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HEGEL - PRINCIPI DELLA REALTA'≡ PRINCIPI DEL PENSIERO → METAFISICA ≡ LOGICA

filosofia



HEGEL


Georg Wilhelm Friedrich Hegel nasce a Stoccarda nel 1770 da una famiglia di discrete condizioni economiche. Frequenta l'università di Tubinga, dove studia filosofia e teologia. A Tubinga conosce Holderlin e Schelling. Studia Kant e segue con emozione e partecipazione gli sviluppi della rivoluzione francese. A Napoleone attribuisce il sogno, vano, di portare al popolo tedesco gli ideali di unificazione. Nel 1793 si trasferisce a Berna dove inizia a lavorare come precettore (il lavoro non gli piace). Si interessa di teologia, politica ed economia. Nel 1799 muore il padre e, grazie all'eredità, può trasferirsi a Jena e intraprendere la carriera universitaria. Insieme a Schelling fonda il "giornale critico della filosofia". Nel 1807 pubblica la "fenomenologia dello spirito" e fra il 1812 e il 1816 la "scienza della logica". Nel 1816 ottiene la cattedra di filosofia all'università di Heidelberg (fino 1818). Nel 1817 pubblica l'"enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio". Nel 1818 si trasferisce all'università di Berlino, dove rimane fino alla morte, avvenuta nel 1831. Nel 1821 pubblica i "lineamenti di filosofia del diritto".




Hegel parte dall'idea Kantiana di "cosa in sé": per lui il concetto è contraddittorio e deve essere abbandonato: per lui è contraddittorio perché nel momento in cui "la cosa in sé" è pensabile è anche conoscibile: se è conoscibile non è una realtà diversa dal pensiero ma è il pensiero stesso: tutta la realtà è pensiero.




Per Hegel metafisica e logica coincidono: la realtà è una ed è pensiero, quindi la logica, che studia i principi del pensiero coincide con la metafisica, che studia i principi primi della realtà


PRINCIPI DELLA REALTA'≡ PRINCIPI DEL PENSIERO → METAFISICA ≡ LOGICA


La filosofia deve cogliere il razionale che va oltre il fenomenico.


Testo pag. 242-243

Nei "lineamenti di filosofia del diritto" Hegel scrive: «Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale», che rimanda al tema dell'origine della realtà.

Il fenomeno (= ciò che si manifesta) è ciò che appare.

La realtà effettiva esiste e deve diventare il contenuto della filosofia. La realtà si dà attraverso il fenomeno. Per capire la realtà effettiva bisogna cogliere la razionalità che c'è dietro e non accontentarsi di ciò che appare. La realtà effettiva è ragione, razionalità.

Il motto significa che la razionalità si fa reale (concreta) e ciò che è concreto si fa razionale.


Esiste una sola realtà, che Hegel chiama: INFINITO, ASSOLUTO, 646c29g IDEA, PENSIERO, SOGGETTO, RAGIONE.


La realtà è ragione che si dà tramite le categorie: è possibile dedurre tutte le categorie che stanno alla base della realtà m il processo è continuo: è infinito il continuo divenire.



La realtà è

IDEA → Può pensarsi come Dio prima della creazione, che è IMMANENTE e non può

Si fa essere conosciuto

NATURA → la natura dà vita all'uomo

Si fa

SPIRITO → l'uomo (che oltre a sentire è anche autocoscienza) dalla natura si fa spirito e

comprende che dietro la natura c'è Dio


Per Hegel il Cristianesimo è la religione più elevata perché dice che Dio si fa realtà attraverso l'uomo e poi torna spirito con la morte di Gesù.


L'assoluto ha per Hegel un ruolo centrale e questo lo avvicina al Romanticismo, ma differisce dai romantici perché, mentre per questi è un tendere all'assoluto che può essere raggiunto tramite l'arte, per Hegel l'assoluto è completamente accessibile attraverso una mediazione della ragione.

L'uomo è l'unico essere che usa la ragione quindi è l'unico a poter accedere all'assoluto.


