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PROGETTO DI RICERCA - QUESTIONE DI FEGATO

pedagogia



PROGETTO DI RICERCA

QUESTIONE DI FEGATO


DIFFUSIONE DELLA CAMPAGNA


IL PROGETTO




Obiettivo del progetto

Metodologia


Il tumore del fegato


Stato attuale

Epidemiologia

Diagnosi

Terapia


Fattori di rischio


I fattori di rischio

Cirrosi epatica

Epatiti virali

Abuso di alcool

Steroidi anabolizzanti


Prevenzione

10 buone regole

Test:quanto bevo?












Obiettivi


Il progetto propone la sensibilizzazione della popolazione e nello stesso tempo l'individuazione e lo studio dei soggetti ad alto rischio di sviluppare un tumore primitivo del fegato ed il loro trattamento in una fase il più possibile precoce secondo le "linee guida per la diagnosi e la terapia dell'epatocarcinoma" elab 838e49i orate attraverso la realizzazione di un apposito documento a cura dell'Associazione Italiana per lo studio del fegato.Da questo emergerebbe una sensibilizzazione elevata della popolazione generale sui rischi e sulle modalità di diffusione delle due infezioni epatiche a maggior rischio evolutivo quali sono l'epatite B e l'epatite C e la possibilità di un accurato screening dei pazienti ad alto rischio di sviluppare l'epatocarcinoma,finalizzato alla ricerca di lesioni epatiche focali precoci e di piccole dimensioni caratterizzate da un andamento di crescita non particolarmente veloce,e quindi con maggiori possibilità di eradicazione completa della malattia,con una evidente ricaduta positiva sulla popolazione della nostra regione nella quale la prevalenza delle epatiti virali da HBV e HCV è particolarmente elevata.

Tale progetto avrà un tempo di prova di circa 2 anni entro i quali si valuteranno i risultati ottenuti e quindi l'efficacia di tale intervento.Saranno coinvolti personale medico e infermieristico al quale spetterà il compito di accogliere e dare delucidazioni ai pazienti per quanto riguarda le tecniche e gli interventi che dovranno essere attuati.Tutto ciò per poter limitare gli ingressi ospedalieri,evitare sprechi di fondi e cercare di prevenire patologie,quali cirrosi epatica e carcinoma epatico tramite l'informazione e campagne di prevenzione rivolte ad un ampio pubblico.

Sarà richiesta la presenza di:

Fondi per l'ammontare circa di 10.000,00 euro(tale valore sarà deciso in precedenza dalla commissione che decide di approvare la sperimentazione del progetto)

Un medico specialista

Un infermiere di supporto

Personale sanitario specializzato nel trattamento di tali pazienti

Materiale cartaceo per attuare campagne preventive(opuscolo informativi)

Uno studio nel quale verranno ricevuti i pazienti munito di scrivania,computer nel quale verranno inseriti i dati dei soggetti che partecipano al progetto

Un medico di base il quale prendere in carico il soggetto una volta dimesso dall'ospedale per poter prevenire un secondo del soggetto

Un poliambulatorio a cui il paziente farà riferimento all'interno del quale sarà necessaria la presenza di personale specializzato quale medici,psicologi,infermieri ed altro personale subordinato.







Metodologia


Diffusione attraverso i mass-media del progetto,delle sue finalità e dei suoi obiettivi.

Attivazione di un apposito sito internet divulgativo sulle problematiche del progetto rivolto a tutta la popolazione regionale.

Distribuzione di materiale informativo per la sensibilizzazione della popolazione attraverso la formulazione di messaggi educativi volti alla riduzione dei fattori di rischio identificati nelle infezioni da virus dell'epatite B e C e nell'eccesivo consumo delle bevande alcoliche.

Coinvolgimento dei medici di base attraverso l'attivazione di un sito internet a loro dedicato che contenga rendiconti scientifici e che consenta un accesso rapido e diretto ai servizi ambulatoriali offerti dall'Azienda Sanitaria Locale per la valutazione dei singoli casi da trattare.

Organizzazione di seminari di aggiornamento per piccoli gruppi rivolto sia al personale medico che al personale infermieristico al termine del quale verrà rilasciata un'apposita documentazione informativa con la formulazione delle "Linee guida per la prevenzione,la diagnosi e la terapia dell'epatocarcinoma" elab 838e49i orate sulla base di un documento redatto dall'Associazione Italiana per lo studio del Fegato.

Coinvolgimento di tutti i centri ospedalieri e di medicina specialistica regionali per una partecipazione attiva al progetto.



























