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Tertulliano

filosofia








Tertulliano




Apologisti orientali




cercano di stabilire una continuita tra il cristianesimo e la filosofia greca, ritenendolo Vera Filosofia, compimento della filosofia

Apologisti occidentali


Rivendicano l'originalità del messaggio cristiano in opposizione e frattura con la filosofia pagana Tertulliano condanna la filosofia


Tertulliano definisce i filosofi patriarchi degli eretici e sostiene che la filosofia greca sia matrice di tutte le eresie. Per Tertulliano la ricerca esclude il possesso della dottrina cristiana e che questo escluda la ricerca.

Tertulliano, non sente come Agostino, l'esigenza di una ricerca che nasca e si alimenti dalla fede.



*·.¸(¯`·.¸* S' Agostino


Con Agostino si assiste ad una radicale intriorizzazione della ricerca filosofia, già apparsa nel problema dell'anima in Platone ma ancor più chiaramente in Plotino, con la nostalgia dell'anima e il suo desiderio di tornare alla casa del padre.


I fondamentali concetti teologici non trovano con Agostino uno sviluppo, ma si arricchiscono di colore e significato: vengono interiorizzati nella fragilità e nelle inquietudini del peccatore.


La ricerca Agostiniana si radica nella religione (Pascal: "ragionevolezza del cristianesimo", cristianesimo come religione più conforme alla ragione), opponendosi al detto di Tertulliano "credo quia absurdum".


Vita...

Agostino nasce nel 354 a Tagaste, nell'Africa romana.

Padre pagano, madre cristiana (S.Monica), la quale esercita una profonda influenza sul figlio.


Agostino aveva un temperamento ardente e irrefrenabile, di cui si accuso nelle Confessioni.


Nel 374 aderi alla setta dei manichei, ma presto l'incontro con il vescovo Ambrogio e la lettura degli scritti di Plotino diedero ad Agostino un nuovo orientamento. Agostino si battezzo e aderì alla fede crisrtiana.


Ragione e fede..

Nei Soliloqui, Agostino afferma: "Io desidero conoscere Dio e l'anima, nient'altro, assolutamente"

Agostino è convinto che cercare l'anima significa cercare Dio, ragione e fede sono strettamente unite.

Il rapporto tra ragione e fede è sintetizzata nelle formule:

....Crede ut intelligas....

....Intellige ut credas....

Per fare filosofia è indispensabile trovare la verità, quindi credere. E per avere una fede salda, è necessario esercitare l'intelletto, quindi filosofare.

Credere e filosofare sono le due facce della stessa medaglia ke è il rapporto con Dio.

La polemica contro lo scetticismo

Agostino scaglia una forte polemica contro lo scetticismo, da lui giudicato "teoria del dubbio universale":

egli sostiene che non è possibile dubitare della nostra esistenza, perchè per farlo dobbiamo per forza esistere.

Tutto questo si riassume nella massima agostiniana: "enim fallor, sum" (se m'inganno, vuol dire che sono)


Secondo punto della sua polemica anti-scettica riguarda la verità:

il dubbio presuppone sempre, per la sua stessa natura, un rapporto dell'uomo con la verità


La teoria dell'illuminazione

(premessa)

Agostino ribadisce che l'uomo, pur essendo nella verità, non è lui stesso la verità.

L'uomo è solo ricercatore, imperfetto e mutevole.

La verità, è immutabile e perfetta, e non può essere che Dio.


Agostino ammette, su influenza platonica, che nella nostra anima ci siano delle verità, dei criteri immutabili di giudizio, tramite i quali valutiamo le cose sensibili.


Tali criteri, essendo immutabili e perfetti, non possono derivare dalla nostra ragione, che è mutevole e imperfetta.

Ma se non derivano dalla ragione, da dove derivano?


Se Platone rispondeva alla domanda con la teoria della reminiscenza, cioè sostenendo la preesistenza delle anime nell'iperuranio dove avevano conosciuto gli archetipi perfetti delle cose (le idee), Agostino risponde attraverso la teoria dell'illuminazione:

i criteri immutabili attraverso i quali giudichiamo le cose sensibili,

derivano da Dio che "illumina" la nostra ragione, che è dator intelligentiae.


La verità, non deriva dalla ragione, cioè dall'uomo ma è legge della ragione.



Agostino afferma anche che la verità delle cose non sta nelle cose, ma nell'uomo che le giudica:

chiudersi nella propria interiorità quindi, significa aprirsi alla verità e quindi a Dio.

Da qui, la massima "noli foras ire, in teipsum redi" (non uscire da te, ritorna in te stesso)


Dio come verità e amore

Dio, oltre che verità è Amore. Amore e Verità vanno congiunti perchè non può esserci l'uno senza l'altro.