La realtà è razionalità ed è pensiero; se è pensiero allora è una realtà mobile, ma è il processo di pensare che è infinito mentre le categorie non mutano.

Hegel deduce le categorie dalla realtà. Le categorie della mente coincidono con quelle della realtà.


Tutte le triadi obbediscono ad una logica interna (dialettica) che si dà in tre momenti












ESSERE

ESSERE   NULLA

IDEA ESSENZA DIVENIRE

triade da cui   CONCETTO

scaturisce   

tutto NATURA


Sp. SOGGETTIVO

SPIRITO Sp. OGGETTIVO ARTE

Sp .ASSOLUTO  RELIGIONE

FILOSOFIA

(Quando si arriva alla filosofia

si capisce che la struttura della

mente coincide con quella della

realtà: si possono conoscere

tutte le categorie)


Il processo logico dialettico è diviso in tre momenti:


  1. ASTRATTO INTELLETTIVO (IN SE')
  2. DIALETTICO o NEGATIVO RAZIONALE (ALTRO DA SE')
  3. SPECULATIVO o POSITIVO RAZIONALE (IN SE' E PER SE')

L'intelletto pretende (ma non può) definire ad esempio il bene: il bene necessita di farsi altro da sé, quindi


La realtà è data da relazioni


Per definire "essere" bisogna sapere che cos'è il "nulla", poi la ragione vede relazione tra i due in un continuo divenire.


Testo pag. 231

Da dove scaturisce la realtà?
la realtà è la ragione come principio metafisico, ed essendo ragione è una realtà mobile.

La dialettica è sia la realtà sia il modo con cui si interpreta la realtà.


Panlogismo: tutto è logica, tutto è ragione, la logicità è la legge della realtà e quindi la realtà stessa.

La verità sta nel processo, nel susseguirsi delle triadi che si superano.

L'intelletto astratto cerca di catalogare la realtà come se fosse sezionabile in parti comprensibili parte per parte e indipendenti le une dalle altre, non mettendole in relazione.

La riflessione è l'operare dell'intelletto che lavora in modo sezionante della realtà.

La dialettica, con la ragione mette in relazione. La relazione in un primo momento è negativa: la negazione è necessaria per conoscere ciò che non si è (attraverso essa s arriva al terzo momento): per conoscere ciò che è positivo bisogna conoscere ciò che è negativo. Quando riflette l'intelletto comincia a definire realtà anche opposte ma tra loro manca la relazione: l'intelletto è capace di ricavare l'in sé e, tramite la riflessione, anche l'altro da sé, ma li tiene separati. La ragione, nell'in sé e per sé li mette in relazione.

La sintesi è il momento reale, l'ultima sintesi è la più reale.



SPIRITO DIRITTO

OGGETTIVO    MORALITA' FAMIGLIA

ETICITA'   SOCIETA'

STATO

(è una realtà concreta: è l'ente

che fa sì che nella realtà si

manifesti la sintesi tra diritto e

moralità).



FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO (1806-1807)

(modo in cui si manifesta lo spirito)


E' la prima grande opera di Hegel e può essere considerata come introduzione alla sua filosofia.

Non ha cadenza triadica.

Racconta il percorso che l'umanità fa per raggiungere il SAPERE ASSOLUTO DELL'ASSOLUTO (conosciamo l'assoluto in tutte le sue manifestazioni e come si dà nella realtà)

La fenomenologia dello spirito ha diverse chiavi di lettura: può essere letta come:

storia individuale: ciascuno da quando nasce manifesta lo spirito in modo diverso, dall'immediatezza dei sensi alla consapevolezza di essere spirito;

storia dell'umanità: nel tempo attraverso le modalità di darsi dello spirito: ad esempio nel Rinascimento si dà come ragione oggettiva (alcune figure fanno riferimento a periodi storici);

punto di vista del filosofo: il filosofo è già giunto alla fine del processo ed è consapevole di cos'è e come si evolve l'assoluto, quindi racconta tutti i passaggi dello spirito [Hegel definisce la filosofia "nottola di Minerva" (civetta)];

bildungroman: romanzo di formazione, tipico del romanticismo, in cui l'uomo racconta le esperienze che lo cambiano radicalmente e lo rendono consapevole di sé e della realtà.


