo servendosi delle dolci parole della dea, pone in discussione tutto un mondo ed un sistema di vita.

Il libro si presenta dunque come una satira della teologia scolastica, dell'immoralità del clero ed elogio della follia del vero cristiano che impronta la sua vita sulla fede.

L'ironia è assai poco velata, si prende infatti esplicitamente gioco di molti concetti e pregiudizi di  quel tempo. Secondo molti fu uno dei libri o forse l'unico che preparò l'Europa a quella rivoluzione morale e religiosa che sfociò nella Riforma Luterana.

Dopo di questo però, è importante ricordare come Erasmo si sia sempre dimostrato contrario ad una rottura con la Chiesa di Roma auspicando un rinnovamento del mondo occidentale basato sulla forma antica e sulla morale cristiana. 

In tutta la narrazione Erasmo ritiene che la follia sia la dominatrice dell'intera civiltà con le sue leggi e le sue usanze. Una follia che con le sue ali circonda ed abbraccia ogni genere di persona, laici o ecclesiastici, umili e potenti, ignoranti e sapienti. Una dea che nella sua schiettezza rappresenta tutti gli umani errori e tutte le umane debolezze.

Ciò che rende e a reso grande in passato questo libro è sicuramente l'estrema modernità. 

La lettura è sicuramente molto divertente e spesso stupisce la lucidità nello scrivere dell'autore, il lessico è facilmente comprensibile e anche i temi più delicati di cui discute sono spiegati con estrema semplicità. Unica cosa è che in certi casi è troppo esplicito e finisce quasi per essere irritante.

Quando iniziai la lettura rimasi un po' perplesso. Non rari erano  i casi in cui si permetteva di giudicare chiunque: laici ed ecclesiastici, gente comune e gente nobile. Lo ho trovato irritante perché tendeva ad estraniarsi dal gruppo, giudicava ma non voleva essere giudicato cosa che sarebbe successa se si fosse descritto in qualche categoria di persone.

I giudizi poi non erano sicuramente da poco: gente di fede definita, senza mezzi termini, ipocrita, falsa e irresponsabile, i papi, i cardinali, i vescovi e i maestri di teologia (grandi, grossi e grassi) che a suo dire facevano vita da re scaricando le loro responsabilità ai loro vicari.

Si sa che la chiesa in quel tempo attraversava un momento di crisi, le sue guide potevano essere effettivamente come le descrive ma trovo che demonizzarle in quel modo non fosse neanche giusto.

Al di là di questo è un libro sicuramente curioso e interessante che comunque ho apprezzato per la sua originalità indiscutibile. Sicuramente utile a comprendere un po' meglio la vita e le idee della gente del tempo oltre ai normali riferimenti storici che ci forniscono i libri di storia.


Edizione di riferimento:

Erasmo da Rotterdam

Elogio della Follia

A cura di Nicola Petruzzellis

Mursia editore




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