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L'ORLANDO FURIOSO
E' un poema cavalleresco, in quanto la
materia narrativa è tratta dalla tradizione epico-cavalleresca (romanzo
cortese, cantàri, chanson de geste...: tradizione questa ripresa dal Boiardo
con l'Orlando innamorato). Le fonti del poema vanno ricercate anche nei poemi
classici (Iliade, Eneide, ecc.: ad es. la pazzia d'Orlando ricorda 535h78f l'ira di
Achille). I tre contenuti fondamentali sono: epico (lotta tra cristiani e
musulmani), erotico (la passione d'Orlando per Angelica) ed encomiastico (Ariosto
fa discendere la casa d'Este dall'amore di Bradamante e Ruggero).
L'Ariosto riprende il poema del Boiardo laddove questi l'aveva lasciato, quando
Carlo Magno, preoccupato delle rivalità che Angelica accende tra i cavalieri
cristiani, sottraendoli così alla difesa di Parigi assediata dai musulmani, la
affida al duca Namo di Baviera, perché la custodisca, promettendola a chi (fra
Orlando e Rinaldo) si fosse distinto di più nella battaglia imminente. Ma
Angelica, approfittando della confusione che segue alla sconfitta dei
cristiani, fugge, sicché i cavalieri ricominciano a cercarla, imbattendosi in
varie avventure.
Nell'Orlando Furioso le avventure sono più complicate ed è difficile
riassumerle. I filoni narrativi principali sono tre: 1) la battaglia intorno a
Parigi, che poi si sposta in Africa e si conclude con la vittoria dei cristiani
(l'eroe è Orlando); 2) la storia di Angelica, che fuggita dal duca Namo, viene
inseguita dai cavalieri cristiani e saraceni, invaghiti di lei. Angelica però
sceglierà di sposare un giovane soldato saraceno (Medoro) ferito in battaglia e
da lei curato. Orlando, accortosi del fatto, impazzisce dal dolore e distrugge,
percorrendo Francia e Spagna, tutto ciò che gli si para davanti; finché il
cavaliere cristiano Astolfo, salito con l'Ippogrifo (cavallo alato) sulla Luna
-dove erano raccolte tutte le cose che gli uomini avevano perso sulla Terra-,
vi prende il senno di Orlando racchiuso in un'ampolla che farà poi annusare ad
Orlando, restituendogli la ragione. Così Orlando può tornare a combattere
contro i saraceni determinando la loro definitiva sconfitta. 3) La storia di
Orlando viene spesso interrotta dal poeta con l'inserimento del terzo filone
narrativo: l'amore di Bradamante, sorella del cavaliere cristiano Rinaldo, per
l'eroe saraceno Ruggero. Bradamante, dopo una serie di fantastiche avventure,
riesce a sposare Ruggero, che intanto si era fatto cristiano. Il poema infatti
si chiude con la vittoria in duello di Ruggero contro il saraceno Rodomonte. Da
questa coppia sia il Boiardo che l'Ariosto fanno discendere gli Estensi.
Caratteristiche del poema
Stilisticamente è raffinato, cioè senza dialettismi ma anche senza enfasi
drammatica, senza ricerca del sublime. La varietà delle vicende è notevole. Gli
eventi sono intrecciati in maniera magistrale: nessun personaggio viene
sacrificato a vantaggio di altri, nessuna situazione resta incompiuta. Le
vicende danno l'impressione di poter continuare all'infinito. Si alternano
continuamente, per evitare che un tema narrativo prenda il sopravvento, il tono
drammatico con l'idillico e il comico, l'amoroso con l'avventuroso, il
realistico col fantastico, le scene di forza con quelle di tenerezza. Non
esiste un luogo fisso: l'azione è sempre dinamica e mutevole.
Vi è un quadro estremamente vario della psicologia umana: passioni e sentimenti
si avvicendano di continuo, senza che mai uno prevalga sull'altro (amore,
eroismo guerriero, gusto dell'avventura si armonizzando perfettamente).
Tuttavia, nessun personaggio presenta un complesso sviluppo psicologico
individuale, cioè un contrasto interiore di bene e male (ad es. Bradamante
impersona la fedeltà e solo questa), benché l'Ariosto eviti con cura la figura
dell'eroe invincibile, sovrumano. La stessa donna non è più un angelo o un
demone (come nel Medioevo), ma un essere umano. Tuttavia i personaggi restano
individualistici, generalmente incuranti dell'interesse generale.
Non esiste un riferimento ideale particolare: l'Ariosto esclude dalle vicende
terrene ogni intervento provvidenziale o divino. La religione non è mai vista
come fonte di dissidio interiore né come guida dell'agire umano. Essa è
piuttosto una condizione che influisce esteriormente su alcune situazioni (ad
es. Ruggero deve convertirsi al cristianesimo per sposare Bradamante). I
personaggi si muovono sulla base dei loro istintivi impulsi vitali. I caratteri
sono naturali, a volte volubili (ad es. Angelica da fredda e altera diventa
dolce con Medoro; l'eroe forte e avveduto Orlando diventa pazzo d'amore).
Vi sono anche alcuni temi pessimistici: l'amore non apprezzato e non
corrisposto, i desideri perseguiti con affannosa tensione e mai appagati,
l'inutile correre degli uomini dietro le proprie illusioni (vedi ad es. il
castello di Atlante, ove viene rinchiuso Ruggero per impedirgli di sposare
Bradamante. Qui i cavalieri vengono attratti dalla falsa immagine -suscitata
dal mago- di un bene a lungo cercato, come ad es. una persona amata, ma una
volta entrati nel castello l'immagine subito scompare, per ricomparire appena
essi ne escono). La pazzia, la vanità, le illusioni dimorano stabilmente sulla
Terra, mentre la ragione è sulla Luna. Infine il prevalere della
"fortuna" (caso) sulla capacità dell'uomo di dominare il proprio
destino. L'Ariosto guarda con ironia, cioè con distaccata superiorità le
assurde vicende degli uomini, vittime delle loro illusioni e delle loro
passioni: però è un'ironia comprensiva non sprezzante.
Vi sono anche elementi di critica politica: contro il malgoverno e la follia
dei principi italiani che, lottando tra di loro, facevano entrare gli stranieri
in patria: cosa peraltro che impediva di combattere i turchi, che allora erano
molto potenti.
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