La storia per Hegel è l'assoluto, che è divenire: è il divenire dell'assoluto attraverso lo spirito.

La natura è lo spirito che si fa altro da sé diventando cosa.

Lo spirito assoluto è la ragione e si dà attraverso forme diverse.


Nella fenomenologia dello spirito non si parla di categorie ma di figure o momenti.

Si passa attraverso:



CERTEZZA

COSCIENZA   PERCEZIONE figure gnoseologiche

INTELLETTO


SIGNORIA SERVITU' (corrisponde a un periodo storico)

STOICISMO

AUTOCOSCIENZA SCETTICISMO

COSCIENZA INFELICE (rappresenta la rivoluzione dell'ebraismo e del cristianesimo;

con Lutero si capisce

che la ragione è tutto)


OSSERVATIVA

RAGIONE    ATTIVA

COME INDIVIDUALITA' (solo l'umanità come collettività

può perseguirla)


SPIRITO



RELIGIONE


Per passare ad esempio da coscienza ad autocoscienza bisogna attraversare tutti i momenti della coscienza.


1° figura: certezza: è il livello iniziale della coscienza: è il momento in cui qualcosa si presenta ai nostri sensi e a noi sembra cosa di più certo ci sia perché lo sentiamo (siamo sicuri che qualcosa c'è, senza sapere cosa sia); la certezza di qualcosa esterno a noi è destinata a dileguarsi: nelle varie esperienze rimane costante il soggetto che sente, non gli oggetti, che cambiano;

2° figura: percezione: si esprime un giudizio; si comincia a percepire un oggetto preciso; tutte le proprietà dell'oggetto, che diventano sensazioni, sono separate e ciò che le tiene insieme è il soggetto.

3° figura: intelletto: si arriva alla consapevolezza che gli oggetti non sono esterni, ma si capisce che gli oggetti esistono e sono tali grazie alle leggi che l'intelletto dà ad essi.

L'unica certezza rimasta è legata al soggetto: "SO DI SENTIRE" → si elabora la nozione di "IO".

Autocoscienza: il soggetto capisce che il mondo dipende da lui → desidera fare tutto proprio.

Gli ostacoli sorgono quando si incontrano due autocoscienze e scatta la lotta per il riconoscimento.

I momenti dell'autocoscienza sono:


1° figura: signoria servitù: è una figura storica: una delle due autocoscienze che si misurano sperimenta la paura della morte, quindi accetta di sottomettersi (il signore si riconosce tale perché l'altra autocoscienza accetta di sottomettersi). La situazione si capovolge: il signore dipende dal servo: il signore vive una situazione di godimento mentre il servo sperimenta la paura della morte, poi attraverso il servizio il servo impara a disciplinare se stesso e tramite il lavoro apprende la spiritualizzazione della natura (lavoro = trasformare la natura, spiritualizzarla) e fa esperienza di libertà (è libero perché può fare quello che vuole, perché impone se stesso alle cose), che è un'esperienza interiore e astratta. Il signore non fa esperienza di libertà, quindi dipende dal servo.

2° figura: stoicismo: è una figura storica:l'uomo pensa alla possibilità che la realtà possa essere negata in quanto irrazionale, che la razionalità sia al di là del mondo. Lo stoico è chi sopporta i dolori con dignità, è consapevole che non si può fare niente contro ciò che avviene ("siamo come cani legati ad un carro che va in una direzione fissata").

3° figura: scetticismo : lo scetticismo nega la realtà e la possibilità di conoscere anche le leggi che stanno dietro la realtà; lo scettico continuando a negare la conoscenza afferma la conoscenza di non poter conoscere nulla. [è impossibile uscire dalla dimensione di autocoscienza].

