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Propezio - Biografia, L'opera

latino



Propezio

Biografia

Con Ovidio e Tibullo,Properzio (16-15 a.C.) è il maggior esponente dell'elegia dell'età augustea.

Sesto Properzio nasce in Umbria. Non conosciamo la sua data di nascita esatta,che può essere tuttavia collegata nel 50 a.C. La famiglia, di rango equestre e di condizi 151e41b oni patrimoniali più che agiate,fu rovinata ai tempi della guerra perugina del 41-40 quando i proprietari terrieri italici si opposero alla requisizione delle terre destinate da Ottaviano ai veterani di Cesare.

Non sappiamo quando il giovane Properzio si sia recato a Roma. Di certo abbandona ben presto la retorica e il diritto per dedicarsi alla poesia. Nel 29 lo troviamo già pienamente inserito negli ambienti letterari e mondani della capitale. Fece amicizia con Gallo e Tullo e a quest'ultimo indirizzò la poesia di apertura del suo primo libro di elegie e i lega con una donna bellissima e raffinata,forse una cortigiana,il cui vero nome è Hostia, ma che il poeta designa come Cynthia. Cinzia, una fascinosissima donna, forse più grande di Properzio, dagli occhi neri e dai capelli fulvi, colta e mondana, elegante, amante della danza, della poesia, ma anche di facili avventure d'amore (e dunque costituzionalmente infedele), dominò incontrastata nell'animo del poeta, nonostante il tormento continuato di un rapporto reso difficile dalla stessa eccessiva intensità della passione. L' amore per la colta,raffinata e spregiudicata Cinzia durò per 5 anni. Nel 28 appare il primo libro di elegie,intitolato Cinthia del nome della donna che occupa totalmente l'ispirazione del poeta,ma che nella tradizione dei manoscritti ci è stato trasmesso con il nome greco di Monobyblos. Al successo letterario segue immediatamente l'interesse di Mecenate,che invita Properzio a entrare nel suo circolo. Conobbe e ammirò Virgilio,divenne amico di Ovidio al quale leggeva le sue poesie. Meno stretti furono i suoi contatti con Orazio,che non sembra che nutrisse particolare stima per lui. Nessun altro avvenimento della sua vita è noto. Fra il 28 e il 25 compone il II libro di elegie e successivamente il III e il IV. Gli ultimi riferimenti cronologici contenuti nelle sue opere riguardano il 16 a.C. probabilmente fu anche l'anno della sua morte.



L' opera

Properzio scrisse 4 libri di elegie per un totale di 92 componimenti la cui datazione è piuttosto incerta e si fonda unicamente su alcuni riferimenti cronologici rilevabili dalle sue poesie.Il primo libro, risale agli anni 39-29 e fu pubblicato nel 28;non si hanno notizie sicure sulla composizione e sulla pubblicazione del secondo e del terzo libro ma due elegie del secondo sono databili: quella per l'inaugurazione del portico del tempio di Apollo sul Palatino nel 28 e quella per il suicidio del poeta Cornelio Gallo. Nel terzo è ricordata la morte di Marcello,nipote di Augusto avvenuta nel 23. Il quarto libro è presente il riferimento all'anno 16 e fu probabilmente pubblicato più tardi.

Il I libro chiamato Monobyblos, fu pubblicato nel 28 il I libro (22 elegie); il suo contenuto è omogeneo: soprattutto, legami di amicizia e rivalità, ma su tutto domina la figura ora realisticamente sensuale, ora idealizzata di Cinzia, in una vicenda subito segnata da reciproche passioni e gelosie, tradimenti e riconciliazioni. Il tono prevalente è, tuttavia, ancora quello dell'abbandono malinconico e di un'atmosfera sognante. Nei singoli carmi Properzio svolge una serie di motivi topici della poesia erotica greca e latina,variandoli con eleganza e originalità:l'assoluta dedizione dell'amante,schiavo d'amore,l'esaltazione della bellezza incomparabile di Cinzia,il lamento per la lontananza della puella amata.

Il poeta invita l'amata ad evitare il lusso e crede di essere padrone del suo cuore,ma in effetti diventa schiavo di Cinzia,per cui si rode di gelosia,la rimprovera per la sua indifferenza ed ha paura che lei fugga con un altro amante. Nonostante tutto il poeta rimane legato a Cinzia,infatti ella fu la prima e l'ultima donna che amò.







