![]() | ![]() |
|
|
Purgatorio: canto V
Io mi ero ormai
allontanato da quelle ombre (le anime dei negligenti), e seguivo le orme della
mia guida, quando alle mie spalle, indicandomi,
una di esse gridò: « Osserva che il raggio del sole non si vede rilucere alla
sinistra (Dan 818b16i te e Virgilio, mentre salgono, volgono le spalle a levante e il
Sole, perciò, li colpisce a destra) di quello che sta sotto (Dante infatti
segue Virgilio), e come sembra si comporti come un vivente!»
Quando udii queste parole volsi lo sguardo, e vidi le anime guardare con
stupore me, solo me, e i raggi dei sole che erano interrotti (dal mio corpo).
« Perché, il tuo animo si lascia distrarre a tal punto » disse il maestro, «
che rallenti i tuoi passi? che importanza può avere per te ciò che queste anime
mormorano?
Vieni dietro a me, e lascia parlare la gente: comportati come una torre solida,
la cui cima non si muove mai per quanto i venti possano soffiare;
poiché accade sempre che l'uomo nel quale continuamente un pensiero germoglia
dall'altro, allontana da sé il raggiungimento della meta, in quanto l'impeto
del nuovo pensiero indebolisce l'altro. »
Che cosa potevo rispondere, se non « Io vengo »? Così infatti risposi, un poco
soffuso di quel rossore che talvolta (quando la vergogna non induce all'ira per
essere stato colto in errore e quando la colpa non è troppo grave) rende l'uomo
degno di essere perdonato.
Frattanto lungo la costa (del monte) in direzione trasversale (rispetto ai due
poeti) avanzava un gruppo di anime che ci precedevano di poco, cantando il
salmo « Miserere » a versetti alternati.
Quando si accorsero che non lasciavo passare attraverso il mio corpo i raggi
del sole, il loro canto si trasformò in un « Oh! » lungo e fioco;
e due di loro, in qualità di messaggeri, corsero incontro a noi e ci chiesero:
« Informateci della vostra condizione ».
E il mio maestro: «Voi potete ritornare e riferire a coloro che vi hanno
mandato che il corpo di costui è ancora vivo.
Se essi si sono fermati perché hanno visto la sua ombra, come penso, hanno avuto
una sufficiente spiegazione: lo accolgano con gentilezza, perché potrà essere
prezioso per loro (chiedendo preghiere ai vivi, dopo essere ritornato nel
mondo) ».
Non vidi mai stelle cadenti fendere il cielo sereno all'inizio della notte, né,
al tramonto del sole, (vidi mai) lampi fendere le nuvole d'agosto tanto
rapidamente,
che quelli non tornassero in minor tempo alla loro schiera; e, dopo esservi
giunti, tornarono indietro con gli altri verso di noi come una schiera che si
lancia in una corsa sfrenata.
« Queste anime che si accalcano intorno a noi sono numerose, e vengono per
pregarti » disse Virgilio: « tuttavia tu continua a procedere e mentre cammini
ascolta. »
« O anima che compi questo viaggio per purificarti con quel corpo al quale
fosti legata fin dalla nascita » gridavano, « arresta un poco i tuoi passi.
Guarda se mai hai visto qualcuno di noi, in modo da riportare notizie di lui
sulla terra: perché cammini? perché non ti fermi?
Noi un tempo fummo tutti uccisi con la violenza, e fummo peccatori fino all'ultirno istante della notra vìta: in punto di morte la grazia divina ci rese
consapevoli dei nostri peccati,
in modo che, pentendoci (dei nostri peccati) e perdonando (i nostri nemici),
morimmo riconciliati con Dio, che ci consuma col grande desiderio di vederLo. »
Ed io « Per quanto vi osservi attentamente, non riconosco alcuno di voi; ma se
voi desiderate qualcosa che io possa fare, o spiriti destinati alla salvezza,
ditemelo, ed io lo farò in nome di quella pace che debbo cercare attraverso i
regni dell'oltretomba seguendo questa guida »
Ed uno di quegli spiriti cominciò a parlare: «Ciascuno di noi si fida del tuo
servigio senza bisogno di giuramenti, a meno, che una impossibilItà
indipendente impedisca dì realizzare il tuo proposito.
Perciò io, che parlo da solo davanti agli altri, ti prego, se mai tu possa
vedere la Marca Anconetana (quel paese che siede tra Romagna e quel di Carlo:
posto a sud della Romagna e a nord del regno di Napoli, governato nel 1300 da
Carlo Il d'Angìò),
di essere generoso nelle tue richieste per me nella città, di Fano, cosicché per me si preghi da persone in grazia di Dio
affinché possa espiare le mie gravi colpe.