4° figura: coscienza infelice: è l'impossibilità di negare la coscienza. Dio rappresenta la coscienza immutabile, noi siamo esseri finiti che dipendono da Dio. La coscienza è infelice perché l'uomo si sente altro da Dio. Il distacco tra finito e infinito si fa più ampio. [nella religione ebraica il distacco è totale: siamo altro da Dio; nella religione cristiana c'è un messaggio di speranza: Dio si fa uomo e ci testimonia che siamo figli di Dio e fratelli, quindi dipendiamo dagli altri, questo messaggio vale in maniera forte per chi lo ha vissuto


A questo punto c'è la presa d'atto che noi siamo ragione e che la ragione è tutto. La ragione comincia a cercare s stessa e si troverà solo in fondo.


I momenti della ragione sono:


1° figura: ragione osservativa: cerca conferma nelle cose (Rinascimento, rivoluzione scientifica): cerca la razionalità che è nelle cose ma non la trova compiutamente.

2° figura: ragione attiva: è il soggetto che cerca di dare un impronta razionale al mondo, alla realtà ('700). [la mia volontà si scontra con quella degli altri; la visione è unilaterale → si sbaglia

3° figura: ragione come individualità: la realtà è razionalità ed esiste già in noi; gli uomini sono strumenti. Noi siamo parte della ragione e non possiamo far altro che comprenderla. Nella ragione come individualità c'è la presa di coscienza che la ragione è ogni cosa. La mia ragione è uguale a quella che è nelle cose.

Se la struttura della realtà è ragione e ciò che la comprende è la nostra ragione la dialettica può essere rappresentata come verità.




SISTEMA


Si fonda sulla triade fondamentale:


IDEA

NATURA

SPIRITO


È costituito da: scienza della logica, filosofia della natura, e filosofia dello spirito.


SCIENZA DELLA LOGICA (1817)


Testi pag. 52

Solo il filosofo, che ha già raggiunto la filosofia può cogliere l'idea in sé.

L'idea ha come scienza la logica, che è anche metafisica.

L'idea può essere paragonata a Dio prima della creazione.





















Struttura dell'idea:

ESSERE

ESSERE INDETERMINATO NULLA

QUALITA' ESSERE INDETERMINATO DIVENIRE

ESSERE PER SE'

QUANTITA'


ESSERE MISURA





COME RIFLESSIONE IN SE'


IDEA  ESSENZA FENOMENO


REALTA'




CONCETTO

SOGGETTIVO GIUDIZIO

CONCETTO SILLOGISMO



MECCANISMO

OGGETTIVO CHIMISMO

TELEOLOGIA



VITA

IDEA CONOSCIENZA

IDEA ASSOLUTA



L'essere nella sua immediatezza si dà come enti qualitativamente diversi.

Si parte da un essere indeterminato che si dà attraverso enti determinati, e poi torna a sé con la consapevolezza di essere determinato.


AUFEBUNG = SUPERAMENTO E CONSERVAZIONE, è il terzo momento.


La REALTA' è data da RELAZIONI.


Misura: è l'aufebung di qualità e quantità, è il loro continuo rapporto.


Essere [per Permenide l'essere è ciò che è e non può non essere]

Nulla

Divenire

L'essere è in quanto divenire: essere in astratto e nulla in astratto non esistono, esistono solo in quanto relazione tra essi (vengono messi in relazione dalla ragione).

L'essere nella sua immediatezza è divenire.

L'idea quindi è divenire, è pensiero che diviene [l'idea non è più fissa come per Platone, né è un ente mentale come per Cartesio].

L'idea è storia e storia della filosofia.


Come fa l'essere a essere?


L'ESSENZA è la ragion d'essere dell'essere, è il suo fondamento (grund).

L'essere è perché è essenza.


[per Aristotele il concetto è un contenuto mentale che tende a ottenere la massima estensione (generalizzazione); si forma da esperienze ed ha minima comprensione e massima estensione.


Il concetto per Hegel contiene in sé la relazione continua tra essere ed essenza (tra essi non c'è separazione ma connessione).

Il concetto è l'universale, non è un contenuto mentale ma un principio che si fa realtà.

Il pensiero si fa altro da sé, si fa natura e poi spirito.

