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"Il malato immaginario" di Jean Baptiste Poquelin detto Molière
PERSONAGGI:
Argante, malato immaginario
Tonina, serva di casa
Angelica, figlia di Argante
Belina, seconda moglie di Argante
il signor Bonafè, notaio
Cleante, innamorato di Angelica
il signor Trasuda, medico
Tommaso Trasuda, suo figlio
Beraldo, fratello di Argante
il signor Odoracchio, farmacista
il signor Purgatore, medico
Ultima commedia di Molière, Il malato imma 636f55g ginario venne
rappresentato per la prima volta il 10 febbraio 1673, nella sala del palais
Royal, sede stabile della Compagnia del Re. Undici mesi la separono dall'opera
precedente (Le donne sapienti, 11 marzo 1672) e la sua rappresentazione nella
pubblica sala parigina, anziché a Corte come Molière aveva in un primo tempo
sperato, conclude con una piccola ma indubbia sconfitta la logorante lotta
quotidiana, per gli indispensabili favori del re, che Molière e la commedia
conducevano contro Giovan Battista Lulli e la musica.
Per un istante, entriamo nella mente di Argan.
E meglio temere di essere malati, piuttosto che accettare, una volta per tutte,
di esserlo.
Strano eroe della salute, Argan difende un asilo innocente, il suo diritto
all'infanzia.
Non sa rassegnarsi all'idea che la vita sia una realta mortale, la malata,
mortale realta che crediamo di attraversare da adulti.
'Non ci sono piu bambini...', e la battuta rivelatrice, perché pronunciata
soprappensiero, di quest'uomo che si rifiuta alla morte, che si ribella
all'idea che la vita sia malattia.
E allora comprendiamo la ragione per la quale Argan, docilmente, si lascia
sedurre e abbindolare dai medici.
Non e la guarigione che gli interessa. E che i medici, con la loro stessa
presenza, gli promettono un mistero.
Finché esistono i medici, esiste anche l'illusione che il futuro di
un'esistenza malata non sia la morte, ma un'ipotetica vita da sani.
Cosi la morte viene ingannata, raggirata, eternamente elusa.
E, cosi, ingannando la morte, Argan, al tempo stesso, inganna, gioca e raggira
la malattia.
Come nessun altro personaggio del teatro antico e moderno, Argan e consapevole
che vivere e essere malati.
Ma se la vita e malattia, solo una malattia immaginaria puo tenere in scacco, e
addirittura sconfiggere, il vero, immedicabile malanno di esistere».
dalla INTRODUZIONE di Cesare Garboli alla traduzione del «MALATO IMMAGINARIO»
Einaudi ed. 1974
«La storia della medicina e piena di malattie e sindromi inesistenti.
Non credo che oggi un medico accetterebbe di farsi curare da un collega con i
metodi in uso cent'anni fa.
Tutti noi inorridiamo a un'idea del genere.
Ma facciamo un piccolo passo indietro: ci piacerebbe essere curati di quella
che oggi sappiamo essere anemia con dei salassi, o dell'epilessia e della
masturbazione con la castrazione?
Questi trattamenti tuttavia erano comuni nel XIX secolo, sia in psichiatria che
in medicina.
Scommetto che fra cento anni gli psichiatri rabbrividiranno al solo pensiero di
usare le terapie che oggi si applicano con tanta arroganza...».
Ronald D. Laing, dichiarazione a David Cohen riportata su REPUBBLICA-25/8/89
«Nel piccolo mondo del 'Malade imaginaire' sembra veder naufragare il mito
solare di Luigi XIV.
Ed e un naufragio in uno stagno alquanto limaccioso.
Al grande tema dell'esaltazione della luce, alla cui celebrazione aveva
partecipato anche Moliere, qui succedono toni sporchi, nerastri, alla Daumier.
Ai costumi che nei balletti glorificavano lo splendore della luce, costumi
d'argento, di velluto, di raso, carichi di ricami, di ornamenti, di pietre
preziose dai colori accesi con alti turbanti ornati di pennacchi e di fiori,
qui si sostituiscono i tetri, umilissimi oggetti che popolano la camera di un
malato, gli abiti consunti dell'abitudine col proprio male e con i suoi immondi
rimedi...».
«Argan, da qualsiasi lato lo si osservi, e il perfetto antagonista del suo
autore.
Gli altri personaggi di Moliere erano sofferte deformazioni, cancri del tessuto
sociale, o figure di un'affascinante ambiguita che non si sa bene se egli amava
o disprezzava.
Ma Argante non lascia dubbi.
Rispetto all'autore che lo creò, e un personaggio negativo.
E tutto cio che Moliere non e...».«Era inevitabile che Argan e il suo autore,
come divisi in due entita inconciliabili, dovessero scontrarsi sul palcoscenico
in un duello mortale.
Fu uno sdoppiamento degno di un dramma espressionista quel che avvenne il 17
febbraio 1673 alla quarta rappresentazione della commedia; un irruente ingresso
del teatro nella vita.
Quando Moliere nelle vesti di Argan fu colto da un tale accesso di tosse e di
sangue da finire poche ore dopo nella propria casa, si avvero il crudele
vaticinio del malato immaginario.
Un autore veniva tolto di mezzo, sulla scena, dal proprio personaggio.
Sconfitta la ragione, il vile, il folle Argan proclamava la sua vittoria...».
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