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LOMBROSO

sociologia



LOMBROSO

Il determinismo sociale identifica la causa della condotta criminosa dell'uomo. Dal determinismo sociale con Lombroso si passa al determinismo biologico. Lombroso conduce le sue indagini con una metodologia che definiamo a tesi utilizzando a suo vantaggio tutti i fattori favorevoli.

Molti non sanno che Lombroso prima di essere il fondatore della criminologia italiana è un medico. Il primo luogo dove applica le conoscenze acquisite da medico è nell'ambiente militare. Lombroso in questa esperienza applica il suo specifico metodo empirico-sperimentale e l'approccio statistico. La tecnica statistica secondo L. diventerà l'unica via che permetterà di stabilire ciò che può tipicizzare il patologico dal normale. L. evita classificazioni assumendo un atteggiamento fenomenico-descrittivo. A suo giudizio la pazzia è un dato categoriale di natura intuitiva e onnicomprensiva. L. classifica le malattie mentali in: alienazioni congenite, alienazioni acquisite, alienazioni unite a nevrosi e alienazioni da intossicazione. Egli partecipa a quella che poi sarà definita la psichiatria manicomiale. Con il metodo sperimentale da lui creato L. ha la possibilità di incontrare coloro che sono al di fuori della normalità: il manicomio criminale. Il manicomio ha più di una valenza: avrebbe costituito una soluzione per l'alienista e avrebbe avuto la funzione di g 232i87c arantire la difesa della società e delle istituzioni.

Devianza= forme di patologia sociale in cui si manifestano comportamenti ritenuti fuori dalla norma.

Vilella=esistenza di una fossetta celebrale mediana nel posto di una cresta ossea. Prova dell'esistenza di regressioni mostruose che avvicinano l'uomo all'animale. La criminalità ha i segni dell'atavismo, cioè un uomo che è nato diverso. Il criminale si distanzia dal folle x avvicinarsi al selvaggio all'uomo primitivo. Il criminale rappresenta una varietà particolare della devianza. In pratica L crea un altro tipo di uomo cioè il delinquente nato, che assomiglia al selvaggio xkè egli ha poca sensibilità al dolore. Questi criminali si distinguono per alcune caratteristiche particolari: l'uso del tatuaggio e l'uso di un gergo particolare. L'atavismo di L è composto da due facce: la prima inerente alla struttura antropologica dell'essere umano e la seconda inerente la struttura sociale e culturale di una società.



Il criminale e il fanciullo dividono uno stesso universo di valori e comportamenti: in essi non è presente il senso morale.

L elabora le proprie tipologie dei delinquenti utilizzando quelle informazioni e dati numerici proveniente dalle proprie misurazioni o da quelle effettuate da altri studiosi. Egli affianca a questi dati le proprie osservazioni dirette dei detenuti residenti nei carceri.

Il primo tipo è il delinquente nato caratterizzato da tare fisiche e psichiche di natura atavica. Il delinquente nato è colui che raccoglie tutti i segni dell'anomalia e dell'anormalità.

Per Lombroso il libero arbitrio non esiste.

Delinquente d'impeto o per passione= raro nella società.

Delinquente pazzo= diverso dal pazzo morale, difficilmente viene riconosciuto dai giudici perchè tendono a negare che possa esistere un criminale pazzo.

Delinquente epilettico= legato alle malattie cerebrali atavicamente ereditate in campo familiare

Rei d'occasione=coloro che pur normali trovano le condizioni per cui sono portati a compiere un delitto o reato.

Delinquente d'abitudine= in cui può mancare ogni tipo di carattere anomalo ma si caratterizza in quanto studia coscientemente i suoi delitti.

All'interno di questa griglia L colloca tutti i delinquenti, che si differenziano per specifiche tendenze ma che si intrecciano tra loro determinando quali tipi di reati e di delinquenti aumenteranno col progredire della società, una società in cui il delitto non è ne utile ne necessario.