Dall'universale si genera il particolare, poi l'uomo dalla conoscenza del particolare torna all'universale.


[l'uomo diventa autoconsapevole: la sedia è prodotto di razionalità]


la filosofia parla dell'assoluto (che è pensiero) attraverso gli strumenti dell'assoluto (concetto). Il concetto rappresenta la struttura stessa della realtà, è vita ma anche riflessione sulla vita (conoscenza).





CONCETTO (un. Astratto)

SOGGETTIVO GIUDIZIO(particolare concreto)

CONCETTO SILLOGISMO





Li rivede attraverso la logica dialettica dove forma ≡ contenuto. La categoria che meglio racchiude la logica è il sillogismo, che realizza il passaggio da universale a individuale e poi quest'ultimo si riconosce universale (tutti gli uomini sono mortali / Socrate è un uomo / Socrate è mortale)


Tutta la realtà è un sillogismo.

CONCETTO


MECCANISMO concezione

OGGETTIVO CHIMISMO della

TELEOLOGIA natura



Operazioni che fanno sì che la natura sia ciò che è


La natura è data da meccanismi e chimismo: la natura obbedisce a rapporti meccanici ma anche a trasformazioni.







COME RIFLESSIONE IN SE' (= razionalità)


ESSENZA FENOMENO (=manifestazione della realtà)


REALTA'



Il rapporto per Kant: la realtà che conosciamo è solo un modello.

In Platone la ragion d'essere dell'essere, cioè l'essenza, è rappresentata dalle idee; in Aristotele dalle forme, dalle ousie.

Per Hegel la realtà è la costante relazione tra razionalità e manifestazione della realtà:




SPIRITO

SOGGETTIVO


SPIRITO OGGETTIVO


ASSOLUTO



Lo spirito soggettivo prende in considerazione la manifestazione dello spirito in un soggetto.







ANIMA NATURALE

ANTROPOLOGIA ANIMA SENZIENTE

ANIMA REALE

SOGGETTIVO


FENOMENOLOGIA COSCIENZA

SPIRITO DELLO SPIRITO AUTOCOSCIENZA

RAGIONE



SPIRITO TEORETICO

PSICOLOGIA    SPIRITO PRATICO

SPIRITO LIBERO



La prima manifestazione dello spirito nel mondo è l'anima naturale, è il sentire (è legata all'immediatezza)

L'anima senziente comincia a rendersi conto di sentire; mentre a livello di anima reale c'è coscienza


SPIRITO TEORETICO : penso

SPIRITO PRATICO: realizzazione del pensiero

SPIRITO LIBERO: scoperta della capacità di modificare la natura


Quando ci si scopre spirito libero si deve agire sulla realtà.


Lo spirito oggettivo è la libertà che si fa realtà.

Lo spirito oggettivo è il manifestarsi dello spirito nel mondo.




PROPRIETA'

DIRITTO CONTRATTO

VIOLAZIONE DEL DIRITTO



SPIRITO

OGGETTIVO MORALITA'



FAMIGLIA

ETICITA'

SOCIETA'


STATO

Lo spirito libero subito pretende di essere riconosciuto come portatore di diritti.

I diritti che si riconosce per diventare reali devono essere fatti propri da tutti e poi estrinsecati in leggi.

Per Hegel senza Stato non c'è diritto.


Il diritto rappresenta l'astrattezza, lo spirito libero si manifesta nel diritto, cioè in proprietà, contratto e violazione del diritto.

Ciascuno ha diritto di possedere qualcosa, attraverso ciò si manifesta la libertà.  il diritto attraverso la categoria "proprietà" manifesta una prima sostanzializzazione astratta della libertà.

Il diritto deve poi trovare concretizzazione nel contratto (riconoscimento di parti paritetiche che stipulano un accordo).

Quando c'è violazione del diritto deve esserci una pena proporzionale (sempre in astrazione), per riacquistare l'equilibrio.

