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Scheda libro su IL FU MATTIA PASCAL

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"Scheda libro su IL FU MATTIA PASCAL"


Luigi Pirandello, nato nella seconda metà dell'Ottocento a Caos, nei pressi di Agrigento, ebbe una vita piuttosto travagliata a causa di seri problemi familiari: la moglie soffrì di gravi disturbi mentali e gravi questioni economiche lo costrinsero a lavorare intensamente. Il nome del suo luogo natale fu secondo lui un'anticipazione riguardo le situazioni difficili della sua vita, ma anche riguardo i temi principali della sua produzione letteraria e teatrale, che si basano fondamentalmente sulla continua ricerca della propria personalità, sul motivo della propria esistenza e sull'incomunicabilità fr 323g69d a gli uomini. Una delle opere principali di Pirandello è sicuramente "il fu Mattia Pascal" scritto nel 1904. Già dal titolo si può individuare una crisi dell'identità di qualcuno che è stato e che non lo è più, di qualcuno che aveva un posto definito nella società e che non lo ha più, di qualcuno che si chiamava Mattia e che adesso non ha più un nome. Questa opera appartiene al genere dei romanzi psicologici. Il termine "romanzo" deriva dalla parola medievale romane, cioè un componimento di narrazione in lingua volgare; il romanzo moderno -come lo intendiamo noi- nasce solo nel Settecento, in Inghilterra, distinguendosi poi in generi differenti. Il romanzo psicologico ebbe la massima espressione nel Novecento con le opere di Proust, di Kafka e di Pirandello influenzati dalle innovazioni scientifiche di Einstein, con la teoria della relatività, e  dalla psicanalisi di Freud. Il reale narratore della storia è il protagonista stesso che assume, quindi, anche il ruolo di narratore interno.Il punto di vista della vicenda è interno fisso, in quanto essa è narrata sempre dal medesimo personaggio.



Questa opera racconta la vita di un uomo, di un bibliotecario per l'esattezza, di nome Mattia Pascal, che oppresso dalla suocera, la vedova Pescatore, e sconvolto dalla morte delle figlie neonate, scappa da Mirano e si dirige a Montecarlo, dove per caso vince una ingente somma di denaro. Tornando a casa, legge su un giornale la notizia del suo presunto suicidio e inebriato dalla nuova sensazione di libertà, decide di non ritornare al paese natale e di viaggiare con nome inventato - Adriano Meis- prima attraverso l'Italia e poi in Europa. Pur essendosi liberato del proprio passato, non si era appropriato della sua vita, continuandola a vedere passare come se lui non ne fosse partecipe;  avendo capito che ovunque andasse sarebbe rimasto un forestiere della vita, decise di fermarsi a Roma. Qui conosce Adriana, di cui s'innamora, ma le bugie con cui aveva incominciato la nuova vita lo opprimono a tal punto che stabilisce di ritornare a casa dai propri familiari, perché capisce che a Roma Adriano non poteva trovare la vera felicità: vivo per le persone e morto per la legge. Così, dopo una visita fallimentare alla moglie, che nel frattempo si era risposata, ritorna al vecchio lavoro di bibliotecario, portando qualche volta un fiore sulla "sua" tomba. L'intreccio di questo romanzo non coincide con la fabula e presenta una situazione iniziale già conflittuale che descrive la vita travagliata di Mattia caratterizzata dai problemi economici e dai continui litigi con la suocera. L'esposizione è rotta dall'esordio di quando il protagonista legge della scoperta di un cadavere nei pressi del suo paese identificato come il povero bibliotecario. Quindi, cominciano le peripezie che lo portano a girovagare, ad innamorarsi di una ragazza, ad avere dei conflitti con il cognato della giovane, a partecipare a un duello; ma, il momento di massima tensione, ovvero la Spannung, avviene quando decide di simulare il suicidio e perciò di morire un'altra volta, però questa volta da Adriano Meis. Dopodiché, consegue lo scioglimento che riporta oltre all'ordine iniziale anche Mattia al suo paese natale riprendendo la vita quasi come prima. Nel romanzo prevalgono sicuramente le sequenze di natura riflessiva che portano il protagonista a dubitare di sé e del suo prossimo, a descrivere le sue sensazioni e pensieri, talvolta molto confusi, e a meditare sui problemi della propria vita. I fatti si svolgono unicamente in luoghi reali: al paese natio del personaggio principale, Miragno, e a Roma, sede di Adriano Meis, ma essi non influiscono particolarmente sulle decisioni del protagonista. Il tempo dei fatti è reale e si svolge nell'arco di due anni, anche se il protagonista incomincia a raccontare dalla sua infanzia attraverso l'utilizzo di sommari(riassunto di un periodo) e di ellissi(eliminazione di alcune vicende brevi o lunghe che non influiscono nel procedere della narrazione). Inoltre, all'inizio dello svolgimento degli avvenimenti è presente un flash-back, un'analessi, che rievoca i fatti della storia attraverso un cominciamo che li introduce. Uno dei personaggi principali di questo romanzo è Mattia Pascal, che è il protagonista; alcuni critici sostengono però che il vero protagonista è in realtà il "caso" che accompagna Mattia nello svolgersi della narrazione, che gli fa trovare il giornale sul treno e poi vincere una grossa somma di denaro. Il personaggio di Mattia è un tipo, cioè non si evolve nella storia;egli infatti alla fine dice "io non saprei proprio dire ch'io mi sia", a dimostrazione del fatto che non riesce a compiere la propria formazione, cioè la ricerca della sua identità. L'antagonista è invece rappresentato dal cognato di Adriana, la giovane di cui si innamora Adriano Meis, Terenzio Papiano, che ostacola in tutti i modi il suo amore verso la ragazza e inoltre gli ruba anche dodicimila lire dalla sua vincita di Montecarlo. Un'aiutante è invece la stessa Adriana, che inconsciamente aiuta con il suo affetto il protagonista nella sua ricerca dell'io, provando a farlo uscire dal manto di bugie in cui si era avvolto, anche se alla fine fallisce nell'intento. Tutti i personaggi vengono descritti dallo stesso narratore interno, Mattia, che li giudica e ne comprende talvolta la complessa psicologia, esempio ne è il caso di Silvia Caporale che è addirittura paragonata a una maschera carnevalesca.

I problemi che Pirandello vuole descrivere ai suoi lettori, la borghesia in particolar modo, sono quelli dell'uomo inetto, dell'incomunicabilità nella società moderna, del lavoro alienante e della crisi dell'identità dell'uomo. Lo stesso Mattia si definisce ero inetto a tutto, proprio perché si riconosce nella figura dell'antieroe, cioè un esempio che non bisogna seguire, e non riesce a vivere la vita, a farsi partecipe e non più spettatore della propria esistenza. L'autore è riuscito nel suo intento, vale a dire a rappresentare in modo coerente e appassionante la vicenda e a trasmettere le sensazioni del protagonista, come la felicità, il senso di liberazione o di inquietudine e di confusione che spesso prendono il sopravvento sulle emozioni positive. Penso che "il fu Mattia Pascal" sia un romanzo attuale in grado di insegnare a coloro che lo leggono che ognuno di noi è proprietario della sua vita e che se qualcuno vuole può cambiare il suo percorso degli eventi e non farli maneggiare dalle persone che lo circondano facendolo diventare un burattino in mani estranee.




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