Il carme Dei Sepolcri

Questo editto affondava le sue radici in motivi igienici, sociali e politici. Questa legge, valida secondo il più freddo razionalismo rivoluzionario, impediva, secondo il Foscolo, la corrispondenza di amorosi sensi, togliendo all'uomo l'illusione che egli potesse sopravvivere almeno nel ricordo dei suoi cari. Il sentimento romantico del Foscolo si ribellava al pensiero che la morte fosse annullatrice di tutto; a questa istanza romantica, umana e sentimentale, si aggiungeva quella civile e patriottica, in quanto le tombe degli uomini illustri e degli eroi, morti per la patria, suscitano nelle generazioni future idee generose di libertà e di onore patrio.

Secondo il Foscolo, due sono state le istanze umane che hanno tramandato il culto delle tombe: l'amore verso la patria e la dedizione verso i parenti, come afferma nei versi 102 e 103 "..le virtù patrie e la pietà congiunta tradussero per lungo ordine di anni".

Il carme, quindi, nasce da quella causa occasionale come ribellione del sentimento contro il freddo razionalismo del '700, ma trova già nell'anima del poeta, tutta una preparazione e predisposizione spirituale consacrata nell'Ortis e nei Sonetti.

A ciò si deve aggiungere che la poesia sepolcrale in Europa e in Italia era in quel periodo, quella di maggior attualità, come testimonia in Inghilterra la poesia sepolcrale di Thomas Gray, e in Italia, addirittura la discussione nei salotti com'era avvenuto col Pindemonte. (Delille in Francia)

Foscolo, vedeva nelle tombe e nel loro devoto culto un ufficio umano morale, patriottico e civile, perché queste eternano la memoria e ispirano i poeti, i quali tramandano alla storia le imprese dei grandi spiriti del passato. Perciò, nei "Sepolcri", egli cantò la sua religione della vita, l'ansia della immortalità umana, attuata dalla poesia e dalla storia in contrapposizione alla "forza operosa" della natura e della morte che tutto traveste.

In tal senso, i Sepolcri , sono veramente il superamento della crisi illuministica e rappresentano il primo componimento romantico-patriottico dell'Italia.

Il tema fondamentale del carme è la concezione della poesia eternatrice e consolatrice non soltanto delle virtù eroiche ma anche delle umane sventure e il poeta assurge a sé questo compito.

Lo schema del carme parte dalla negazione dell'importanza del sepolcro, in quanto, secondi l'ordine naturale a nulla servono le tombe se la morte distrugge tutto. Ma perché, prima che il tempo compia la sua opera di distruzione, l'uomo si deve togliere l'illusione di poter sopravvivere nella memoria dei vivi ? Sarà un'illusione ma è una dote celeste questa corrispondenza d'amorosi sensi e per essa noi viviamo con gli istinti e gli istinti  con noi se c'è una tomba che protegge dall'opera distruttrice del tempo. Soltanto i malvagi non hanno gioia nella tomba perché essa sarebbe testimonianza della loro viltà. Nonostante questa ragione umana e sacra della tomba, una strana e disumana legge (editto di Saint-Cloud) impone oggi i sepolcri fuori dei "guardi pietosi" dei parenti e degli amici. Infatti, Parini, giace in mezzo ai cadaveri dei delinquenti, non distinto né da un monumento, né da una tomba.

Le tombe furono istituire sin da quando l'umanità passò dalla condizione ferina a quella civile, morale e religiosa. Da allora i viventi furono pietosi verso i loro morti e le tombe furono considerate templi e sacrari.

Non sempre, però i cadaveri venivano seppelliti nelle chiese e contaminavano l'olfatto dei supplicanti; non sempre venivano seppelliti nelle strade per rendere paurosi e pieni di incubi i sogni delle madri,; ma il culto pagano creava i cimiteri-giardini dove si effondevano profumi di fiori (Inghilterra).

Questa follia pietosa rendeva cari i cimiteri alle giovani inglesi dove pregavano per il ritorno del loro eroe Nelson e delle loro madri morte. Ma le tombe danno esortazione morale soltanto se i popoli hanno vivo il senso della gloria e l'amore per la patria. Per questo le "urne dei forti" custodite in Santa Croce, esortano a imprese egregie gli animi dei forti e degli eroi vivi e rendono santa la terra che li accoglie. Infatti, a Firenze, nella chiesa di Santa Croce, riposa Michelangelo, che ha progettato la cupola di San Pietro, Galileo sostenitore della teoria eliocentrica e l'Alfieri unitamente a Macchiavelli. Sempre grande Firenze che diede il natale a Dante e la lingua al Petrarca; Santa Croce è ancor più beata perché conserva le glorie italiane, le uniche rimaste dal momento di Annibale hanno portato alla distruzione di ricchezze e cultura. La morte è giusta dispensiero di gloria; infatti la furia dei venti riportava ala tomba di Ajace, le armi di Achille che Ulisse aveva sottratto con astuzia. Il navigante che si recherà sulle sponde del mar greco, potrà osservare una tomba resa eterna dall'amore di Giove per Elettra e in questi luoghi, Omero interrogherà le tombe dei vinti e dei vincitori col suo canto divino, consolandoli delle loro sventure e rendendo eterne le gesta degli eroi.