Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

A Silvia (1828)

letteratura



A Silvia (1828)

L'occasione di "A Silvia" si rinviene tradizionalmente nella memoria della giovane Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa al Leopardi, morta di tisi nel settembre del 1818.

Ancora una volta Leopardi deve mostrare l'oggettiva corrispondenza alla realtà della propria visione del mondo, di una concezione nella quale la casualità della natura vanifica ogni possibile speranza. Sentimento ed immaginazione hanno trasfigurato il ricordo della bella tessitrice in una visione luminosa in cu 656g69g i il paesaggio primaverile, il mare, il monte sollecitano nel cuore della adolescente poeta la trepida attesa dell'amore e gli insinuano nell'animo la speranza di felicità futura.


Con morte di Silvia subentrano il disinganno e l'apparizione del vero.

Metro: canzone libera, costituita da sei strofe di diversa lunghezza


Analisi



Prima strofa (versi 1 - 6)

1. Silvia rimembri ancora.: il vocativo iniziale, il tono colloquiale dei due primi versi creano un'atmosfera di intimità. Il linguaggio revoca la prospettiva del ricordo e di vincere la morte.

4 - 5. Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi. lieta e pensosa.: le coppie di aggettivi tra presente e passato creano una certa sospensione tra gioia e dolore, vita e morte, speranza ed illusione. Silvia in questi primi versi esplicita l'attuale posizione del poeta che contempla le sue antiche illusioni che mantengono il loro fascino, nella consapevolezza del vero, senza negarle nei abbandonarsi ad esse.


Seconda strofa (versi 6 - 14)

È dedicata a rappresentare la vita della fanciulla scegliendo il momento esemplare di una primavera radiosa lei cui caratteristiche si identificano con quelle della stessa giovinezza.


7. suonavan: l'uso del verbo "sonar" al posto del più comune "risuonare" sembra quasi animare l'ambiente stesso, infondendo vita ad una realtà di per sé immobile e silenziosa (quiete stanze). Il canto di Silvia (v.9) risulta innaturale perché staccato dalla fanciulla, pura sonorità che percorre le stanze e le vie.

12. di quel vago a venir: "vago" sia perché reso bello dalla speranza, sia perché indeterminato. Ma la coscienza della morte di Silvia dà all'aggettivo una connotazione malinconica, facendone il segno di un'incertezza che va a al di là della semplice individualità della fanciulla ed investe la vita stessa.


Terza strofa (versi 15 - 27)

L'attenzione si sposta sull'esperienza del poeta.

15. gli studi leggiadre. e le sudate carte: gli studi e la poesia per riflettere la duplicità tipica dell'esperienza Leopardiana in cui il vero piacere è sempre visto come qualcosa di estraneo e di inconciliabile con la vita e che, quando si immerge nella realtà, diviene subito un dolore. L'opposizione tra leggiadre e sudate ripropone il dualismo fra il piacere e la fatica, il lavoro che accomuna il poeta a Silvia e dunque si propone come significato di un'esistenza in cui il desiderio si trova sempre limitato da un principio di realtà che tende a rinchiuderlo in un rigido schema morale.

20: porgea gli orecchi al suon della tua voce: Silvia viene percepita solo come canto che distoglie il poeta dalle sue occupazioni. L'attenzione poi si sposta sulla visione, mediata razionalmente di una natura articolata nelle sue coordinate spaziali più elementari (alto - basso, vicino - lontano) per ripiegarsi infine sulla propria interiorità. Si prepara l'espressione dell'esperienza individuale del poeta.


Quarta strofa (28 - 39)

28: i pensieri soavi: si tratta di un'esclamazione che vorrebbe tradursi in un'analisi del proprio stato d'animo felice, ma che si risolve accomunando impurità e la fanciulla nelle indefinite speranze che ai loro occhi giovanili facevano apparire incantevole la vita umana e il loro stesso destino.

32. quando sovviemmi.: il momento di abbandono dell'area (?) dei ricordi non può tuttavia annullare la coscienza della realtà presente la quale, per contrasto, si manifesta ancora più cruda e determina nell'animo del poeta un dolore acerbo e sconsolato verso la natura.


Quinta strofa (versi 40 - 48)

L'attenzione si focalizza ancora su Silvia: la morte fa svanire ogni illusione.

40: .verno: Silvia muore in autunno ma il riferimento è pretestuoso; ciò che importa è che la natura sia percorsa da cicli riconoscibili ed identificabili, contenga un suo ordine ma si tratti di un ordine che essa può trasgredire in qualsiasi momento.

43: o tenerella: questo vezzeggiativo rappresenta l'unico momento in cui Silvia ci viene mostrata come una persona realmente viva e capace di suscitare l'affetto del poeta; la parola comporta una sensazione tattile.