[Kant è contrario alla pena di morte; Hegel è favorevole]


MORALITA'

Rappresenta un passaggio. Con la moralità ciascun fa propri i principi dettati dal diritto (interiorizzazione)

Hegel critica Kant: il suo livello di moralità non trova realizzazione, ci sospende tra essere e dover essere.

Solo quando diventa istituzione si realizza pienamente la moralità.


ETICITA'

Realizzazione concreta attraverso le istituzioni.


Famiglia: prima relazione immediata e naturale tra diritto e moralità. Hegel riconosce la famiglia fondata sull'amore:

Matrimonio: è una contrattualizzazione, è l'atto che dà vita alla famiglia; l'individuo deve sentirsi potenziato nella famiglia perché ragiona non in termini individuali;

patrimonio: realizzazione concreta, unità patrimoniale della famiglia

educazione dei figli:il figlio rappresenta il momento dialettico (superamento e conservazione). I figli escono dalla famiglia e ne costituiscono altre.

Società civile: è costituita dall'insieme delle famiglie che competono per la propria sopravvivenza (luogo di competizione tra famiglie):

sistema dei bisogni: è la prima manifestazione della società che risponde ai bisogni delle famiglie:

ceto sostanziale: sono i contadini che producono per la sopravvivenza delle famiglie;

ceto formale: sono gli industriali e gli artigiani che producono per i bisogni fondamentali della famiglia;

ceto universale: è costituito dall'apparato burocratico e dai funzionari dello stato, che non lavorano per interesse personale ma per interesse della collettività, e consentono lo svolgimento degli altri lavori.

Corporazioni: la società civile è il luogo della competizione tra individui, sembra una società frammentata, ma per Hegel è anche costituita da unificazioni tra individui, che si esplicitano nelle corporazioni, che sono la massima unificazione all'interno della società , sono organizzazioni di mestieri che organizzano il lavoro e tutelano i lavoratori; per lui sono associazioni di mestieri in cui l'individuo perde parte della libertà ma riceve una tutela che prima non aveva. Le corporazioni sono lo strumento che la società civile ha per entrare con rappresentanti nello stato.

Stato: è il manifestarsi dell'assoluto (razionalità) nel mondo; è il momento in cui si formano i cittadini; non nasce da un contratto perché prima non ci sono cittadini e autorità giuridiche (non è uno stato liberale). In Hegel lo Stato come universalità è superiore perché solo attraverso esso i cittadini diventano tali, in quanto lo Stato è sintesi di diritto r moralità. Non è uno stato democratico. È lo Stato come collettività che si impone al cittadino, ma non è un'imposizione perché essendo esso sintesi di diritto e moralità il cittadino lo vede come sua stessa manifestazione. Lo stato ideale è la monarchia costituzionale. Lo stato ideale dovrebbe avere:

Un potere legislativo, che è universale in quanto fa le leggi per tutti

Un potere esecutivo: le leggi devono farsi altro da sé e diventano proprie degli individui

Il sovrano, che rappresenta la sintesi delle fasi precedenti.

Lo Stato dovrebbe avere una camera alta e una camera bassa con i rappresentanti delle corporazioni (che qui non pensano più al singolo settore in cui operano ma al bene comune)

I diritti diventano reali solo nello Stato.

La costituzione deve scaturire dalla storia e dalla tradizione di un popolo. Prima si è uomini poi cittadini.

Il concetto di sovranità si realizza solo con lo stato.

CARATTERISTICHE DELLO STATO

Rifiuto del modello liberale: prevale l'assoluto sull'individuo: la libertà individuale deve trovare la sua realizzazione suprema nella volontà generale dello Stato, rappresentata dalle istituzioni; l'individuo deve vivere le istituzioni come parte di sé.

Non è uno stato democratico, in quanto non prevede il suffragio universale.

Rifiuta il modello contrattualistico (non sono i cittadini che formano la Stato con un contratto, ma il contrario): l'uomo è cittadino solo quando lo spirito oggettivo si manifesta attraverso gli uomini e crea lo Stato.

Concezione totalitaria, che comprende e vuol controllare tutti. Siccome lo stato è sintesi di diritto e moralità non può essere dispotico, in quanto è fondato sul diritto e non sulla volontà individuale. Ogni stato è la manifestazione dello spirito del popolo attraverso le istituzioni.


