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THOMAS MORE

filosofia



THOMAS MORE


Nacque nel 1478 a Londra. E' un personaggio politicamente attivo, in quanto arriva ad esser il cancelliere di Enrico VIII.

I suoi guai nascono nel 1534 quando Enrico VIII ha deciso di divorziare da Caterina e ciò andava ovviamente contro alla chiesa di Roma.

Per questo motivo Enrico si mise a capo della chiesa anglicana e More si rifiutò di firmar l'aatto perché riteneva pericoloso che potere poli 454e42e tico e religioso fossero nelle mani di una stessa persona.

Per questa ragione nel 1535 venne condannato a morte e sul patibolo ribadisce alla figlia che non ha potuto accettare perché la sua coscienza non glielo ha permesso (=> CONCETTO LIBERTA' COSCIENZA INDIVIDUALE).

Le sue visioni filosofiche e politiche sono racchiuse in un'opera: UTOPIA.

Utopia si rifà al modello platonico e prende ispirazione "NUOVA ATLANTIDE" di Bacone. Moro ha ben compreso che questo suo progetto impossibile da attuare nella sua Inghilterra, ma preferisce scriverlo in chiave mitica perché magari in un futuro queste sue considerazioni potranno esser utili.



Per creare Utopia Moro parte dalle ingiustizie presenti in Inghilterra quali: povertà, latifondi adibiti a pascolo e non sfruttati, recinzioni, la grande nobiltà che vive di rendita ed è economicamente passiva.ma soprattutto la PROPRIETA' PRIVATA.

La vicenda si apre con il viaggio ad Amsterdam dell'autore per incontrare un amico umanista, il quale gli presenta il marinaio italiano RAFFAELE ITLODEO. Raffaele ha preso appunti sulle varie realtà politiche che ha incontrato nei suoi viaggi tra cui quella di Utopia.

Ogni nome in Utopia ha un significato ben preciso.

RAFFAELE

DIO GUARISCE

ITLODEO

RACCONTAFROTTOLE

UTOPIA

NESSUN LUOGO

AMAUROTO (capitale)

CITTA' EVANESCENTE

ANIDRO (fiume)

SENZ'ACQUA

ADEMO (principe)

SENZA POPOLO

Secondo Itlodeo, Utopia era inizialmente legata alla terra ferma, ma poi gli abitanti con a capo UTOPO hanno tagliato i ponti con la terra ferma tagliando così anche le ingiustizie del mondo.

Caratteristiche:

L'isola è a forma di luna crescente ed è formata da 54 città.

Ogni 2 anni la gente di città si cambia con quella di campagna.

V'è un controllo numerico ( non più di 6000 famiglie) che serve a mantenere un giusto equilibrio tra risorse e popolazione.

I pasti sono consumati in mense comuni, accompagnati da musica. Prima di ogni pasto vi sono delle letture morali da parte degli anziani.

Vi sono mucchi di oro e argento da usare solo in casi estremi. Quotidianamente servono a fare utensili.

V'è l'abolizione della proprietà privata.

Tutti lavorano e lavorando tutti lavorano meno => NO OZIO

V'è il lavoro manuale e quello intellettuale, ma quest'ultimo serve esclusivamente per migliorare il manuale.

I magistrati vengono eletti dalla popolazione, e sono poi questi ad eleggere l'Ademo.

E' proibito cospirare fuori dal senato.

Ademo è in carica a vita e se non va bene viene immediatamente sostituito.

Su Utopia la guerra è considerata male ma a volte necessario.

Su utopia v'è la libertà di culto in quanto tutte le religioni hanno basi comuni ma diverse forme di culto, tuttavia il cristianesimo è considerato superiore.

Su utopia è vietato l'ateismo considerato forma di pazzia e il rimedio sta nella rieducazione e nella conversione ad una fede.



NICCOLO' MACCHIAVELLI


Con il ritorno dei Medici a Firenze (1512) Macchiavelli fu mandato in esilio e li cominciò a scrivere: in campo di giudizio politico e storico. il Principe e i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio; e in campo teatrale la Mandragola.

Il suo giudizio politico si basa su due pilastri fondamentali:

Studio della cultura romana;, in quanto se l'uomo non cambia nel tempo, lo studio del passato potrebbe esser fruttuoso per il presente.

Esperienza politica personale;

Macchiavelli è profondamente contrario alla repubblica di Platone, perché secondo il suo giudizio non si possono immaginare città perfette in quanto non si tiene conto della "REALTA' EFFETTUALE".