La donna è sempre stata vista come un essere inferiore, ma le donne che sono in grado di assumere ruoli importanti nella società vengono viste come caratteri maschili. Le donne criminali dimostrano di essere mascoline, più intelligenti e più ataviche delle donne normali. La donna normale è vista come innocua, la prostituta è paragonabile ad una donna primitiva, mentre la donna delinquente ha caratteristiche maschili per questo risulta essere più intelligente. Lombroso utilizza gli stessi strumenti che aveva utilizzato per l'uomo delinquente. Secondo Ferrero e Lombroso, l'inferiorità della donna si basa su caratteristiche biologiche e psichiche: in pratica sono viste come i bambini che hanno bisogno di protezione. Le doti in cui eccellono sono quelle inerenti all'ammaliazione dell'uomo, quelle dell'intuizione e hanno minore forza di associazione e sono più suggestionabile degli uomini. L'intelligenza della donna è inversamente proporzionale alla loro fecondità. La sensualità femminile è vista come direttamente condizionata dalla maternità. Ma sensualità e maternità sono antagoniste e sono una prevale nelle donne normali, è sempre la seconda.

Aspetti tipici della personalità femminile normale: menzogna, vanità, ira, l'avarizia e la mancanza di vizi.

I delitti più frequenti nelle donne sono quelli legati alla condizione biologica, come l'aborto, l'infanticidio.

La prostituzione rappresenta il lato femminile della criminalità.

9tipologie di donne delinquenti:

criminale nata: somigliano molto a quelle infantili, sentono meno il sentimento della maternità, l'arma criminale più utilizzata è la vendetta.

Rea d'occasione: sono divise in due categorie quelle appartenenti alla prima possiedono le caratteristiche delle criminali-nate e compiono più spesso delitti contro le persone; quelle della seconda categoria si avvicinano molto alla donna normale e attuano delitti contro la proprietà. Si pentono di quello che fanno.

rea per passione: il reato ha origine in una passione che è l'amore. Il reato passionale si manifesta in tutti e due sessi, hanno passioni anche politiche e si sentono anticonformiste da vestirsi con abiti maschili.

la suicida: analogie con i delitti per passione; i suicidi di donne avvengono per amore; l'amore x la donna è una specie di schiavitù; suicidio doppio da due amanti che preferiscono uccidersi piottosto che separarsi; suicidio multiplo la madre in preda a disperazione uccide sè stessa e i propri figli.

la prostituta nata: frequente pazzia morale, colmano la mancanza di amore verso le persone, con un amore infinito verso gli animali; difficilmente delinquono ma quelli che commettono di più sono il furto, il riscatto, il ferimento; hanno una mancanza di pudore; utilizzano un proprio gergo, appoggiano completamente l'uomo.

la prostituta d'occasione: non sono colpite dalla pazzia morale, hanno i caratteri della donna normale e del fanciullo, sono pudiche, sono dotate di senso morale, scelgono la via più facile per guadagnare.

la delinquente epilettica: si avvicinano alle delinquenti nate.

la delinquente isterica: sono apparentemente tranquille, ma in realtà instabili, aggressive. Soffrono spesso di allucinazioni e hanno uno spiccato erotismo.

L contribuisce a formare la concezione popolare del genio artistico. Il genio è uno squilibrio eccessivo dell'attività cerebrale e della sensibilità che può avvicinarlo alla follia. Il rapporto tra genio e follia si risolve tra genio e degenerazione. I geni pagano la loro grandezza intellettuale con la follia, ma è considerato un innovatore. Il mattoide appare come un genio ma non ne ha la sostanza. I geni e i mattoidi sono i soggetti che portano il mondo verso il progresso ed il mutamento. I luoghi in cui Lombroso raccoglie le sue testimonianze  sono due carceri cellulari ed un ergastolo femminile. Con questo lavoro dà voce ai suoi soggetti in analisi ricostruendo le loro vite. Il carcere è considerato come un organismo composto da cellule, dove una parte dell'umanità sconta la pena. Il carcere è il luogo della pena e dell'esclusione, un lavoro di riabilitazione e reinserimento non favorisce l'estendersi della depravazione e delle perversioni.



Il carcere è un luogo che sta all'interno di un altro luogo, cioè la città.