Lo stato attuale


La storia naturale di tale malattia è solo parzialmente nota.Se ne distinguono due forme cliniche:il tumore che si sviluppa in un fegato sano,raro(<5% di tutti i casi) e non associato a fattori di rischio non noti e quello che si sviluppa in pazienti con epatopatia cronica più o meno evoluta.Poichè non è possibile effettuare programmi di screening,la diagnosi del tumore sul fegato sano è quasi sempre tardiva.L'epatocarcinoma si sviluppa in pazienti con epatopatia cronica,essendo noti sia i fattori di rischio che la sua storia naturale,può essere precocemente identificato con programmi adeguati di screening,e la sua storia naturale,pur non completamente definita può essere delineata con una certa accuratezza.Studi effettuati sui pazienti affetti da epatopatia cronica hanno dimostrato che la maggior parte dei casi di epatocarcinoma si sviluppano come tumore singolo,ed hanno una velocità di crescita(misuarata dall'ecografia o da una TAC) che varia tra 1 e 20 mesi.

L'epatocarcinoma è uno dei tumori più frequenti,anche se presenta un'incidenza diversa a seconda dell'area geografica presa in considerazione.In Italia è un problema sanitario di grande importanza,a causa dell'elevata prevalenza di epatiti virali.Le infezioni croniche da virus dell'epatite B e soprattutto dell'epatite C rappresentano un fattore di rischio importantissimo per lo sviluppo del tumore al fegato sia perché portano alla cirrosi epatica sia perché aumentano il rischi di sviluppare un tumore nei soggetti che hanno una cirrosi epatica.

In gruppi di pazienti  selezionati accuratamente il trapianto di fegato ha dimostrato di poter ottenere una guarigione definitiva,mentre,la frequente presenza di controindicazioni nell'intervento chirurgico di resezione epatica,ha spinto la ricerca verso terapie alternative quali l'iniezione percutanea di alcol e la termo ablazione mediante la chemioenbolizzazione,che hanno dimostrato di essere in grado di modificare l'aspettativa di soggetti affetti da questa malattia.

Questo progetto si propone la sensibilizzazione della popolazione onde ridurre i principali fattori di rischio di sviluppo del tumore al fegato,e nei soggetti a rischio,arrivare ad un a diagnosi precoce che porti ad un aumento dell'efficacia dei trattamenti adottati.
















Epidemiologia dell'epatocarcinoma


L'epatocarcinoma è un problema di importanza notevole in Italia.Negli ultimi 30 anni il tasso di mortalità per tale patologia ha evidenziato un incremento da 4,8 decessi per 100.000 abitanti nel 1969 a 10,9 decessi per 100.000 abitanti nel 1994, seguito poi da un decremento di 7 decessi per 100.000 abitanti nel 1998.Il migliorato trattamento delle cirrosi epatiche,in particolare la gestione dello scompenso ascitico e la legatura di varici esofagee,incrementando l'attesa di vita dei pazienti cirrotici,ha di conseguenza aumentato la probabilità di sviluppo dell'epatocarcinoma in tali soggetti.In effetti esso insorge quasi sempre(93% dei casi)su un fegato già cirrotico.

Nei soggetti con cirrosi l'incidenza dell'epatocarcinoma è mediamente circa 3% anno,con frequenza più elevata nei soggetti con cirrosi scompensata che compensata.Anche in Italia,come in altre aree del mondo,è stata dimostrata una correlazione tra virus B e C dell'epatite ed epatocarcinoma.Recentemente un'indagine svolta in 14 ospedali su 1148 soggetti affetti da epatocarcinoma ha evidenziato le particolari caratteristiche di tale patologia in Italia.Il 71,1% dei casi risultava positivo solo per il virus C;l'11,5% per il solo virus B;il 5,3% positivo per ambedue i virus ed il 12,1% negativo per i virus.L'età media gòlobale dei soggetti è risulata 64,5 anni;59,3 anni in quelli affetti da virus B e 65,6 anni con infezione da virus C.L'incremento della mortalità per epatocarcinoma in Italia può riflettere l'ampia coorte di soggetti infettati con il virus dell'epatite C negli anni 50 e 60 in relazione all'uso di siringhe non sterilizzate.




Probabilità di sviluppo di epatocarcinoma in relazione alla presenza o assenza di anti-HCV e HbsAg



Anti-HCV   HbsAg probabilità

- - 1

+ - 21,3

- + 13,3

+ + 77,0












La Diagnosi


L'introduzione di nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche hanno creato differenze reali di comportamento nelle varie unità operative di diagnosi e cura.L'introduzione nella pratica clinica dell'ecografia ha modificato i criteri per la diagnosi precoce dell'HCC,che aveva come unico marcatore il dosaggio dell'alfa-feto proteina;attualmente grava sull'ecografia tutto il peso di programmi di screening,anche se continuano ad essere utilizzati anche altri marcatori sierologici quale l'alfa-L fulcoidasi.L'ultrasonorografia è una metodica poco costosa,sensibile e abbastanza riproducibile,tanto da essere considerato l'esame ideale in tutti i programmi di diagnosi dell'epatocarcinoma quando questo ha ancora dimensioni trattabili.Una volta identificata la lesione,l'ecografia con mezzo di contrasto potrà fornire elementi diagnostici fondamentali sulla vascolarizzazione tumorale.La conferma verrà data dalla TAC spirale che oggi costituisce il mezzo diagnostico più sensibile ed accurato.Anche la RMN ha un ruolo molto importante nella diagnostica delle malattie del fegato,e la presenza di due tecniche ad immagini che concorgìdano nella diagnosi dell'HCC,consente di ritenere questa certa,evitando ulteriori procedure diagnostiche.In alternativa si potrà procedere con un esame istologico mediante il prelievo di un frammento di tessuto ottenuto mediante un ago sotto la guida di un ecografia o della TAC.

























