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Al cor gentil remparia sempre amore - Nell'opera scritta da Guido Guinizzelli

letteratura



Al cor gentil remparia sempre amore



Nell'opera scritta da Guido Guinizzelli compare la tematica che caratterizza tutto il movimento culturale del dolce stilnovo: la corrispondenza tra l'amore della donna e l'amore dell'uomo, purché, quest'ultimo, abbia un 333f51d cuore nobile. L'importanza della corrispondenza da parte della donna innalza, fa superare l'uomo (nobile di sentimenti) ad un livello spirituale superiore. La tematica di questa opera assomiglia notevolmente a quella della letteratura cortese francese, ma viene trattato in maniera diversa il problema dell'amore: nello stilnovismo si cerca di riflettere su cosa sia l'amore e che cosa provochi alle persone. L'opera è molto complessa da un punto di vista stilistico, con l'uso frequente di metafore e anafore, e da un punto di vista formale. Subito nella prima strofa l'autore spiega che in un cuore nobile si potrà sempre trovare l'amore e successivamente con una similitudine naturale spiega che la natura non ha creato l'amore prima del cuore nobile e neanche il contrario, usando una forma stilistica chiamata chiasmo: "né fe' amor anti che gentil core, né gentil core anti ch'amor, natura: ch'adesso con' fu 'l sole, sì tosto lo splendore fu lucente, né fu davanti 'l sole...". Nella seconda strofa Guido Guinizzelli sottolinea che l'amore "colpirà" solamente delle persone di animo nobile e che grazie a questo amore l'uomo potrà essere finalmente puro, l'autore ci spiega questo concetto citando la legge fisica in cui ogni pietra preziosa acquisisce valore grazie alla luce del sole: "..come vertute in petra preziosa, che da la stella valor no i discende anti che 'l sol la faccia gentil cosa; poi che n'ha tratto fore per sua forza lo sol ciò che li è vile, stella li dà valore...". L'autore prosegue continuando con delle similitudini naturali, proprio per ribadire che l'amore lo troverà solamente la persona di nobile cuore, paragona tutto questo al fuoco, forte, caldo che sta sulla cima della torcia dove vi risplende, ma non sarebbe così se non fosse sulla torcia, alludendo, a mio avviso ad un uomo dai sentimenti freddi, non nobili,: "...per qual lo foco in cima del doplero: splendeli al su' diletto, clar, sottile; no li stari' altra guisa, tant'è fero.". Ancora una volta, come per tutta l'opera, Guido Guinizzelli vuole far capire ai lettori che nessun uomo si può ritenere nobile soltanto per diritto di nascita, la nobiltà d'animo può nascere in qualunque persona di qualsiasi classe sociale perché è una caratteristica innata; continua sempre a spiegare questi concetti con dei riferimenti alla natura, infatti paragona la persona nobile soltanto di nascita al fango seccato dal calore del sole, simbolo di un uomo dai sentimenti nobili: "Fere lo sol lo fango tutto 'l giorno: vile reman, né 'l sol perde calore;... lui semblo al fango, al sol gentil valore:... che gentilezza sia fòr di coraggio in degnità d'ere' sed a vertute non ha gentil core...". Nella quinta strofa abbiamo una similitudine di carattere mistico: le stirpi degli angeli sono prese dal continuo desiderio di riconoscere il valore del loro Dio come l'uomo, dal momento in cui è colpito dalla donna, è preso dal desiderio di obbedirle: "...ella intende suo fattor oltra 'l cielo, e 'l ciel volgiando, a Lui obedir tole;.. così dar dovria, al vero, la bella donna,... che mai di lei obedir non si disprende.". Nell'ultima strofa Guido Guinizzelli "simula" di parlare con Dio il quale gli chiede con tono minaccioso come mai lo ha paragonato al suo amore profano, ma l'autore immediatamente gli risponde spiegando che la sua amata aveva un aspetto celestiale, come un angelo, e che credeva appartenesse al regno dei celi: "...-Lo ciel passasti e 'nfin a Me venisti e desti in vano amor Me per semblanti...-....- Tenne d'angel sembianza che fosse del Tuo regno; non me fu fallo, s'in lei posi amanza.-". Credo che gli autori stilnovisti (maggiormente Dante) avessero ragione a considerare Guittone d'Arezzo come un plebeo, e a disprezzare le sue opere, molto semplici stilisticamente; l'opera di Guido Guinizzelli, nonostante il rigore stilistico e culturale, appare molto complessa e difficile da seguire in molte parti, credo infatti che questa opera non fosse certamente capita dalle classi sociali più basse. Nonostante le difficoltà nella comprensione, a mio avviso è un'opera che descrive la tematica dell'amore in maniera molto dettagliata facendo continue similitudini e metafore per renderla ancora più importante.






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