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Il disagio giovanile: un problema mai risolto che colpisce le nuove generazione

italiano



Il disagio giovanile


Tipologia B:
redazione di un saggio breve.
Ambito: socio-economico
Argomento: il disagio giovanile

Titolo: "Il disagio giovanile: un problema mai risolto che colpisce le nuove generazione"


"E' l'era dello sballo", molti la intendono così: una nuova generazione il cui unico divertimento è autodistruggersi. Questa è in sintesi l'analisi dei grandi 434b13e dottori ed illuminati della materia: sembra infatti che il tema del disagio giovanile riscuota grande interesse nell'opinione pubblica, una emergenza che, a parole, è stata affrontata una grande quantità di volte. Ma se l'ipocrisia regna incontrastata nel dibattito più partecipato dell'ultimo decennio, il reale problema si è radicato nelle nuove generazioni dettando legge sugli stili di vita dei tanti.
In particolare, quello che i suddetti "esperti" cercano di comprendere è un nuovo modo dei ragazzi di rapportarsi alla vita: li si vede infatti protagonisti di una serie di scorribande e divertimenti eccessivi che vanno oltre al semplice stare insieme con gli amici. Ma la detta visione stereotipata dei giovani non si limita alla sola, e solita, equazione "ragazzo uguale discoteca", bensì risulta molto più generalizzata e complicata, diventando un vero e proprio fenomeno da studiare. Coloro i quali non fanno parte della generazione interessata guardano con tanto stupore quanta compassione il comportamento dei più giovani che, la maggior parte delle volte, racchiudono nel loro guscio da uomini "mondani" una solitudine tale che se fosse misurabile in termini di grandezza la si potrebbe paragonare allo spropositato numero di conoscenti e "quasi amici" che li circondano.  Il culmine di quello che è inteso come disagio si raggiunge il sabato, il giorno più agognato e atteso per gli studenti: come tutte le persone che hanno una occupazione infatti, il sabato è lo sfogo principale allo stress settimanale che nei giovani però raggiunge livelli quasi sacri viste le molteplici attività che si aprono ai loro occhi. La discoteca sembra però essere quella più gettonata e, data la continua affluenza di persone, anche la più gradita.
Tale disagio è però visto in maniera diversa dalle varie generazioni, concordemente con quando e come ognuna di esse ha vissuto la propria adolescenza: gli adulti infatti, guardando nostalgicamente al proprio passato, notano e segnalano le differenze con il presente percependo come grave il modo di comportarsi dei più giovani; l'altra fascia di età, quella direttamente coinvolta nel tormentone, sembra non essere interessata agli sviluppi di un tale dibattito facendo appello, per quanto possibile, alla dovuta e necessaria spensieratezza dell'età. 
Un sentimento comune, però, trova concordi tutti: una generale insicurezza nel futuro. Questa è probabilmente la causa maggiore di una così sottile superficialità dei giovani. L'incapacità di poter progettare un futuro normale, porta inevitabilmente ad una totale rassegnazione con il successivo annientamento di ogni ambizione. Se quindi vi è una così grande sfiducia nel futuro, l'unica possibilità per i ragazzi e immergersi quanto più possibile nel presente, cercando di viverlo oltre i limiti e di protrarlo fino all'esasperazione nel vano tentativo di allontanare quell'incubo chiamato lavoro. E così gli effetti di tale disagio sono i più disparati: vanno dalla semplice noia a fatti gravi quali vandalismo, bullismo, uso di alcol e droghe, fino ad arrivare a casi quasi patologici come stupri e omicidi.
I ragazzi dal canto loro recriminano alla generazione dei genitori l'aver creato una società non a misura di giovani, in cui si sentono inadeguati, e poco aperta a nuove idee: una società chiusa in se stessa, incapace di apprendere da nuove persone ciò che può servire a migliorarla ed essenzialmente ipocrita; una società in cui esistono solo valori morali idealizzati e mai praticati da nessuno.





di Michele Brianda




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