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Petronio, Satyricon 50-52

latino



Petronio, Satyricon 50-52


50 Dopo questo marchingegno la servitù si mise ad applaudire e gridò in coro: "(Sia) prosperità a Gaio!".

E anche il cuoco fu onorato con una bevanda e (inoltre) con una corona d'argento, e ricevette una coppa su un vassoio corinzio. E siccome Agamennone osser 717c24h vava più da vicino, Trimalcione disse: "Sono l'unico che abbia i veri vassoi di Corinto". Io mi aspettavo, in conformità con la precedente insolenza, che dicesse di essersi fatto portare i vasi da Corinto. Invece quello fece di meglio: "E forse - disse- ti chiederai, perché solo io possieda i veri pezzi di Corinto: perché naturalmente il bronzista, dal quale compro, si chiama Corinto. Cos'è dunque Corinzio, se non chi ha (un vaso) di Corinto? (=chi ha un vaso prodotto da Corinto).

E perché non pensiate che sia un ignorante, so molto bene, da dove siano nati per la prima volta i bronzi di Corinto[1]. Dopo la caduta di Troia, Annibale, uomo astuto e gran camaleonte, accatastò in un unico rogo tutte le statue di bronzo e d'oro e d'argento e le incendiò; diventarono un miscuglio metallico in uno (=in un'unica lega). Allora i fabbri tirarono su da quella massa (di metalli) e fecero piattini, scodelle e statuette. Così sono nati i bronzi di Corinto, da tutti (i metalli) in uno, ma né questo né quello. Mi perdonerete ciò che dirò: io, per me, preferisco gli oggetti di vetro, almeno non puzzano. Che se non si rompessero li preferirei all'oro; ora invece non valgono niente.




51 Eppure ci fu un artigiano che fece una coppa di vetro, che non si distruggeva.

Fu ammesso dunque al cospetto di Cesare[2] col suo dono; poi se lo fece ridare da Cesare e lo gettò sul pavimento. Cesare non potè far altro che spaventarsi. Ma quello sollevò da terra la coppa; si era ammaccata tanto quanto un vaso di bronzo. Poi tirò fuori dalla tasca un martelletto e con calma aggiustò per bene la coppa. Fatto ciò credava di tenere Giove per le palle, specie dopo che quello (=Cesare) disse: "forse qualcun altro conosce questa lavorazione del vetro?". Occhio adesso. Dopo che (quello) disse di no, Cesare ordinò che gli fosse tagliata la testa: perché, infatti, se si fosse saputo, avremmo l'oro a livello del fango.


52 Sono assai appassionato di argenteria. Ho più o meno cento calici grandi come urne [.] così come Cassandra[3] uccise i suoi figli, così i bambini morti giacciono (tanto ben dipinti) che li ritieni vivere. Ho una tazza che re Minosse lasciò in eredità al (mio) padrone, dove Dedalo rinchiude Niobe nel cavallo di Troia . Ho pure le battaglie di Ermerote e Petraite sui bicchieri, tutte cose massicce; infatti la mia competenza non la vendo a nessun prezzo".

Mentre racconta questo, un ragazzo fece cadere un calice. Trimalcione girandosi verso quello disse: "picchiati subito da solo, perché sei scemo". Subito il ragazzo con il labbro abbassato (=abbassato come stesse per piangere) iniziò ad implorarlo. Ma quello disse: "perché mi supplichi? Come se fossi dannoso per te(=come se volessi farti del male). Dammi retta, cerca di ottenere da te di non essere scemo". Alla fine dunque supplicato da noi diede il perdono al ragazzo. Quello, graziato, si mise a correre intorno al tavolo[.]

E "fuori l'acqua, dentro il vino" esclamò (Trimalcione?). applaudiamo il fine umorismo del buontempone, e più di tutti Agamennone che sapeva per queli meriti si fosse di nuovo invitati a cena.






Lega a base di oro, argento e bronzo, molto apprezzata dagli antichi. Trimalcione ne spiega a suo modo l'origine (da Floro sappiamo, invece, che la lega era così chiamata perché ottenuta dalle statue fuse durante la conquista di Corinto da parte di Lucio Mummio -146 a.C.- ).

Secondo Plinio, il fatto sarebbe avvenuto sotto Tiberio.

Cassandra: figlia di Priamo, aveva il dono della profezia. Trimalcione la confonde con la Medea di Euripide, che uccise i figli per vendicarsi del marito.

Troia: confusione fra 3 diversi miti: - guerrieri greci nel cavallo di legno

- la mucca di legno costruita da Dedalo per permettere alla regina Pasifae (moglie  di Minosse di Creta) di congiungersi al Toro

- Niobe, figlia di Tantalo, che si vede uccidere i 12 figli da Apollo e Artemide


Ermerote e Petraite: sono due gladiatori. Ermerote sarà citato nel paragrafo 71, in merito al testamento di Trimalcione






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