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Swedenborg - La carriera pubblica e scientifica (1716-1745)

filosofia



Swedenborg.


Lo scienziato e teosofo mistico svedese Emanuel Swedenborg nacque a Stoccolma il 29 gennaio 1688, terzogenito di Jesper Swedenborg (1653-1735) e Sara Behm. Il padre era professore di teologia all'università di Uppsala e decano della cattedrale, e più tardi divenne vescovo di Skara, mentre le notizie riferenti alla madre riportano che ebbe in tutto nove figli e che morì nel 1696, quando Emanuel aveva otto anni.

Considerato un genio molto precoce [un recente studio lo classifica tra i personaggi della storia con uno dei più alti Q.I. (quozienti d'intelligenza) mai registrati], S. entrò alla facoltà di filosofia dell'università di Uppsala nel giugno 1699, a soli undici anni. Il suo campo di studio tuttavia non si limitò alla filosofia, ma spaziò dalle scienze alla matematica, legge, musica d'organo, lingue classiche (latino, greco ed ebraico) e moderne (inglese, olandese, francese e italiano). S. completò gli studi universitari nel 1709 e nell'anno successivo egli intraprese un viaggio di studio in Inghilterra per allargare le sue conoscenze nei campi più disparati della fisica, astronomia, meccanica pratica, rilegatura di libri, intarsio, costruzione d'orologi, mobili e oggetti di bronzo. In un suo successivo viaggio in Olanda egli imparò inoltre la tecnica d'ottenimento delle lenti ottiche, mentre la sua enciclopedica cultura si arricchì negli anni successivi con conoscenze di cosmologia, matematica, anatomia, fisiologia, politica, economia, metallurgia, mineralogia, geologia, ingegneria mineraria e chimica.




La carriera pubblica e scientifica (1716-1745)

Nel 1716 S. fu nominato assessore straordinario del Reale Collegio minerario da parte del re svedese Carlo XII (1697-1718), posto che comportò frequenti viaggi d'ispezione e che S. occupò con diligenza per 31 anni.

S. agì inoltre come consulente personale del re Carlo XII in materia d'i 434g63e ngegneria, supervisionando progetti per la creazione di bacini navali e di un sistema per spostare navi da battaglia sulla terraferma.

La carriera pubblica di S. comprendeva anche il seggio alla Camera dei Nobili (una delle quattro parti, di cui si componeva il Parlamento svedese), seggio che egli detenne interrottamente dal 1719 fino alla sua morte.

Infine egli compì studi sperimentali in metallurgia, dove approfondì i metodi per il trattamento del ferro, del rame e del bronzo, e in biologia, dove furono particolarmente apprezzati i suoi lavori sul cervello, sul sistema nervoso e sulla ghiandola pituitaria.

Tutti i suoi studi scientifici e filosofici portarono inevitabilmente alla pubblicazione di diverse importanti opere, dei quali ricordiamo:

Chimica (1720): secondo S. tutto nella natura poteva essere spiegato matematicamente. Egli inoltre asseriva che la materia era il moto arrangiato in forme geometriche, ciò in contrasto con la teoria newtoniana delle particelle di materia permanenti e irriducibili.

Opera philosophica et mineralia (1734). Qui S. riprese il suo concetto del moto, o energia o attività, come primo punto della natura. Dal moto, provocato da un impulso divino all'azione, si formano delle serie di cose finite, ogni serie più estesa e meno attiva della precedente. Tutte le sostanze materiali emanano sfere di energia, che interagiscono con l'ambiente circostante. La teoria della cosmologia di S. fu ripresa da diversi famosi pensatori come George Louis Leclerc de Buffon (1707-1788), Immanuel Kant (1724-1804), Johann Heinrich Lambert (1728-1771) e Pierre-Simon de Laplace (1749-1827).

Oeconomia regni animalis (dal 1740) e Regnum animale (1747). In due questi trattati S. sviluppò la curiosa teoria che nel sangue circolasse l'anima, cioè, più precisamente, che il cervello e il corpo funzionassero per mezzo di un fluido spirituale, non spiegabile scientificamente, che veicolava, per l'appunto, l'anima.