Il II libro contiene 34 elegie. Si apre con il nome di Mecenate e segna quindi l'avvenuto ingresso nell'ambiente culturale augusteo. L'amore per Cinzia è ancora protagonista incontrastato. Properzio ne esalta la bellezza,si lamenta della sua crudeltà e della sua leggerezza,soffre di gelosia per il ritorno del suo rivale e per i viaggi di lei. Gioisce per una riconciliazione,ma desidera morire perchè la donna amata lo ha abbandonato e si propone di dimenticarla. L'elegia proemiale è una recusatio della poesia epica:dopo aver affermato che Cinzia è l'unica fonte di ispirazione, Properzio afferma che se fosse in grado di comporre esametri epici canterebbe le imprese di Augusto. Il libro si conclude con una lunga elegia che si caratterizza come un vero e proprio manifesto di poetica: Filita e Callimaco vengono opposti dal poeta ai modelli dell'epos e della tragedia. Ma l'elegia più interessante è l'ultima,nella quale Properzio elogia la poesia amorosa e loda Virgilio come il solo degno di celebrare le gesta di Augusto.

Il III libro contiene 25 elegie. La poesia di Properzio sembra prefigurare nuovi orizzonti tematici. Non mancano le consuete recusationes del poema epico in nome della poesia d'amore d'ispirazione callimachea,grazie alla quale il poeta è convinto di poter accedere all'immortalità e alla vera fama. Il romanzo d'amore con Cinzia procede intanto verso il discidium e la definitiva conclusione:il libro si chiude con un'elegia di commiato,che annuncia la fine della storia privata del poeta ma anche l'abbandono della poesia elegiaco-amorosa. Più che a Cinzia,il poeta appare ormai interessato alla propria arte e a nuovi sviluppi espressivi. Le stesse elegie per la sua donna presentano un carattere meno appassionante,più ironico e mondano,più evasivo.

In altre elegie,di carattere civile e celebrativo,elogia Augusto e Mecenate,rievoca la vittoria di Azio e le vicende di Antonio e di Cleopatra e tesse le lodi di Roma e dedica un canto funebre a Marcello.

Il IV libro è composto da 11 elegie , 5  delle quali chiamate elegie romane, volte a cantare leggende e riti dell'antichità romana, collegate con culti o luoghi particolari, fu probabilmente pubblicato nel 16 a.C. , data a cui risalgono gli eventi cui vi si fa riferimento; i temi cantati in queste elegie sono: il dio Vertumno, il tradimento della vergine Tarpeia, la dedica del tempio di Apollo Palatino, la leggenda di Ercole e Caco, il culto di Giove. Anche le altre elegie risultano frutto di maggiore estensione e di maggiore impegno rispetto a tutte le precedenti altre. Ma ci sono anche due elegie dedicate all'amore coniugale: in particolare, l'XI, che la tradizione suole denominare "regina elegiarum", si risolve in una celebrazione delle antiche virtù delle matrone romane, nelle nobili parole che, dopo la morte, Cornelia rivolge al marito Emilio Paolo. La stessa Cinzia vi ritorna ancora, due volte: una come ombra , ma sempre amara e aggressiva, che appare in sogno al poeta e lo rimprovera di essersi dimenticato di lei e dei momenti felici vissuti insieme; un'altra ancora in vita , gelosa e vittoriosa, in una sorta di elegia trionfale.

Considerazioni

Il mondo poetico di Properzio nasce da una sintesi di elementi culturali diversi. Attua una completa fusione tra l'elegia romana e quella alessandrina,nella quale miti ed elementi autobiografici si uniscono in un opera di perfetta armonia. Tuttavia a differenza dell'elegia ellenistica prevalentemente mitologica ed erudita,il canzoniere di Properzio nasce da un' esperienza d'amore autenticamente vissuta. Essa,pur nell'adesione ai temi caratteristici della poesia erotica,l'innamoramento,i capricci della donna,le gelosie e i tradimenti,assume una valenza del tutto personale nell'accentuazione sensuale e drammatica delle situazioni e quindi nelle tonalità dense e impetuose della scrittura. Anche se prende spunto dall'erudizione mitologica e dalle convenzioni letterarie,il canzoniere tratteggia una storia psicologicamente reale: in essa domina la personalità della donna amata,bella,raffinata,colta ed elegante ma nello stesso tempo spregiudicata e volubile,che impone al poeta,nella continua alternanza degli slanci e degli abbandoni,una schiavitù amorosa, a cui egli non sa e non vuole sottrarsi e di cui fa consapevolmente il centro della sua vita e della sua poesia.