FERRI

il delitto per ferri non è una cosa astratta ma costituisce un'azione umana che deve rientrare nella naturalità dell'uomo. Si tratta di studiare il sogg agente nel contesto sociale. L'uomo deve essere considerato un essere sociale che ha le sue radici nella natura. La società deve considerare il delitto come un effetto di anormalità individuali e come sintomo di patologia sociale, che richiede necessariamente l'allontanamento degli elementi d'infezione ed il risanamento dell'ambiente. In F compare il concetto di disassimilazione artificiale, cioè l'opportunità di segregare gli individui antisociali. Ferri cerca di dimostrare le proprie argomentazioni basandosi su dati statistici. L'uomo non potrebbe commettere delitti se non vivesse in una società, insieme ad altri suoi simili. Da ciò deriva il fatto che il delitto acquisisce una connotazione sociologica, cioè come un atto compiuto da un essere vivente. Il delitto deve essere studiato anche in relazione alle caratteristiche inerenti la personalità del delinquente, che si manifesta mediante il temperamento. Ferri distingue due grandi categorie di delitti: la prima è la delinquenza atavica mentre la seconda è la manifestazione della delinquenza evolutiva in cui rientrano tutti i comportamenti che anticipano forme nuove e più elevate di lotta per l'esistenza. Il delitto è la risultante sia delle condizioni anatomiche dell'individuo, sia delle condizioni psichiche individuali, sia delle influenze dell'ambiente naturale e sociale. Secondo ferri se si accettano le teorie di lombroso sul delinquente nato il diritto penale cesserebbe di esistere. Il tipo criminale per Ferri è colui nel quale si posso riscontrare il maggior numero di anomalie rispetto a individui non delinquenti che appartengono alle stesse classi sociali e alla stessa origine etnica. Nel delinquente nato l'insieme delle anomalie rappresenta una vera e propria predisposizione al delitto. Ferri sottolinea il fatto che bisogna distinguere il valore tecnico dei dati antropologici sull'uomo delinquente dalla loro funzione scientifica nella sociologia criminale. In pratica il sociologo non è obbligato a compiere indagini antropologiche sui delinquenti. Ciò non toglie che il sociologo possa fare ricerche come antropologo ma è suo compito specifico basarsi sulle nozioni sintetiche e conclusive dell'antropologia. Per poter definire quali elementi siano necessari alla determinazione del delinquente, Ferri utilizza due dimensioni operative: la prima di natura concettuale(fattori antropologici, fisici e sociali) mentre la seconda di natura tecnica. I fattori antropologici sono quelli che riguardano la costituzione organica del delinquente, quelli fisici del reato riguardano l'ambiente fisico, infine quelli sociali devono essere individuati all'interno della combinazione fra tutti gli ambienti sociali in cui vive il delinquente. L'intuizione di F è quella di classificare tutto ciò che egli può osservare, per poi farli rientrare nelle varie definizioni di delinquente. Per F la determinazione delle caratteristiche dei singoli delinquenti dovrebbe essere utilizzata anche dalla polizia. Secondo ferri il livello di delinquenza potrebbe essere determinato dalle diverse condizioni dell'ambiente fisico e sociale, che può dar luogo alla legge di saturazione criminosa. Questa legge ha il significato di definire le caratteristiche dei reati nella loro specificità ambientale. Secondo F il delitto si deve considerare sempre come un fenomeno appartenente alla patologia sociale e come tale deve essere affrontato. Una volta categorizzate nel sistema le svariate tipologie di delinquente, le cause del delitto non vengo più individuate solo nella costituzione fisica e psicologica del delinquente ma vengono a trovarsi anche nell'ambiente fisico e sociale. Per difendere l'ordine sociale è meglio attuare sostitutivi penali, cioè provvedimenti indiretti che possano prevenire i reati o eventuali ricadute dei sogg. Questa innovazione è considerata da F come il nocciolo socialista e riformatore della scuola criminale positiva.