La crisi religiosa (1745)

Già dal 1736 S. aveva avuto delle visioni e degli stati paranormali, ma la vera crisi religiosa avvenne nell'aprile 1745 a Londra, quando ebbe una visione durante una cena: uno spirito gli comunicò che Dio aveva bisogno di un tramite (in altre parole lui) per rivelarsi agli uomini e dare una nuova interpretazione alle Sacre Scritture.

Rassegnò quindi le dimissioni dal suo incarico di assessore per dedicarsi a tempo pieno ai suoi studi biblici, alle sue visioni e ai colloqui con gli spiriti dell'aldilà, che furono riassunti nella sua voluminosa opera in dodici volumi Arcana coelestia (I misteri celestiali) (1749-1756), una spiegazione versetto per versetto dei significati più reconditi della Genesi e dell'Esodo. Quest'opera fu ironicamente attaccata da Kant nel 1766 nel suo trattato Träume eines Geistersehers (I sogni di un visionario). Negli anni successivi seguì la serie impressionante di altri testi di S. per un totale di 40 titoli, secondo il conteggio della Swedenborg Foundation di New York.

Tuttavia S. iniziò a divenire conosciuto in patria solamente dopo il 1759-1761 in seguito a tre episodi di chiaroveggenza che provocarono scalpore, soprattutto dopo che egli entrò in comunicazione con lo spirito del fratello defunto (Augusto Guglielmo di Prussia) della regina di Svezia, Lovisa Ulrika (1720-1777).


Gli ultimi anni e l'accusa d'eresia (1768-1772)

La notorietà tuttavia portò anche dei guai con le autorità ecclesiastiche luterane, che nel settembre 1768 dibatterono nel concistoro di Göteborg come fermare gli scritti di S., considerati dal decano Ekebom "corrotti, eretici, ingiuriosi e oltremodo discutibili". Fu perfino ipotizzata un'accusa di socinianesimo, per il suo rifiuto di accettare la divinità di Cristo, ma S., rientrato da poco da un viaggio in Francia e Inghilterra, si difese con energia da un'accusa che egli definiva un vero insulto. Tuttavia il Consiglio della Corona condannò le dottrine teologiche di S. e ne proibì la diffusione: il mistico si appellò allora al re Adolfo Federico I (1751-1771) in persona, il quale passò la patata bollente alle università svedesi. Queste ultime non si pronunciarono né per una condanna né per un'assoluzione e l'affaire si sgonfiò poco a poco.



Nel 1771, alla veneranda età di 82 anni, S. intraprese un ulteriore viaggio, che sarebbe stato anche l'ultimo, in Olanda e in Inghilterra, a Londra e qui, nel dicembre dello stesso anno soffrì per un colpo apoplettico, che lo ridusse quasi in fin di vita per tre settimane. Gradualmente si riprese e nel febbraio 1772 egli scrisse a John Wesley, il fondatore del metodismo, invitandolo a recarsi a Londra per discutere di teologia con lui: Wesley, che era in partenza per uno dei suoi frequenti giri pastorali, chiese di rinviare l'incontro al suo rientro, sei mesi dopo, ma S. si confidò con la sua domestica che per quella data egli sarebbe stato oramai nel mondo degli spiriti, perché sarebbe morto il 29 marzo 1772.

Esattamente come aveva predetto in quel giorno, alle cinque del pomeriggio, il mistico svedese spirò.


La dottrina

Per S. Dio è Amore e l'Amore stesso viene rivelato dal Signore Gesù Cristo. A Sua volta, Dio Padre è una delle tre manifestazioni dell'unica Persona rivelata in modi differenti: S., infatti, rifiutò la dottrina trinitaria ortodossa, cadendo così in una classica accusa di sabellianesimo (unica ipostasi e tre forme).

Egli credeva che le Sacre Scritture fossero la Parola di Dio, ma che potessero essere lette in molte maniere, permettendo di ricercare i significati simbolici più nascosti: S. accettò come veramente ispirati solamente i Vangeli e l'Apocalisse, mentre fu fortemente critico nei confronti di alcune parti dell'Antico Testamento, come il libro di Giobbe e il Cantico dei Cantici.