E' un appassionato ed esclusivo amore,che si identifica con la stessa vita di Properzio e diventa la sorgente inesauribile di poesia,la quale è sfogo all'infelicità e mezzo per avvicinare l'amata. Il contatto con il circolo di Mecenate portò Properzio ad accostarsi ai temi civili,secondo le indicazioni culturali suggerite dal regime augusteo.

Nel secondo libro,in corrispondenza con l'inclinarsi del suo rapporto amoroso con Cinzia,si fanno più frequenti i temi celebrativi e nel quarto appaiono le cosiddette "elegie romae". L'adesione al programma augusteo di recupero dei valori della tradizione,presente in forme diverse anche in Virgilio e in Orazio,si attua nel poeta nei modi che più gli sono congeniali e cioè nella fedeltà ai canoni della poesia alessandrina e di Callimaco in particolare.

Poesia e amore. Poesia e amore sono i due elementi fondamentali e inscindibili in Properzio: il poeta si sente vittima d'amore, e proclama il suo "servitium Amoris", la sua dedizione totale alla passione. Questa è una precisa scelta di vita, lontana dalle tradizionali ambizioni del foro e della politica, una vita di nequitia di cui il poeta è consapevole; ed è pure una scelta di poesia e di poetica: di una poesia che esprima una vita dedita completamente all'amore, e che dunque sia idonea a far innamorare la donna, e di una poetica, quella callimachea, che con la sua "brevitas" e l'impiego del mito meglio si presti agli intenti del poeta elegiaco.

Il mito. Pure per altra via la presenza di Cinzia diviene, nel poeta, memoria grandiosa: attraverso il mito, preziosa eredità della poetica alessandrina: ma, a differenza di quello, il mito usato da P. non è inteso puramente come brillante e talora divertito sfoggio di erudizione: in lui, la realtà stessa, l'intero suo mondo degli affetti viene trasfigurato e, per così dire, eternato dall'atmosfera incantata del mito. Nelle "Elegie romane Properzio rivive le origini di storie e leggende dell'antica Roma, ma con una visione finale del mito che certamente supera gli angusti ambiti entro cui il poeta di Cirene lo aveva costretto. Al "mito" di Cinzia allora subentra quello di Roma con un atteggiamento poetico sostanzialmente coerente: perché "mito" è per Properzio, sempre e comunque, elevare la realtà attuale in un passato esemplare che la renda in certo modo nobile ed eterna.

Militia amoris

Già nella lirica greca arcaica,l'amore era stato assimilato a una battaglia, a una lotta,a una vera e propria guerra. Nei poeti elegiaci augustei la metafora bellica si istituzionalizza e diventa un'immagine centrale:con militia amoris essi indicano uno stato di perenne conflittualità che può opporre il poeta alla donna,il poeta ad Amore,ma soprattutto il poeta a tutto ciò che ostacola in misura maggiore o minore la sua scelta di vita amorosa.

Lingua e stile

La poesia di Properzio affonda le sue radici nell'esperienza del callimachismo e del neoterismo,di cui conserva alcuni caratteri essenziali:ricercatezza espressiva,eleganza formale,ricchezza di sfumature,densità dello stile. Properzio è un poeta raffinato e sorvegliatissimo,ma insieme inquieto e imprevedibile:la composizione procede per brusche variazioni,passaggi rapidi e irruenti,improvvisi cambi di tono che rendono irregolare e mosso l'andamento complessivo. Properzio ricorre spesso ad apostrofi,esclamativi e interiezioni che conferiscono dinamismo e intensità patetica ai testi. Sono presenti numerose metafore e analogie,costruzioni sintattiche complesse e particolari. A questo contribuisce anche il pensiero che non segue uno svolgimento logico; i concetti procedono uno dopo l'altro senza un collegamento, seguendo i moti imprevedibili del suo animo. Certe elegie danno l'impressione di essere un insieme di temi isolati. Anche il linguaggio è arduo:allusivo,ricco di significati,con poche parole quotidiane e molto rare e preziose con grecismi sia lessicali che sintattici. Di qui una sintassi che spesso di inceppa,passaggi ardui anche sul piano semantico. La ricerca dei pathos è però spesso alleggerita da zone di ricerca e sottile ironia,in omaggio al canone alessandrino della variatio. L'erudizione,dicono i critici,spesso raffredda la poesia e la rende meno accessibile,perciò quella di Properzio non sempre piacque a tutti. Anche oggi riesce più difficile di quella di Tibullo,proprio perchè questi,che sempre si ripete,finisce col diventare familiare,ma ciò non ci autorizza a pensare che Properzio sia poco poeta e poco originale perchè attinge comunque alla cultura alessandrina.




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