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SCETTICISMO E SOCIOLOGIA - PLATONE, CARTESIO, KANT, FICHTE

sociologia



SCETTICISMO E SOCIOLOGIA



Di Francesco Boriani




Ci sono due interpretazioni relative allo scetticismo :


1 - SCETTICISMO = NEGAZIONE ASSOLUTA DI OGNI VERITA'

Corrisponde alla negazione di ogni condizione conoscitiva e rappresenta l'impostazione più frequente, scetticismo comune o quotidiano.


2 - SCETTICISMO FILOSOFICO PROPRIAMENTE DETTO 



Che si impegna in una autocritica della realtà attraverso gli strumenti del REALISMO e POSITIVISMO negando l'esistenza di una ragione pura, eterna, assoluta, universale, dalla quale ricavare il reale (deducibile dalla ragione stessa) tipica  impostazione IDEALISTICA


Pertanto lo scetticismo si configura come la NEGAZIONE DI OGNI REALISMO e IDEALISMO.

Questo scetticismo filosofico propriamente detto si ricollega al POSITIVISMO MATURO (uno dei maggiori promotori è Giuseppe Rensi, filosofo italiano contemporaneo che intende recuperare le potenzialità teorico-investigative proprie della filosofia.

Rensi ripercorre le diverse teorie filosofiche a partire da Platone per analizzare quanto il pensiero di questi filosofi sia intriso di idealismo.


PLATONE :


Sosteneva che le cose sensibili sono delle incarnazioni perfette delle idee perché la loro realtà non giunge a noi mediante la percezione e l'esperienza la nostra mente la reca in sé prima di ogni esperienza sensibile. Ciò equivale ad una ufficiale svalutazione filosofica dell'esperienza che conduce solo ad una conoscenza imprecisa ed imperfetta, mentre la vera realtà delle cose è contenuta nella nostra mente.


CARTESIO :


Mette in atto l'identico procedere logico - razionalista puro ( deducibilità della realtà dalla ragione) con il passaggio dal dubbio alla certezza dell'esistenza dell' io. Di una sola cosa siamo certi - sostiene Cartesio - del nostro Io ; esso possiede in se l'idea dell'essere infinito e perfetto che non può essere creata dall' io , in quanto imperfetto, quindi non può che generarsi da lui.

Cartesio, a differenza di Platone, colloca la metodologia teoretica su un piano più evoluto attraverso la matematica : "tutto il reale è riducibile a rapporti matematici e meccanici (panmatematismo)". La matematica risulta essere la forma tipica della conoscenza.


KANT :


Considera le forme mediante le quali esiste la realtà (fenomenica), ossia spazio, tempo, e le categorie del mondo che sono anche intuizioni della mente, che essa possiede a priori, senza averle assunte attraverso l'esperienza della realtà fenomenica.

Il suo procedere logico-deduttivo è superiore a quello dei suoi predecessori, in quanto introduce i "giudizi sintetici a priori" come condizione necessaria della stessa esperienza. Kant abolì l'affannosa ricerca di una certezza che muoveva da una astratta visione delle idee, per richiamarsi ad un metodo di indagine che subordinasse la conoscenza ai principi (assiomi della geometrie euclidea, principio della casualità, principio della conservazione della massa etc.) come se fossero innati nella natura umana.




FICHTE :


Sostiene che il mondo non esiste perché lo si costata, ma perché l'io ha bisogno di essere io, ha necessità del "non-io" Avvalora la tesi del primato assolutista della deducibilità reale dell'io.


HEGEL :


Afferma che la forme della realtà si trovano così, immediatamente, nella ragione in sé, e quindi sono da essa deducibili. La conoscenza si realizza attraverso una sintesi degli opposti (tesi/antitesi/sintesi), tra oggetto e soggetto, natura ed io, reale e razionale. Queste sono forme del reale che "dal reale trapassano e si raccolgono ad unità cosciente nella mente."




LE CONTRADDIZIONI, LA STORIA E IL CASO, COME DETERMINANTI CORRELABILI DEL DIVENIRE...


I diversi sistemi filosofici sono caratterizzati da intuizioni antitetiche che si pongono come verità se colte nel proprio ambito valutativo.

Le contraddizioni, quindi, svolgono un importante ruolo nel processo di conoscenza e vengono eliminate solo nel momento in cui si realizza una sintesi di alcune linee di pensiero che vengono concatenate. Se le nostre idee fossero sempre concordi, ragioneremmo sempre tutti allo stesso modo, e si creerebbe un modo unitario, ma ciò corrisponderebbe  ad un non-mondo in cui non avrebbe senso uno dei bisogni umani prioritari : la comunicazione (come prova di idee e pensieri diversi).

La Storia per gli idealisti è vista come un corso transitorio in cui l'oggi ha significato solo per il domani, il presente che è l'unica realtà vitale, non ha nessun significato. Per i positivisti invece c'è storia perché ogni presente, ossia la realtà, è sempre falsa, assurda e cattiva, e perciò si vuole venirne fuori, passare ad altro, e questo passaggio è la storia.

Teoria del caso (di Ardigo') circa la sovranità dei fatti sulle necessità della ragione : Se non esistesse il caso l'universo necessiterebbe di una situazione iniziale unica determinate, cioè impossibile ; l'universo necessita certamente di un ordine, ma uno dei tanti possibili ordini, in cui ogni fatto si concatena necessariamente alla sua causa, invece la causa poteva concatenarsi a infiniti altri fatti. In ogni istante si formava un equilibrio nuovo, creato da infinite forze al momento operanti e non mai predisposto. La ragione di come i fatti si determinino noi l'abbiamo solo dopo che essi sono avvenuti, non prima del loro accadere.



SULLA RIVENDICAZIONE DEL MATERIALISMO DEDOTTA DALL'IDEALISMO



Gli idealisti confondono le forme del pensiero con il pensiero e le forme dell'essere (modi attraverso cui il pensiero pensa l'essere.

Rensi sostiene che l'essere supera di gran lunga le possibilità conoscitive del pensiero e solo una gran parte infinitesima dell'essere entra a far parte del pensiero. Gli idealisti erroneamente credono nello scambio immediato tra essere e pensiero.

Lo scetticismo sostiene inoltre che tutto è relativo, che non c'è una verità assoluta, che esistono solo dottrine e punti di vista che cambiano. Lo scetticismo respinge la teoria della conoscenza, la dottrina della verità del dogmatismo razionalista-idealistico, in tutte le forme sotto cui esse si presentano. Solo i singoli fatti, e non gli elementi universali, formano il momento saliente della conoscenza.

Lo scetticismo considera il concetto (la costruzione fondamentale della logica) come il raggruppamento ideale di elementi riscontrabili nelle cose che non ha nessuna esistenza. La concettualizzazione è legata ai bisogni a loro volta collegati agli interessi pratici. Viene fatta dunque ad arbitrio, perché il concetto non è un "esistenza effettiva", ma un punto di vista. Gli idealisti, invece, sostengono che il concetto e l'oggetto che vi corrisponde è produzione totale del pensiero, mentre è opera del pensiero solo la scelta del criterio di raggruppamento delle qualità. Lo scetticismo come sociologia deve essere considerato uno strumento per rinnovare le condizioni della conoscenza, soprattutto la conoscenza del totale.







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