Secondo S. il mondo è popolato da influssi positivi e negativi, derivati dall'eterna lotta tra gli spiriti buoni (gli angeli) e cattivi (i demoni). La lotta tra angeli e demoni indubbiamente influenza l'animo umano, sebbene sia l'uomo che deve respingere le tentazioni dei demoni, affidandosi agli angeli buoni. In ultima analisi, questa lotta porta ad un tal equilibrio spirituale in questo mondo cosicché è proprio l'uomo che deve decidere il suo destino spirituale. Chi decide di fare della propria vita un paradiso, nell'aldilà troverà lo stesso, ma chi decide per l'inferno in terra, sa cosa lo aspetta dopo la morte, da cui la critica di S., favorevole al libero arbitrio, nei confronti del calvinismo per la teoria della predestinazione.

Pur mantenendosi luterano per tutta la sua vita S. attaccò il luteranesimo per aver predicato l'assoluzione dei peccati tramite la fede, mentre fu critico nei confronti del cattolicesimo per la venerazione del papa.

Infine S. credeva nella parusia (seconda venuta in Terra di Cristo), ma non sotto forma di distruzione di tutto il creato e giudizio finale, bensì come una nuova comprensione degli insegnamenti di Cristo e della verità in essi nascosta (per questo egli attaccò la Chiesa Cattolica colpevole di aver occultato la verità della fede nelle Sacre Scritture).



Da wikipedia.it


Dottrina delle Corrispondenze

La dottrina delle corrispondenze è la base di tutto il pensiero teologico di Swedenborg. La fede consiste proprio nel vivere in questa funzione ogni nostra azione e scelta; ogni nostro amore, desiderio e pensiero, che lo vogliamo o no, determinerà la nostra scelta per il Cielo o per l'Inferno, perché ogni azione o cosa di questo mondo materiale conduce a queste due scelte. La scelta del Bene e della Verità, che nel mondo spirituale sono qualità reali dello Spirito di Dio (una sostanza divina identificabile nello Spirito Santo), che tengono in vita ogni persona e realtà in modo costante, permettono all'individuo di percorrere la strada di bene che Dio ha costituito da sempre per l'uomo.

La scelta alternativa consiste nel pervertire il Bene e la Verità divini, in Mali e Falsità (corrispondenze negative); è questa condizione a determinare l'Inferno, che non è quindi una punizione divina. Ogni cosa che esiste nel nostro mondo materiale ha un suo corrispettivo nel mondo spirituale, a partire dalla nostra natura umana che è l'espressione naturale di Dio, come già descritto, la Trinità divina è l'origine dell'umanità, in quanto Dio è Uomo dall'eternità, e Gesù Cristo è l'esperienza materiale di Dio Padre. Avere la giusta idea di Dio per Swedenborg è fondamentale, Coloro che credono in un Dio astratto o identificato nella natura si precludono una condizione di perfezione nel mondo spirituale; credere in "Dio/Uomo", e in "Dio nello Spirito" insieme a "Dio nella Materia", significa predisporsi interiormente alla perfezione del mondo spirituale, ed è quello che i semplici di ogni religione fanno spontaneamente.



Un'altra caratteristica che accomuna questa teoria a quella di altri filosofi ermetici, riguarda la sussistenza del Cielo spirituale tramite l'esistenza del suo corrispettivo negativo, cioè Infernale: L'eterna presa di coscienza di Dio di tutto ciò che è bene comporta l'esistenza del male che lo corrisponde. A tale proposito Jakob Böhme affermò che "tutto ciò che esiste nell'universo consiste in un sì o in un no", mentre nel pensiero di Carl Gustav Jung emerge l'importanza della coesistenza degli "opposti" nella psiche dell'individuo.

Da qui ne deriva che la vita dell'uomo nel mondo materiale è destinata a proseguire nel corrispettivo mondo spirituale, dove non esiste la temporalità, ma eternità, e la resurrezione è il nome con cui si intende il passaggio a questa nuova vita spirituale: numerose sono infatti le descrizioni di questa vita, che Swedenborg disse di aver sperimentato attraverso un vero e proprio stato di pre-morte. Le sue presunte comunicazioni con gli spiriti furono secondo le sue testimonianze "faccia a faccia, come si parla da uomo a uomo".

