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La ricerca filosofica è esplicitamente soggettiva e autobiografica; ha come tema centrale i rapporti tra la cultura e la vita. Pratica l'esistenzialità della filosofia.
(vs Kant) il filosofare non è uno sforzo paziente e metodico che si autodisciplin nella ragione, ma è frutto di un'esplosione di entusiasmo e implica il cionvolgimento esistenziale.
Tendenza anti-sistematica; presenta una pluralità di significati e di direzioni di marcia non totalizzabili univocamente. È un "pensiero selvaggio", si nutre di battute, allusioni, aforismi, ha generato solo schemi di lettura interpretativi.
1^ FASE
"LA NASCITA DELLA TRAGEDIA" (1872)
Progetto:
Chiarire l'origine della tragedia greca
Dimostrare che si basava su una concezione di vita affine alla filosofia di Shopenhauer
Dimostrare che la tragedia come celebrazione del valore della vita rivive nella concezione artistica di Wagner
Caratteristiche della Grecità:
Simbolo del prevalere del razionalismo dei grandi filosofi creatori del logos, come Socrate, Platone, Parmenide.
Giocata sul motivo della serenità, dell'armonia, dell'ordine, del senso della bellezza, della proprorzione, dalla finitezza luminosa delle forme; caratteristiche dell'arte, della statuaria, della scultura e della poesia epica
Ma lo spirio greco non si esaurisce in questa dimensione apollinea, nasce dal suo intreccio con il dionisiaco; sono due impulsi opposti e complementari. I greci conobbero il terrore e le atrocità dell'esistenza, il fondo doloroso che costituisce l'essenza della vita.
Illusione apollinea: è una compensazione, è come un gioco di specchi che consente al popolo greco di contemplarsi in un'immagine rasserenata di se stesso. Per questo motivo crearono gli dei, per sopportare l'esistenza.
Lo sviluppo dell'arte è legato al dualismo dell'apollineo e del dionisiaco. Non si può ridurre tutta l'arte a Apollo e alle sue Muse, a quell'unico principio di equilibrio e di armonia. Vi è un'altra faccia dello spirito e dell'arte greca, i misteri di Dioniso, di un'altra religiosità, di un'altra cultura. Dioniso è simbolo dell'immediatezza di vivere, dell'ebrezza della gioia, è il dio che canta e che danza: non conosce misura.
Interpreta la storia della grecia antica come una successione alternata di età dionisiache e età apollinee. Fino a che i due principi che si sono sempre sormontati a vicenda, trovano un momento di equilibrio e di fusione nell'epoca della tragedia di Eschilo e di Sofocle che è insieme apollinea e dionisiaca.
Con Socrate inizierà poi la decadenza del popolo greco: con lui si antepone alla vita la riflessione razionale sulla vita, non si vive più nell'immediatezza ma si pensa, lo spirito dionisiaco è represso. "Apollo non parla più il linguaggio di Dioniso" poiché un nuovo impulso, quella della conoscenza razionale, intervin a sostituire all'ebrezza dionisica la fredda luce della ragione.
Con socrate si apre l'ora della decadenza la cui tappe sono: platonismo, cristianesimo, razionalità scientifica-positivismo, illuminismo, storicismo. L'ontologia razionale già Aristotele a Hegel concepisce l'essenza dell'essere come logos, ragione che ordina e domina la natura che è vista come qualcosa che va combattuta conquistata e egeminizzata dalla ragione.
progetto: prosegue la sua battaglia per un rinnovamento radicale della cultura e sviluppa una sferzante polemica così contro la civiltà moderna come contro la figura dell'intellettuale asservito al potere.
PRIMA INATTUALE
Aggredisce il tipico rappresentante del filisteismo borghese.
Critica al positivismo: la scienza non cosituisce un sapere oggettivo privo di presupposti, la realtà non è una serie di dati che ci vincolano necessariamente, ma un'insieme di interpretazioni: "non ci sono fatti, solo interpretazioni"; "il fatto è sempre stupido e in tuttoi i tempi molto più simile a un vitello che a un dio".
SECONDA INATTUALE
"sul'utilità e il danno della storia per la vita"
Rifiuto dello storicismo, che viene attaccato perché al pari del positivismo, favorisce l"idolatria del fatto" e fa dell'uomo il risultato di un processo necessario e costretto a "chinare la schiena e piegare il capo" davanti alla "potenza della storia". L'uomo si sente in balìa del passato e prova un senso di impotenza anche verso il presente, perdendo la fiducia nelle sue possibilità di plasmare il futuro.
