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Il giardino dei Finzi-Contini

letteratura



Il giardino dei Finzi-Contini


Prologo

Da un viaggio con gli amici presso le tombe etrusche, ricorda la monumentale tomba dei Finzi-Contini, ebrei, di cui però solo il figlio Alberto è stato sepolto; gli altri (Micòl, Ermanno, Olga) sono tutti stati deportati.


Parte I

I.   Descrizione della tomba e della casa dei Finzi-Contini un tempo splendide, ora una infestata dall'erbaccia e l'altra in mano a dei sottoproletari, che hanno distrutto tutte le 222d36c bellezze artistiche.


II.     La famiglia Finzi-Contini, descritta dal padre di Giorgio, come non meritevole della ricchezza e nobiltà che avevano accumulato.


III.       Alberto e Micòl studiavano in casa; loro avevano in comune con tutti gli altri ragazzi del luogo due insegnanti (uno allievo di Carducci, l'altra cattolica), e i momenti trascorsi insieme durante i giorni d'esame.




IV.      Altri momenti d'incontro tra le due famiglie erano nella sinagoga; entrambi facevano parte di quella italiana, e lui per tutto il tempo guardava i Finzi-Contini seduti dietro.


V.     Micòl gli indica un bastione segreto in cui nascondere la bicicletta, e lui comincia a fantasticare sul suo amore per lei, e su la sua vita lì, nascosto per sempre, da tutti.


Parte II

I.   Le leggi razziali sono state pubblicate, e i Finzi-Contini, dopo un periodo di isolamento dal resto della comunità ebrea, si erano riavvicinati: tornarono nella sinagoga italiana, e sia Alberto sia Micòl chiamarono l'autore per invitarlo a casa loro (cosa che non era mai avvenuta prima) per giocare a tennis.


II.     Tutti gli altri ebrei come lui cacciati dal club di tennis erano stati invitati, e prima di entrare nella villa dei Finzi-Contini raccontarono di quella finale in cui due di loro (ebrei) stavano vincendo, bruscamente interrotta proprio forse per questo motivo.


III.       Andare a giocare dai Finzi-Contini, nonostante il campo con molti difetti, era diventato un'abitudine. Spesso poi veniva offerto un'abbondante buffet.


IV.      Solo poche volte si aggiungevano a loro gli anziani della famiglia Finzi-Contini, e un giorno di questi il professore Ermanno fece una lunga conversazione con l'autore del più e del meno.


V.     Alberto e Micòl fecero lunghe passeggiate nell'enorme villa, prima in bicicletta poi a piedi, ricordando il loro passato (il muro scavalcato quando lui era stato rimandato in matematica, poi le carrozze.).


Parte III

I.   Si era innamorato di Micòl: passarono settimane al telefono, a parlare del più e del meno, e lui voleva rivederla rimpiangendo quella sera in carrozza.


II.     Ormai l'inverno era arrivato e i due potevano solo conversare al telefono. Fin quando lei partì per Venezia con lo scopo di concludere in fretta la sua tesi. Intanto Alberto ha invitato l'autore a casa sua per trascorrere un po' di tempo insieme.


III.       Va a casa dei Finzi-Contini come per vedere Micòl pur sapendo che lei era partita. Alberto appare indifferente e con l'autore parla del più o del meno.


IV.      Furono molte le riunioni a casa di Alberto alle quali si unì pure il Malnate. Il più delle volte si parlava di politica, della situazione di quel periodo in Europa e in Italia (Malnate era un comunista): non era vero che a Ferrara tutta la borghesia era fascista.


V.     Le riunioni a casa di Alberto continuarono e per la prima volta Giorgio fu invitato a restare a cena, e una volta, cosa che non aveva mai fatto prima intervenne animatamente nella discussione.


VI.      Adesso passava tutto il suo tempo nello studio dei Finzi-Contini dove usufruiva della biblioteca per completare la sua tesi. Il professore Ermanno gli fece vedere alcune lettere inedite di Carducci; tra i due si instaurò un rapporto di semplice amicizia.


VII.    Il giorno della pasqua ebraica a casa di Giorgio si era preparata una cena, all'improvviso l'autore fu chiamato al telefono e fu invitato a casa dei Finzi-Contini dove Micòl era tornata ma a parte un bacio datole dopo averla vista, il rapporto tra i due non era più lo stesso.


Parte IV

I.   Con Micòl l'autore non si vedette più, o quasi. Continuava però a frequentare la casa dei Finzi-Contini per continuare la sua tesi e per incontrare Alberto.


II.     Una sera Micòl, influenzata, volle vederlo. Parlarono e ad un certo punto lui cominciò a baciarla e subito dopo le montò sopra ma lei lo interruppe bruscamente.


III.       Micòl quindi volle mettere in chiaro le cose tra loro due: per lei non era giusto fare l'amore, perché erano entrambi molto simili e per lei in amore ci si deve contrastare.


IV.      L'autore andò in Francia, a trovare il fratello. Una volta tornato seppe che era stato vietato ai Finzi-Contini di organizzare altri incontri di tennis con molti invitati; intanto Alberto appariva pallido e dimagrito, forse era malato.


V.     Un giorno come altri Giorgio cominciò a sbaciucchiarla, ma lei si arrabbiò: il suo era un comportamento indecoroso e pertanto lo invitò a non andare più in casa loro, o quasi: solo ogni tanto per disputare le solite partite di tennis.


VI.      Decise di obbedire a Micòl e per 20 giorni decise di non farsi più vedere. Andò a trovare a casa il Malnate. Nonostante ultimamente litigavano fino a d offendersi, ora lo trovò molto cordiale, senza quasi voglia di litigare.


VII.    Finì per intrattenersi ogni sera col Malnate: questa volta però non litigavano più ma parlavano di arte e di letteratura.


VIII. Le condizioni di Alberto erano preoccupanti: era di molto dimagrito e faceva fatica a respirare. Intanto nei discorsi tra l'autore e il Malnate si erano intrufolati a anche i Finzi-Contini, e una sera Giorgio confessò tutta la sua storia con Micòl.


IX.      Tornato a casa, fece una lunga discussione col padre; di politica, circa l'andare dalle prostitute, di Micòl. Il padre gli consigliò di lasciar perdere spiegandogli che erano troppo diversi e consigliandolo di non frequentare più neanche la casa dei Finzi-Contini; parlarono anche del suo futuro. Dopo giorni passati a vagabondare entrò scavalcando il muro di casa Finzi-Contini. Pensò che Micòl avesse una relazione con il Malnate, ogni sera. Si avvicinò allo spogliatoio del campo da tennis, ma non c'era nessuno. La sua storia con Micòl, "bel romanzo", era finita veramente per sempre.


Epilogo

Alberto morì nel '42 li linfogranuloma maligno; gli altri furono portati in campi di concentramento; Malnate fu trasferito a Milano. Di Micòl ricorda alcune parole, la sua preferenza il presente, e non per il passato o il futuro.




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