45: la dolce lode: si esemplifica il piacere della giovinezza negato a Silvia dalla malattia; esso è soprattutto piacere adolescenziale che si nutre dagli sguardi dei corteggiatori.


Sesta strofa (versi 49 - 62)

Il poeta riconduce il compianto di Silvia alla propria condiziona personale; come per Silvia anche per il poeta le illusioni sono [??]. La personificazione della speranza attraverso una serie di domande retoriche indica uno sdoppiamento del poeta stesso che, dominato dall'interesse per la propria persona e la propria vita, proietta all'esterno una parte di sé risolvendo in forma dialogica e drammatica la sua sofferenza individuale.

59 all'apparir del vero: il vero è la realtà e di fronte a questa ogni illusione si dissolve, ogni sogno si disperde.

Il chiasmo grammaticale "fredda morte" / tomba ignuda rende inutile la serie di domande rimaste senz'altra risposta che questo senso ineluttabile di morte.



Il passero solitario

Concepito nel 1819 probabilmente ultimato nel 1830. La sua ispirazione è legata alla stagione dei grandi idilli soprattutto per il motivo del canto che riprende il tema di "a Silvia" e lo assolutizza facendone uno dei centri della lirica.

L'idillio si articola in tre parti: la descrizione dell'uccello in primavera e il suo differenziarsi dagli altri animali si pone come parallela all'esistenza del poeta che trascorre in solitudine la propria gioventù, differenziandosi ed isolandosi dagli altri uomini, mentre l'ultima stanza costituisce una sorta di riflessione amara sull'esistenza.

La torre antica come la siepe nell'Infinito si pone come limite semantico visivo fra il paese (il mondo sociale) e la campagna (la natura), luogo dell'infinito che si manifesta nei riecheggiamenti musicali indefiniti (il canto del passero, il rimbombo degli spari). In questo ambito naturale il passero ha un suo posto preciso poiché dalla torre canta alla campagna; nell'immagine è dunque già implicita la differenza che Leopardi espliciterà nell'ultima strofa, verificando la sostanziale naturalezza nell'uccellino nonostante anche esso si isoli. Il poeta invece appartiene all'altro campo semantico quello sociale e il suo avviarsi verso la natura (in questa / remota parte alla campagna uscendo) è frutto di un atto di volontà che lo spinge a trasgredire i limiti imposti per ricercare nella natura il luogo del rispecchiamento, del riconoscimento di sé. La gioventù recanatese passeggia per le strade mira la ed è mirata; il poeta al contrario affigge gli occhi al sole, simbolo evidente di una potente identità individuale. Ma lo sguardo stesso è impassibile (impossibile?), la natura ancora una volta si nega se non per rispecchiare beffardamente un approssimarsi della morte che per il sole è solo apparente e momentanea ma che per il poeta sarà definitiva.

Perciò mentre il passero, giunto al termine della sua vita, non dovrà dolersi del suo costume perché è dettato dall'istinto naturale, il poeta, acquistata coscienza, e dello stato miserevole che comporta la vecchiaia, e della irrevocabilità del tempo passato, non farà l'altro che rimpiangere invano la propria vita giovanile trascorsa in solitudine.



Il sabato del villaggio

Composto nel 1829 si divide in due parti: la prima descrittiva e la seconda gnomica. Al centro della lirica si colloca il presente rapportato al futuro; il piacere scaturisce nell'attesa, nella speranza che precede un giorno di festa. Di nuovo è un quadro di vita quotidiana ad essere elevato a dignità simbolica; il volgo con i suoi abitanti, paghi di una normalità umile, incorpora in sé l'intera condiziona umana. Accanto alla donzelletta che tradisce nei gesti, dopo la fatica quotidiana, il gioioso fantasticare per l'immanente giorno estivo spreca la vecchierella tutta grazia e vita; in essa presente e passato si fondono, e danno luogo ad una evocazione, piacevole per lei e le vicine che l'ascoltano, nel lontano tempo della sua giovinezza. Ogni particolare sembra acquistare il sapore delle cose domestiche e famigliari. L'evocazione idillica del paesaggio si completa con l'immagine dello zappatore e della campana presaga dello scendere della sera, portatrice di gioia e di serenità. Dai rintocchi della campana ogni cuore trae conforto per la pena dell'oggi. Nella seconda strofa (versi 31-37) la figura del falegname intento ad ultimare la sua opera conclude la parte descrittiva dell'idillio; anche lui, nel silenzio della notte vuole costruirsi la sua felicità domenicale; ma per lui, come per tutti gli altri, questa attesa sarà vana.

La sesta strofa (38-42) traduce il nucleo dell'intero idillio: l'attesa (il sabato) è più felice del compimento del desiderio (del giorno di festa), sempre deludente perché segna il ritorno alla normalità.