Lo strumento di guarigione èla potenza dell'"oblio". Bisogno saper dimenticare certi pezzi del passato affinchè la conoscenza del passato torni al servizio della vita, si deve creare un intreccio tra memoria e oblio. È meglio liberarsi dei vari aspetti del passato perché la memoria rischierebbe di fagocitare l'uomo negandogli la possibilità di avere una creatività per il futuro.
"ogni agire esige l'oblio": l'uomo deve imparare a sentire in modo "non storico" e deve "capire il presente e desiderare più ardentemente il futuro".
Tre modi di studiare la storia "a scopo di vita":
Storia monumentale: ricerca nel passato i grandi eventi, già essa l'uomo "deduce che la grandezza, la quale un giorno esistette, fu comunque una volta 'possibile' e perciò anche sarà possibile un'altra volta".
Storia antiquaria: risponde al bisogno di conservare il senso della tradizione.
Storia critica: serve alla vita perché consente d'infrangere e dissolvere il passato, senza di che sarebbe impossibile costruire il futuro.
Distacco già Schopenhauer perché ha colto solo l'aspetto negativo della vita approdando a un nichilismo passivo o rinunciatario, e non ha visto l'aspetto positivo, cioè la vitalità o la creatività, o perché rimane cristiano, platonico e kantiano.
Fa una storia del mondo della decadenza, secondo il metodo genealogico va alla radice della storia dell'occidente.
Mostra come le concezioni metafisiche e religiose che presentano un'immagine del mondo come un cosmo ordinato, fondato su leggi razionali immutabili e armonicamente disposto, abbiano in realtà la loro origine "umana, non troppo umana" nell'esigenza di sicurezza che gli uomini provano di fronte all'inquietante e contraddittorio mondo dell'esperienza.
Gli uomini fin da Platone e Socrate per riuscire a sopportare tutti gli aspetti contraddittori di questo mondo, hanno inventato un altro mondo. È il mondo metafisico, perfetto, razionalmente trasparente, la cui verità riposa su un ordine immutabile e eterno (iperuranio di Platone). L'uomo metafisico abbandona il nostro mondo negando il suo valore, vi è la totale svalutazione del mondo terrestre: nichilismo.
Tratto distintivo della metafisica è la credenza in un mondo diverso già quella che ricade nell'ambito dell'esperienza sensibile: un retro mondo, un'aldilà, la cui particolarità è di essere "vero", di costituire una realtà privilegiata piena integra e senza difetti, razionalmente trasparente. La metafisica ha creato una rassicurante immutabilità e trasparenza, che ha chiamato "Dio", "essere","verità" i cui attributi sono: di costituirsi come fondamento, reaoltà originaria, causa prima. Il nostro mondo al contrario è mutevole, contraddittorio, inquietante.
C'è un nesso tra morale e metafisica: la morale poggia sulla metafisica; c'è la convinzione che nel mondo vi sia una misura razionale dalle leggi eterne sul cui canone è possibile stabilire ciò che è giusto e morale. La tavola dei valori, di quei "valori superiori", che svalorizzano la vita, si fondano sul no alla vita; le rappresentazioni morali della metafisica sono la proiezione di un desiderio di stabilità e sicurezza già parte di un uomo che guarda al mondo reale con terrore.
La metafisica e la morale creano una serie di dualismi che sono l'effetto della costruzione del nuovo mondo: la purezza dell'anima che conosce spiritualmente e costituisce la dignità dell'uoo, si oppone alla materialità del corpo, ai suoi desideri, alla sua caducità; la ragione si contrappone alla sensibilità.
L'umanità e mutilata, alienata a se stessa, come risultato dell'ideale morale come svalutazione della vita. La volontà del nulla è il nucleo della morale: nichilismo. È l'avvento della sfiducia radicale, il mondo com'è viene rifiutato ma contemporaneamente non si può creare una visione alternativa. È la negazione della vita che cristianesimo, metafisica e morale hanno perpetrato contrapponendo al mondo terrestre Dio e i "valori superiori".
Iperuranio di Platone: il bene è il valore in sé.
Cristianesimo: si rivela come la morale degli schiavi, ha preso le parti di tutto ciò che è debole e malriuscito; ha elevato a valori la compassione, il sacrificio di sé, l'umiltà e la sottomissione all'autorità. Dio è il principio di bene.
Già questa accusa si salva Gesù, perché il vero fondatore del cristianesimo è Paolo, che ha introdotto l'idea di peccato, di redenzione, di regno dei cieli.
