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LA LETTERATURA GRECA ANTICA E LA SUA TRASMISSIONE

greco



LA LETTERATURA GRECA ANTICA E LA SUA TRASMISSIONE

-La Grecia, i Greci, il Greco

1. I primi Greci

In Grecia furono ritrovati reperti del 6000-3000 a.C., soprattutto in Tessaglia, che dimostrano il susseguirsi di varie civiltà:

La civiltà cretese-minoica: nella prima metà del II millennio (età del bronzo), come dimostrano i reperti trovati da Sir Arthur Evans nel 1900, era presente a Creta questa civiltà, costituita da p 939e45j alazzi senza mura, a causa della certezza della non-invasione, e dalla talassocrazia; era una civiltà pacifica, dove la donna aveva un forte prestigio, infatti le divinità femminili era le dee della fertilità, mentre la società era formata principalmente da principi mercanti; nel 1400 questa civiltà decadde, lasciando il posto a quella successiva.



I micenei: i primi Greci si insediarono nella penisola balcanica durante l'età del Bronzo, e vennero chiamati protogreci o Achei, i quali, parlando una lingua indoeuropea, crearono una prima forma della lingua greca, poiché si mischiarono alle popolazioni autoctone (Egei e Pelasgi). Nella prima metà del secondo millennio, la Grecia ebbe contatti con Creta e ciò porto ad un elevarsi del tenore economico-sociale, portando alla nascita della civiltà micenea (XVI-XI secolo a.C.). Il mondo miceneo era caratterizzato da centri abitati aggregati da un palazzo, intorno al quale ruotava la vita economica; l'organizzazione sociale si basava sull'aristocrazia terriera. La civiltà micenea, inoltre iniziò ad espandersi per tutto il Mediterraneo. Si hanno molte testimonianze sull'uso della scrittura, anche se solo per uso pratico, poiché sono stati ritrovati documenti scritti in "Lineare B", una scrittura sillabica chiamata anche miceneo. Il miceneo si può considerare una forma di lingua greca, anche se molto arcaica, quindi i Micenei erano Greci. Schlieman, un appassionato dei poemi omerici, andò nei luoghi dove erano ambientati i fatti e a Micene scoprì il tesoro di Atreo e nuovi palazzi con mura ciclopiche, che circondavano un megaron, dove si riunivano i principi micenei. Tale civiltà è chiamata dei principi-guerrieri, ma subì un crollo tra il 1200 e il 1100 a.C., a causa dei popoli del mare.

I Dori (Eraclidi): con loro iniziò il Medioevo ellenico (1100-IX sec.), nel quale l'arte  si ridusse, la popolazione diminuì, lo stile di vita calò e la scrittura scomparve.

2. La polis e l'espansione della cultura greca nel Mediterraneo

Dopo i Dori, iniziò ciò che noi consideriamo la vera e propria civiltà greca, nella quale si sviluppò la filosofia, la democrazia, la letteratura, il commercio e la navigazione: proprio quest'ultima permise di fondare colonie verso Oriente e verso il Mediterraneo occidentale.

La religione che si sviluppò, venne divisa in due blocchi:

Religione mediterranea: è derivata dalla civiltà cretese e possiede elementi ctonni, ovvero legati alla terra e al problema escatologico, ma viene definita dei popoli vinti e misterica, poiché si organizzavano cerimonie segrete riservate agli anziani e dette cerimonie elusine, inoltre si basava sull'orfismo;

Religione olimpica: deriva dagli indoeuropei ed è soprattutto di genere bellico, senza interessarsi al problema escatologico (l'eroe diventa una larva se non si realizza nel presente), questa è la religione dei vinti e quella di Stato.

Secondo Nietzsche i Greci hanno due spiriti, che caratterizzano un netto dualismo:

L'aspetto apollineo (da Apollo/Febo), che si basa sulla ragione ed è portato dagli invasori;

L'aspetto dionisiaco (da Dioniso), che si basa sull'irrazionalità, l'ebbrezza ed è portato dai popoli mediterranei.

Quando i due aspetti convivono, si ha il periodo greco migliore, mentre la decadenza greca (età ellenistica) avviene a causa della prevalenza di quello apollineo, provocata da Socrate.

3. I dialetti greci e la letteratura greca

L'unità linguistica si ebbe solo nell'epoca di Alessandro Magno (III secolo), con la koinh dialektoV, ovvero la lingua attica a contatto con lingue orientali; precedentemente, però, la lingua greca si divideva in un gruppo di parlate locali (VIII secolo), che, secondo gli stessi Greci, avevano una provenienza precisa storica, dal re Elleno, che diede unità alla Grecia ed ebbe tre figli, dai quali derivarono i tre dialetti:

Doro: dialetto dorico, parlato soprattutto nella Grecia centrale e nelle colonie doriche della Magna Grecia (Taranto, Siracusa), è molto legato, inoltre alla lirica corale greca e alle liriche della tragedia attica;

Eolo: dialetto eolico, parlato in zone dell'Asia Minore, abitate dalla stirpe eolica (Nord della Turchia) e nell'isola di Lesbo (eolico insulare), in Tessaglia e in Beozia, è usato dai lirici monodici (prevale la soggettività);

Xuto, che generò Ione: dialetto ionico, che riguarda l'Asia Minore e si divideva a sua volta in ionico antico (VIII-VII secolo), usato in poesia da Omero, Esiodo ed epigrammisti, e in ionico recente, con opere soprattutto in prosa (VI-V secolo), usato da Erodoto (storico) e Ippocrate (medico).

