Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

Danimarca (Danmark) - Configurazione fisica

geografia



Danimarca

(Danmark)

Stato dell'Europa settentrionale composto essenzialmente di due parti: la penisola dello Jylland (meglio conosciuta col nome di Jutland) e ca. 600 isole, di cui solo le maggiori sono abitate. Compreso fra 54° 33' 51" e 57° 44' 55" di lat. N e 8° 4' 54" e 15° 11ª 50" di long. E, confina a nord-est con lo Skagerrak; a nordest col Kattegat; a est col mar Baltico; a sud con la Germania; a ovest col mare del Nord. Superficie 43.092 kmq (compresi 700 kmq di acque interne), 2/3 d 111g68b ei quali (29.633 kmq) sono rappresentati dalla penisola dello Jutland. Le maggiori isole sono: Sjaelland (7451 kmq), Fyn (2900), Lolland, Falster, Als, Men, Langeland, Samsø, Bornholm. Tra la penisola dello Jutland e la Scandinavia si incuneano due bracci di mare, lo Skagerrak e il Kattegat, che mettono in comunicazione il mare del Nord e il Baltico. Il piccolo Belt separa lo Slesvig e l'isola di Fyn; il grande Belt divide Fyn e Sjaelland. Dei territori oltremare non restano alla D. che gli stabilimenti sulle coste della Groenlandia e le isole Faerøer, alle quali è stata concessa nel 1948 una larga autonomia politica. Popolazione ca. 5.129.778 ab. Capitale, Copenaghen (København).

Configurazione fisica.

In D. non esistono rocce di epoca anteriore alla fine del Secondario. Il basamento del suolo danese è formato dai depositi sedimentari di un mare che copriva la D. nel Mesozoico. Le stratificazioni sono costituite da calcari, marne, argille e sabbia, ricoperti dai depositi glaciali. La superficie è occupata da terreni glaciali e postglaciali dei periodi Mindel, Riss, Würm. L'orografia risente delle azioni glaciali e postglaciali. Malgrado l'altitudine limitata (la massima altezza raggiunta è nell'Ejer Bavnehøi di 172 m), la pianura non copre che 1/20 della superficie, essendo il paesaggio fatto a pieghe, ondulazioni, creste. Nello Jutland occidentale si ergono i Bakkøer, collinette in mezzo a vasti piani sabbiosi, i cui versanti si confondono con la pianura. Nello Jutland settentrionale e nelle isole l'antico ghiacciaio baltico, erodendo lo zoccolo e depositandovi le argille, ha creato una pianura bassa e accidentata.



Coste.

La D. ha uno sviluppo di coste di 7500 km, soggette alle tempeste dei venti di ponente che inondano le terre basse e favoriscono l'insabbiamento. I cordoni litoranei della costa di sud-ovest furono spezzati e trasformati nelle isole Fanø, Mandø e Rømø e le terre lungo il mare ripetono il paesaggio tipico dei polders olandesi. Le coste orientali sono caratterizzate dai førden. I più importanti di questi, Limfjord e Mariagerfjord, sono lunghi da 30 a 40 km e larghi parecchi km, mentre i minori sono lunghi 5 km e larghi poche centinaia di m. I maggiori porti, Ålborg, Randers, Vejle, si trovano su tali coste.

Fiumi.

Sono modesti a causa della frammentarietà del paese. Il maggiore è il Gudena che nasce presso l'altura Tranebjaerg, alimenta vari laghetti e dopo un corso di 130 km sfocia nel Randers fjord sulla costa orientale.

Clima.

E' temperato dall'influenza marittima. Predominano i venti atlantici che soffiano ininterrottamente e in tutte le direzioni. Le medie delle temperature oscillano tra 0° in gennaio e 16° in luglio. Naturalmente la temperatura invernale è più mite lungo le coste. La primavera inizia in ritardo, ma l'autunno è tiepido. La media delle precipitazioni si aggira sui 650 mm annui, con punte massime (800 mm) nelle lande di Ribe e minime (450 mm) lungo le coste del Kattegat.

Flora e fauna.

La D. appartiene alla zona forestale a latifoglie, in particolare faggi e querce fitti soprattutto nello Jutland e a Sjaelland. Le conifere occupano un quarto dei boschi. Nei terreni sabbiosi prosperano erica, mortella rossa, mirtillo e salice nano. Le dune e le sabbie mobili, regno fino a pochi anni fa di graminacee e cespugli, accolgono ora i pini.

La fauna non differisce da quella del resto dell'Europa. Le coste abbondano di pesci e molluschi.


Etnologia.

Le prime tracce dell'uomo sul suolo danese si riferiscono a una popolazione di cacciatori nomadi, la quale nel Neolitico si organizzò in comunità dedite a pesca, caccia e agricoltura. I Danesi appartengono al ramo scandinavo, sono di statura alta, brachicefali, con capelli ed occhi chiari e colorito chiaro. Nelle isole prevale il tipo bruno, di statura più bassa. L'incremento della popolazione è stato notevolissimo nell'ultimo secolo ed è dovuto alla forte diminuzione della mortalità ed alla compattezza etnica della razza: i Danesi rappresentano il 97% degli abitanti. La popolazione vive per quasi il 60% in centri urbani. Elevato è quindi il numero egli addetti all'industria e all'artigianato, seguiti da agricoltori, commercianti, impiegati, liberi professionisti. Pochi i pescatori (17.000) e i boscaioli (24.000).