Fattori criminogeni:

I sostitutivi penali possono costituire un utile modo di affrontare la specificità del delitto. Il sostitutivo penale si correla alla difesa sociale caratterizzandosi come forma di prevenzione. Il problema della prevenzione della criminalità arriverà ad assumere il valore di ricerca storico-scientifica e di azione sperimentale. Il concetto di sostitutivo penale si riassume in ciò che il legislatore venga a conoscere sulle leggi sociologiche e psicologiche. La pena è solo uno dei tanti mezzi possibili utili a frenare il crimine. Il legislatore dovrebbe considerare quali istituzioni si possono considerare fonti di criminalità e far in modo di modificarli. Tra i sostitutivi penali F individua quelli di natura economica. A fianco a quest'ultimi F prevede anche i sostitutivi inerenti le sovrastrutture materiali. F considera rilevanti anche i comportamenti e gli atteggiamenti delle classi dirigenti. Per quanto riguarda le pene F è favorevole ad una loro applicazione differenziata a seconda delle regioni. Per F la pena deve essere una funzione sociale tesa verso il fine della rieducazione e del riadattamento del reo. La pena deve perdere il carattere vendicativo ed essere applicata in base alla personalità del delinquente, in un ottica educativa. Ciò per F non implicava il fatto che potessero sussistere sanzioni, ma esse sarebbero dovuto essere adeguate alle specifiche caratteristiche del delinquente. Egli propone di distinguerle a seconda della loro appartenenza a diversi ordini: naturale o fisico, biologico e sociale.



Il diritto di punire sussiste ma deve essere dedotto dalle condizioni naturali di esistenza dell'essere umano, cioè la lotta per l'esistenza di ogni essere vivente. L'uomo può essere imputato delle azioni che commette proprio perchè vivi in una società e perchè solo nella società è possibile il diritto. Quindi alla responsibilità morale si aggiunge la responsibilità sociale o naturale. Egli affronta questo problema in riferimento alla pena di morte. La posizione di Ferri riguardo la pena di morte è un po' contraddittoria, in quanto la vede iscritta nella natura delle cose. Egli infatti afferma che quando la morte altrui è assolutamente necessaria essa è perfettamente giusta, come nel caso della legittima difesa, sarebbe quindi conforme alle leggi naturali.

Garofalo= i delinquenti eliminati x miglioramento della razza e xkè il loro mantenimento nelle carceri era un costo eccessivo. La selezione artificiale è considerata come l'effetto necessario in risposta ad un delitto commesso. I delitti devono essere visti come graduati ma non seguendo la loro specifica gravità, ma considerando la loro possibile deterrenza sul piano preventivo e rispetto alla temibilità del delinquente.

Ferri dice che la pena di morte non va comminata se non assume una forte valenza di deterrenza rispetto al reato. L'interesse per la tipologia della pena porta F ad allargare il proprio sguardo alle insufficienze organizzative e funzionali della giustizia penale. Questi difetti indicano che si prosegue nel vecchio errore di non considerare la specificità individuale del reo.

SIGHELE

S arriva alla conclusione che ogni delitto è il prodotto di un complesso di cause e condizioni. Egli sottolinea il fatto che ogni individuo può commettere azioni criminose seguendo dei cattivi modelli. Egli sottolinea il fatto che l'osservazione della realtà criminale permette di individuare due tipologie del delitto: delitti individuali e delitti collettivi. Nella prima categoria di delitti è necessario tener conto del motivo per cui il delinquente agisce. Nella seconda categoria, S nota che essi sono difficilmente analizzabili. In questa categoria si caratterizzano i delinquenti nati e quelli d'abitudine in quanto riescono nella folla a trovare un complice. All'interno di questa categoria S inserisce i delitti politici, che vengono considerati come spinti da motivazioni altruistiche e per questo motivo sono da lui definiti delitti per passione della collettività. L'unione degli individui aumenta il coraggio di ciascuno e la tendenza criminosa latente viene portata a manifestarsi più facilmente. L' associazione criminale porta a delitti più pericolosi e più aggressivi. L'unione peggiora moralmente ciascuno. La suggestione è fattore molto importante soprattutto perché può influenzare  a suicidarsi e chi ha una personalità debole ad essere sottomesso. In una coppia di criminali o suicida chi mette in pratica è il suggestionato che è l'esecutore.

Coppia Pazza: nasce solo nel caso si incontrano due persone in situazioni di delirio, di solito sono i pazzi epilettici che si associano; in questo caso l'individuo trascina dietro di sé l'altro.