Amare Dio, significa Amare l'amore.

Ma quindi, chi non ama, non può amare Dio

→ l'uomo che non ama il prossimo non può amare Dio → l'amore fraterno non solo deriva da Dio ma è Dio stesso


Dio si rivela come verità solo a chi la cerca.

Dio si rivela come amore solo a chi cerca amore.

→la ricerca di Dio non è solo intellettuale, ma è anche bisogno d'amore.


Non è possibile cercare Dio se non sprofondandosi nella propria interiorità e riconoscendo il proprio io : se l'uomo non cerca se stesso non può riconoscere Dio.








Struttura trinaria dell'uomo

L'uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, è al minuscolo ciò che Dio è al maiuscolo.

L'uomo


conosce

ama


Dio è

Essere (Padre)

Intelligenza (figlio)

Amore (Spirito Santo)

Le tre facoltà di Dio, insieme, costituiscono una sola vita, una sola mente e una sola essenza.


La struttura stessa dell'uomo rende possibile la ricerca di Dio.

Il fatto che sia stato creato a sua immagine significa che può amarlo e cercarlo e rapportarsi con lui.


Il peccato...

Il peccato, è la rinuncia dell'uomo ad aderire a Dio, a rapportarsi con lui; l'uomo pecca quando si allontana dell'essere e si rivolge a se stesso, che non è l'essere.

Il peccato è superbia e defezione dall'Essere.


La creazione del mondo...

Agostino afferma che Dio ha creato il mondo attraverso la parola, che non è però la parola sensibile, ma il Logos o figlio di Dio che ha in se le idee, le forme immutabili delle cose, eterne come lui stesso.

Diversamente da Platone le idee non costituiscono un mondo intellegibile ma l'eterna e immutabile ragione attraverso la quale Dio ha creato il mondo.

Le idee divine di Agostino sono paragonabili alle ragioni seminali (= virtualità impresse da Dio nelle cose al momento della creazione) degli stoici*.


Il   tempo...

Alla domanda "cosa faceva Dio prima di creare il mondo?", Agostino risponde affermando che Dio è l'autore stesso del tempo. Prima della creazione non vi era ne un prima, ne un dopo, perchè in Dio nulla è passato e nulla è futuro: è immutabile ed eterno.


Agostino definisce il tempo distensio animi :  esso trova la sua realtà nel distendersi della vita interiore dell'uomo attraverso l'attesa del futuro, la memoria del passato e l'attenzione verso il presente.


Contro il manicheismo....

Agostino visse sempre con grande tormento il problema del male: egli non poteva ammettere la coesistenza di un Dio buono e di un male ontologicamente esistente.


Dottrina manichea

Il principe persiano Mani, fondatore di una setta a cui Agostino aderì in parte della sua vita, sosteneva l'esistenza del mondo di due principi, il Bene e il Male, in eterna lotta tra loro.


Polemica di Agostino

Agostino abbandonò il manicheismo ritenendolo filosoficamente insostenibile: ammettere la lotta tra Bene e Male, significava mettere in dubbio l'incorruttibilità di Dio, che non può subire l'offesa di alcuno.



Concezione agostiniana del Male...

I tormenti di Agostino possono brevemente riassumersi nella massima:


Si deus est, unde malum??


Non può esserci coesistenza di un Dio Buono e del Male.

Agostino risolve il problema rielaborando lo schema neoplatonico secondo il quale il male è una forma di non-essere del bene.


Dio ha creato tutte le cose, quindi    ESSERE = BENE MALE = NON ESSERE

tutto ciò che è, è Bene.


Il male è una sottrazione di essere, è l'accidente di un

soggetto che di per sé è bene.

Il male è carenza e privazione di Bene.



Il Male non ha realtà ontologica autonoma = non sostanzialità del male


Mali fisici e mali morali...

Mali Fisici


O derivano dalla struttura dell'universo, per la completezza del quale si richiedono non solo gli esseri superiori, ma anche quelli inferiori


O sono elementi necessari per l'armonia cosmica (ombre in un quadro, per risaltare la luce).


In entrambi i casi il Male NON ESISTE

ma è semplice funzione di una totalità che in sé è Bene.

Mali Morali


Il male morale risiede nel peccato, che defezione dall'Essere, rinuncia dell'uomo ad aderire a Dio e attaccamento verso ciò che è inferiore.



I mali morali SONO DOVUTI ALL'UOMO



Contro il pelagianesimo...

Pelagio

Agostino

Pelagio negava che la colpa di Adamo avesse indebolito radicalmente la libertà e la capacità dell'uomo di fare del bene, senza bisogno della grazia Divina.

