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MANDRAGOLA

letteratura




MANDRAGOLA



E' una commedia divisa in cinque atti, preceduti da una canzone e da un Prologo in versi, in cui Machiavelli presenta i luoghi, i protagonisti, la trama e l'antefatto, cioè il ritorno da Parigi di Callimaco Guadagni.

La vicenda e' incentrata sulla beffa operata dal giovane Callimaco con l'aiuto del servo Ligurio ai danni del vecchio e sciocco Messer Nicia, marito di Lucrezia, dalla quale desidera ad ogni costo un figlio. Il giovane e ricco Callimaco torna da Parigi a Firenze, attratto da Lucrezia, pur non conoscendola personalmente, per sedurla con l'aiuto di Ligurio, che usufruisce della fedelta' del credulone Nicia, il quale è convinto che la moglie sia sterile. Fingendosi esperto di medicina, Callimaco si propone di guarire la sterilità della donna dandole una cura basata sulla somministrazione di una pozione di mandragola, che avrebbe avuto degli effetti mortali per chi avrebbe dormito con lei la prima notte dopo averla bevuta. Cosi' i due suggeriscono a Nicia di far dormire la moglie con uno sconosciuto e lo convincono, anche con l'aiuto di Sostrata, la madre di lei, e del corrotto Fra 222j96c te Timoteo, il suo confessore. Organizzano un rapimento durante la notte e catturano un giovane barbone che in realtà è Callimaco travestito. Quest'ultimo dorme con Lucrezia e alla mattina le svela l'inganno e l'amore per lei, con la promessa di sposarla nel caso Nicia fosse morto; la giovane, meravigliata dalla differenza tra una notte col marito e una con Callimaco, accetta volentieri la proposta. Lucrezia gli consiglia inoltre di presentarsi a Messer Nicia come suo compare, così alla fine tutti ottengono ciò che volevano.



In questa commedia non vi è un narratore, in quanto prevalgono le parti dialogate e mancano, invece, parti narrate. Vi è però l'eccezione del Prologo, nel quale emerge la voce narrante di Machiavelli in occasione della presentazione della sua commedia, rivolta in particolar modo alle spettatrici.

Il linguaggio utilizzato da Machiavelli è quotidiano, comprensibile ad un pubblico contemporaneo medio-alto e cambia a seconda del personaggio definendone abbastanza precisamente la sua condizione sociale e il suo carattere.

Il latino e i proverbi attribuiscono ai personaggi che li utilizzano o espressioni di saggezza spicciola (Nicia) o, nel caso di Frate Timoteo, il suo linguaggio religioso è uno strumento che serve da copertura per un personaggio che manca di vero spirito religioso.

Nella Mandragola sono rispettate le tre unità di tempo aristoteliche: l'unità di luogo (la vicenda si svolge in una sola città: Firenze. Infatti Nicia, per via del suo carattere si rifiuta di portare la moglie ai bagni della Porretta, dove Callimaco inizialmente aveva pensato di mettere in atto il suo piano); l'unità di tempo (tutto si svolge nell'arco di una giornata) e l'unità di azione (il tema della vicenda è l'inganno).

Prevalgono gli ambienti interni su quelli esterni, che vedono privilegiati: la Chiesa dove Frate Timoteo e Sostrata, madre di Lucrezia, convincono quest'ultima a bere la pozione (mandragola) e passare la notte con "qualcuno" che si presti a morire al posto del marito vista la pericolosità di questa bevanda medicinale; la casa di Messer Nicia dove si svolga la parte finale di questa vicenda.

Analizzando il tempo durante il quale si svolge tutta la storia è chiaramente evidente che prevalgono le azioni diurne su quelle notturne: si svolge,infatti, di giorno l'incontro e il colloquio fra Messer Nicia e Callimaco e quasi tutti gli altri incontri e colloqui, mentre la notte è presente nella parte finale della vicenda con il colloquio fra Ligurio, Messer Nicia, Siro e Frate Timoteo; il monologo di quest'ultimo, nonché la scena finale nella casa di Lucrezia. Di contro, le situazioni notturne conferiscono alla scena l'ambientazione di un'avventura grottesca.


ANALISI DEI PERSONAGGI ALL'INTERNO DELL'OPERA


I personaggi della commedia di Machiavelli sono introdotti nel prologo attraverso indizi che ne riassumono le caratteristiche morali e sociali. Il primo personaggio ad essere presentato è Messer Nicia,"un dottore che 'mparò in sul Buezio legge assai";"un dottor poco astuto". In questo modo viene designato un ruolo particolare per il personaggio, che rimarrà costante nel corso della commedia e che sarà dimostrato attraverso i comportamenti dello stesso e le parole degli altri che prendono parte alla vicenda. Infatti nella prima scena dell'atto I Callimaco, parlando con Siro, definisce Messer Nicia "ricchissimo" che "al tutto si lascia governare da lei[Lucrezia]"e"benché sia dottore egli è el più semplice e el più sciocco omo di Firenze". Nel secondo atto, invece ,Messer Nicia parla di sé e dice:"io mi spicco malvolentieri da bomba", ovvero afferma che qualsiasi spostamento viene compiuto da lui con estrema fatica, sottolineando con queste parole la sua pigrizia innata. Sempre nel secondo atto, scene II e IV, viene messa in evidenza un'altra caratteristica di Messer Nicia:l'ottusa testardaggine. Infatti egli si prefigge un obiettivo, avere un figlio da Lucrezia, e per portare a termine il suo scopo cade nell'inganno tesogli da Callimaco e dai suoi aiutanti, non accorgendosi e nemmeno sospettando della beffa, e, alla fine, dichiarandosi soddisfatto della moglie ("io non ho figliuoli e vorrè ne, e per questa briga vengo a dare impaccio a voi).

