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SANT TOMMASO - La scolastica: Caratteri Generali

filosofia



SANT TOMMASO


La scolastica: Caratteri Generali


La parola Scolastica designa la filosofia Cristiana del Medio Evo. Il nome scholasticus indicò nei primi secoli del Medio Evo l'insegnante delle arti liberali, cioè quelle discipline che costituivano il Trivio (Grammatica, Logica e Retorica) il Quadrivio (Geometria, Aritmetica Astronomia e Musica). In seguito si chiamò scholasticus anche il docente di Filosofia o di Teologia, il cui titolo ufficiale era Magister, loro prima tenevano lezioni nella scuola della Cattedrale poi nell'Università. Le forme fondamentali delll'insegnamento erano due: la Lectio, che consisteva nel commento di un testo, e la Disputatio che consisteva nell'esame di un problema fatto con la considerazione di tutti gli argomenti. C'erano le De Quolibet che comprendevan 828g69i o le questioni che gli aspiranti alla laurea in Teologia dovevano discutere due volte l'anno su temi qualsiasi. Le Quaestione Disputatae sono invece il risultato delle Disputationes ordinariae che i professori di Teologia tenevano durante i loro corsi sui più importanti problemi Filosofici e Teologi. Il compito della Scolastica era di portare l'uomo alla verità. Essa non si propone di formulare un ex novo di dottrine e concetti. Il suo scopo è quello di intendere la verità gia data nella rivelazione, non quella di trovare la verità. La filosofia è dunque per essa soltando un mezzo: Ancilla Theologiae.


Vita e Opere




Tommaso nacque presso Cassino nel 1225 o 1226. Nel 1243 entrò a Napoli nell'ordine dei Domenicani; e di li fu mandato a parigi, dove divenne scolaro di Alberto. Il successo del suo insegnamento si pose in rilievo subito. Ebbe dei problemi per insegnare e fece delle battglie e infine il papa diede ragione a Tommaso. Allora Tommaso diventò maestro nell'Università Parigina. Nel 1259 Tommaso lasciò Parigi e ritornò in Italia, poi ritornò a Parigi dove per un triennio tenne la  cattedra di maestro di teologia. Morì durante un Concilio di Lione.


Ragione e Fede


In primo luogo, dimostrando i preamboli della fede, cioè quelle verità la cui dimostrazione è necessaria alla fede stessa. Non si puo credere a cio che Dio ha rivelato, se non si sa che Dio c'è. In secondo luogo, la Filosofia può essere adoperata a chiarire mediante similitudini le verità della Fede. In terzo luogo, può controbattere le obbiezzioni che si fanno alla fede dimostrando che sono false o almeno che non hanno forza dimostrativa. La Ragione ha la sua verità propria, quindi non puo mai venire in contrasto con la verità rivelata. Ragione e fede non possono contraddirsi, ma se appare un contrasto bisogna anteporrela fede alla ragione.


Le Prove sull'esistenza di Dio (METAFISICA)


Per arrivare alla dimostrazione dell'esistenza di Dio, San Tommaso deve partire da due termini che sono alla base di tutto: l'Ente e l'Essenza. L'Ente puo essere rele o logico. Nel primo caso, l'ente è cio che è presente nella realtà e che si divide nelle dieci categorie enumerate da Aristotele. Nel secondo caso, l'Ente è tutto cio che viene espresso, tramite la copula, in una proposizione affermativa, ossia senza che alla preposizione debba necessariamente corrispondere qualcosa di reale. All'Ente deve corrispondere qulcosa di reale. L'Essenza è cio che una cosa è. L'Essenza che Tommaso chiama nche natura comprende non solo la forma, ma anche la materia delle cose composte. Ora, ogni realtà che ha l'essere deve per forza aver ricevuto l'essere da un altro, e precisamente da un essere che non derivando la propria esistenza da un altro, è, esso stesso, l'Essere. In altri termini, quegli esseri che hanno la vita ma non sono la vita, devono averla ricevuta da un Essere, che è la Vita stessa e che rappresenta quindi la causa prima di tutte le vite e di tutte le esistenze. Riepilogando vi sono due modi in cui l'Essenza puo essere nelle sostanze:

Nella sostanza divina l'Essenza è la medesima esistenza. Dio è perciò necessario ed eterno, ovvero esistente per definizione da sempre;

Nelle sostanze finite l'Esistenza è aggiunta dall'esterno e il loro essere quindi è creato;


Le Cinque Vie


La Filosofia di San Tommaso sia tutta una dimostrazione dell'esistenza di Dio, egli raccoglie e articola le sue prove chiamate vie, in cinque argomenti di fondo.

La prima via è la prova Cosmologica, desunta dalla fisica e dalla metafisica di Aristotele. Essa parte dal principio che "tutto ciò che si muove è mosso da altro" Ma non è possibile procedere all'infinito;

La seconda via è la prova causale. Nell'ordine delle cause efficienti non si può risalire all'infinito, altrimenti non visarebbe una prima causa e quindi neppure una causa ultima e cause intermedie: vi deve essere dunque una causa efficiente prima che è Dio.

La terza via è desunta dal rapporto tra possibile e necessario. Le cose possibili esistono solo in virtù delle cose necessarie.

La quarta via è quella dei gradi, dove la causa dei gradi minori è il grado massimo, come il fuoco che è massimamente caldo, è la causa di tutte le cose calde.

La quinta via è quella che si desume dal Governo delle cose. Vi è un Essere intelligente dal quale tutte le cose naturali sono ordinate a un fine; e questo Essere è Dio:


Gli Attributi di Dio


Le cinque vie pervengono all'affermazione di Dio come: Essere immobile, causa prima, essere necessario, perfezione somma e inteligenza ordinatrice. Procedendo su questa strada, la ragione puo arrivare a scoprire anche gli altri attributi sia per via negativa che per via positiva. La via Negativa consiste nel negare di Dio tutte le imperfezioni delle creature, giungendo in tal modo all'idea della semplicità, spiritualità di Dio. La via positiva consiste nel conoscere Dio dalle perfezioni che egli comunica alle creature; Le quali perfezioni si ritrovano in Dio in grado ben più eminente che nelle creature. La teoria di San Tommaso cerca quindi di dar ragione sia della conoscibilità di Dio, sia del carattere approssimativo e imperfetto di tale conoscenza chiaro-schura : "si sa qualcosa di Dio, altrimendi non se ne parlerebbe, neppure per negarlo: ma il nostro sapere di lui èun non sapere: Dio è il Deus Absconditus"






La teoria della Conoscenza


La teoria della conoscenza tomistica è ricalcata su quello aristotelica. Nel suo tratto più originale è il rilievo che acquista in essa il carattere astrattivo del processo della conoscenza e quindi la teoria dell'astrazzione. Il principio generale della conoscenza è: "cognitum est in cognoscente per modum cognoscentis" - ( l'oggetto conosciuto è nel soggetto conoscente in conformità della natura del soggetto conoscente). Il processo attraverso il quale il soggetto conoscente riceve l'oggetto è l'astrazione. L'astrazione non falsifica la realtà ma consete soltando la considerazione separata della forma; è tale considerazione è la conoscenza intellettuale umana. Questa considerazione separa la forma dalla materia individuale, e non dalla materia in generale. San Tommaso dice che la materia è duplice, cioè comune e signata; comune come la crne e le ossa, signata come questa carne e queate ossa. L'Intelletto astrae la specie della cosa naturale dalla materia sensibile e individuale, ma non dalla materia sensibile comune. Risulta da cio che per Tommaso il principium individuationis, cio che determina il carettere proprio di ciascun individuo e quindi la sua diversità dagli altri, non è la materia comune; ma la materia signata. Così un uomo diverso dall'altro non percgè è unito ad un corpo ma perchè unito ad un determito corpo diverso per dimensioni. Risulta pure da questa dottrina che l'universale non sussiste fuori dalle cose singole, ma è reale solo in esse. Sicchè esso è in re ( come forme delle cose) e post rem ( nell'intelletto ); ante rem, solo nella mente divina, come principio o modello delle cose create. L'intelletto che astrae le forme della materia individuale è l'intelletto agente. L'intelletto umano è un intelletto finito che a diffrenza dell'intelletto angelico, non conosce in atto tutti gli intellegibili, ma ha solo la potenza di conoscere; e dunque un intelletto possibile. Ma poichè " nulla passa dalla potenza all'atto se non per opera di ciò che è già in atto", la possibilità di conoscere propria del nostro intelletto diventa conoscenza effettiva per l'azione di un intelletto agente. Tommaso definisce quindi la verità come l'adeguazione e dell'intelletto. Il Procedere dell'intelletto è il ragionamento: e la scienza che si viene così costituendo per successivi atti di affermazione o di negazione è la scienza discorsiva. I caratteri che non possono attribuirsi alla conoscenza e alla scienza di Dio, il quale intende tutto simultaniamente in se stesso, con atto semplice e perfetto di intelligenza.