Il peccato di Adamo è solo un cattivo esempio che però non rende incapace l'uomo di operare virtuosamente.

La dottrina di Pelagio induceva a ritenere inutile l'opera redentrice di Cristo.

Agostino afferma che con Adamo ha peccato tutta l'umanità che è quindi una "massa dannata" che solo Dio, tramite la grazia, può sottrarre dalla dovuta punizione.


Agostino giustifica la trasmissione del peccato (poiché non si può ammettere che Dio crei un'anima dannata) tramite la dottrina del traducianesimo: l'anima viene trasmessa da padre in figlio attraverso la generazione del corpo.


Agostino sostiene anche l'identità tra la libertà umana e la grazia divina : la volontà umana è libera solo quando non è soggetta al vizio e al peccato. La libertà dal peccato può essere data all'uomo solo dalla grazia divina.






Esistono per Agostino 3 tipi di libertà:


Liberta di Adamo → libero arbitrio → posse non peccare


Dopo la colpa originaria → non posse non peccare


Libertà dei beati →   non posse peccare

(libertà che non appartiene alla natura umana ma può essere data da solo da Dio, tramite la grazia)   


Grazia e salvezza


La grazia è concessa a tutti o solo ad alcuni?


Da un lato, secondo Agostino, Dio concede a tutti la grazia sufficiente per la salvezza, ma lascia comunque a tutti la possibilità di perdersi.

Dall'altro esalta la potenza della grazia, dono che Dio concede solo ad alcune anime.

A volte Agostino parla di una grazia data solo ad alcuni eletti che dio a predestinato ab aeterno.


Ma perchè non concede la grazia a tutti?

Agostino non risponde chiaramente alla domanda, e non fornisce una teoria univoca sulla salvezza.

La città di Dio...

Tra il 413 e il 426 Agostino compone La città di Dio, un'opera nella quale afferma che la vita del singolo è dominata da un alternativa fondamentale: vivere secondo la carne o vivere secondo lo spirito.

Quest'alternativa è costituita dalla lotta di due città o regni: il regno della carne, città del diavolo, società degli empi e il regno dello spirito, città celeste, comunità dei giusti.

Nessun periodo della storia è dominato esclusivamente da una o l'altra città.


La realtà in cui viviamo sarebbe una commistione inestricabile tra le due città, le quali sono mescolate sin dall'inizio della storia umana. Solo interrogando se stesso un uomo può capire a quale delle due appartenga.


Agostino divide la storia in tre periodi:

  1. nel primo gli uomini vivono senza leggi e non vi è scontro con il mondo
  2. nel secondo vivono sotto la legge e combattono contro il mondo ma ne sono vinti
  3. il terzo periodo è il tempo della grazia in cui gli uomini combattono e vincono

ROMA

Roma è la Babilonia di occidente.

I suoi cittadini non hanno virtù, perchè la virtù senza Cristo non è possibile; il suo Impero non deriva dal volere delle divinità pagane, ma dai disegni superiori della Provvidenza.


LA FILOSOFIA PAGANA

Agostino esamina la filosofia pagana, soffermandosi soprattutto su Platone che aveva riconosciuto la spiritualità e l'unità di Dio ("il più meritatamente famoso fra i discepoli di Socrate").

Agostino riconosce il valore dei filosofi pagani che hanno indubbiamente intravisto il termine dell'uomo e la sua patria celeste, ma non hanno potuto riconoscere la verità, segnata solo dall'apostolo Giovanni, incarnazione del Verbo.


Con il cristianesimo cambia...

Anzitutto la concezione del tempo: la visione ciclica è sostituita da una concezione lineare del tempo, secondo la quale come Cristo è nato e ha sofferto sulla croce, una sola volta è dato a ognuno di vivere e morire.


In secondo luogo, insistendo sul legame che unisce tutti gli uomini, fornisce l''idea di un un'unica storia universale comprendente tutte le genti.


Infine, si rapporta alla storia come una totalità di eventi dotata di un significato, di uno scopo che si realizza nell'eschaton : la salvezza, il giudizio universale.

Il principio unificatore degli eventi è la Provvidenza e dallo schema triadico Eden - Caduta - Redenzione.


Mentre Agostino si basa sulla fede, le filosofie successive tendono a "secolarizzare" lo schema escatologico, sostituendo alla Provvidenza divina la Ragione, le Nazioni, le Classi (..) e concependo la salvezza della storia in termini immanentistici anziché trascendentistici.

Da qui la polemica che le filosofie moderne siano delle "teologie mascherate" che trasformano ciò che è oggetto di fede in sapere "razionale e scientifico".




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