Dallo ionico derivò l'attico, parlato nell'Attica e ha come centro Atene; viene usato per le tragedie (Eschilo, Sofocle, Euripide), le commedie (Aristofane), l'oratoria (Demostene, Isocrate), la storiografia (Tucidide) e la filosofia (Platone, Aristotele), quindi si capisce che questo dialetto fu usato per la maggior parte delle opere in prosa.

Nel 338 a.C. avviene la battaglia di Cheronea, con la quale Filippo sottomette la Grecia, raggiungendo l'unità politica sotto un sovrano macedone; si realizza di conseguenza l'unità linguistica: la koinh dialektoV, con la quale si scrivono solo opere in prosa, poiché la poesia rimane nei dialetti. Quindi se un autore vuole affrontare un genere, la tradizione gli impone il dialetto, creando così una corrispondenza tra genere letterario e dialetti. I poemi omerici vennero scritti con caratteristiche ioniche, attiche e eoliche, anche a causa dei copisti successivi.

Le scritture iniziali furono sillabiche, come la Lineare A cretese e la Lineare B, decifrata nel 1952 da Chadwick (architetto) e da Ventris (spia), mentre in epoca successiva diventarono alfabetiche; nel VIII secolo, infatti si sviluppa una prima forma di alfabeto di derivazione semitica, con l'aggiunta delle vocali, delle aspirate e della direzione della scrittura da sinistra a destra. L'alfabeto greco si divide in:

Alfabeto occidentale (Etruschi in Toscana, Latini a Calcide e a Cuma);

Alfabeto orientale (Atene nell'Attica).

-Cronologia della letteratura greca antica

1. I periodi

In Grecia, è importante sottolineare, che si sviluppò l'idea dell'individuo come un'entità da difendere e l'idea della liberta: queste saranno le costanti che accompagneranno tutta la letteratura greca.

È scontato parlare del grande sviluppo della Grecia, dalla quale derivano gran parte delle scienze moderne, come la filosofia, questo progresso è evidenziato anche dal fatto che in età ellenistica (III secolo a.C.) c'erano già le premesse per una rivoluzione industriale ad Alessandria d'Egitto.

Lo studio della civiltà greca non deve essere un teloV (=fine), ma un arkh, ovvero un mezzo per comprendere meglio il presente. La letteratura greca è totalmente differente rispetto alle altre, poiché non è costituita solamente da un insieme di opere, ma anche dallo spirito che le ha animate. La sua nascita avvenne con i poemi omerici (VII sec a.C.), mentre finì nel 529 d.C., quando Giustiniano, l'imperatore d'Oriente, decise di chiudere la scuola filosofica di Atene. Da qui in poi troviamo la letteratura bizantina, che va dal 529 al XV secolo (caduta di Costantinopoli).

La periodizzazione della letteratura greca è la seguente:

Età arcaica (o ionica) tra il VII secolo e il VI secolo a.C., in questo periodo procede l'individualizzazione della lingua greca, con la comparsa di Omero ed Esiodo.

Età attica (o età d'oro) è l'epoca più importante e si inserisce tra il 480 (battaglia di Salamina) e il 323 a.C. (morte di Alessandro Magno); è caratterizzata dall'egemonia politica e culturale ateniese, ma con la fine delle guerre del Peloponneso, Atene viene sconfitta da Sparta, che acquista potere politico, mentre Atene continua a conservare il prestigio culturale.

Età ellenistica dal 323 al 31-30 a.C., l'egemonia culturale passa ad Alessandria d'Egitto; alcuni pongono la fine di quest'epoca nel 31 (battaglia di Azio - sconfitta l'ultima dinastia egiziana), mentre altri la fissano nel 30 (l'Egitto diventa provincia romana).

Età greco-romana (o imperiale) dal 30-31 a.C. al 529 d.C., riassume la cultura romana con quella greca.

-La conservazione e la trasmissione dei testi

1. Trasmissione diretta e indiretta

I testi completi che abbiamo sono stati trasmessi dai codici bizantini (scolion), o da frammenti papiracei e pergamenacei. Con i resti delle opere, si cerca di completare l'edizione critica, studiando la sua trasmissione, eliminando gli errori per ripristinare il testo corretto. Tra le vie di trasmissione si riconosce:

La trasmissione diretta: chi ha riportato quel testo lo vuole fare conoscere (copiatura degli amanuensi);

La trasmissione indiretta: citazione di un breve passo in un'altra opera di un altro autore, inserita con scopi diversi (spesso di grammatica).

2. La letteratura greca e la scrittura

Il commercio librario ebbe inizio nel V secolo, con la volontà di conservare alcune opere e renderle pubbliche, creando tre fasi nella vita di un testo letterario: la composizione, la pubblicazione (gli amanuensi prima della stampa) e la fruizione, la trasmissione. La scrittura inizialmente era la lineare B che però non venne usata per scopi letterari, poiché l'uso della scrittura si è diffuso a poco a poco dopo essere convissuto con la pratica orale.

3. Il libro nel mondo greco

I primi testi ritrovati, sono stati datati al IV secolo, con il papiro arrotolato nell' omfaloV e chiamato volumen, che poteva anche raggiungere dei metri, ma nel periodo ellenistico, si sviluppa l'uso della pergamena a formare un codice o un libero (libri odierni). Fino al IX secolo d.C. si continua ad usare il papiro sotto forma di codice, ma poi viene soppiantato definitivamente dalla pergamena. Inoltre sono state trovate iscrizioni su tavolette lignee o su frammenti di coccio (ostraka).



4. Traduzione e selezione

La prima selezione dei testi avvenne in età alessandrina (III secolo a.C.), con Aristarco di Samotracia, Aristofane di Bisanzio e Zenodoto di Efeso (filologoi), che attuarono la collatio; una seconda selezione ci fu nel IX secolo alla fine del periodo iconoclasta, per mano di Fozio di Costantinopoli.






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