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DE PRINCIPATIBUS ( 1513 )
Trattato composto di 26 capitoli
argomentazioni 1. NATURA DEI PRINCIPATI ( I-XI )
QUESTIONE DELLE MILIZIE ( XII - XIV )
QUALITA', VIRTU' E V 111b15b IZI DEL PRINCIPE ( XV - XXIII )
CONDIZIONE DEI PRINCIPI ITALIANI ( XXIV - XXVI )
L' opera inizia con l'esame dei diversi tipi di principato - EREDITARIO
- NUOVA COSTITUZIONE
- MISTO
considerando con quali mezzi si pervenga ad essi - ARMI PROPRIE
(Cap I ) - ARMI ALTRUI
- FORTUNA
- VIRTU'
Se il principato ereditario solitamente solido ( II ) , è spesso instabile quello acquisito
recentemente ( III )
I principati possono essere governati con autorità assoluta, sull'esempio di AlessandroMagno o i Turchi, o con l' aiuto dei baroni, come il re di Francia: i primi sono difficili da conquistare ma facili da mantenere; i secondi sono facili da acquisire ma difficili da mantenere. ( IV - V )
I nuovi principati si istituiscono con la virtù ( Mosè,Ciro,Romolo,Teseo,Gerone ) o con la fortuna : questi si hanno facilmente ma costa grande fatica tenerli, quelli hanno requisiti opposti
Tra i moderni pervenne con VIRTU' al principato Francesco Sforza, con FORTUNA , Cesare Borgia, il Valentino, le cui gesta descritte dettagliatamente, il Machiavelli invita ad imitare ( VII ).
Il trattato analizza altri casi :
1. Ascesa a principe del privato cittadino per via di scelleratezza ( Agatocle di Siracusa ) o favore
potenti sostenitori ( VIII - IX )
La sicurezza militare ( X )
La natura privilegiata dei principi ecclesiastici, con elogio della spregiudicata politica di Alessandro VI e Giulio II ( XI )
I capitoli di successivi ( XII - XIV ) sono dedicati alla questione delle milizie; il Machiavelli critica pesantemente l' uso delle armate mercenarie e ausiliarie ed esorta il principe a coltivare l'arte della guerra e a confidare esclusivamente sulle armi proprie; inoltre raccomanda al principe di leggere le storie degli uomini eccellenti ed imitare le loro azioni, come fecero Alessandro con Achille, Cesare con Alessandro, Scipione con Ciro
Riflessione sulla personalità del principe ( XV ) , se gli sia più utile essere:
liberale che parsimonioso ( XVI )
amato che temuto ( XVII )
avere le qualità del "golpe" e del " lione " ( XVIII )
evitare l' odio o il disprezzo ( XIX - XX )
Egli deve comunque condurre grandi imprese e dare magnifiche prove di sé ( XXI ).
M. si sofferma sui ministri che il principe deve tenersi appresso e gli adulatori e falsi consiglieri che il principe deve fuggire ( XXII - XXIII )
Tre capitoli conclusivi ( XXIV - XXVI ) trattano della precaria situazione politica italiana, cominciando dall' osservazione delle ragioni per le quali i principi italiani hanno perduto i loro stati ( XXIV ); celeberrime le pagine in cui sono descritte la fortuna come fiume in rovinosa piena e la virtù come argine atto a resisterle e indirizzarla ( XXV ). Nel capitolo finale il M. rivolge un appello a Lorenzo de' Medici perché, dopo il fallimento del Valentino, prende a cuore le sorti della nazione
L' opera si conclude con la citazione di alcuni versi della canzone All' Italia di Francesco Petrarca
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