Inoltre la sua ottusità piena d'orgoglio lo porta a voler continuare ad escludere l'ipotesi di una probabile impotenza ("impotente io?Oh!Voi mi farete ridere!Io non credo che sia el più ferrigno e il più rubizzo uomo in Firenze di me!).

Il secondo personaggio di cui si parla nel prologo è Callimaco Guadagno,"un giovane,un amante meschino,fra tutti gli altri buon compagno a segni ed a' vestigi,l'onor di gentilezza e pregio porta". Callimaco viene quindi descritto come un giovane, caratteristica indispensabile per l'innamoramento, gentile ma solo nei modi di fare e di comportarsi, esteriori e studiati. E' inoltre amante meschino, perché seduce Lucrezia con l'inganno. Nel primo atto, scena I, c'e' il dialogo tra Callimaco e Siro, e da questo si può notare che Callimaco organizza la sua vita in relazione a Siro, non è dotato di intraprendenza e autonomia ("io non ti ho detto questo per voler tua consigli ma per sfogarmi in parte,e perchè tu prepari l'animo ad aiutarmi dove el bisogno lo ricerchi"). Questa sua caratteristica è evidenziata anche nel secondo atto, alla scena sesta, quando Callimaco, alla proposta di Ligurio di separarsi per poi ritrovarsi in seguito egli rispondo con un "Deh! Non mi lasciare solo!" che mette in luce il suo timore e la sua incapacità a cavarsela da solo. Nella prima scena dell'atto IV Callimaco si ritrova da solo sul palco e nel suo monologo traspare la sua angoscia per il piano organizzato che a momenti sarà attuato, e tra le parole compare spesso l'espressione "son morto", che sta a simboleggiare la morte psicologica del personaggio; nel corso della scena successiva ritorna l'area semantica della fine, dell'irrimediabile e quindi della morte, con espressioni del tipo: "ohimè,ohimè io son spacciato" e "io mi son murato in un forno". Dopo questa scena Callimaco esce e rientra solo nella scena IX in travestimento. Nel quinto atto, scena VI, Callimaco riporta le parole di Lucrezia dopo il loro incontro la notte precedente.

L'altro personaggio introdotto nel prologo è quello di Lucrezia, ed è descritto come:"una giovane accorta,fu da lui molto amata [da Callimaco]e per questo ingannata fu come intenderete, ed io vorrei che voi fusse ingannate come lei". Lucrezia compare per la prima volta sulla scena nell'atto III, scena X, in dialogo con la madre Sostrata, la quale sta convincendola a sottostare alla volontà di Nicia. In realtà Lucrezia, anche se non compare direttamente sulla scena, è presente nelle parole degli altri personaggi, e quindi appare costantemente nel corso della commedia. Nelle parole di Callimaco vengono decantate le sue doti (bellissima, onestissima, prudente, dura -atto I sc.I; atto IV sc.I) e il fatto che il marito Nicia sia ai suoi ordini (marito ricchissimo e che al tutto si lascia governare da lei-atto I,sc.I). Ligurio, l'aiutante di Callimaco, nella terza scena del primo atto la elogia quale donna savia e costumata e il marito Nicia vede tutte queste qualità come un ostacolo a far quel che voi dite, ovvero a mettere in atto il piano per non far correre a Messer Nicia il pericolo di morire giacendo con la moglie dopo che questa ha bevuto l'infuso di mandragola (una fatica ci resta, e d'importanza[...]far contenta mogliama a che io non credo che la si disponga mai). Lucrezia, inizialmente contraria alle disposizioni del coniuge, della madre Sostrata e di Frate Timoteo, che, per diversi motivi la spingono a cedere all'inganno (di tutte le cose che si son tentate, questa mi pare la più strana, di avere a sottomettere el corpo mio a questo vituperio, ad essere cagione che un uomo muoia per vituperarmi), alla fine, dopo un'attenta analisi degli eventi, decide di acconsentire (Dio m'aiuti e la nostra donna,che io non capiti male). Alla conclusione della vicenda Lucrezia risulta essere il personaggio principale, la vera protagonista della storia, colei che, dapprima vittima di un inganno da parte di Callimaco, sa dare una svolta alla propria vita proprio grazie a questo inganno. Nel discorso di Callimaco, dove vengono riportate le parole di Lucrezia (atto V, scena IV), si può notare nello sviluppo del periodare, come in un primo momento Lucrezia esponga tutta una serie di azioni subite contro la sua volontà e soprattutto azioni che essa stessa ha compiuto sotto l'obbligo di altri (l'astuzia tua, la scicchezza del mio marito , la tristizia del mio confessoro mi hanno condotto a fare ciò che mai per me medesima avrei fatto), ma successivamente tutte queste concatenazioni di fatti si sono rivelate favorevoli per lei, che risulta vincente su tutti ottenendo l'amore di Callimaco, da vivere giorno dopo giorno, lasciando che egli vada a vivere con Lucrezia (quel che mio marito ha voluto per una sera voglio che egli abbia per sempre[...]e verrai stamattina alla chiesa [...]e l'andare e lo stare starà a te ).

Con questo personaggio Machiavelli vuole costruire un modello esemplare per ognuno: Lucrezia è colei che capisce l'inutilità di ribellarsi alla sorte(io voglio iudicare che 'e venga da una celeste disposizione che abbia voluto così)e quindi, pur rassegnandosi a essa, si impegna affinché possa vivere al meglio la situazione impostale. Lucrezia è un tipico esempio di personaggio dinamico,ovvero capace di riscontrarsi con la mutevolezza degli eventi.




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