Egli ritiene che la politica debba esser autonoma dalla religione e dalla morale. Se religione e morale sono però utili alla politica allora bisogna tenerne il massimo rispetto, in caso contrario no.

Il corso della vita è caratterizzato dalla fortuna: solo gli uomini eccezionali riescono ad arginare il corso degli eventi rendendoli propizi con l'uso della virtù, intesa come abilità politica che ha l'uomo per raggiungere e mantenere il potere. Ciò che impedisce agli uomini di vivere pacificamente è infatti l'instabilità politica.

Per avere un'efficace controllo del potere politico bisogna esser forti come leoni (metafora della violenza*) e bisogna esser astuti come una volpe.

*In caso di necessità l'uomo politico può usare la violenza per prevenire a mali peggiori anche perché le leggi morali non fanno parte dell'etica politica.

L'uomo ha creato le istituzioni: gli stati.

Per questo motivo l'analisi di Macchiavelli è a proposit della NASCITA, PERMANERE e ROVINARE degli stati.



RINASCIMENTO E NATURALISMO


Magia e filosofia naturalistica sono elementi caratteristici del '400.

La magia era considerata conciliabile con il cristianesimo, in quanto crede nella manifestazione del divino sulla natura e cerca in formule o procedimenti miracolosi la chiave per i più riposti misteri della natura e pongono l'uomo in una condizione di potere illimitato sulla natura; un po' come farebbe la scienza ma con una sostanziale differenza: la scienza era pubblica mentre la magia apparteneva solo ad una elitè.

La filosofia naturalistica serve a scoprire i principi che reggono la natura.


ERMETISMO

Nel corso del '400 arrivano in occidente scritti di scienze magiche e astrologiche come gli scritti ermetici, attributi alla figura leggendaria e forse mai esistita di Ermete Trismegistro (= tre volte grandissimo), in cui v'è la rivelazione di un dio: l'egiziano Thoth.

Secondo queste magia e natura erano un insieme di forze tutte legate da un destino comune. E' una teoria affiancabile a quella cristiana in quanto tutto il sapere proviene da Dio.




PARACELSO

La magia del Rinascimento era quella nera, che si riconduce al Demonio. Un esempio era Faust che per ottenere la supremazia su tutti gli elementi (lo scopo era quello di trasformare metalli in oro), spinto da un desiderio di conoscenza, fa un patto col diavolo vendendo la propria anima. Un altro esempio è Paracelso, mago, scienziato, medico e alchimista. Praticò la sua arte di medico a Basilea.

Secondo lui l'uomo e il mondo sono fatti degli stessi elementi costitutivi. Lo scopo della conoscenza è quello di capire lo spirito della vita, con cui si può accedere ai misteri più profondi dell'esistenza riuscendo a sottomettere la natura alla scienza umana.


JACOB BOHME

Bohme ha fatto il ciabattino per tutta la vita, ma coltivando una profonda cultura personale.

La sua è una ricerca mistica: la sua domanda-guida è: "Esiste al di la delle cose materiali un principio che governa il mondo???"

Secondo lui la natura e l'uomo sono costituiti da Dio condanna per PANTEISMO.

In questa ci sono lotte fra opposti. Solo alla fine del mondo si avrà la pervalsa del bene sul male.

L'uomo è libero e responsabile di se stesso e delle sue scielte.


NB: maghi e filosofi hanno lo stesso presupposto: curiosità nei confronti della natura, ma con due diverse sfumature:

  1. Il mago ritiene che i misteri siano conoscibili a pochi, e chi li conosce ha il potere di dominare la natura.
  2. Il filosofo ritiene che la natura sia colma di segni, che sono emblema della presenza di Dio.

TELESIO

Telesio (1509-1588) è il punto di passaggio dal Rinascimento alla Rivoluzione scientifica, perché il suo modo di atteggiarsi nei confronti della magia-filosofia-natura preparano il campo per la scienza moderna.

Secondo Telesio la natura va studiata:

  1. FACENDO PARLARE I FENOMENI STESSI;
  2. IN MODO CHE LA REALTA' EMPIRICA SIA SEMPRE AL 1° POSTO NELLA SCIENZA;

La sua opera più importante è il "de rerum natura iuxta propria principia" e viene scritta tra il 1565 e il 1585, gli anni della chiesa post-tridentina.

NB: "De rerum natura" deriva da Lucrezio, il quale attinge da Epicuro, il quale attinge da Democrito.

Ritorna alla ricerca dei presocratici, in particolare Empedocle.




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