La terapia


Il carcinoma epatocellulare su cirrosi è una neoplasia con prognosi molto severa ed il trattamento a cui viene sottoposta è influenzato dalla disponibilità delle risorse,dal grado della malattia epatica associata alle dimensioni del tumore.Tra le varie possibilità terapeutiche la chirurgia è quella più efficace.Nei soggetti affetti da cirrosi epatica,che sono la maggioranza,la causa di maggiore mortalità post-operatoria è l'insufficienza epatica ed i rischi sono direttamente proporzionali alla quantità di tessuto epatico resecato.



Pertanto quando viene formulata la diagnosi,la maggior parte dei tumori ha già superato i criteri di operabilità;in questi casi,gli unici trattamenti efficaci,nelle neoplasie con diametro inferiore ai 5 cm,sono l'alcolizzazione percutanea eco guidata,la termo ablazione mediante ipertermia interstiziale e radiofrequenza(entrambi eco-guidati).Questi hanno dimostrato di essere efficaci e ben tollerati,anche se,sembrano in grado di modificare poco l'aspettativa di vita dei soggetti affetti da tale malattia.Per tumori di grandezze superiori o multifocali,non esiste attualmente trattamento realmente efficace.




























I fattori di rischio del tumore al fegato


L'identificazione dei principali fattori di rischio dell'epatocarcinoma,la cui maggior parte insorge su malattie croniche del fegato ha reso possibile le campagne di prevenzione e di screening dei soggetti a rischio per poter ottenere una diagnosi precoce.

I principali fattori di rischio,che possono interagire con lo sviluppo del tumore al fegato sono:


La cirrosi epatica

Virus dell'epatite C

Virus dell'epatite B

Abuso di alcool

Utilizzo di steroidi a scopo anabolizzante






























Epatiti virali


L'epatite virale è una malattia causata da differenti virus,che determinano però un quadro clinico quasi identico.Numerosi studi hanno dimostrato che le infezioni croniche del fegato hanno un ruolo importante nella genesi del carcinoma epatico e che,il rischio è particolarmente elevato nei soggetti già affetti da una cirrosi epatica.


Epatite A

Epatite B

Epatite C

Epatite Delta

Epatite E

Epatite G



Oltre ai cosiddetti virus esistono anche altri che possono causare quadri di epatite di varia intensità.



























Abuso di alcool


L'abuso di alcool ancora oggi rappresenta una delle cause principali dello sviluppo di calcinoma epatico e soprattutto di cirrosi epatica. L'alcool non possiede capacità calcinogenee ed il suo effetto sul calcinoma è riconducibile essenzialmente alla sua capacità di indurre cirrosi. La suscettibilità dell'effetto tossico dell'etanolo è molto variabile, poco influenzata da fattori genetici, ormonali, nutrizionali. Pertanto non esiste una dose al disopra della quale si svilupperà sicuramente la malattia.







Steroidi anabolizzanti


Sono derivati sintetici del testosterone, ormone prodotto dai testicoli. Vengono usati da professionisti di molti sport per poter incrementare la massa muscolare e quindi le perfomance sportive. Tutto ciò comporta il non aumento della capacità aerobia e quindi un abuso può causare l'insorgenza di un adenocarcinoma epatico.




















10 buone regole per mantenere sano il proprio fegato


Non fare uso di sostanze stupefacenti

Utilizzare solo siringhe monouso e smaltirle in maniera adeguata

Utilizzare solo per se stessi rasoi,forbici ecc...

Pretendere materiale personalizzato per eventuali cure odontoiatriche,piccola chirurgia

Pretendere sempre materiale personalizzato per eventuali cure estetiche,tatuaggi,piercing e foratura lobi auricolari

Avere rapporti sessuali protetti

Coprire bene eventuali ferite

Vaccinarsi contro l'epatite B,se si è soggetti a rischio

Assumere alcool con moderazione

Non utilizzare steroidi anabolizzanti






























Test:quanto bevo?


Può indicare qual è la sua dose giornaliera di alcool al giorno?

In che momento della giornata ha voglia di bere?

A pranzo quanto beve?

Qual è la sua bevanda preferita?

Vino

Liquore

Amari

Beve da solo o lo fa solo in compagnia?

Da quanto tempo beve?

In famiglia,qualcuno soffre di dipendenza dall'uso di alcool?




Tale questionario sarà compilato in forma anonima,per la legge sulla privacy,e si farà capo al personale infermieristico di riferimento dell'unità operativa a cui ci si rivolge,il quale lo sottoporrà alla visione del medico specialista che deciderà gli interventi da dover adottare.









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