Antropologia: l'anima

In quanto forma pura o sostanza per sè sussistente, l'anima è anche immortale. Infatti, noi diciamo che qualcosa si corrompe quando la materia di cui è costituita  perde la sua forma per acquistare un'altra. Invece, l'anima, i quanto forma, non può separarsi da se medesima, e quindi corrompersi, ma partecipa in modo costitutivo alla vita.


L'Etica

Alla base dell'etica tomistica sta la convinzione che "agere sequitur esse", ovveo che l'agire sege l'essere, essendovi una correlazione necessaria fra la natura di un ente e il suo modo di agire. Poichè l'uomo è una creatura di Dio, egli non potrà fare a meno di operare in modo creaturale, ossia di tendere al Creatore (causa prima e fine ultimo di tutte le cose). Partendo da Aristotele ma che vanno oltre Aristrotele, il fine ultimo cui tende l'uomo è la felicità, ma è soltanto in Dio. Seconto Tommaso, ogni cosa, e l'uomo stesso, è soggetta alla provvidenza e al governo divino. Ma ciò non implica che tutto escuda la libertà dell'uomo. La volontà umana è dunque un libero arbitrio che non è tolto nè diminiuto daal'ordinamento finalistico del mondo nè dalla prescienza divina, e neppure dalla grazia che è un aiuto straordinario di Dio, gratuitamente concesso.L'uomo ha per propria naturail libero arbitrio. Al libero arbitrio dell'uomo è dovuta la presenza del male nel mondo. Tommaso ammette il male non è che mancanza del bene. Il male è di due specie pena e colpa. La pena è la deficienza della forma (realtà o atto). La colpa è una deficienza di un'azione. Ma il male maggiore è la colpa che la provvidenza cerca di eliminare o di correggere con la pena. La colpa o (peccato) è l'atto con cui l'uomo sceglie deliberatamente il male, cioè agisce in modo disforme dalla legge divina. Tommaso accetta da Aristotele la distinzione tra virtù intellettuali e virtù morali. Le virtù intellettali e morali sono virtù umane: esse conducono alla felicità che l'uomo può conseguire con le stesse forze naturali in questa vita. Ma per conseguire la beatitudine eterna queste virtù non batano, ma sono necessarie le virtù Teologiche, direttamente infuse da Dio nell'uomo: Fede, Speranza e Carità.


Diritto e Politica


Il fondamento della teoria di tommaso è quella teoria del diritto naturale. Spetta alla collettività secondo Tommaso ordinare le leggi. La legge egli dice ha come suo fine pimo e fondamentale il dirigere al bene comune. Tuttavia egli ritiene che tra le forme di governo enunciate da Aristotele, la migliore sia la monarchia: come quella che meglio garantisce l'ordine e l'unità dello stato, ed è più simile allo stesso governo divino del mondo.










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