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Gioacchino Rossini e l'opera italiana agli inizi dell'Ottocento
19 anni di carriera di Rossini dal 1810 al 1829 coincidono con la fine della guerre napoleoniche e con l'età della Restaurazione.
Non vanno comunque dimenticati esponenti della scuola napoletana come Nicola Antonio Zingarelli, Fioravanti.
L'opera buffa non era ormai il campo d'azione più interessante. Carattere tragico piace di più.
Altri esempi: Giovanni Simone Mayr...
La molteplicità di stimoli di rinnovamento che caratterizzava l'opera italiana tra la fine del Settecento e i primi anni del nuovo secolo è avvertita da Gioacchino Rossini protagonista di una svolta che si sarebbe rivelata incisiva per gli sviluppi futuri del melodramma. La produzione buffa occupa una posizione privilegiata nella prima fase della carriera con Barbiere di Siviglia (1816) e Cenerentola (1817) e si interrompe con Le comte Ory (1828).
Una farsa in un atto "La cambiale di matrimonio" fu l'inizio della carriera teatrale di Rossigni. L'esordio (prima c'era stata un'opera seria, Demetrio e Polibio) fu seguito da esplosione creativa: 9 opere nuove (6 buffe e 3 serie): La pietra del paragone, L'occasione fa il ladro, Il signor Bruschino, Tancredi. Primo capolavoro buffo, L'Italiana in Algeri. Due opere fra le quali "Il Turco in Italia" furono rappresentate nel 1814. Viene chiamato a Napoli come direttore artistico e dal 1815 al 1822 si impone con 19 opere dopo le quali Semiramide conclude questa fase centrale. Due opere semiserie: La gazza ladra e Matilde di Shabran.
La ricerca rossiniana non puntava su un'originalità radicale. Le rinnova dall'interno, le sottopone ad un'espansione. Un affascinante esempio di questo peculiare equilibrio può essere considerata "La donna del lago" ispirata al poema di Walter Scott e ambientata in Scozia.
Nell'estate 1824 Rossini si stabilì a Parigi assumendo la direzione del Theatre Italien e nel 1825 per l'incoronazione di Carlo X scrisse Il Viaggio di Reims. Terza opera francese di R. fu "Comte Ory". Compone poi il Guglielmo Tell, Mose in Egitto, Maometto II.
Il capolavoro degli ultimi anni è la Petite messe solennelle
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