Coppia criminale: formata da due amanti.

La famiglia x Sighele è importante in quanto in questo contesto può trasmettersi e propagarsi in modo rapido il contagio del male. La situazione familiare predispone gli adulti a maltrattamenti verso i bambini, il cui equilibrio viene distrutto. I fattori che possono portare gli adulti a compiere atti di violenza contro i bambini sono diversi: l'alcool e lo stress dei problemi sociali. Secondo S per comprendere la violenza nella famiglia è necessario considerare due atteggiamenti, che si rifanno ai concetti di simmetria e di complementarietà: nel primo caso il comportamento del padre corrisponde al comportamento della madre; nel secondo caso padre molto prepotente madre molto fragile. In entrambi i casi si arriva alla violenza. I bambini che risultano oggetti di violenza nella fase adolescenziale riproducono i mali subiti.

Il concetto di collettività si manifesta in diversi modi: come opinione pubblica e come folla. Sighele si pone il problema di come nasce la folla e di delinearne una classificazione per tipologie. Si ha la formazione di una folla dalla semplice vicinanza fisica, che rappresenta il primo grado di associazione umana che può arrivare fino allo Stato. La folla risulta essere priva di razionalità, facilmente suggestionabile e preda delle leggi di imitazione e del contagio psicologico. È composta da individui appartenenti ad ogni ceto sociale e può essere distinta in: folla eterogenea e folla omogenea. La prima si suddivide in folla anonima e folla non anonima. La seconda si può suddividere in sette, caste e classi. La folla eterogenea si compone di individui di ogni età, di ogni sesso, di ogni classe e condizione sociale, di ogni cultura. La folla omogenea è caratterizzata dall'organizzazione.

Setta= si uniscono x seguire un ideale comune creando una comunione di sentimenti, capace di dar a chi la possiede grande potenza d'animo. È il risultato aggregativo di uno stato confuso e amorfo, rappresenta il nucleo fondante di quella folla che diventa soggetto rivoluzionario.

Casta= riunisce persone che sono tenute insieme dall'identità della professione. Si compone di individui che per i loro gusti e per la loro educazione sono simili. I membri trovano idee e regole di condotta che delineano gli atteggiamenti da avere nei contesti associativi.

Classe= i membri sono soggetti al legame psicologico costituito dalla comunanza degli interessi. È la tipologia di folla che può scendere in piazza diventando pericolosa. Nella società moderna si distinguono due classi principali: quella borghese e quella operaia. Le classi sono le collettività più vaste.



Sighele afferma così che per studiare l'uomo occorre esaminare anche la folla in quanto una parte delle sue azioni è determinata dall'influenza psicologica collettiva.

La folla per sighele rappresenta una personalità unica, in quanto tutti gli individui che ne fanno parte si annullano (suggestione, contagio sociale-> Tarde). L'anima della folla cambia anche per il grado di stimoli che subisce. Secondo Le Bon uno dei fattori che è alla base della psicologia della folla è la razza che affonda le sue radici e il suo potere nelle tradizioni. Il problema che si pone è quello di migliorare l'animo delle folle, in modo tale che possano seguire la corrente del progresso.

Il problema di S è quello di spiegare il rapporto tra l'individuo e la folla, in quanto ogni individuo perde ogni facoltà diventando strumento di un'anima ignota. La forza della folla può trasformare un uomo pietoso in un assassino. Le emozioni sono un'altra componente che influenza la propagazione dei comportamenti che avvengono nella folla. Ogni piccolo fatto potrà assumere dimensioni enormi e ogni minima provocazione potrà condurre ad un delitto. L'opera della folla si manifesta in azioni distruttive e di odio, agisce più seguendo un istinto selvaggio. Altre caratteristiche sono date dal numero dei componenti e dall'aumento della ferocia che può essere condizionata dall'alcool. Sighele introduce anche il rapporto che c'è tra la folla e la politica, e mette in evidenza la necessità di prendere in considerazione l'equilibrio fra morale privata e morale politica. La disonestà politica è la linea di condotta necessaria allo sviluppo di un gruppo politico. La politica ha fatto promulgare leggi sempre in favore di chi detiene il potere. Essere onesti in politica significa essere inabili. La morale politica è inferiore secondo Sighele alla morale privata. Il reato politico porta indirettamente al progresso. Ogni folla ha bisogno di essere guidata e non appena un certo numero di essere viventi si riunisce si mette sotto l'autorità di un capo, una guida. Il capo è un condottiero, un uomo d'azione che usa tre metodi per realizzare le proprie azioni: l'affermazione, la ripetizione e il contagio. L'affermazione rappresenta il modo per far penetrare un'idea nello spirito della folla, ma x rimanere quest'idea deve essere ripetuta così da creare un vero e proprio contagio. Negli uomini primitivi il capo era colui che rappresenta il migliore, mentre nei gruppi sociali stabili il capo viene nominato coscientemente.