Nacqui in questa città, ma le ferite mortali dalle quali sgorgò il sangue nel
quale risiedeva la mia anima (in sul quale io sedea:
era pensiero comune, ai tempi di Dante, che il sangue fosse la sede
dell'anima), mi furono prodotte nel territorio di Padova (in grembo alli Antenori: Antenore fu il
troiano fondatore di Padova, secondo Virgilio - Eneide I, versi 247 sgg.).
là dove, io ritenevo di essere più sicuro (essendo fuori del territorio
estense): fui ucciso per volere di Azzo VIII, che mi aveva in odio assai più di
quello che fosse giusto.
Ma se io fossi fuggito verso Mira (borgo tra Padova e Oriago),
quando fui raggiunto (dai sicari) nelle vicinanze di Oriago,
sarei ancora nel mondo dei vivi.
Invece corsi verso una palude, e le canne palustri e il fango mi avvilupparono
a tal punto, che caddi; e in quel luogo vidi il mio sangue formare in terra un
lago »,
Poi parlò un altro spirito: « Possa realizzarsi quel desiderio (il
ricongiungimento a Dio) che ti porta verso l'alto monte del purgatorio, (in
nome di questo augurio) cerca di aiutare il mio (che è identico al tuo) con
preghiere efficaci !
Appartenni alla casata dei Montefeltro,
sono Bonconte: Giovanna (vedova di Bonconte) o altri miei parenti non si preoccupano di me;
per questo cammino fra costoro a fronte bassa ».
E io gli risposi: « Quale forza (umana o divina) o quale caso fortuito ti
trascinò così lontano da Campaldino, che non si
conobbe mai la tua sepoltura? »
« Oh! » rispose, « ai piedi dei monti del Casentino scorre nella valle un
torrente chiamato Archiano, che nasce sull'Appennino
sopra l'eremo di Camaldoli.
Arrivai, ferito alla gola, nel punto in cui esso perde il suo nome ('l vocabol suo diventa vano: perché si getta nell'Arno),
fuggendo a piedi e insanguinando la terra.
Qui i miei occhi si velarono, e la mia voce si spense pronunciando il nome di Maria, e qui caddi e il mio corpo rimase inanimato.
Ti racconterò cose vere e tu le riferirai nel mondo dei vivi: l'angelo di Dio
prese la mia anima, mentre il diavolo gridava: "Perché mi privi di
quest'anima peccatrice, tu che sei un angelo del cielo?
Porti via con te l'anima di costui per una lagrimuccia
che me la sottrae; ma userò per il corpo (dell'altro) un trattamento ben
diverso!"
Tu sai con chiarezza come nell'aria si raccoglie il vapore acqueo che si
trasforma di nuovo in acqua, non appena sale nella regione fredda del cielo.
Sopraggiunse il diavolo che desidera soltanto il male con il suo intelletto, e
provocò il vapore acqueo e il vento con quel potere che gli proviene dalla sua
natura.
Poi, non appena giunse la notte, coperse di nebbia la valle (di Campaldino) dal monte Pratomagno
alla Giogaia di Camaldoli; e provocò nel cielo un
così grande ammasso di vapori,
che l'aria satura di nubi si convertì in acqua: cadde la pioggia e quella parte
di essa che la terra non riuscì ad assorbire si raccolse nei fossi;
e quando raggiunse i torrenti, si convogliò verso l'Arno (fiume real: secondo l'espressione usata nel Medioevo per indicare
i fiumi che sfociano in mare) con tanta velocità, che nessun ostacolo potè trattenerla.
L'Archiano in piena trovò il mio cadavere alla sua
foce, e lo spinse nell'Arno, e sciolse dal mio petto la croce
che avevo fatto delle mie braccia quando mi aveva sopraffatto il dolore del
pentimento: mi voltò lungo le rive e sul fondo; poi mi coperse e mi nascose con
i suoi detriti. »
« Quando sarai tornato nel mondo, e ti sarai riposato del lungo cammino »,
disse un altro spirito dopo il secondo,
«ricordati di Pia: Siena mi diede i natali; la Maremma mi diede la morte; (come
morii) lo sa colui che prima mi aveva dato l'anello nuziale
prendendomi in moglie. »
Privacy |
Articolo informazione
Commentare questo articolo:Non sei registratoDevi essere registrato per commentare ISCRIVITI |
Copiare il codice nella pagina web del tuo sito. |
Copyright InfTub.com 2025