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IL RAZZISMO
Insieme di teorie e comportamenti basati su una supposta divisione dell'umanità in razze "superiori" e razze "inferiori". Secondo le teorie razziste il patrimonio biologico determinerebbe, oltre ai comportamenti individuali, gli sviluppi (culturali, pol 737i86h itici, economici ecc.) dei gruppi e delle società. Stabilendo questa connessione fra tratti razziali ed evoluzione sociale, le concezioni razzistiche ritengono superiori le razze in grado di costruire società più "evolute".
Le origini del razzismo
Un atteggiamento di tipo razzistico è costantemente presente nella storia dell'umanità, come testimonia la pratica antica della schiavitù. Gli antichi greci, e in seguito i romani, chiamavano "barbari" (stranieri) quelli che non parlavano la loro lingua, avevano costumi, religioni, istituzioni diverse e vivevano al "limite" del loro mondo.
Tuttavia, il razzismo per come noi lo intendiamo si sviluppò a partire dal XVII secolo, in seguito alle scoperte geografiche e al colonialismo. In questo periodo si affermò la convinzione che il progresso - intellettuale, scientifico, economico, politico - fosse un'esclusiva prerogativa dei bianchi e che gli altri popoli non potessero conseguire gli stessi risultati proprio a causa di una differenza biologica. Se fino a quel punto l'interpretazione prevalente del determinarsi delle varie razze era stata quella "climatica" - secondo la quale a un'origine comune erano seguiti sviluppi dovuti soprattutto alle condizioni ambientali - dal XVIII secolo si affermò la teoria "poligenetica", che fa risalire le popolazioni del mondo a progenitori diversi.
L'affermarsi di questa convinzione portò a ritenere inalterabili le differenze tra individui e popoli e a stabilire un principio di gerarchia secondo il quale la razza bianca era una razza superiore, predominante sulle altre; in questo modo veniva giustificato il dominio sugli altri popoli da parte dei bianchi e l'attribuzione a questi di una missione di civilizzazione.
I NERI D'AMERICA LOTTANO CONTRO LA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE
La segregazione razziale divide i neri dai bianchi
La popolazione nera d'America, pur avendo ottenuto il diritto di voto nel 1870 dal presidente A. Johnson, alla fine della seconda guerra mondiale era ancora fortemente discriminata. Molti Stati del Sud avevano introdotto nelle loro legislazioni alcuni regolamenti che di fatto impedivano ai neri di votare: per poter ottenere il diritto di voto occorreva saper leggere e scrivere.
Poiché la grande maggioranza dei neri era analfabeta, dal momento che i governi non costruivano scuole per i neri e a essi era vietato frequentare gli istituti riservati ai bianchi, l'esercizio del diritto di voto veniva annullato. Alla popolazione nera era inoltre vietato entrare negli esercizi pubblici e negli scompartimenti ferroviari riservati rigorosamente ai bianchi (sistema della segregazione razziale, cioè isolamento).
Essi svolgevano i lavori meno retribuiti e più umili, e, a parità di lavoro, percepivano un salario inferiore a quello dei bianchi.
Quando però, durante la seconda guerra mondiale, fu introdotto il servizio militare obbligatorio, centinaia di migliaia di neri parteciparono alla guerra in posizione di parità con i bianchi. La nascita dei movimenti di liberazione e d'indipendenza nei continenti asiatico e africano fece inoltre nascere nelle comunità nere americane una maggiore coscienza sociale rispetto ai diritti ancora negati.
Nel 1954 la Corte Suprema federale degli Stati Uniti riconobbe il diritto per i neri di iscriversi alla scuole pubbliche. Tuttavia molti Stati del Sud si opposero all'applicazione di questa legge, provocando una dura reazione. Dal 1964 al 1967 nei ghetti neri di Harlem, Los Angeles e Detroit furono organizzati sanguinosi disordini e rivolte, repressi con la forza militare. La situazione era diventata intollerabile al punto che i neri formarono dei movimenti organizzati con veri programmi politici, sotto l'azione di leader di grande prestigio.
I movimenti per l'uguaglianza: dalla non-violenza a "Potere nero".
Il pastore protestante Martin Luther King improntò la sua azione sulla strategia della non-violenza in nome della fraternità cristiana. Egli trasformò la protesta spontanea dei neri, per ottenere il riconoscimento dei diritti civili e politici, in un movimento organizzato attraverso manifestazioni pacifiste, marce di protesta e azioni di disobbedienza civile. Nel 1964, per la sua azione ricevette il premio Nobel per la pace, ma i razzisti lo assassinarono nel 1968 a Memphis, nel Tennessee.
Un' altra componente del movimento di liberazione dei neri furono i Black Muslims (musulmani neri). Essi si riallacciavano alla tradizione africana dell'islamismo, rivalutando il nazionalismo nero. Erano convinti che la strada della non-violenza non fosse uno strumento sufficiente per ottenere i diritti negati quindi proposero una lotta diretta e armata contro la società dei bianchi.
Dai Black Muslims si staccò Malcom X con un programma più ampio, che prevedeva la solidarietà etnica dei neri americani con i neri africani e con tutti i popoli sottomessi dal colonialismo. Secondo Malcom X la lotta dei neri non doveva limitarsi a richiedere i diritti civili, ma doveva trasformarsi in lotta per i diritti umani. Anche Malcom Xfu assassinato nel 1965. dopo la sua morte, nel 1966 nacque il Partito delle Black Panthers (pantere nere) con un programma politico preciso: l'unica alternativa per i neri era il recupero della loro dignità attraverso una lotta rivoluzionaria contro l'organizzazione statale americana e la società capitalistica.
Music in the
Negro slaves sang religious
chants while working on the plantations and pioneers played ballads around camp
fires. Hundreds of songs were written in praise of
Many important music styles
were born in the
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