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I CREPUSCOLARI

letteratura



I CREPUSCOLARI

Gruppo scrittori e poeti che non appartengono a una vera e propria scuola, ma condividono scelte letterarie e modelli culturali. Il termine compare la 1° volta nel 1910: G. A. BORGESE in un articolo su «La stampa», Poesia crepusclare, recensisce tre raccolte: Poesie scritte col lapis di M. Moretti, Poesie provinciali, F.M. Martini, Sogno e ironia, C. Chiaves. Dice: «una voce crepuscolare, la voce di una gloriosa poesia che si spegne».

Autori crepuscolari sono: S. Corazzini, G. Gozzano, C. Govoni almeno fino al 1907, poi si dà al Futurismo e Marino Moretti che mantiene, però, una sua spiccata originalità (anche solo la fedeltà allo schema metrico).

   Temi e toni sono dimessi e umili.

   Si modifica la condizione del poeta ¹ "poeta artiere" Carducci o "poeta vate" D'Annunzio Þ poeta che si vergogna di essere poeta, che ha perso l'aureola (Beaudelaire). «piccolo fanciullo che piange» Corazzini.

   Stile = abbassamento del linguaggio = quasi quotidiano, umile, accostamento aulico e umile.



   Metrica = facile, quasi prosaica, narrativa. Contini: «una netta discesa culturale», Serra: «metri zoppicanti», «rime approssimative», Langella: «il momento più basso della nostra poesia».

Schematizzando si può vedere Il CREPUSCOLARISMO come la risposta antitetica al FUTURISMO che risponde però allo stesso disagio di inizio secolo. E se il FUTURISMO è la radicalizzazione ed esasperazione di alcuni aspetti di D'Annunzio, il CREPUSCOLARISMO è la radicalizzazione di alcuni aspetti del Pascoli più intimo.

    (Pascoli) CREPUSCOLARISMO ç = =è   FUTURISMO (d'Annunzio)

    piccolo fanciullo che pinge     eroe - superuomo

    toni dimessi              toni aggressivi - violenti, rivoluzionari

    stile antiretorico, umile, intimo       stile esploso, urlato

GUIDO GOZZANO (1883-1916) nasce vicino a Torino. Formazione: iscritto a Legge, ma segue lezioni di Lettere (influenza di Nietzsche, Schopenhauer, Verlaine, D'Annunzio). Ambiente dei crepuscolari torinesi, esperienza con malattia, tisi che lo porterà alla morte.

   Opere, raccolte di poesie: La via del rifugio (1907); I colloqui (1911) (nei quali è contenuto il poemetto più famoso: La signorina Felicita Þ desiderio fuga dalla realtà); Le farfalle rimasto incompiuto. Fu anche autore di racconti: Verso la cuna del mondo.

   Stile. 1) Poesie sono quasi delle piccole novelle in versi, il tono e prosaico e narrativo.

2) Ironia: soprattutto in polemica con D'Ann. Su questo pto., rovesciamento del dannunzianesimo, insiste Sanguineti, uno dei > critici di G.

3) Altro critico importante di G. = Montale: «G. fu il 1° poeta del '900 che riuscisse  "ad attraversare D'Ann." Per approdare a un territorio suo», egli è il 1° che «abbia dato scintille facendo cozzare l'aulico con il prosaico». G. stesso dice del suo stile: «lo stile di uno scolare/corretto un po' da una serva» (e non il contrario, cioè la matrice è colta).

SERGIO CORAZZINI (Roma, 1886-1907). Vicenda e poetica simili a quelle di Gozzano, anche lui muore di tisi.

Gruppo di giovani intellettuali Þ circolo e rivista «Cronache latine».

Raccolte di poesie: Dolcezze; L'amaro calice (1904); Le aureole (1905); Piccolo libro inutile (dove è contenuta la lirica: Desolazione del povero poeta sentimentale Þ "piccolo fanciullo che piange", anticipa tema del male di vivere di Montale); Elegia; Libro per la sera della domenica (1906). Tutte le liriche furono pubblicate postume nella raccolta Liriche (1908).





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