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La Trinità

Una delle idee di Swedenborg che più di ogni altra necessita di chiarimenti è relativa alla Trinità divina. Per Swedenborg la formulazione dogmatica del Credo formulato da Atanasio di Alessandria, secondo il quale in Dio vi è una Trinità di persone, è sbagliata, mentre è corretto considerare la Trinità come natura dell'unica persona divina, ossia "Anima" (Dio Padre da cui tutto ha origine, ogni Amore e Sapienza), "Corpo" (l'umanità di Dio che si esprime nella figura di Gesù Cristo), e "Spirito Santo" cioè il Divino Bene e la Divina Verità (Lo Spirito di Dio è l'azione che esprime la volontà e il desiderio di Dio, lo Spirito non è un'astrazione o una semplice energia, ma è in sostanza identificabile con Dio stesso).

Egli si esprime così attraverso dei binomi fondamentali: "Amore e Sapienza; Luce e Calore; Bene e e Verità; Giustizia e Giudizio, ecc." dai quali possiamo manifestatamente goderne le naturali rappresentazioni simboliche, quali il sole e la luna, la luce e il calore, ecc., che sono corrispondenze del mondo spirituale nel nostro mondo materiale. Questa Trinità è presente in ogni uomo che è fatto a sua immagine, infatti ogni uomo è dotato di un'"Anima" (la volontà e il desiderio, che sono "buone opere" in potenza, le quali non possono essere separate dalla fede; qui per buone opere si intendono le opere della carità e non della legge), e di un "Corpo" (attraverso il quale l'uomo interagisce e si relaziona con gli altri; in questo mondo il corpo spirituale è legato al corpo materiale, che ci permette di vivere e di interagire dentro la realtà materiale), e di uno "Spirito" (ossia l'azione che rende concreto il desiderio dell'uomo, cioè le "buone opere" in atto).

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Divinità di Gesù Cristo

È importante notare che la divinità di Gesù Cristo è da lui confermata, Egli è identificato nell'incarnazione terrena di Dio Padre, a differenza delle dottrine eretiche antitrinitarie, come quella propugnata dal teologo Michele Serveto, l'unitarianesimo o i nuovi fenomeni religiosi come i testimoni di Geova, e altri. In sintesi, l'idea di Swedenborg assomiglia di più al modalismo, e al patripassionismo; egli infatti credeva nella Trinità come modi in cui Dio si esprimeva ma nello stesso tempo credeva all'unicità della persona di Dio-Uomo, vissuto nella nostra storia nella persona di Gesù Cristo, Egli è stato l'incarnazione stessa di Dio Padre nella storia degli uomini. La Trinità non è quindi un mistero insondabile dalla mente umana (che fatica a concepire come un unico Dio possa essere contemporaneamente tre persone), ma esprime invece la natura divina a cui ogni uomo è stato fatto ad immagine e somiglianza.

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Gli Angeli

Gli Angeli appartengono tutti al genere umano, quindi non sono stati creati prima dell'uomo e nemmeno sono di una natura diversa, ma piuttosto si tratta di uomini in uno stato di perfezione. Ogni uomo è destinato a diventare angelo dopo la morte, se ha condotto la sua vita nel bene e nella verità. La condizione dell'uomo nella vita dopo la morte non è una condizione di esseri eterei e svolazzanti ma è una condizione simile a quella di questa vita, Gli Angeli vivono in carne e ossa ma tutto è più perfetto ed è soggetto a condizioni fisiche differenti! Esistono Angeli del Primo Cielo, o Angeli Naturali, Angeli del Secondo Cielo (o Cielo Medio), cioè angeli Spirituali, e Angeli del Terzo Cielo (o Cielo Intimo), cioè Angeli Celesti; questi ultimi sono più perfetti nell'Amore e nella Sapienza di Dio. Gli Angeli Celesti sono infinitamente più sapienti degli Angeli Spirituali che a loro volta sono infinitamente più sapienti degli angeli Naturali (che non sono meramente naturali ma Celesti/Naturali o Spirituali/Naturali).

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Le Sacre Scritture

Swedenborg disse che gli fu comunicato dal mondo spirituale la chiave di interpretazione delle Sacre Scritture, anche in questo caso le corrispondenze giocano un ruolo importante: tutto ciò che nella Bibbia ha un'espressione letterale contiene anche un significato interno spirituale, per fare un esempio semplice si può dire che,spesso, nella Bibbia, quando si parla di "Gerusalemme" non si intende solo la città di Israele ma soprattutto il luogo dove vivono i beati del Cielo. Inoltre, la lettura quotidiana della Bibbia aumenterebbe la congiunzione con il Cielo







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