Religione.

Nonostante che in D. esista una Chiesa di stato, vi è completa libertà religiosa. La Chiesa nazionale, che raccoglie il 98% della popolazione, è la evangelica luterana. L'1% è rappresentato da altre minoranze religiose, tra cui i cattolici in numero di 90.000, e un 1% da gente di nessuna confessione religiosa. Il re deve essere luterano.

Governo e costituzione.

Secondo la Costituzione del 1953, la D. è una monarchia costituzionale. Al re spettano il potere legislativo e quello esecutivo ed il diritto di grazia. Il potere legislativo è esercitato dalla Dieta, il Folketing, i cui 179 membri sono eletti ogni 4 anni col sistema proporzionale. Il potere esecutivo è delegato dal re ai ministri, che egli nomina e che devono ricevere la fiducia della Dieta. Amministrativamente, la D. è divisa in 27 Amter, contee amministrate da un governatore assistito da un Consiglio. I municipi, in numero di 1388, sono amministrati da consigli municipali presieduti da sindaci, eletti ogni 4 anni.

Educazione: L'obbligo dell'istruzione scolastica è fino ai 14 anni. L'istruzione primaria è impartita nelle scuole elementari divise in due cicli, di 5 e di 4 anni. La scuola secondaria comprende il corso classico di 3 anni, il magistrale di 4 anni, oltre ai corsi tecnici e professionali. Un esame di stato immette alle università.

La lingua nazionale è il danese, che appartiene al ceppo germanico delle lingue indoeuropee, ma molto diffusi sono i dialetti di Bornholm, della Seelandia e di Copenaghen.

Cambio.

L'unità monetaria è la krone composta di 100 øre. Il sistema metrico decimale per i pesi e le misure è obbligatorio dal 1912.

Economia.

Paese pianeggiante privo di carbone e altri minerali, la D. ha avuto sempre una economia centrata sull'agricoltura che ha raggiunto una notevolissima perfezione tecnica.

Agricoltura e allevamento.

Il 90% della superficie è produttivo e il 75% l diviso in fattorie agricole per oltre 3 milioni di ha complessivi. Le cooperative di produzione cominciarono a sorgere sin dal 1870 ed oggi esse accentrano il 90% del latte e macellano l'85% dei suini. Il suolo arativo rappresenta il 60 per cento della superficie totale e di esso più della metà è coltivata a cereali. La produzione annua, relativamente al numero degli abitanti, è straordinariamente alta, ma bisogna considerare che la D. è un paese in cui l'agricoltura ha raggiunto uno dei più alti livelli di sviluppo intensivo dell'Europa e del mondo. Hanno il primo posto tra le colture l'orzo, l'avena, la segala, il frumento, le barbabietole da foraggio. I prodotti dell'agricoltura sono sostanzialmente, a parte il fabbisogno alimentare, rivolti all'allevamento, che costituisce la base fondamentale dell'economia danese.

In sostanza la D. può essere considerata un'unica grande fattoria dedicata all'allevamento del bestiame, condotto con criteri modernissimi, e allo sfruttamento dei prodotti derivati. Hanno il primo posto tra gli animali d'allevamento i bovini, seguono i suini e gli animali da cortile. L'industria connessa all'allevamento bovino è una delle maggiori dell'Europa comunitaria. Il burro prodotto viene in massima parte esportato tradizionalmente nelle Isole Inglesi e attualmente in tutti gli altri paesi della Cee.

Anche la pesca è un settore molto importante nell'economia danese. La D. con circa 2 milioni di t di pescato all'anno, esclusa la Groenlandia, è al decimo posto nel mondo. Una buona parte del pescato viene esportato, un'altra parte è utilizzata nella fabbricazione di farina di pesce e di olio di pesce per cui esistono impianti industriali a Copenaghen e in altri centri. Il paese dispone di attrezzate flottiglie pescherecce che operano nel Baltico e in tutto l'Atlantico settentrionale.

La D. non possiede risorse minerarie. Tuttavia negli ultimi anni sono stati localizzati piccoli giacimenti di idrocarburi. Naturalmente non sono sufficienti per il fabbisogno del paese, per cui la D. mantiene un tasso di dipendenza energetica di oltre il 90 per cento. Il restante 10 per cento viene coperto dall'energia di origine idrica e dall'utilizzazione di alcune miniere di lignite. Questo ha fatto si che la crisi energetica iniziata nel 1973 dopo la guerra del Kippur ha costituito un vero e proprio trauma per l'economia danese, che solo oggi viene superato dopo anni di sforzi per la riduzione dei consumi energetici, ottenuta principalmente con una politica di risparmio e l'utilizzazione di macchinari a basso consumo di energia. Malgrado l'opposizione della maggioranza della popolazione alla costruzione di centrali termonucleari, è stato preparato un piano relativo al nucleare, che se messo in atto dovrebbe liberare il paese d'una buona parte della dipendenza energetica. E' un problema questo che i Danesi non possono ignorare e che d'altra parte interessa ormai tutti i paesi dell'Europa occidentale.

