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CATEGORIE GENERALI DELL'ESPERIENZA
MENTE COSCIENZA
Somma di tutti i processi mentali che hanno corso nella vita di un individuo
Somma dei processi mentali che hanno luogo in un determinato momento
("vedo una mela"), come spesso avveniva nelle introspezioni non esperte (e per cui si incorreva in
quello che Titchener definiva "errore dello stimolo") (Mecacci, 1994).
Se segue sistematicamente il criterio elementistico, lo psico 939d35j logo ottiene resoconti introspettivi
costituiti da una serie di parole («caldo», «amaro», «luminoso», «piacevole»,...). Ogni parola
connota univocamente una singola fase dell'intera esperienza cosciente, in modo tale che
quest'ultima - secondo la norma della ripetibilità sperimentalistica - possa essere replicata da un
qualsivoglia altro osservatore.
Si cade nell'«errore dello stimolo» quando si attribuiscono significati o valori ai dati
dell'esperienza cosciente, che vanno invece riportati nella loro esistenzialità (di qui il termine
«esistenzialismo» col quale veniva talora indicato il sistema titcheneriano). In virtù di un
addestramento preliminare, lungo e non facile, il soggetto impara a riferire esclusivamente la
propria esperienza cosciente immediata, scindendola dall'involucro sociale-culturale-linguistico in
cui essa si presenta ingabbiata fin dall'inizio; impara cioè a descrivere il processo cosciente
determinato in lui dall'oggetto-stimolo, anziché l'oggetto-stimolo in quanto noto come tale; a
distinguere ciò che effettivamente esperisce da ciò che sa riguardo all'oggetto della propria
esperienza.
Nelle intenzioni di Titchener, questo introspezionismo sperimentalistico è il vero e unico criterio
che differenzia la psicologia scientifica sia dalla psicologia razionale prescientifica sia dalla
psicologia funzionalista.
«Per Titchener lo studio delle funzioni psichiche, perseguito dal funzionalismo, era prematuro.
Preliminare e fondamentale era invece l'analisi della struttura della mente. Isolando la struttura dalle
funzioni, si metteva in risalto l'organizzazione della mente in quanto tale, senza connetterla alle
funzioni che essa svolge in relazione ai compiti specifici, alle esigenze e alle competenze dei singoli
individui, allo stadio ontogenetico in cui essi si trovano. Si trattava quindi di una mente astratta,
quale emergeva dallo studio di soggetti adulti normali».(Mecacci, 1994).
La controversia con il funzionalismo nasceva dalla contrapposizione con una psicologia delle
funzioni (nell'espressione europea, psicologia dell'atto):
«C'è [.] una psicologia funzionale oltre alla psicologia della struttura. Possiamo considerare la
mente, da una parte, come un complesso di processi, modellati e foggiati nelle condizioni degli
organismi fisici. Possiamo considerarla, d'altra parte, come il nome collettivo per un sistema di
funzioni dell'organismo psicofisico. [ ... ] Proprio come la psicologia sperimentale in larga misura
riguarda i problemi della struttura, così la psicologia 'descrittiva', antica e moderna, si è occupata
soprattutto dei problemi delle funzioni. Memoria, riconoscimento, immaginazione, concezione,
giudizio, attenzione, appercezione, volontà e una schiera di gerundi, di significato più ampio o più
ristretto, indicano, nelle discussioni della psicologia descrittiva, le funzioni dell'organismo nella sua
totalità. [ ... ] Non si può dire che questa psicologia funzionale, nonostante quella che possiamo
chiamare la sua maggiore naturalezza per l'indagine, non è stata sviluppata o con lo stesso
entusiasmo e la stessa pazienza o con la stessa precisione scientifica della psicologia della struttura
mentale. È vero, ed è una verità che lo sperimentalista dovrebbe essere pronto a riconoscere e a far
risaltare, che c'è molto che vale nella psicologia 'descrittiva'. Ma è anche vero che i metodi della
psicologia descrittiva non possono portare in questo caso a risultati scientificamente definitivi. La
stessa critica vale, come stanno le cose, per la psicologia individuale, che sta facendo un eccellente
lavoro pionieristico nella sfera delle funzioni. La psicologia sperimentale ha aggiunto molto alle
nostre conoscenze, dal punto di vista sia funzionale che strutturale, della memoria, attenzione,
immaginazione, ecc. e in futuro assorbirà e quantificherà i risultati di queste e altre nuove branche.
Eppure non penso che ognuno che abbia seguito il corso del metodo sperimentale, nella sua
applicazione ai processi superiori e agli stati della mente, possa dubitare che l'interesse principale in
tutto e per tutto è stato nell'analisi morfologica piuttosto che nell'accertamento delle funzioni».
(Titchener, The Postulates of a Structural Psycbology,1898
Nel laboratorio della Cornell University Titchener e i suoi allievi più pazienti sottoposero per
lunghi anni l'esperienza cosciente al metodo introspettivo, riuscendo ad individuare ben 44.000
qualità sensoriali differenziate, di carattere visivo (oltre 32.000) e uditivo (oltre 11.000).
Ma l'introspezione sistematica non fu utilizzata esclusivamente da Titchener e fu praticata, fra la
fine dell'Ottocento e i primi dieci anni del Novecento, anche da Külpe, allievo e assistente di
Wundt. Professore a Wurzburg dal 1894, Külpe utilizzò l'introspezione per indagare
sperimentalmente sugli stati di coscienza che appaiono irriducibili alle immagini mentali e alle
sensazioni, così come risulta per esempio durante i giudizi comparativi fra i pesi di due oggetti. La
teoria del «pensiero senza immagini» rappresentò una sfida al dogma del sensorialismo
titcheneriano.
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