LEGISLATIVO UNIVERSALE

ESECUTIVO PARTICOLARE divenire della logica

MONARCHICO INDIVIDUO



L'assoluto è storia. La storia è la manifestazione del divenire dello spirito oggettivo, ed è caratterizzata da contrasti tra gli stati.

Per Hegel non esiste un diritto internazionale.

La guerra è lo strumento attraverso cui la storia si evolve, la guerra tra gli Stati fa divenire la storia: chi prevale rappresenta lo spirito nella sua manifestazione in quel momento più alta.

Hegel parla di astuzia della storia: teoria giustificazionista della storia: in tutto ciò che accade c'è sempre una razionalità di fondo. Gli uomini che pensiamo essere grandi personaggi (cosmicostorici) non fanno loro la storia ma è questa che si avvale di loro per progredire, noi siamo strumenti . la necessità è comunque categoria fondante, ma distingue tra necessità profonda e accidentalità di superficie, dietro c'è comunque una logica di fondo.

Nel momento in cui si afferma uno stato è comunque già presente il momento del suo tracollo.


Punto debole della teoria di Hegel:

sembra che la storia debba finire o diventare accidentalità nel momento in cui uno stato prevalga su tutti e si venga a formare un impero unico, dove non ci sia più la possibilità di cambio radicale.

S. Agostino parla di : libertas minor (possibilità di scegliere fra bene e male) e libertas maior (acquisita in Dio: scegliamo necessariamente il bene).

Per Hegel si è liberi quando attraverso di noi si rappresenta la razionalità.





SPIRITO ASSOLUTO



Conoscenza completa e totale dell'assoluto attraverso le forme culturali.


ARTE (simbolica, classica, romantica)

SPIRITO ASSOLUTO RELIGIONE (naturale, cristiana, protestante)

FILOSOFIA


Arte, religione e filosofia hanno lo stesso contenuto: l'assoluto, ma differiscono per la forma:

L'arte utilizza l'intuizione sensibile; l'assoluto si rivela e si fa comprendere attraverso l'intuizione sensibile

La religione utilizza la rappresentazione

La filosofia rivela l'assoluto attraverso il concetto: è la forma perfetta perché l'assoluto è razionalità, la filosofia è la forma culturale più elevata perché esprime l'assoluto attraverso l'assoluto, tramite il concetto.


Evoluzione delle forme d'arte nella storia


   Arte simbolica: è la prima forma d'arte , racchiude un grande significato. La forma d'arte tipica è l'architettura (piramidi, cattedrali), dove prevale la forma sul contenuto.

   Arte classica: (Grecia) c'è equilibrio tra forma e contenuto. La forma d'arte tipica è la scultura che rappresenta l'uomo: l'assoluto comincia ad essere visto nell'uomo, non è il corpo che deve rappresentare l'assoluto (fase di proporzione e armonia).

   Arte romantica: il contenuto prevale sulla forma: le forme d'arte tipiche sono: la pittura, dove la forma comincia a cedere il passo allo spirito; e soprattutto la poesia, che è la forma d'arte più spirituale, e più si avvicina ad esprimere l'assoluto.


Evoluzione della religione


v    Nella religione naturale si identifica Dio nella natura (si venerano alberi.); l'assoluto è confinato in oggetti di culto, che sono lontani dall'esprimere cos'è Dio veramente.

v    Con il Cristianesimo si racconta il farsi finito dell'infinito (Cristo si fa uomo, muore, torna a Dio come spirito); la religione cristiana raggiunge l'apice della rivelazione con la riforma protestante.

v    Nella religione protestante ogni individuo si relaziona con Dio.


Il limite della religione nel dire cos'è l'assoluto, è considerare che il passaggio "infinito - finito - infinito" avvenga una sola volta.


Hegel ritiene che la filosofia si compia con lui, che la filosofia assoluta sia la sua; e si definisce il filosofo che è riuscito a rivelare l'assoluto.








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