Dunque Leopardi sostiene che il desiderio e la tensione che lo caratterizza è lo stato di maggiore felicità concesso all'uomo, mentre il piacere vero e proprio si dimostra sempre inappagabile.

L'elemento gnomico si traduce nell'appello al giovane adolescente; il ragazzo rappresenta, infatti, come elemento simmetrico del giorno che precede la festa, l'età della speranza e della illusione contrapposta alla stagione adulta che invece deluderà le attese. Nell'appello al giovane a godere della sua età Leopardi positivizza la giovinezza come tempo del desiderio, com'è unico tempo felice. L'illusione é l'unico piacere che si è concesso all'uomo prima dello svelamento del vero.



L'ultima fase della poesia Leopardiana (1831 - 1837)

Sul piano tematico i testi di questo periodo si orientano in tre direzioni fondamentali:

1. l'amore come passione concreta e vissuta (il circolo di Aspasia);

2. la riflessione filosofica in ottica negativa ed idealistica;

3. l'intervento ideologico-politico sia per rifiutare limiti moderati di progresso e di riforma sociale sia per avanzare una personale proposta di solidarietà fondata sulla disillusione. Su un piano politico alla valorizzazione del ricordo, della distanza, del vago segue ora alla scelta del presente.


Il ciclo di Aspasia (1831 - 1834) si compone di 5 componimenti (Il Pensiero Dominante, Amore Morte, Consalvo, A Se Stesso, Aspasia).


Tematiche dominanti sono l'esperienza eroica dell'amore e la contrapposizione amore-morte.


In A Se Stesso si celebra la fine dell'amore del poeta per Fanny Targioni Tozzetti; esso coincide con una disillusione senza scampo riguardo al senso dell'esistenza. L'amore si qualifica come la dimostrazione più profonda dell'infelicità umana; sia accarezza un'ipotesi di felicità non effettivamente realizzabile, ma è anche la maggiore consolazione concesso gli uomini.



La ginestra

Ispirata ad una politica di impegno civile e ricerca del vero è il testamento ideale di Leopardi. Il paesaggio desolato del Vesuvio è il luogo simbolo della condiziona dell'uomo sulla terra; su questa considerazione si innesta alla critica delle tendenze filosofiche improntate ad uno spiritualismo religioso e ad una prospettiva positiva. Controcorrente Leopardi rivendica la necessità di denunciare l'infelicità costitutiva della condiziona umana. La verità, la coscienza delle cose quali realtà sono, non è concepita come unico dato filosofico, ma questa valore come consapevolezza acquisita. Modelli positivi sono l'uomo malato e povero che riscatta la propria dignità senza dissimulare la propria condizione, e l'umile ginestra che attende sulle pendici del vulcano la sua fine.

"E gli uomini vollero piuttosto e le tenebre che la luce" (Giovanni III, 19).

Per Leopardi la luce è la filosofia illuministica, le tenebre le tensioni realistiche spiritualistiche preferite dagli uomini del suo tempo. Leopardi ribadisce, facendo propria la frase evangelica, la sua posizione morale; egli rimprovera agli uomini del suo tempo un atteggiamento tipico e costruito negli anni, insito nella stessa debolezza umana, cioè di rifiutare la verità e di restare avvolti nelle tenebre di una falsa coscienza.


Schema riepilogativo della lettura del testo (pag. 522 e seguenti):


1-16: due referenti principali:  il desolato paesaggio vulcanico e la consolazione portata dalla ginestra.

17-51: il paesaggio di rovina che caratterizza le pendici del Vesuvio e lo splendore degli stessi luoghi prima dell'eruzione inducono a riflettere sulla fragilità umana e sull'indifferenza crudele della natura.

52-86: il secolo XIX è colpevole di avere interrotto la tradizione a nazionalistica; il bisogno di illudersi avrebbe fatto le rifiorire nuovi miti consumatori di tipo spiritualistico.

87-110: la condiziona del malato:

1 mostrarsi quale veramente è

2 simulare ricchezza

111-144: nobile è colui che persegue la verità e non accusa di altri uomini del suo stato, ma la natura.

145-157: recupero del contratto sociale

158-201: negazione di una trinità creatrice

202-236: l'eruzione smaschera la tesi antropocentrica (non ci sono privilegi sulla terra e nel cosmo è all'uomo. La natura si comporta sempre uguale a se stessa).

237-268: tutto può ancora accadere.

269-296: le rovine ritornano alla luce; le leggi materiali hanno il sopravvento sulle condizioni storiche

297-317: il ruolo della giustizia: approdo ad una visione dell'uomo cosciente della sua situazione, pur mediato dalla natura, pronto alla solidarietà e alla compassione che crede nelle sincerità e nella responsabilità.





Privacy




Articolo informazione


Hits: 4043
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024