3^ FASE
è una scienza che ha imparato a ridere delle cose cosiddette serie, avendo mostrato che i valori etici e religiosi sono maschere di impulsi umani, troppo uman: ride perché smaschera l'operazione della metafisica.
accezione positiva del nichilismo
Annunciare che Dio è morto, non equivale a dire che Dio non esiste, ma a annunciare la morte della metafisica; annunciare la "fine della più lunga menzogna". Dio significa la trascendenza della verità, il suo essere eterna presenza, il fondamento non umano dei valori, è la personificazione delle certezze metafisiche e morali e religiose. Morte di dio è l'espressione che usa per indicare il venire meno di tutte le certezze assolute che erano il fondamento della metafisica.
È il culmine della distruzione di tutte le certezze della morale e della metafisica; l'uomo è privato di un quadro di senso, si ha la crisi del soggetto. La mrte di dio lasca un senso di inquietudeni e la negazione della speranza.
L'uomo non è più metafisico, è l'oltreuomo, il folle che dà il suo annuncio. Non c'è più l'illusione ch la vicenda del mondo abbia un senso, emerge il mondo nella sua crudezza.. Il senso del nuovo mondo va costruito, non è più dato, per fare questo bisogna diventare simili a Dio.
Grande poeta persiano. Fino a ora la filosofi del martello ha costituito la pars denstruens, ora c'è la pars construens: il messaggio di ricostruzione del senso del mondo. Tre miti che scandiscono il si alla vita dopo la distruzione di tutti i vecchi valori: mito del superuomo, mito della volontà di potenza, mito dell'eterno ritorno.
Mito dell'oltreuomo
È l'uomo nuovo, capace di creara già sé i nuovi valori con cui dare un senso alla realtà. È l'uomo veramente uomo, che dopo avere passivamente subito l'ultraterreno che egli stesso aveva creato, ha trovato il coraggio di distruggerlo e infine ha riaffermato se stesso: tre metamorfosidello spirito.
Cammello: è l'uomo sottomesso che accetta la morale della tradizione. Fa cio che deve fare a prescindere dal fatto che cio lo rend felice o meno, è la morale del dovere cristiana. Persegue l'umiliazione, la rinuncia, il sacrificio, punisce l'orgoglio e l'affermazione di sé.
Leone: sta nel deserto: il dovere morale non è finalizzato alla convivenza con gli latri, ma è interiorizzato. È ancora più solo del cammello: la sua forza critica e di demolizione della morale è indirizzta verso se stesso. Sente l'esigenza di rimuovere il dovere che è interiorizzato in lui. Grande drago "tu devi": è la sedimentazione dei valori secolari che danno un significato al mondo. È la morale degli schiavi.
Fanciullo: a lui è associata la rinascita, non ha valori esterni a se stesso, non crea una nuova morale. È una ruota che gira già sé, un nuovo uomo. La creazione è un giuoco perché si rinnova già sé continuamente, non ha un fine esterno. È il nuovo io che da significato al mondo
Eterno ritorno
Il passaggio dall'uomo all'ltreuomo implica una rottura, una separazone netta con il passato.
È la nuova modalità di vedere il tempo che ha l'oltreuomo, un nuovo modo di rapportarsi al presente. Non è più un visione metafisica che ricalca la ciclicità greca. Non è la negazione del tempo, ma la negazione della trascendenza.
L'uomo è capace di vivere l'attimo presente senza essere ansiosamente proiettato verso il futuro, accetta la realtà così com'è, vuole che l'attimo presente sia eternamente ritornante. È il pastore che vince la ripugnanza del serpente e accetta l'eterno ritorno.
-Vattimo- Non è più la concezione metafisica del tempo, lineare come catena di momenti che esistono solo uno in funzione all'altro, struttura edipica, per cui gli attimi seguenti mangiano gli attimi che li hanno preceduti (ogni attimo è un figlio che divora il padre).
È concepito come insieme di attimi degni di essere vissuti. L'attimo presente che la metafisica non sapeva valorizzare e vivere. Significa ritenere che il senso dell'essere stia nell'essre stesso e ch sia quindi raggiungibile; e disporsi a vivere ogni attimo della vita senza proiettarsi nel futuro, realizzando la felicità del circolo.
Rivalutazione del corpo, l'anima è l'eco, il segno degli impulsi che costituiscono il corpo, è "una parola per indicare qualcosa del corpo".
Volontà di potenza
È il modo d'essere dell'oltreuomo, la sua stessa dimensione, è la sua volontà, il suo progetto di dare senso al mondo. È la libertà creatrice che impone alla vita i propri significati e le proprie interpretazioni.
Esprime la volontà della vita, la sua creatività e felicità, il potenziamento di è per cui tutti i valori sono strumenti per accrescersi. I valori sono dentro la volontà di potenza, non fuori di essa. È al di là del bene e del male, la vita non è né buona né cattiva.
Il modello del creatività delle volontà è il produrre dell'artista, l'arte diventa il nuovo simbolo della vita stessa dell'uomo liberato.
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