Il reato commesso da una folla dovrebbe essere giudicato in modo diverso da quello del singolo. S distingue due forme di delitti della folla: il delitto per tendenza congenita della collettività e il delitto per passione della collettività. Nella forma è preponderante il fattore antropologico mentre nella seconda quello sociale. Questi tipi di delitti azioni della collettività piuttosto che delle persone in quanto l'individuo è una parte non è il tutto. Sighele vuole dimostrare che la responsibilità cade sull'ambiente, ma il tempo ha dimostrato che bisogna distinguere la folla dai capi, in modo da assegnargli una responsibilità maggiore. Nel caso non si riesca ad individuare un capo, il comportamento di tutti viene ritenuto uguale e si adoperano mezzi di repressione generalizzati.

NICEFORO

Secondo N per capire chi possa essere l'uomo criminale, è necessario approfondire le caratteristiche dell'uomo normale. L'analisi criminologica di N si distingue da quelle precedenti, in quanto allarga la sua visuale. Il suo obiettivo è quello di spiegare l'esistenza e la distribuzione dei reati nella società. La ricerca delle connotazioni sociali che possono incidere sui comportamenti dei singoli, porta N ad allargare le condizioni del funzionamento e dell'organizzazione della società. Pioniere della statistica criminale. La criminologia è una scienza propedeutica e sintetica, nel senso di scienza che ha una funzione introduttiva delle varie discipline criminologiche. Si ha così un programma di studi suddiviso in diverse parti: nella prima viene considerato il concetto di delitto; nella seconda è analizzato l'uomo delinquente nelle sue caratteristiche e nel suo ambiente; nella terza viene presenta l'eziologia del delitto e viene fatta una classificazione dei delinquenti; infine viene affrontato il problema della repressione e della prevenzione della delinquenza.

N mette in evidenza che il delitto può interpretarsi considerandone vari fattori:l'aspetto filosofico, quello psico-fisico, quello etnografico-storico e quello statistico-quantitativo. L'azione delittuosa deve essere vista non solo come comportamento attuato dal singolo ma anche come un prodotto del sentimento morale di una popolazione. I fattori sociali si intrecciano con quelli inerenti la personalità del delinquente, dalla quale è necessario considerare due aspetti: il primo inerente alla facies esterna, cioè le componenti evidenti che è possibile osservare all'esterno nei comportamenti dei soggetti; il secondo inerente alla facies interna, che riguarda la personalità profonda dell'individuo. Per quanto riguarda il primo aspetto egli considera tutti quegli elementi che possono essere ritenuti rilevatori di anomalia, infatti nelle sue indagini utilizza il metodo del profilo grafico con lo scopo di stabilire il grado di normalità o di anormalità. N preferisce utilizzare il termine correlazione di fattori, per approfondire le cause del fenomeno criminale. Il suo modello d'analisi considera la condotta dell'uomo come la risultante di una parallelogramma di forze. In questo parallelogramma viene presentato l'uomo con i suoi istinti o sentimenti ed è rappresentato l'ambiente.

Nello studio dell'uomo delinquente è necessario considerare sia l'aspetto biologico, sia quello sociologico. Il fattore ambientale, N lo vede come un insieme di elementi comprendenti le condizioni in cui l'individuo si trova a vivere.







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