Le industrie sono varie e ben distribuite. Un posto importante hanno gli impianti siderurgici, che hanno però risentito della crisi dell'acciaio avutasi nella seconda metà degli anni settanta. A Copenaghen vi sono cantieri navali di importanza mondiale. Vi sono poi da considerare le fabbriche er il montaggio delle auto e inoltre i cementifici. L'industria tessile, già tradizionalmente di rilievo, ha avuto un grande sviluppo negli ultimi due decenni. Sono infine da ricordare le fabbriche di ceramica che hanno una fama mondiale.

Complessivamente la D. è uno dei paesi a più alto tenore di vita del mondo. Il prodotto nazionale lordo per abitante è superiore a quello degli altri paesi della Cee e si avvicina a quello americano. Il tasso di inflazione e di disoccupazione è relativamente basso. L'aumento di disoccupati che si era avuto negli anni più acuti della crisi energetica è stato gradatamente attutito. La D. odierna si prepara con tutte le possibilità di successo al passaggio dalla fase industriale alla fase elettronica.

Storia.

Quantunque abitata nella preistoria fin dall'Età della pietra, come risulta da estesi reperti archeologici che testimoniano gli insediamenti e il progressivo affinamento culturale e sociale delle antiche tribù danesi, la vera storia della D. comincia all'epoca di Carlomagno. Il primo re dei Danesi di cui conosciamo l'esistenza, Goffredo, delimitò nello Schleswig il confine dei suoi possessi per resistere alla espansione del grande imperatore. Verso l'850 fu introdotto in D. il cristianesimo. Nel 1013 Sven Tjugeskaeg conquistò l'Inghilterra, ma la perse nel 104, insieme con la Norvegia. Dal 1240 al 1370 il paese fu lacerato da lotte intestine fra monarchia, clero e nobiltà. Nel 1380 si giunse all'unione dinastica con la Norvegia e nel 1397 con la Svezia, la quale però se, ne staccò nel 1471. Grazie alla tolleranza di Federico I cominciarono a penetrare nel paese le idee religiose e politiche della riforma luterana e, nonostante l'opposizione della Chiesa cattolica che difendeva le sue proprietà fondiarie, la libertà di predicazione concessa nel 1530 ai riformati aprì la via all'affermazione del protestantesimo: nel 1536 fu istituita la Chiesa luterana nazionale. Nel 1788 venne abolita la servitù della gleba e alcuni anni più tardi una serie di misure liberali in tutti i campi diede un nuovo respiro all'economia del paese. Coinvolta nelle guerre napoleoniche, la D. con la pace di Kiel del 1814 perdette la Norvegia ed entrò a far parte della Confederazione germanica. Nel 1849 una nuova Costituzione trasformò il regno assolutista in una monarchia costituzionale. Dopo aver perduto lo Schleswig nel 1864, la D. entrò in un lungo periodo di prosperità e benessere in seguito ai movimenti cooperativistici e al processo di democratizzazione delle istituzioni. Dal 1940 al 1945 la Germania occupò la D. mentre nel 1944 l'Islanda si diede un ordinamento autonomo.

La storia della D. successivamente al secondo conflitto mondiale è quella di un paese che ha affrontato con successo, talora con una certa problematica, necessità di carattere interno ed estero. I socialdemocratici al potere per anni hanno creato il Welfare State, lo Stato assistenziale, creando un sistema di benessere e di sicurezza. Anche però lo Stato assistenziale danese ha avuto il suo momento di crisi, che del resto può considerarsi una caratteristica di tutti i sistemi che si reggono sull'assistenzialismo. Nel 1966 la maggioranza che governava il paese dalla fine della seconda Guerra mondiale doveva cedere a una nuova maggioranza di cui faceva parte il Partito socialista popolare. Due anni dopo socialdemocratici e socialisti popolari erano battuti da una coalizione di centro-destra raccolta intorno al Partito liberale-radicale. In effetti cominciava a delinearsi nel paese un'atmosfera di scontento che rendeva instabile la vita politica. Nel 1971 si ebbero ancora elezioni, che videro contraddittoriamente un'avanzata dei socialisti. Nel 1972 intanto moriva il re Federico IX e gli succedeva la figlia primogenita Margherita II.

Sempre nel 1972 la D. decideva, insieme con la Gran Bretagna, l'Irlanda e la Norvegia, di aderire alla Comunità europea. Era però una decisione solo dei politici, che dovette essere convalidata da un referendum tenuto nel settembre dello stesso anno. In realtà la D., economicamente legata alla Gran Bretagna, non poteva certo dissociarsi da questo paese e restare isolata.

In effetti l'appartenenza alla Comunità europea resta uno dei problemi della vita danese ed è stato calcolato che quasi la metà della popolazione danese è riluttante a far parte della Cee.




Privacy




Articolo informazione


Hits: 2959
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024